Capitolo Trentasei
Un piccolo regalo per voi, in larghissimo anticipo. Per dimostrarvi quanto io dannatamente sia riconoscente a tutti voi lettori.
Vi adoro.
L'aria mi sferzava il viso mentre correvo per i boschi e i rami mi graffiavano il corpo, ma non me ne curai. La vita di tutti noi era appesa ad un filo debole e corroso dalla paura.
Un filo che si sfilacciava sempre di più ogni secondo che passava, minacciando di farci cadere nel vuoto. Un vuoto pieno di oscurità, da cui non sarebbe mai più stato possibile risalire.
In quel momento era la Morte che manovrava tutto e noi eravamo niente più che burattini inermi, in attesa del nostro destino.
Newt continuava a stringere la mia mano e mi faceva strada, voltandosi ogni tanto per assicurarsi delle mie condizioni.
Nei suoi occhi leggevo la preoccupazione e l'estremo desiderio di vedere l'alba del giorno dopo insieme a me.
"Non ti fermare" mi esortò lui, notando che iniziavo ad accusare i segni della fatica e rallentare l'andatura.
Mi sforzai di ascoltare il suo consiglio e mi impegnai per accelerare, accingendo a tutte le mie riserve di energia.
La schiena mi pulsava in modo doloroso e la gamba destra mi inviava scariche fastidiose ogni volta che posavo il piede a terra, complice la brutta botta che il Dolente mi aveva fatto prendere contro la parete del Casolare.
Lasciai al ragazzo la libertà di guidarmi e continuai a seguirlo alla cieca, senza avere la benché minima idea sulla destinazione.
Ci fermammo solo quando il fiato iniziò a mancare davvero.
Newt si piegò sulle sue ginocchia e mi mostrò due dita, lasciandomi intendere che ci erano concessi due minuti per riprendere fiato.
"Dove andremo? Siamo in trappola e lo sai anche tu" dissi io, cercando di farmi capire nonostante il terribile fiatone che avevo.
Il biondo mi fissò per qualche secondo con l'aria più spaesata del mondo. A quanto pare nemmeno lui sapeva bene cosa fare o dove andare.
"Per ora cerchiamo solo di mettere più distanza possibile tra loro e noi. Non possiamo fronteggiarli a lungo, ma possiamo fare in modo di non essere presi... dobbiamo resistere finché non fa giorno" disse lui.
Non risposi alla sua spiegazione, in quanto non avevo nulla da ribattere e concentrai tutte le mie attenzioni sul battito del mio cuore, che finalmente accennava a rallentare un po'.
Guardai di sottecchi per qualche secondo Newt, mentre si tamponava la fronte col bordo della maglietta, e la cosa mi riportò con la mente alle prime settimane della Radura. Dove praticamente non avevo fatto altro che fissarlo inebetita.
Non ero più la stessa ragazzina ingenua di un tempo. Ero cambiata.
Una cosa però era rimasta immutata: i miei sentimenti per quel ragazzo.
Avevo cercato in tutti i modi di reprimerli, di soffocarli e dimenticarmi di lui. Mi ero davvero sforzata fino all'ultima goccia di perseveranza, ma non era servito a nulla.
La verità era che amavo quel ragazzo e che tutti i miei rifiuti di provare sentimenti per lui non avevano fatto altro che far accrescere ancora di più il mio amore nei suoi riguardi.
Era stato tutto inutile, avevo perso.
"Senti, Newt... grazie per quello che hai fatto poco fa. Senza di te adesso io non sarei qui" trovai il coraggio di dire.
Attualmente non ero la persona più affabile della Radura, ma non avevo di certo dimenticato le buone maniere.
Il ragazzo mi regalò, nonostante tutta la terribile situazione, un enorme sorriso e mi tese la mano.
"Che ne dici di riprendere? Inizio a sentire i suoni di quelle creature disgustose farsi più vicini."
Osservai per qualche secondo la sua mano con titubanza, ma il verso di un Dolente mi spinse ad afferrarla. Doveva stare a poco meno di 200 metri da noi.
Lasciai di nuovo a Newt la libertà di condurre il gioco e ci fermammo solo quando il pericolo passò.
"Pensi che Thomas, Minho, Teresa e tutti gli altri stiano bene? Ci siamo separati molto bruscamente" domandai io, cercando di tenere basso il tono di voce. Non ci tenevo per niente ad attirare le attenzioni di qualche lurido ragno o disgustoso serpente.
"Se la caveranno. Hanno la pellaccia dura quelli là" mi rassicurò lui.
Le sue parole bastarono per consolarmi un po' e mi lasciai scivolare leggermente con la schiena contro il tronco di un albero.
Non c'era molto che potessimo fare attualmente, se non nasconderci e sperare di non essere trovati. La strategia generale ormai era quella e sicuramente tutti stavano agendo allo stesso modo.
Stavamo giocando a nascondino con i mostri. Solo che le regole erano leggermente diverse, 'tana' significava morire.
Passammo diversi minuti in silenzio, fermi ad ascoltare tutti i suoni attorno a noi e pronti a scattare al minimo campanello d'allarme.
Momentaneamente eravamo al sicuro, ma tutti i nostri sensi erano comunque in allerta.
Non mi aspettavo di risentire la voce di Newt così presto, ma lui come al solito decise di stupirmi.
"Posso tenerti tra le braccia?" mi domandò lui, sostenendo il mio sguardo con una sicurezza sconcertante.
Non mi aspettavo una simile proposta e restai a boccheggiare per qualche istante, insicura sul da farsi.
Nel Casolare mi aveva colta di sorpresa e lo avevo lasciato fare, ma la situazione adesso era diversa perché mi aveva chiesto esplicitamente di poterlo fare.
La mia mente tornò inavvertitamente agli spiacevoli ricordi del passato e per un attimo mi chiusi in me stessa. Lo scenario però poi passò alla sua confessione sulla torre e poi alle sue braccia che mi salvavano la vita e mi sollevavano da terra.
Decisi di mandare al diavolo il mio maledettissimo orgoglio, almeno per una volta.
"Sì" risposi con voce flebile, permettendo subito dopo alle sue braccia di scivolarmi attorno e avvolgermi.
Il suo viso affondò nei miei capelli e percepii chiaramente il suo respiro sul mio collo. In quel momento il mio corpo era cosparso di brividi e pregai affinché non se ne rendesse conto.
"Io non trovo pace da quel giorno. Sono consapevole di ciò che ti ho fatto e posso capire il tuo dolore, dico sul serio. Allo stesso tempo però non posso sopportare il muro che si è formato tra di noi" mi disse lui, infilando la sua mano destra tra i miei capelli.
Restai rispettosamente in silenzio e gli lasciai lo spazio per continuare.
"Da quando sei tornata non ho fatto altro che cercare di scavalcare quel muro, solo che ogni volta in cui credevo di essere arrivato in cima puntualmente la corda si spezzava. Alla fine ho capito che l'unico modo che avevo per arrivare dall'altra parte era aspettare che lo abbattessi tu, oggi per la prima volta ho visto una crepa e non so se esserne felice o disperarmi nell'ipotesi che la mia sia solo tutta un'illusione" sussurrò, avendo ben cura di dosare ogni parola con la giusta enfasi.
Ero stregata dal suo modo di parlare e dalle metafore che aveva usato. Si era completamente messo a nudo davanti a me.
Cercai di guardare dentro di me e vidi anch'io la crepa di cui parlava, quella dalla quale iniziava a passare una flebile luce.
"Non posso prometterti che torneremo come prima, ma posso prometterti che ci proverò. Per ora amici?" domandai io, stupendo addirittura me stessa.
"Amici può essere un buon modo per ripartire" disse lui, stringendomi ancora più forte a sé "mi chiedo solo se potrò mai rivedere la Charlie di un tempo."
"La ragazza di cui parli è sempre qui, davanti a te. Semplicemente è diventata più forte e ha tratto dalle sue ultime esperienze la determinazione necessaria per maturare" gli spiegai, trovando finalmente un equilibrio con me stessa.
Mi ero sbagliata poco prima.
Non ero diventata una persona diversa.
Io ero sempre la stessa, solo più agguerrita.
Adesso lo sapevo.
TADAN
A differenza dello scorso capitolo, che era per lo più di pura azione, per questo ho deciso di utilizzare un'impronta diversa.
Ho lasciato lo spazio alla protagonista per guardare dentro se stessa, allo scopo di darle la possibilità di relazionarsi meglio col mondo esterno e ristabilire i propri limiti.
L'orgoglio ha lasciato lo spazio alla voglia di rimettersi in gioco, il tutto a beneficio di Newt.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di ritrovarvi nel prossimo.
Posso solo anticiparvi che sarà abbastanza cruento.
Bacioni.
P.s. Doveva uscire 2 ore fa, ma Wattpad non mi faceva aggiornare per la manutenzione del server e.e
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