/05/ Fermo
Non sono stato molto cortese quando ho salutato Ejiro, appena messo piede nell'appartamento mi sono diretto verso la camera degli ospiti e mi sono buttato sul materasso cercando di sprofondarvi del tutto.
<Ma prego, fai come se fossi a casa tua> mi dice guardandomi di sbieco dalla porta. Non gli rispondo e se ne va alzando gli occhi al cielo. Mi nascondo e affondo il naso nel piumino, non ho proprio voglia di mostrarmi al mondo in questo stato. Sbuffo di tanto in tanto, so di essere capitato nuovamente nella nostra via di mezzo e tra poco l'abbandonerò per imboccare la strada del malessere. Sto assaporando la calma prima della tempesta e so di star solo sprecando tempo a star chiuso in questa camera, cercando di affogare nel letto con ancora le scarpe addosso.
Lo so, sono odioso quando faccio così, ma sono certo che Ejiro non si sia offeso e mentre sbuco in cucina verso tardo pomeriggio, dopo una dormita non proprio rilassante, faccio in tempo a vederlo rientrare dopo una corsa veloce sotto la pioggia. Lascia un sacchetto sul tavolo mentre si scompiglia i capelli inumiditi e riconosco il tonfo secco di alcune lattine di birra. Che dire? Una bevanda scadente per una giornata scadente, non poteva fare acquisto più azzeccato.
È già buio fuori ed il tempo non ha accennato ad un benché minimo miglioramento.
<Potevi prendere un ombrello però, stai gocciolando> commento e mi stringo nelle spalle nel voltarmi per aprire la dispensa.
<E magari fare pure un po' di spesa, non si può far molto con quel che avete qua. Oh! Non mi dire, non può essere! > inorridisco nell'afferrare con due dita i bordi di una confezione di ramen istantaneo. Mi giro ed indico questa "cosa" aspettando una qualche specie di risposta da Kirishima.
<Tsk. Non ti lamentare, se vuoi qualcosa di meglio cucinatelo> bofonchia ravanando nel sacchetto. Mi lancia una lattina e la prendo al volo.
<Questo è un insulto>
Mi rivolge solo un'occhiataccia ed entrambi facciamo scattare la linguetta per bere due sorsi. È amara, non importa, né io né Ejiro ci lamentiamo.
Sta per calare il silenzio quando decido di non perdonare le azioni del mio amico.
<Domani cucino io>.
<Fai come vuoi>.
<Allora farò anche la spesa>.
<Ok>.
Poi lo fisso, ci sarebbe da ridere, ma è una questione seria, Kirishima lo sa benissimo e sostiene il mio sguardo.
<Non ti butterò via nulla, ma quella roba dovrà star lontana dalla mia vista>.
Pare pensarci su, poi mi annuisce. È un accordo a questo punto.
Espiro a lungo, sono esausto. Concentrarmi su queste piccole, futili cose mi aiuta a non pensare.
Poco dopo l'aria allegra mi abbandona, come un risveglio giunto in ritardo, sento un brutto sapore in bocca sovrastare la bevanda che sto sorseggiando ed una volta finita e preso da una gran fretta nel mandar giù le ultime gocce mi rendo conto di non esser riuscito a fuggire al malumore. L'alluminio della lattina si posa con violenza sul ripiano della cucina ed io stesso sussulto per la forza con cui ho maneggiato quel povero oggetto.
Ma che ramen istanteneo? Potrei mangiarlo anche adesso tanta è la voglia di accoccolarmi sul divano e guardare la TV pur di non stare a riflettere sulla nostra discussione.
Amo tormentarmi in questo modo, non è vero?
Sono arrabbiato ora, poi triste, sono confuso riguardo a me stesso, a te, a noi.
Con una presa salda tiro lo schienale di una delle sedie e mi ci lascio cadere sopra pesantemente.
<Non ne voglio parlare ora, in realtà ti confesso di non sapere se voglio parlarne o meno> lo anticipo, so che muore dalla voglia di chiedermi cosa sia successo, ha sempre avuto fretta nel cercare di farmi sorridere, ma questa volta darò tempo al tempo. Ci sono così tante altre cose a cui pensare, ogni tanto posticipare gli impegni non è un male ed io ho bisogno di una pausa dalla mia vita.
<OK, va bene> alza le mani e scaccia la preoccupazione che aveva iniziato ad annidarsi nel suo sguardo. Starò bene, sa di non dovermi accudire come un tempo e lo ringrazio mentalmente per tutto quel che ha fatto per me. Sì, grazie per farmi respirare nella calma ancora per un po', un giorno riuscirò a dirglielo.
<Ho accettato l'incarico dell'agenzia di Endevour, volevo informarti prima che quel mezzo ghiacciolo ti chiamasse. So che ti sei proposto settimane fa, ma ci ho riflettuto e dopo tutto si sono rivolti prima a me> mi metto comodo e poso un gomito sullo schienale mentre Kirishima pensa a come rispondermi. Me lo dovevo aspettare: ci teneva, non tanto per sé, ma per evitarmi qualche grana come sempre.
<Ah, che ti devo dire? Sei più tagliato di me per certe cose, io ero solo un ripiego> e pure lui finisce la lattina. Lo osservo deglutire.
<Ho capito, hai solo bisogno che ti copra le spalle, ma non pretendere che Midoriya non lo scopra. Se mi chiederà qualcosa gli dirò la verità>. Certo, come se non ci avessi pensato. Faccio spallucce mostrandomi forse fin troppo compiaciuto del fatto che lui abbia intuito subito le mie intenzioni.
<Lo capirà, sai quanto è testardo e per quel che mi riguarda potrebbe anche essere Shouto ad informarlo>. Ripenso alla conversazione avuta una decina di ore prima e ancora non so se la mia sia stata una buona od una pessima decisione.
<È la quinta volta che chiami mentre sono in riunione, sarà meglio che sia importante. E sii veloce.> il solito tono freddo, un po' infastidito, insomma, è Todoroki.
<La prossima volta la tua segretaria farà bene a passarti la telefonata subito> commento e lo sento sospirare. Già lo immagino portarsi una mano sugli occhi con esasperazione.
<Che cosa vuoi? Non era il tuo giorno libero oggi? >
<L'operazione Kyuu, la prendo io>.
D'un tratto sento un fruscio e sono quasi certo che il cellulare gli sia scivolato fra le dita.
<Ma sei pazzo? Mi hai fatto una testa assurda per toglierti dalla lista dei candidati! > per una volta ho l'occasione di percepire della sana irritazione nella sua voce.
<Riassegnala a me, non accetto un rifiuto. È un incarico difficile ed io ho più esperienza di chiunque, non ce la farete senza il mio aiuto, lo sai> gioco l'ultima carta: la pura realtà dei fatti.
Shouto resta in silenzio, sa che farebbe meglio a riattaccare e rifiutarsi di accontentarmi, deve aver intuito che qualcosa mi ha fatto cambiar idea troppo velocemente, tuttavia cede di fronte all'evidenza. Ero e resto la miglior pedina che potrebbero mettere in gioco.
<Mio padre ti invierà subito i documenti, so già che non ci penserà due volte. Gli sei sfuggito alla prima, stai certo che alla seconda non ti potrai tirare indietro>.
Sorrido compiaciuto e metterei fine alla conversazione se non fosse che Shouto ha ancora qualcosa da dirmi, lo avverto nel come indugia in silenzio dall'altro capo del telefono e freno le mie dita a due millimetri dallo schermo del cellulare. Stringo il volante, guardo la strada, tra poco sarò sotto casa di Eijiro, se questo cretino mi vuol dire qualcosa che si sbrighi a farlo.
<Starai via per un bel po', ne sei sicuro?>
<Sì>.
<Bakugou, non si tratta di qualche giorno, queste missioni sotto copertura durano sempre più del previsto. Vuoi davvero star lontano da casa?> apprensione nel tono e rassegnazione al contempo, è l'ultimo tentativo per farmi desistere.
<Sì, evita la predica. Non ho bisogno della tua approvazione. Inviami quei file, ci risentiamo una volta che li avrò esaminati>.
E ora sono seduto alla scrivania, fisso lo schermo del portatile prima di aprire la cartella. Kirishima è al mio fianco, stringe il tepore della tazza di tisana ormai vuota, i passi di Kaminari si allontanano lungo il corridoio dopo averci intimato di non andare a dormire tardi.
<Quando è stata l'ultima volta?> mi chiede.
<Due anni fa> annuisce, credo che abbia capito.
<Non gli hai detto nulla> constata e da una parte sento che mi sta rimproverano. <No, era prima che si svegliasse e poi- mi fermo per sospirare e ricordare il tuo sguardo- non credo che ne sarebbe felice. Se sapesse che razza di lavoro ingrato abbia fatto e stia tutt'ora per fare mi darebbe del pazzo e poi cercherebbe prima di dissuadermi, poi di accompagnarmi>. Perché le cose stanno a questo modo: o mi dimostro troppo sincero o ti regalo bugie ed in ogni caso corro il rischio di ferirti. Allora lascio a te la libertà per agire, per comprenderti, per pensare e, se vorrai, per cercarmi.
<Parto dopodomani> dico convinto mentre sfoglio velocemente le pagine del file.
Kirishima si porta le mani dietro la testa e alza gli occhi ormai rassegnato.
<E sia, sei testardo come al solito>. Gli rivolgo uno sguardo soddisfatto e lui di rimando mi regala un'occhiataccia.
Non so con quale energia, alla fine Ejiro è rimasto sveglio fin quando le mie palpebre non hanno iniziato a calare insistentemente. Si è alzato di tanto in tanto, ha riempito per due volte le tazze di tisana alla menta ed ho il sospetto che a lui non piaccia, è sempre stato un ragazzo dai gusti più dolci, ma si è adattato per me, per farmi stare tranquillo questa sera e farmi sentire un po' come a casa, quando sto seduto alla scrivania e tu arrivi con la ceramica fumante in mano, ti appoggi allo schienale della sedia con una mano e ti chini ad osservare il mio lavoro. Sono così concentrato che noto solo di sfuggita le tue mani sfogliare qualche documento sparso e mi rammarico sempre in ritardo di aver procrastinato il lavoro; accarezzi la carta, scorri fra le righe con lo sguardo ed è in questi momenti che mi appari come un fantasma intento a ripetere abitudini passate ormai perse. Le ricordo, le notti insonni che trascorrevamo assieme dove leggevamo, leggevamo e ci scambiavano sguardi complici. Ti ho voluto escludere da questo e non voglio chiedermi se sia giusto o sbagliato, ci siamo procurati tanti sconforti, non starò ad aggiungere l'ennesima riga ai torti che ti ho fatto. Eppure mi manca guardare il tuo profilo, seguire il disegno delle tue labbra e prendermi una pausa per catturarti in un bacio dolce e fugace prima che l'ora si faccia troppo tarda ed il pensiero di stringerci fra le coperte e cadere nel sonno più profondo arrivi a tentarci. Vedo i tuoi ricci verdastri scuotersi mentre ti giri ad afferrare l'ennesima cartella da esaminare, reprimo il tuo desiderio e lo stesso fai tu, seduto davanti a me, rimandiamo l'amore pur tenendone il sentimento in custodia e ci promettiamo un arrivederci pieno di speranza.
Adesso sono solo io a farmi carico di queste terribili letture, ma tu continui ad apparire al mio fianco e mi piace pensare che tu sia alla ricerca di qualche rimasuglio del passato e al contempo di qualcosa di nuovo, che vaghi vicino alle mie mani cercandone il tocco... Se solo avessi il coraggio per cingerle con le tue, saremo liberi o prigionieri? Ed ha importanza se siamo noi e non io e non te? Siamo così persi, Izuku.
<Gli mancherai> deve aver atteso il momento giusto per dirlo, poiché quando le parole del mio migliore amico mi giungono all'orecchio lo sto guardando con aria assonnata ed improvviso recupero l'attenzione assopita negli ultimi minuti. Spengo il portatile, lo chiudo e lo lascio a riposare fino all'indomani, quando finirò di dare un'occhiata al rapporto di Todoroki.
<E lui a me>.
Sento di aver bisogno di questa distanza nonostante il rammarico per le parole che ci siamo rivolti; mi dispiace esser stato brusco, cocciuto come sempre, impulsivo, ma forse ragionevole per quanto l'apparenza inganni. Questa notte cercami vagando per le stanze vuote del nostro appartamento, cammina in punta di piedi e ruba i miei vestiti, addormentati stringendo il mio cuscino, sarò con te in questi gesti, ma non ti concederò altro.
Il nostro Katsuki ha qualcosa da svelare, lo avete intuito? Mi sento male a pensare al povero Izuku rannicchiato fra le coperte intento a rimuginare su quel che è successo, ma non mi farò impietosire😢😅.
In attesa del nuovo capitolo vi informo che si prospettano settimane difficili per me, la quinta liceo è già pesante di per sé e quest'anno ci si è aggiunta pure la didattica a distanza. Non vedo l'ora che passino questi 5 mesi e poter finalmente trasferirmi per l'università; mi sento sfinita e non sono ancora agli esami, voglio dormireeee😣.
Non posso far altro se non dire "plus ultra! “ e augurare anche a voi di sopravvivere fino a giugno❤️
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