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V

(T/n) aveva trovato il numero di telefono di Shouto tramite Fuyumi. Non aveva mai avuto modo di legare con il figlio minore della famiglia Todoroki. Aveva spesso sentito parlare di lui, Touya le  raccontava del suo fratellino e di come fosse sfortunato. 

La (c/c) aveva provato una grande pensa nei suoi confronti quando lo incontrò per la prima volta. La parte sinistra del suo volto era coperta da una fasciatura. Venne a sapere da Fuyumi chi era l'artefice. Era stata Rei, sua madre, disgustata dalla somiglianza della parte sinistra del corpo del figlio, che riteneva somigliare a Endeavor. 

Dopo essersi messa in contatto con il ragazzo, si erano organizzati per incontrarsi in un bar non distante dal famoso liceo per aspiranti eroi.

(T/n) era arrivata in anticipo e  non era l'unica, prima dell'orario prestabilito, vide avvicinarsi a lei un ragazzo che riconobbe immediatamente a causa del colore particolare della capigliatura. 

Shouto la salutò con un cenno del capo prima di attraversare la strada che li separava. 

"(T/n), nonostante tu viva praticamente a casa mia, non ci sentiamo molto spesso." esclamò il ragazzo mantenendo un tono di voce composta una volta di fronte alla (c/c). 

Tra i  ricordi legati alla sua infanzia, Shouto ricordava vagamente la figura di (T/n), spesso accompagnata da quel fratello maggiore di cui ormai avrebbe riconosciuto a malapena il volto. 

Non si premurava di formalità, benché non fossero in confidenza, fin da quando era piccolo, le poche volte che si erano visti, si era abituato a chiamarla per nome, lo stesso faceva (T/n).

"Hai proprio ragione, dovremmo vederci più spesso... e non è vero che vivo a casa tua!" obbiettò la ragazza incrociando le braccia.

"Immagino tu mi abbia chiamato per un motivo preciso, cosa ti serve?" senza mezzi termini, il fratello minore della famiglia Todoroki aveva capito dove (T/n) avesse intenzione di andare a parare.

"Voglio che tu mi parli dell'attacco subito da voi studenti da parte dell'Unione dei Villains, o meglio... ciò che mi interessa sono i componenti." spiegò la (c/c).

"Hai dei sospetti? Hai visto qualcosa riguardo quei criminali?"

"Circa... ho un presentimento, mettiamola così."

Shouto sospirò.

"Ancora con questi presentimenti? Di cosa si tratta stavolta, (T/n)?" domandò il ragazzo senza mostrare la sua crescente curiosità.

"Io me lo sento... tuo fratello è vivo, ne sono sicura."

"Non è possibile. Vuoi dire che si è unito a gruppo di criminali, perché avrebbe dovuto? Probabilmente ti stai sbagliando."

"Può essere, però avrei comunque bisogno di una conferma, magari era proprio sotto ai tuoi occhi e te lo sei lasciato sfuggire. Puoi essere sia perspicace che stupido contemporaneamente."

Shouto stava riflettendo su quelle parole. Touya poteva essere ancora vivo, poteva averlo incontrato quella notte senza riconoscerlo. Doveva ricordare chi fossero  i villains che li avevano attaccati.

Un'immagine vaga gli venne in mente. Il giovane uomo dai capelli neri dal volto coperto di cicatrici e avvolto da fiamme blu che gli disse: "E' così triste, Todoroki Shouto.". Non si era mai soffermato a pensare su quelle parole. Non era sembrato minimamente famigliare, però era l'unica cosa che riuscisse a venirgli in mente.

Non gli sembrava strano che quel criminale conoscesse il suo nome. Era arrivato secondo al festival sportivo e il suo aspetto dava facilmente nell'occhio. Sarebbe stato facile riconoscerlo.

"Quindi, ti ricordi qualcosa?" chiese (T/n).

"Forse... spero di esserti utile."

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