Parte I
Capitolo 1 pt1
Lucas sentì una mano che si appoggiava violentemente sulla sua fronte prima di aprire gli occhi. Era in camera sua, quello sicuro, ma non riusciva a mettere a fuoco quello che aveva davanti.
"Alzati in piedi zio sennò fai tardi a scuola!" sentì una voce assonnata parlargli da sopra. Chiuse gli occhi per un attimo e quando li riaprì tutto iniziò a mettersi a fuoco. Ad un metro di distanza dalla sua faccia vide quella di sua sorella che lo scrutava con gli occhi da chi è stato svegliato e ha voglia di picchiare qualcuno.
"Che ora è?" chiese Lucas con una voce molto uguale a quella di hulk mentre dice HULK SPACCA !!! Questo perché, primo, era la sua voce da appena sveglio e secondo, perché si era appena reso conto che era mattino e doveva andare a scuola quindi il panico e l'ansia di essere in ritardo iniziarono a danzare la macarena dentro la sua testa.
"Sono le sette e mezza." spiegò sua sorella "Ma te lo giuro su dio che se quelle sveglie continuano a svegliarmi ogni santa mattina di taglio la testa nel sonno!"
Lucas alzó la mano in segno di pace facendola cadere due secondi dopo con una pigrizia tale che anche un bradipo sarebbe stato piu attivo. Si alzò dal letto e barcollando si diresse verso il bagno. Una volta arrivato lì, aprì l'acqua del rubinetto e mise le mani sotto di esso a coppetta. Una volta riempite d'acqua le avvicinò al viso facendo scivolare il naso sulla leggera superficie dell'acqua per un paio di secondi. Poi con delicatezza, si bagno il volto e prese l'asciugamano per asciugarsi. Una volta lavati i denti, si diresse verso la cucina dove sua sorella, indubbiamente incazzata, stava facendo il caffè.
"Muoviti sennò oggi perdi il pullman e io non ti posso accompagnare." aggiunse lei appena la macchina del caffè fece un lungo 'beep' per segnalare che questo era pronto "Quindi, vestiti, prendi qualcosa al volo e corri." Lucas seguì il suo consiglio e andò a prepararsi. Aprì l'armadio e rimase a guardarci dentro per un paio di minuti. Alla fine se ne uscì con una felpa extra-large nera e dei jeans blu scuri abbastanza stretti con qualche piccolo strappo qua e là. In cinque minuti era già alla porta di casa, vestito, zaino in spalla e con una ciambella al cioccolato in mano pronto per affrontare la vita piena di gioa e di voglia di vivere hahahahahahahahahahahahahahahahahNO. Era così assonnato che aveva paura che da un momento all'altro si sarebbe addormentato per strada andando addosso a qualche povera anziana in carrozzina. Povera anziana!
Appena uscito in strada vide altri ragazzi, che in gruppi, camminavano insieme pronti ad andare in carcere per le prossimo cinque/sei ore. Si sistemò bene lo zaino, si mise le cuffie e con passo veloce iniziò a dirigersi verso la fermata dell'autobus.
Dopo circa otto minuti era già arrivato lì in anticipo di sei. Lucas aveva questa fissa per la puntualità. Odiava le persone in ritardo e pensava che se sei in ritardo sei molto disorganizzato. Per questo a lui piacerà essere puntuale, però qualche volta i suo cervello gli faceva dei brutti scherzi lasciandolo dormire più a lungo del dovuto. Era sicuro che questo era in combutta con le orecchie dato che queste non volevano proprio saperne di avvisare quando sentivano la sveglia al mattino. Bene, anche le proprie parti del corpo ce l'avevano con lui. Perfetto!
Lucas era un bel ragazzo in fondo. Era molto alto e anche un po' magro. Aveva dei capelli castani con un ciuffo che da bagnato gli poteva arrivare anche fino al mento ma che da asciutto e sistemato era perfetto. La sua faccia era simmetrica, con due occhi un pochettino a mandorla che andavano dal marrone al verde. Un naso un po' grande e labbra normali. Ma la cosa che a lui piaceva di più era la sua mascella quadrata. Lui amava ogni tipo di forma di corpo perché era dell'idea che ogni persona è bella nel suo modo di essere, ma la mascella quadrata era perfetta. Non aveva ancora la barba quindi la sua pelle era ancora morbida come quella di un bambino.
Da piccolo è stato difficile per lui sopravvivere agli innumerevoli bulli mentre questi gli ricordavano continuamente che era brutto, finocchio e che poteva prenderlo nel culo. Immaginate ora la scena di questo bambino di otto / nove anni, seduto da solo sul suo banco a mangiare durante l'intervallo e ora immaginate un gruppetto di ragazzi della stessa età, forse più grandi, che si avvicinano e lo prendono in giro per i suoi capelli, per il modo in cui era vestito, per il braccialetto rosso che aveva sulla mano destra oppure solamente perché a loro sembrava troppo frocio. Questa è una delle innumerevoli scene che ancora scorrono nella testa di Lucas. Da piccolo era un bambino speciale. Non gli piaceva il modo di fare degli altri maschietti, il loro calcio violento, le loro parolacce, i loro modi poco aggrazziati e molto altro ancora. Lui preferiva passare le sue giornate con le sue amichette con le quali giocava a giochi stupidi come palla prigioniera e altri che ora non si ricorda nemmeno più. Con il passare del tempo poi ha capito il perché di questo suo comportamento.
A nove anni, con sua madre al mare, vide passare un ragazzo alto, fisicato e con un sorriso che Afrodite levati proprio. In quel momento mentre lo guardava notò che il suo corpo reagì in un modo molto strano a quella scena. In quel esatto momento era spaventato e non riusciva proprio a capire il perché.
Poi, un altro giorno a scuola, sentì parlare dei ragazzi più grandi di lui di come loro avevano delle erezioni con le loro fidanzatine. Ma perché Lucas l'aveva avuta pensando ad un ragazzo? Questa domanda ha continuato a volare nella sua testa come le anime volano nella bufera infernale nel circolo dei lussuriosi per molto tempo. Poi, un giorno, intorno agli 11 anni, il suo insegnante di religione parlò di omosessualità. Quella era forse una delle poche lezioni di religione che abbia Lucas seguito davvero. Quel giorno, appena tornato a casa, andò su internet per cercare altre informazioni. Durante quel fatidico pomeriggio, immerso tra le infinite pagine arcobaleno su Google, Lucas si rese conto di essere gay.
Dopo circa cinque minuti di attesa, Lucas vide l'autobus che svoltava l'angolo e si dirigeva verso la fermata dove si trovava. Appena si aprirono le porte, aspettò un attimo per far scendere le altre persone, poi, sempre con la spensieratezza di un bradipo anziano, salì su di esso e si sedette sul primo posto libero che trovò, davanti ad una signora anziana.
Isn't it lovely?
All alone.
Heart made of glass, my mind of stone.
Tear me to pieces,
Skin to bone
Hello, welcome, home...
Sentendo questi versi, accese il telefono e apri la playlist casuale che era partita du Spotify per vedere il titolo della canzone. Riconobbe Khalid ma non aveva mai sentito parlare di Billie Eilish.
Cercò il nome della cantante sulla barra di ricerca e iniziò a navigare tra le sue canzoni. Ne scelse una a caso chiamata watch e si abbandonò alle sue dolci note.
Lips meet teeth and tongue,
My heart skips eight beats at once,
If we were meant to be, we would have been right now,
See what you wanna see, but all I see is him right now
Wow! 'Questa ragazza è davvero brava' pensò nella sua testa.
I'll sit and watch you car burn, with fire that you started in me,
But you never come back to ask it out
Go ahead and watch my heart burn, with the fire that you started in me,
But I'll never let you back, to put it out.
Ascolando la dolce voce di quella ragazza, il suo cuore iniziò a battere più forte, più velocemente, pompano più sangue nel suo corpo. Sentì il suo petto che si alzava e si abbassava velocemente e Lucas non riusciva a capire il perché. Si segnò quel nome e si abbandonò alla dolce melodia.
Bastarono altri cinque minuti di viaggio per arrivare alla destinazione. Una volta sceso dall'autobus, si guardò attorno e lontano notò una testa con dei capelli ricci, legati dietro, con la parte laterale rasata.
Le sue labbra si curvarono trasformandosi in un sorriso a trentadue denti appena l'altra persone iniziò ad avvicinarsi a lui. La sua migliore amica sorrise, con la sigeratta tra le labbra, ricambiano quello di Lucas.
"Buongiorno pirla! " esclamò lei appena si avvicinò, cercando di raggiungere i capelli scuri di Lucas per scompigliarli. Azione un po' difficile dato la sua altezza. Non era una ragazza motlo bassa ma Lucas era abbastanza alto, quindi quella semplice azione le risultava abbastanza difficile. Era una ragazza ciclata perennemente ma Lucas la amava anche per questo. Ah e inoltre aveva dei quadricipiti che The Rock le faceva un baffo.
"Buongiorno amore." rispose Lucas a Daisy in cambio.
Lei era la sua migliore amica, la persona di cui si fidava di più in tutto il mondo. Si conoscevano da ormai tre anni e avevano legato quasi immediatamente. Quasi! All'inizio si stavano sul cazzo a vicenda ma questo prima di scoprire che in verità si stavano molto simpatici. Inoltre lei era la prima persona in assoluto a cui Lucas ha rivelato di essere gay. Da quel momento il loro rapporto è diventato molto profondo, fino al punto da potersi anche tenere per mano in giro facendo la finta coppietta insieme.
"Guarda che se non ci muoviamo un pochino cestino ci uccide, dato che si lamenta di fare sempre tardi per colpa nostra" spiega lei tirando fuori una bella nuvolona di fumo. Brava Daisy, continua a inquinare l'ambiente! Comunque, in caso ve lo stiate chiedendo, Cestino è un altra amica di Lucas. Lei è la sanità mentale in persona, eh già. Ragazza abbastanza alta con dei capelli ricci scuri e occhi verdi. Ah e non dimenticare la sua incredibile fissa per i cammelli. Non chiedetemi il perché. Beh ovviamente non si chiama così, ma un giorno mentre facevano una passeggiata, Lucas le aveva dato questo soprannome. Non chiedetemi il perché per favore non saprei rispondere nemmeno a questo.
Fatto sta, che questa sua amica, il quale vero nome era Mary, non cestino, era così di buon cuore che aspettava ogni mattina Lucas e Daisy per entrare a scuola e ogni mattina per colpa loro arrivava in ritardo a lezione.
"Ok ora mi accendo anch'io una sigaretta e andiamo" rispose Lucas tirando fuori un pacchetto dalla tasta dei suoi jeans.
Appena accesa la sigaretta Lucas sentì come la mattina stessa, al suo risveglio, una mano, che violentemente, si appoggiava alla sua spalla. Si voltò e nel farlo debbe abbassare lo sguardo per guardare la persona interessata dritto degli occhi marroni. Ma poi, Lucas continuava a chiedersi come mai tutte le persone che conosceva erano la maggior parte più basse di lui. Mah...
"Ehi coglione! " la salutò Blasy. Ragazza sul metro e sessanta, capelli neri, lunghi fino alle ultime costole e un bel sorriso. La conosceva da un paio di mesi grazie ad una sua cara amica e aveva stretto subito amicizia con lei e presto capirete anche il perché, ma per il momento abbiamo cose più importanti da ricordare.
"Ciao" la salutò Lucas in risposta chiandosi in avanti per darle un leggero bacio sulla guancia. Lei non andava nella stessa scuola di Lucas e Daisy ma la sua era a cinque minuti di distanza dalla loro quindi spesso si vedevano la mattina prima di entrare a scuola.
"Oggi avete ancora intenzione di entrare in ritardo a scuola?" chiese Blasy dando un bacio sulla guancia anche a Daisy. Fece un lungo tiro guardando la parte accesa della sua sigaretta che diventava di un rosso vivo, come un anima che brucia per i propri peccati nell'eternità. Ne aspiró la maggior parte del fumo tirato e dopo un paio di secondi fece uscire una piccola nube di fumo che, in un attimo, si dissolse nell'aria. I suoi occhi si mossero di un millimetro e caddero su un altro ragazzo di fianco a Blasy. Un ragazzo alto come lui o forse anche di più. Capelli ricci trattenuti in un ciuffo ribelle e un pochino scuro di carnagione. Questa strana figura misteriosa aveva la testa chinata molto in imbarazzo davanti a Lucas e le due ragazze.
"... hahahah ma se siete sempre in ritardo!" Lucas venne risvegliato dalla risata di Blasy che molto probabilmente aveva appena risposto ad una frase di Daisy.
"Qualche volta" rispose Lucas cercando di fa sembrare come se avesse seguito la conversazione fra le due ragazze. Ma i suoi occhi non se sapevano di togliersi da quel strano ragazzo, che continuava a tenere la testa bassa. Alla squadra della rivolta, oltre al cervello e le orecchie, si aggiunsero anche gli occhi. Perfettissimo!
"Beh noi almeno non vogliamo esserlo stavolta" disse Blasy ridendo e prendendo la mano del ragazzo aggiunse "Andiamo Nathan sennò facciamo tardi!" trascinandolo dietro di sé . Lucas la saluto e fece un segno con la testa lanciando un saluto verso lo strano ragazzo, gli occhi del quale ora erano in collisione con quelli di Lucas.
'Nathan'
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