CESURA
La mia Anima è in uno stretto
Chiusa e soffocata
Tremante dal dolore ansimante dalla paura.
Due mostri mi chiudono dentro me stesso,
dentro questo fantoccio di carne dove risiede il vero me
imprigionato e circondato da un muro,
che non divide l'est dall'ovest,
ma la mia realtà dalla maschera del mondo.
Dall'alto la attende la chiara Scilla
Dagli occhi color ghiaccio
Pronta stritolarla e schiacciarla con le sue lunghe e fievoli braccia
Dal basso mi si cela la scura Cariddi pronta
Con i suoi malinconici occhi color pece
A inghiottirla nelle sue mascelle.
Questa si rifiuta di soffrire e non sceglie
Affidando il proprio destino al fato
E mentre si appresta a passare nello stretto tra le due creature chiude le orbite
vuote speranzosa.
Allora si ritrova sola,
Illesa e morente,
con la mascherata incredulità di non essere stata scelta
e la disinabissata consapevolezza di non essere mai stata nemmeno considerata.
E così solleva il mento all'Alighiero destino di naufragare nella superbia
Di non aver mai messo piede giù dalla barca.
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