𝕮𝖍𝖆𝖕𝖙𝖊𝖗 𝖙𝖍𝖗𝖊𝖊 - 𝑩𝒍𝒖𝒆
Un rumore mi sveglia all'improvviso.
Cristo la sveglia! É tardi
La sveglia suonava già da mezz'ora e me ne sono accorta solo ora. Mi infilai la prima tuta larga che trovai e scesi di sotto a fare colazione. Al mio arrivo non trovai una bella situazione in salotto, c'era mia madre in lacrime, inginocchiata sul pavimento e mio padre che urlava.
Eh dai non di prima mattina
<Che sta succedendo qui?> Chiesi ancora assonnata.
<Niente tesoro> rispose mia madre con voce scossa.
Quella situazione si verificava spesso negli ultimi tempi, però mio padre non le aveva mai messo le mani addosso, perche se lo avesse fatto se la sarebbe vista con me, anche se ero un tappo in confronto a lui.
Ormai sapevo perché littigavano, erano solo nervosi,soprattutto mio papà, é un libero professionista e non porta a casa sempre soldi, mentre mia madre con uno stipendio fisso e abbondante ha sempre i soldi, stavano discutendo perché mio padre aveva bisogno di soldi e mia mamma era stufa di darglieli. Un classico, erano quelle liti, io le odiavo perché poi mio padre se la prendeva sempre con me e non capivo mai il perché.
Sai quando da piccoli ti chiedono mamma o papà? E tu rispondevi
<entrambi!> Per non fare preferenze
Ecco, io crescendo inizio a pensare che se non ci fosse mio padre nella mia vita starei meglio, mi hanno sempre detto che non é un bel pensiero, ma non avrei più paura di muovermi per casa sempre senza ciabatte, non avrei paura di lasciare la luce accesa o di chiedere di uscire. Starei meglio.
Feci colazione, mi preparai e uscii di casa. Corsi senza sosta fino a scuola e appena varcai la soglia dell'ingresso sentii suonare la campanella che dava inizio alle lezioni. Appena entrai in classe venni squadrata da tutti, eccetto da Max ed Ethan che mi accolsero con un saluto dai propri posti.
Prima e seconda ora matematica, materia più orrenda di quella non esisteva, non capivo tutti quei numeri e quelle formule, che poi nella vita non ti sarebbero mai serviti a niente ammeno che non fai il matematico o lo scienziato.
Finita quella tortura c'era la prima merenda, che la passai abbracciata a Ethan, mentre parlavo con Max.
<Sai Noah...la mia ex migliore amica che ci conosciamo fin dalla nascita ma che l'anno scorso avevamo litigato?> Chiese Max con voce abbastanza insicura
<Certo come dimenticarla quella ragazza, é molto particolare e mi era molto simpatica l'anno scorso, prima del litigio> dissi io sicura in modo da farla sentire a suo agio
< Ecco beh...>
<Max mica ti mangio> aggiunsi io con fare scherzoso
<Ho fatto pace con lei, ma non le voglio bene quanto a te > dopo quella frase mi guardò speranzosa di cogliere una reazione positiva dal mio volto.
Sapevo di essere l'unica sua migliore amica e che non ne voleva avere altre oltre a me. Ma questa storia non mi convince, prima di me erano migliori amiche e io ero sempre la terza in comodo quando uscivamo noi 3, ma questa volta spero vivamente che le cose vadano diversamente .
<Ma certo nessun problema, se vuoi ci faccio pace anche io, in realtà non abbiamo mai litigato, ma dopo che voi due non andavate più d'accordo ho perso i contatti, però se vuoi posso sempre tornagli amica> risposi io
Lei tutta soddisfatta della mia risposta, sorrise, mi ringraziò e poi andò in bagno.
Così io presi a guardare Ethan dal basso che parlava con i suoi amici, aveva solo quattordici anni ed era alto più di un metro e ottanta . Devo ammetterlo , é proprio un bel ragazzo, occhi color oceano, corpo slanciato e i capelli ricci, quei riccioli biondi che gli coprivano la fronte lo facevano piu grande di un paio d'anni.
<Ehi!> Disse lui dolce guardandomi negli occhi
<Ehi..> ripetei io imbarazzata
Ma nemmeno il tempo di cominciare la conversazione, che suono la campanella,così lui mi diede un bacio nella fronte e poi tornai in classe.
Nelle ore successive avevo lingue, le adoro quindi rimasi attenta, adoro il mercoledì solo per quello.
Dopo il suono della campanella rimasi in classe un po' di più, perché Max voleva che la aspettassi. Così uscimmo insieme da scuola, la salutai e mi diressi verso casa, avevo la prova alle due e mezza non potevo fare tardi.
Però mentre passavo per il parco, una mano mi afferrò e mi portò in un angolino, era Ethan.
Avevo il petto premuto contro il suo, le sue mani sulla mia vita, la mia bocca ad un centimetro dalla sua e i suoi occhi profondi fissavano i miei.
Come ti vorrei baciare.. riuscii a pensare solo quello perché un secondo dopo mi ritrovai con la mia bocca attaccata alla sua, avevo il cuore che mi batteva a mille.
Mi ha baciata! Mi ha veramente baciata
Dopo qualche secondo si staccò.
<Ti va se dopo mangiato usciamo?> Chiese lui
Avrei voluto dirgli di sì , dirgli che non avevo niente da fare e che ero libera, ma dovevo andare a nuoto.
<Scusa Ethan non posso, ho nuoto mi dispiace tantissimo, la prossima volta se vuoi si..> dissi io con tono triste e rassegnato
<Da quando hai nuoto anche di mercoledì ?>
<Da quando mi hanno preso nell'agonismo> confessai
<Attenzione abbiamo un atleta. Se vuoi ti vengo a prendere in moto e prendiamo un gelato >
<Va bene, a dopo allora > mi arresi e me ne tornai a casa soddisfatta.
Corsi a casa, era tardissimo, dovevo ancora mangiare e mancava solo mezz'ora.
Arrivata a casa non avevo idea di che mangiare.
E ora che mangio?
Pensai alla frutta, era facilmente digeribile e dava energia. Mangiai della frutta, uscii di casa e corsi fino alla piscina .
Non é possibile che per le cose poco importanti arrivavo sempre una decina di minuti prima, ma per le cose di fondamentale importanza dovevo arrivare sempre in ritardo.
Avevo già il costume sotto, quindi mi sfilai la maglia e mi tolsi i pantaloni al volo, presi la cuffia e gli occhialini e raggiunsi il bordo vasca.
Facendo tutto in fretta ero riuscita ad arrivare un minuto prima dell'inizio del allenamento.
Vicino alle panchine c'erano sette persone che mi fissavano, una in particolare attirò la mia attenzione, come avrebbe detto mia mamma quel ragazzo era "un armadio". Era alto più di un metro e novanta , muscoli ben scolpiti, con le mani si toccava i capelli mori ed arruffati per farli stare a loro posto, occhi verdi come due smeraldi e costume a slip azzurro che risaltava la sua pelle, leggermente abbronzata.
Di fianco a lui c'erano due ragazzi e una ragazza molto vicina, forse la sua fidanzata. Gli altri due ragazzi avevano i muscoli meno scolpiti di lui ed erano molto più bassi. Uno aveva i capelli ricci e corvinei, occhi azzurri e puri come un fiume in mezzo a una radura, mentre l'altro era biondo e liscio, con gli occhi marroni color delle foglie d'autunno, stavano parlando di non so quale argomento.
Mentre la ragazza di fianco a lui, non c'erano aggettivi dispregiativi per descriverla, era bellissima, bassa ma muscolosa, capelli corvinei che le arrivavano alle spalle e una frangetta lunga che le copriva la fronte, occhi del colore del cielo e aveva un sorriso che ti trasmette felicità solo a guardarla.
Leggermente più distanti da quel gruppetto, c'erano altre tre persone che mi scrutavano incuriosite, due ragazze e un ragazzo.
Le due ragazze erano molto più basse di me, una aveva i lineamenti simili al ragazzo che aveva attirato la mia attenzione mentre l'altra apparte la chioma bionda era uguale al ragazzo dai capelli neri.
Poco più lontano da loro c'era un ragazzo abbastanza paffutello e se non lo avessi visto lí, avresti detto che non praticava nessuno sport o per lo meno non agonistico, ma tutto é possibile. Era da solo, non parlava con nessuno e ciò mi faceva un po' tristezza.
Chissà cosa stavano pensando di me, forse che ero una ragazza strana.
Rimasi immobile fino a quando non arrivò il mio allenatore e mi spinse verso di loro, il primo a parlare fu lui.
<Bene, questa é Blue la vostra nuova compagna, viene da un corso e non é mai stata abituata a fare fatica, quindi é probabile che si prende indietro ma voi aiutatela>
<Fantastico, abbiamo una nuova compagna che ha il nome di un colore! > disse il ragazzo piú muscoloso sarcastico
<Sebastian! Ti sembra il modo, oggi ti metterò in corsia da solo, ti farò crepare e continuerò fino a quando non ti metterai a supplicarmi in ginocchio di smetterla > urlo il coach
<Uuuh che paura, sto già tremando > lo provocò Sebastian
Dopo quelle parole Tom il mio allenatore si giro a guardarmi
< Tranquilla é sempre così, é Sebastian, fa il coglione con tutti > disse lui desolato
Io guardai storto il ragazzo
< Bel nome Sebastian, preso da Heidi vero?>
Tutti si misero a ridere e lui mi guardo come se stesse per strozzarmi con lo sguardo.
Dopo quel commento Tom mi guardo soddisfatto e mi presentò la squadra.
<Abbiamo due coppie di fratelli, Jason e Ada> disse indicando il ragazzo con i capelli neri e la bionda <Sebastian e May> e indico la piccolina vicino al ragazzo paffuto.
< Poi abbiamo una coppia di morosetti, Sebastian e Tiffany> continuò indicando la ragazza bellissima
Sebastian a quelle parole impazzii
< IO E QUELLA LÌ INSIEME ?!?!>
<Beh dai si vede che ti piace..> disse il ragazzo biondo
< MA NON É VERO BRIAN! MA LA VEDI??? > Rispose scorbutico lui alla confessione dell'amico
< Va bene ora basta> li richiamò Tom <Brian hai già capito chi é , mentre quel ragazzo la in fondo é Thomas > e indico il ragazzo robusto.
Finirono le presentazioni e partimmo subito con l'allenamento. Dopo aver sentito quello che c'era da fare rimasi a bocca aperta.
Ma quelli li si fanno un culo così ogni giorno ?!? C'è tantissima roba da fare!
Sebastian vedendo la mia faccia sconvolta si avvicinò a me per stuzzicarmi.
<Cos'è quella faccia da cazzo? Guarda che é solo il riscaldamento> mi provocò
<Si lo so, infatti é pochissimo> gli risposi io a testa alta
Lui sorrise, soddisfatto della mia risposta, poi si mise sopra il blocco.
<La bambinetta sta con me in corsia> annunciò a gran voce Sebastian.
<Non credi sia meglio farla stare dietro me o Brian, siccome é la sua prima volta?> Provò a convincerlo Jason
< Ho detto che lei sta con me. > Ripeté
Tutti rimasero zitti e Sebastian partí, nemmeno il tempo di salire sul blocco che era già in fondo alla vasca.
Ma come ha fatto???
Cosi aspettai che lui tornò indietro per partire anche io.
Le due ore successive furono un inferno, sembrava che Sebastian stesse dando il meglio di sé per farmi capire che io ero sbagliata in quel gruppo.
Mi aveva doppiato minimo una decina di volte e non erano poche .
Il suo atteggiamento e il suo modo di parlare mi avevano dato su i nervi, mi veniva da prenderlo per i capelli e affogarlo, ma come faceva sua sorella May a sopportare una creatura così presuntuosa e arrogante?!?
Finito l'allenamento ero morta, non mi sentivo più le gambe e nemmeno le braccia, avevo anche saltato parecchie vasche ma ero stanca comunque. Questo Sebastian sembrò notarlo.
<Stanca stronzetta?> Era praticamente attaccato a me e io lo guardavo incantata dall'alto.
Era troppo vicino, non so che mi succedesse, ma il mio cervello era andato, non avevo la battuta pronta come sempre.
Così mi allontanai di scatto e tutto d'un tratto ripresi la forza di controbattere.
<Io stanca? Ma figurati, non sono mica io quella che ha fatto tutto forte solo per avere attenzioni dalla ragazza nuova perché non mi calcola nessuno> risposi io a testa alta
< A me non calcola nessuno?? Ma mi hai visto?!?>
< Si ho visto che sei un deficiente a cui manca un cervello > dissi io con voce sincera e sicura <ora scusa ma devo andare, non posso perdere tempo con uno senza un neurone funzionare> così presi coraggio e me ne andai.
Pure lui fece lo stesso e se ne andò con Jason e Brian.
Entrai nello spogliatoio femminile, presi lo shampoo e il balsamo e andai a farmi una doccia. La doccia non durò molto, non potevo fare aspettare Ethan più di tanto ma non volevo nemmeno puzzare da cloro, così mi affrettai.
Finita lo doccia presi le mie cose al volo e corsi negli spogliatoi, ma prima di entrarvi, dei rumori mi attirarono verso la stanza degli oggetti smarriti.
Io da brava ragazza curiosa mi avvicinai ed entrai in quella stanza, ma la sorpresa che mi aspettò non fu bella come speravo. Davanti a me avevo una montagna di un metro e novanta, io essendo alta un metro e settanta, che non é poco per la mia età, lo vedevo comunque altissimo, avrei immaginato tutto ma non di trovare lui.
Lui si girò e mi sovrasto con le sue spalle imponenti, obbligandomi a indietreggiare verso il muro, fino a toccarlo.
<Guarda un po' chi c'è..> disse lui squadrandomi dall'alto al basso soffermandosi nelle mie curve.
<Non pensare nemmeno lontanamente che volessi rivederti > ribattei io
Lui si avvicinò ancora di più, i nostri petti quasi si sfiorarono. Avevo il suo braccio sopra la mia testa e le nostre bocche quasi combaciavano, lui si avvicinò al mio orecchio.
<Peccato venere...> Rispose lui a bassa voce
<Venere?? Cosa c'entra?> Chiesi io incuriosita
<Hai il nome di un colore, perché non puoi avere il soprannome di un pianeta?> Dopo quella domanda che però era anche una risposta, mi lasciò da sola nello stanzino a bocca aperta, avevo le dita che mi formicolavano e non so perche ma non riuscivo a muovermi.
Dopo qualche secondo presi coscienza di ciò che era appena successo, del fatto che avevo perso tempo e che fuori c'erano persone che mi stavano aspettando.
Tornai negli spogliatoi dove trovai May, Tiffany e Ada.
<May tuo fratello é insopportabile, scusate se non possiamo rimanere a parlare, ma ho un appuntamento, con forse il mio futuro ragazzo e non voglio fare tardi > mi scusai.
<Hai quasi un ragazzo?? Perché quasi?> Chiesero le ragazze in coro
<Perché nessuno dei due si é ancora dichiarato ma ci piacciamo a vicenda, credo, scusate ma ora vado> risposi io, finendo di vestirmi, avevo i capelli bagnati ma fuori faceva caldo.
Si asciugheranno da soli, mi vengono dei bei boccoli quando si asciugano senza phone
Presi la mia sacca e uscii dallo spogliatoio, dove trovai Ethan con il motorino che mi aspettava, ma di fianco a lui c'era Sebastian insieme a Jason e Brian vicino alle loro moto.
Sebastian e Jason avevano delle bellissime KTM, quella di Sebastian con le grafiche, quella di Jason era originale, mentre Brian aveva un Beta anche lui con delle grafiche ma meno appariscenti di quelle dell'amico.
<Ehi stronzetta, ti va di fare un giretto in moto> mi richiamò Sebastian
A quel punto Ethan scese dal motorino e si avvicinò a lui, sembrava una formica in confronto a lui.
<Chi sei e cosa vuoi da lei?> Cerco di difendermi Ethan
<Venere non mi avevi detto che avevi il fidanzatino> disse lui con voce provocatoria guardandomi
<Non siamo fidanzati> la mia e la voce di Ethan formarono un coro.
<Ah no? Allora cosa siete? > chiese lui incuriosito
<Solo amici> rispose Ethan
<Benissimo, quindi se me la sbatto per te non é un problema, giusto?> Lo provocò Sebastian.
A quel punto Ethan si avvino a Sebastian per sferragli un pugno, che lui prevenii e lo fermò con la mano.
<Non scherzare bambinetto> disse Sebastian serio <comunque non me la scoperei manco se mi pagassero, troppo piccola per me, é tutta tua> continuò lui lasciando il pugno di Ethan.
Dopo aver lasciato la presa, Ethan si diresse perso il suo motorino, lo accese e partii lasciandomi da sola davanti la piscina insieme a quel gruppo di delinquenti.
Che gentiluomo a lasciarmi qui da sola insieme a delle persone poco raccomandate!
Jason e Brian si avvicinarono a me, che mi ero seduta per terra.
<Vuoi un passaggio?> Mi chiese Jason
Io ancora scossa dalla reazione di Ethan feci di si con la testa. Così Brian mi allungò la mano, io la presi e mi tirai su.
<Puoi salire dietro di me se vuoi > disse Jason <sia Brian che Sebastian non ti possono portare, sono troppo piccoli entrambi, io ho sedici anni quindi posso> continuò lui
<Ma taci va! Ho già un 125 montato su e ho quindici anni, porto le ragazze avanti e indietro ogni giorno> poi Sebastian fece una pausa <ma non tutte, perché tu non metterai mai il culo sulla mia moto, prima stavo scherzando>
<Vieni su sali> disse Jason salendo sulla sua moto
Mi accomodai dietro di lui, Jason si mise il casco e accese la moto.
<Ma non può salire senza casco> esclamò Sebastian
<E a te cosa ti frega se si fa male> chiese Brian
<Non mi importa che si faccia male, ma dopo se cade mi daranno la colpa e non voglio finire dentro, quindi tieni bambinetta> e mi porse il casco
<Non mi serve, non é la prima volta che salgo su una moto senza casco> dissi io tranquilla e sicura
Ed era vero, non era la prima volta, adoravo le moto, prima di trasferirmi, cioè due anni prima andavo sempre ai raduni a fare le corse, adoravo guidarle, ma da quando siamo andati via, la mia moto é stata venduta.
<Basta bugie stronzetta, mettiti il casco e andiamo> mi ammoni lui
<Non é una bugia> protestai io
<Dimostramelo allora>mi stuzzicò lui
<Jason posso la moto? Solo un minuto> chiesi gentilmente al ragazzo dai capelli corvinei
<Va bene, ma se me la graffi ripaghi tutto> disse lui un po' insicuro
<Certo> risposi io
Misi il casco, Jason scese dalla moto e io montai nel posto del guidatore. Accesi la moto.
Che bel rumore che fa!
Accelerai, quando arrivai circa al venticinque chilometri orari, feci leva sui piedi spingendo sulle pedane laterali e diedi un colpo di reni con una sgasata, in modo da impennare la moto e toccare con la mano per terra.
Era da tantissimo che non lo facevo, avevo l'adrenalina che mi scorreva tra le vene. Dopo aver toccato con le mani la strada, tornai giù, di nuovo su due ruote e raggiunsi i ragazzi che mi guardavano tutti a bocca aperta.
<Ma come hai fatto?!> Chiese stupito Jason
<Eh, con tante prove e cadendo molte volte, dopo un po' c'è la fai> dissi io imbarazzata
<Non male, si può sempre migliorare però> intervenne Sebastian con voce poco stupefatta, come se quella cosa si vedesse tutti i giorni
<Bene ora possiamo andare> dissi io soddisfatta
Feci salire Jason nel posto del guidatore, e io slittai indietro dove c'era il passeggero.
Il ragazzo accese e partimmo, io avevo il casco di Sebastian, mi ero dimenticata di ridarglielo dopo l'impennata.
Dopo un paio di minuti arrivammo a casa mia, ringraziai Jason e ridiedi il casco a Sebastian
<A domani venere> disse lui
<A domani cretino> risposi io infastidita
Appena rientrata in casa accesi il telefono. Tre messaggi, uno di Max e due di Ethan, entrai nella sua chat.
Scusa se sono andato via
Lasciandoti lì da sola
Non volevo, solo che quel tipo
Mi ha fatto arrabbiare e sono
Andato fuori di me.
Si beh potevi evitare.
Ci sono rimasta male😔
Arrivarono un'altra ventina di messaggi tutti da parte di Ethan, ma non volevo leggerli, ero troppo arrabbiata per parlare con lui, come aveva osato lasciarmi lì da sola con quel deficiente.
La cena era il momento della giornata che mi spaventava di più.
<Tesoro é pronta la cena> urlò mia madre
Scesi le scale.
Non mi sono preparata per l'interrogatorio
Mi sedetti al mio solito posto, mentre mia madre serviva il cibo, mio padre era pensieroso, come sempre, ma non gli avrei chiesto il perché, se no sarei entrata in un discorso che non sapevo sostenere.
Quando mia madre si sedette ecco che partì il terzo grado, come immaginavo.
< Come andato il primo giorno di nuoto amore ?> Chiese mia madre
<Bene> risposi io
<Come solo bene ?? Come sono i tuoi nuovi compagni di nuoto?> Si incuriosì lei, non soddisfatta della mia risposta
<Particolari> dissi io pensando a quell'armadio di Sebastian
Mia madre capii che non ne volevo parlare, quindi non fece altre domande su quel argomento.
<Come andata con Ethan?, mi ha detto sua mamma che doveva uscire con te oggi, però mi sembra che sei tornata presto...> Chiese mia madre provando a cambiare discorso
<Mi ha tirato pacco> ammisi io con voce triste
<Ma chi ti ha portato a casa, se eri così distrutta per camminare?> Domandò mia madre
<Ho chiesto un passaggio ai miei compagni di nuoto >
< Che ragazzi dolci ed educati> disse mia madre
Si mamma dolci ed educati.
Finita la cena andai nella mia camera a finire i compiti per il giorno dopo, non risposi né a Max né a Ethan, avevo solo voglia di ascoltare musica e stare da sola.
Andai avanti con i compiti fino alle undici poi mi preparai per andare a letto. Non mi guardavo quasi mai allo specchio, odiavo vedermi senza trucco e in generale guardarmi, gambe grosse con le smagliature, rotolini sulla pancia, braccia che erano tutt'altro che un grissino e acne sul viso, se avessi potuto fare a cambio di vita con qualsiasi altra ragazza lo avrei fatto. Non sono di certo un modello di ragazza da rivista di moda o bellezza, questo si sapeva.
Una volta rientrata in camera, mi buttai sul letto e spensi il cervello. Quella di oggi era stata una giornata impegnativa.
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