Capitolo Sesto
Mi maledii mentalmente, stava succedendo di nuovo:
Stavo affogando nelle mie stesse emozioni.
Strinsi i pugni conficcandomi le unghie nella carne serrando i denti e senza pensare mi infilai in una stanza.
Mi ero ritrovata in una stanzetta con un letto, un armadio e una scrivania, mi misi a sedere in un angolo appoggiando la schiena al muro sospirando e massaggiandomi dolorosamente la fronte.
Avevo il respiro corto.
Sentii la porta aprirsi ed entrare il vulcaniano scoprendolo abbastanza stupito nel trovarmi lì.
Oh, ecco di chi era la stanza!!..
Ero immobile, stanca, ferita e in preda alle emozioni, cosa che non è mai un bene per i vulcaniani.
-Non ti hanno insegnato a controllare le emozioni?- chiese Spock che intanto si era seduto accanto a me.
Scossi la testa.
-No, per me non è un bene provare emozioni, come per ogni vulcaniano del resto..-
-Il tuo DNA è stato modificato come quello di Khan- non era una domanda, ma decisi di rispondere lo stesso.
-Io e Khan eravamo i loro preferiti, ci chiamavano i "Gemelli Perfetti".
Il mio DNA e il suo erano quelli che meglio si adattavano alle modifiche che ci facevano..-
Spock mi ascoltava seduto con le sopracciglia corrugate e lo sguardo attento, come per captare ogni informazione che gli davo.
-Lei è un ibrido come me, vero?- chiesi, lui annuì con un cenno della testa.
Restammo in silenzio, era la prima volta che mi confidavo con qualcuno che non fosse Khan, lui era l'unico a capire realmente quello che provavo e a riuscire ad aiutarmi.
Ebbi un'altra fitta al cuore, strinsi gli occhi sofferente.
-Ogni volta che perdevo il controllo sulle mie emozioni Khan mi aiutava a riacquistarlo.-
Dissi attirano l'attenzione del vulcaniano.
-Lui ti...aiutava?-
Annuii.
-Ha ucciso innocenti.- disse.
Lo fulminai con lo sguardo.
- È stato costretto, tutti noi siamo stati costretti e voi ingannati.-
Lui si girò verso di me sollevando un sopracciglio.
- Ha cercato di far schiantare l'Enterprise, ha deciso di sua volontà.-
Mi alzai di scatto mettendomi di fronte a lui irata.
-Sciocchezze!!! Io l'ho visto mentre lo torturavano, lo hanno obbligato, seguiva gli ordini dei suoi stessi aguzzini!!!
Ha dovuto uccidere quelle persone perché c'era di mezzo la mia vita, è colpa MIA non sua!!!- Gli gridai in faccia, avevo gli occhi lucidi.
Lui restò a sedere a osservare tra il dubbioso e lo stupito la mia reazione.
-Poteva chiedere aiuto.- disse.
-E a chi?- chiesi sarcastica allargando le braccia- Ai Klingorn e ai Romulani che lo controllavano o alla Federazione forse? Che appena avesse saputo che i Loro acerrimi nemici stessero creando un esercito di super uomini lo avrebbero cercato di sterminare mettendo in pericolo me e lui?!?- dissi.
-Le necessità dei molti contano più di quelle dei pochi.- ne uscì il vulcaniano.
-La donna che stava venendo contro di lei quando l'avevo colpito.
Come si chiama?-
Spock fece una pausa per poi rispondere.
-Uhura..-
-Bene Uhura morta o fai esplodere un palazzo della Federazione.-
Lui stava per rispondere ma poi esitò corrugando le sopracciglia.
-Visto?- continuai lasciandomi cadere un'altra volta nello stesso angolo di prima.- cosa avresti fatto se fossi stato al suo posto?-
Lui d'altro canto si sporse verso un comodino accanto al letto, aprì un cassetto per poi mi porgermi il quaderno dalla ruvida copertina nera e le pagine ingiallite che aveva appena preso.
Io lo guardai interrogativa.
-È impossibile che una persona della tua età impari come controllare le emozioni, ma scrivere ti aiuterà a riordinare i pensieri e ad imporre una logica. Tieni, questo diario è tuo.-
Lo presi in mano senza tante cerimonie per poi accarezzarne la copertina opaca con il palmo della mano.
-Della mia età?- chiesi sollevando lo sguardo del quaderno.
No, quell'osservazione non mi era sfuggita per niente!!!
-Hai detto di essere come Khan, quindi presumo che pure tu sia stata invernata è che pure tu hai più di 300 anni.- Snocciolò lui guardandomi.
-250 per la precisione- borbottai - e comunque questo non è il mio vero aspetto realmente sono una ventenne.- finii.
Lui annuì pensieroso, poi si alzò e si diresse verso la porta che si aprì automaticamente al suo passaggio.
-Grazie comunque!..- dissi frettolosamente prima che uscisse in corridoio.
Lui si fermò girandosi.
-Non c'è di che..- disse per poi andarsene.
Rimasi sola, con la penna che Spock aveva abbandonato accanto al quaderno.
Ed eccomi qui!
Me, seduta in un angolino a scrivere il mio nuovo "Diario Segreto"...Che bello!!!
..
..no.
Enterprise - Impresa
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