Posò di tutta fretta il cellulare in tasca dopo aver finito di scambiare quei messaggi con i suoi amici. Forse aveva passato troppo tempo chiuso in camera, e questo pensiero gli faceva quasi passare del tutto la voglia di uscire, ma dovette comunque farlo. Perché lui era una persona responsabile e, soprattutto, un'ottimo padrone di casa. Non poteva di certo lasciare Yoongi da solo così d'improvviso. 
Dunque prese il portatile tra le mani e, dopo aver preso un profondo respiro, uscì fuori dalla sua stanza, tornando in soggiorno da Yoongi. 
Lo trovò ancora chino sulla scatola, solo che adesso il launchpad era completamente sconfezionato e con l'alimentatore già montato ed attaccato alla presa. 
<Sei qui!>, disse sorridendo, alzando subito lo sguardo su Namjoon che, molto lentamente, aveva fatto il suo ingresso. 
<Sì...non mi ricordavo dove l'avevo lasciato>, e sorridendo in modo decisamente imbarazzato allungò il portatile a Yoongi, mettendosi poi seduto al suo fianco. 
In pochi istanti riuscirono a collegare tutto, e così Yoongi iniziò ad impostare i suoni nel launchpad a suo piacimento, cosa che Namjoon gli lasciò fare con piacere. 
Era bello vederlo per la prima volta così emozionato, soprattutto perché poco prima aveva dovuto consolarlo, e vederlo piangere -aveva subito capito- non era una cosa che gli piaceva, lo faceva stare stranamente male. 
Così passarono il resto della mattinata a creare qualche beat, ridacchiando ai suoni strani ed allegri che di tanto in tanto Yoongi si lasciava scappare.
Namjoon stava conoscendo un lato del maggiore che non aveva mai visto fino a quel giorno, e Yoongi gli piaceva sempre di più, in un modo che quasi gli faceva paura; ma le parole di Jimin continuavano a  tornargli in mente, quasi come degli schiaffi in pieno viso. Yoongi stava sempre con lui, sì, ma allo stesso tempo non gli sembrava giusto approfittare di quella situazione. Voleva, da una parte, avere la sicurezza che Yoongi potesse scegliere lui nonostante tutte le altre persone intorno a lui, e non che lo scegliesse soltanto perché in quel momento era l'unica opzione. Questo forse voleva dire che la sua non era una semplice cotta, ma pensarci in quel momento non era una buona idea, non quando poteva osservare Yoongi così esaltato per qualcosa, con gli occhi che quasi brillavano. 
Ma la bolla di calma e serenità in cui stavano vivendo quel pomeriggio scoppiò d'improvviso, a causa del rumore dei caccia che d'improvviso passarono da sopra il loro palazzo, facendolo tremare tutto. Subito dopo la corrente venne meno, tutto quello a cui stavano lavorando prima i due, probabilmente era andato perso, ma non importava. Non in quel momento e, soprattutto, non in quelle circostanze. 
<Secondo te cosa sta succedendo?>, la voce di Yoongi uscì fuori sottile come un filo di cotone, mentre gli occhi erano ben fissi alla finestra alla sua destra.
<Non ne ho idea, ma ci serve una radio>

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Vi sono mancata? :((