Noises
L'ora di pranzo era arrivata sorprendentemente in fretta. Jiang Cheng si era fatto portare l'occorrente per farsi un bagno caldo, poi totalmente dimentico di aver lasciato la sua mantella preferita al Capo Clan ospitante, mise a soqquadro i bagagli (e poco mancò che smantellasse la stanza) per trovarla. Optò per un suo sostituto, una identica, ma dal colore più scuro. Era stato un bene farsi confezionare degli abiti pesanti, forse anche troppo, benché non capisse il motivo di tanta particolarità. Le cinture erano state minuziosamente trapuntate d'argento per esempio, e dello stesso materiale erano fatte le decorazioni sopra le spalle. Il cuoio gli ricopriva i polsi e le caviglie, anch'esso finemente decorato con fili d'argento e ricoperto di pelliccia. Aveva deciso di acconciare i suoi capelli in una coda di cavallo alta; faceva troppo freddo per la sua solita crocchia stretta. Guardò il suo riflesso nello specchio di rame. A stento riusciva a credere che quel volto gli appartenesse. Non era invecchiato di un giorno dal suo trentesimo compleanno, eppure i suoi occhi sembravano aver visto cent'anni più di quel corpo, quasi fossero appartenuti a un'altra persona. Si spazzolò le punte dei capelli, quasi a togliere via i pensieri intrusivi che aveva destato la sua copia specchiata. Non era una menzogna però. Quello sguardo avrebbe potuto uccidere, se ne avesse avuto il potere. Scosse la testa, si alzò talmente in fretta da farsi venire le vertigini. Si stava dirigendo verso il padiglione principale quando vide Wei WuXian avvinghiato come un polpo a Lan WangJi.
'Disgustoso' era tutto ciò che riusciva a pensare che fosse.
Si era bloccato in quel punto e non aveva intenzione di fare niente finché PiovraXian e WanGay non si sarebbero levati di torno. Conoscendo l'iceberg vivente, sarebbero avanzati di qualche passo, pochi minuti dopo l'ultimo mugolio della piovra. Quella mattina forse, Jiang WanYin non aveva controllato il suo oroscopo a dovere. Doveva aver saltato qualche punto cruciale, perché la seconda giada Lan si era girata di centonovantacinque gradi, l'aveva guardato senza quel suo solito acciglio di totale apatia, e l'aveva salutato. Anche PiovraXian pensava fosse strano, glielo si poteva leggere in faccia! Sì, proprio così. Lan WangJi, nato Lan Zhan, aveva salutato di sua sponte Jiang Cheng. Che dire signori miei, il sesso fa miracoli.
«Grazie per aver trovato Xiongzhang ieri.»
Il mondo stava per finire? WanGay non lo odiava più? Aveva picchiato forte la testa da qualche parte? Aveva per caso bevuto del liquore forte al posto del suo solito tè mattutino?
«Ero di passaggio. Non serve essere formali-»
«Lan Zhan, forse non lo sai ma A'Cheng ha un cuore davvero tenero. Avrebbe fatto di tutto, anche nel bel mezzo della notte». si affrettò ad aggiungere Wei Ying.
Perché Wei WuXian doveva per forza sempre interrompere e metterlo in imbarazzo. In qualsiasi occasione. Sperava quantomeno che durante il giorno del proprio funerale, qualora fosse morto prima del fratellastro, non lo compiangesse in modi strani. E dio solo sapeva quante pericolose sfumature racchiudesse per lui quella parola. Non disse nulla, fece un cenno con il capo, impallidendo come se innanzi a lui si fosse appena palesato il fantasma della propria defunta madre, poi scappò a gambe levate verso le stanze del nipote.
Ad ogni modo era vero, Lan XiChen l'aveva trovato per puro caso poco appena prima di varcare i cancelli principali del Clan Lan. Sapeva benissimo che tipo di aria si respirasse prima della sveglia ufficiale. Eppure, nonostante il silenzio l'aria era vivace. Qualcosa non andava.
Il sentiero roccioso installato per terra lo ipnotizzava sempre. Anche quando era uno studente di appena sedici anni, si perdeva nel colore del granito grezzo incastonato nel terreno. L'erba dalle varie sfumature verdi che cresceva vicino al sentiero, conferiva un aspetto pittoresco alle vie. C'era silenzio, calma. Anche troppa. Si sarebbe aspettato ancora un minimo di scompiglio dopo l'accaduto di quella mattina, e invece c'era solo quiete. Si potevano distinguere i versi degli uccelli, dai più melodiosi a quelli più strani. E poi le urla di suo fratello. E gli applausi...
Applausi?
I Lan non erano festaioli, che dettaglio insolito. Nonostante il simposio, sarebbero stati molto contenuti, immaginava. Si fermò un momento, doveva ricordare dove alloggiasse Jin Ling.
'Lan XiChen è mancato al pubblico per molto tempo indubbiamente, ma non pensavo i Lan fossero tanto propensi ai festeggiamenti. Sarà stato Wei WuXian a convincerli, come al solito.'
Quasi era infastidito da quell'incessante applaudire. Non capiva quanto fosse distante dal luogo dei festeggiamenti, e tutto ciò lo stava confondendo terribilmente. Il sole era sorto da poco, la maggior parte dei discepoli non aveva che finito la colazione da qualche shichen. Gli stava venendo l'orticaria per i troppi pensieri. Si rimise in marcia, anche se pensava di star girando in tondo.
"Yuan-ge..."
Altri applausi. Jiang Cheng si fermò. Sentì i propri capelli diventare bianchi uno ad uno e i globuli rossi ghiacciarsi e trottare nelle vene. Non poteva essere, non era possibile... se il cielo avesse voluto giocargli un tiro mancino, avrebbe scelto di avventarsi su altro, no? Sì, si era sicuramente fatto influenzare da PiovraXian e dai suoi modi poco virili a primo mattino, senza ombra di dubbio. Perché non era assolutamente possibile, giusto? Il suo cervello si era spento, il corpo si muoveva da solo, seguendo la scia di rumori e mugolii. Perché proprio quel giorno?! Perché il suo unico nipote doveva- FERMI TUTTI!
Mai fasciarsi la testa prima di cadere. MAI! Forse in quella stanza, c'era qualcun altro. Forse... forse... era una giovane discepola quella insieme a lui, e cercava di nascondere la cosa. Non ebbe il coraggio di bussare. Cosa gli avrebbe detto, poi? Per quanto fosse preoccupato per lui, la frase "Ciao, nipote. Ho sentito che facevi sesso e sono accorso a vedere se le tue maniche fossero tagliate quanto quelle di tuo zio." non gli sembrava la migliore delle opzioni. Sedette a debita distanza sotto un albero di magnolie. La testa aveva ripreso a fargli male, che bello! Si portò una mano alla fronte, chiuse gli occhi e presto anche le voci di sottofondo sparirono.
Il povero Jin Ling, vestito squisitamente d'oro e avorio per l'occasione, pensò brevemente di disintegrarsi nell'iperuranio, poi di far mascherare Lan SiZhui da donna, poi ancora di gettarsi nella Sorgente Fredda di testa a naso aperto e non riemergere più, nel vedere le vesti viola dalla porta. Non sarebbe più uscito da quel posto. Non vivo almeno. Aveva una paura matta, si sentiva il cuore battergli nella trachea e nelle orecchie.
«Jiang-» Lan SiZhui si ritrovò una mano in bocca troppo tardi.
Anche l'intervento di RuLan fu tardivo però. Jiang Cheng aveva già alzato lo sguardo verso i due, forse già lo aveva fisso su loro da prima che se ne accorgessero.
«Da quanto tempo va avanti... questa faccenda?» il capo clan Jiang chiuse gli occhi cinerei e si pizzicò il ponte del naso. Emise un sospiro profondo, triste e sollevato allo stesso tempo.
«Capo Clan Jiang-» SiZhui si provò a fare avanti, venendo brutalmente zittito da Jiang Cheng con un gesto della mano.
Un analgesico... sì, gli sarebbe decisamente servito un tonico analgesico dopo tutto quello. Jin Ling gli stava tremando davanti come una foglia, le gote arrossate per la vergogna.
«Qualcun altro ne è a conoscenza?» chiese brusco come lo schiocco di una frusta.
I ragazzi scossero la testa. Com'era possibile che nessuno si fosse accorto di nulla dopo tutto il baccano che avevano fatto? Sospirò pesantemente per l'ennesima volta.
«Perché lo vengo a sapere solo adesso e... in questo spiacevole modo?» si alzò in piedi, il respiro (all'apparenza) calmo e i pugni chiusi.
«Se era il tuo amante che dovevi incontrare, potevi anche comunicarmelo. A che pro tenermelo segreto?»
SiZhui strizzò gli occhi forte per ben due volte, guardò Jin Ling (il cui volto aveva assunto un'adorabile sfumatura rosea), poi l'orlo delle proprie vesti e temette avessero cambiato colore.
«Z-Zio!» pigolò il ragazzo, e non riuscì ad aggiungere altro un po' per l'imbarazzo, un po' perché Jiang Cheng aveva alzato i tacchi e si era diretto verso dove era arrivato.
'Che qualcuno abbia stregato i Meandri delle Nuvole con qualche sorta di... maleficio? No, forse è più un incantesimo. Sì, un incandesimo che ti rende attratto dalle persone tuo stesso sesso!' rabbrividì pensando a Wei WuXian impegnato nei propri attimi di "doveri coniugali".
Come li avrebbe svolti poi? Quando era ancora giovane, ricordava di aver sbirciato in uno dei libri di arte erotica di Nie HuaiSang, benedetto ragazzo! E le ragazze erano... diverse. Sì, più o meno davanti erano... diverse da com'era lui. Certo, era anche vero fossero passati diversi anni, ma ricordava ancora bene (più o meno) le immagini di quelle squisitezze inchiostrate su carta di riso. Ve ne stava una che ricordava con particolare affetto; l'aveva soprannominata A'Sue, e aveva un delizioso fermaglio a forma di fiore di melo. La cosa che lo aveva rapito a prima vista, quasi a farlo innamorare, era la compostezza e la delicatezza dei suoi tratti. E poi... e poi... i suoi abiti non erano grotteschi come quelli delle altre donne raffigurate, no. I suoi erano pura finezza, erano quasi eleganti, avrebbe osato addirittura dire signorili. Le sue labbra erano piccole, ma carnose, le gambe lunghe e le braccia snelle dai polsi piccoli. Peccato per le accoppiate. La abbinavano sempre agli uomini più grotteschi! Non sfigurava mai, eppure. Si ritrovò ad arrossire, era normale. Non lo era certo, per un uomo adulto e maturo della sua età. E non lo era nemmeno reagire in determinati modi... specialmente in pieno giorno... e in pubblico.
'Non hai dodici anni, Jiang Cheng! Che ti salta in mente?! Non ti vergogni neanche un po'?!'
Se qualcuno avesse potuto partecipare al suo dibattito interiore, avrebbe presto saputo che sì, Jiang Cheng, nome di cortesia Jiang WanYin, si sarebbe volentieri sotterrato vivo nelle montagne rocciose dei Meandri delle Nuvole. Aveva il viso rosso per la vergogna, e non solo. Anche le orecchie e il collo brillavano scarlatti.
'Oh, cielo. E... se qualcuno dovesse vedermi in questo stato?'
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