cambio di programma
Beatrice sbuffò girandosi per l'ennesima volta fra le coperte; infine le gettò di lato e lasciò che l'aria fresca della notte la sfiorasse, entrando dalla finestra aperta assieme al rumore del traffico che era coro di motori, canto di clacson, grida di risse o di feste lontane, ronzio di cartelloni pubblicitari volanti.
Dopo che Wolf l'aveva riaccompagnata a casa si era subito gettata a letto; ma come immaginava il sonno tardava a venire. Si sentiva ancora addosso il suo profumo, se chiudeva gli occhi poteva quasi avvertire il suo tocco leggero sulla pelle, sulle labbra sentiva ancora il sapore delle sue. Anziché diminuire, la tensione dentro di lei aumentava e ogni fantasia la riportava in qualche modo a lui.
Infine Beatrice si arrese, e sfogò la tensione nell'unico modo sicuro che conoscesse. Era facile, dolce cedere e lasciarsi sommergere dalla marea delle sensazioni che si incendiavano fra i ricordi e le mani; e come la marea, raggiunto il punto più alto, si ritira, così anche il desiderio e il piacere dopo aver raggiunto la vetta pian piano scemarono, lasciandola esausta e inerte, abbandonata alle carezze della brezza notturna e alle lusinghe del sonno.
Immaginava che quel vento leggero fosse lo stesso che lambiva gli alberi e il lago delle Green Hills; forse era lo stesso che fuggendo via dai monti veniva a portare un istante di sollievo alla città rovente. Forse, poco prima, quel vento era stato nella radura dove Wolf l'aveva baciata, forse era stato a casa sua, forse... i pensieri sfumavano, le palpebre iniziavano pian piano a chiudersi.
Il suo cellulare vibrò, e sulle prime Bea pensò di non riuscire ad alzarsi per prenderlo. Poi con uno sforzo rotolò di lato e si tirò su, sedendo sul bordo del letto. C'era un messaggio di Sarah, che diceva "risultati dal cervellone, Bea! Merito tuo, sto facendo una torta di pere per festeggiare. Non negare che sia la tua preferita! Domattina vieni a fare colazione da me così ti racconto..."
Beatrice sorrise. La sua amica era pazza.
"Ok," rispose, "grazie Sarah, sei la migliore delle amiche."
Non le aveva chiesto niente della serata. Aveva capito che l'argomento era delicato. Domattina avrebbe dovuto confessarsi, non sarebbe stato semplice ma se c'era qualcuno che poteva capire quello era Sarah.
Si sdraiò di nuovo, e mentre il sonno rinnovava il suo assalto lasciò la mente libera di vagare. Domani, vedere un'altra volta Wolf, parlare con Sarah... Pat! Improvvisamente le venne in mente che il giorno dopo era sabato, e aveva un impegno con Pat. Che stupida, se n'era completamente dimenticata. Fra le braccia di Wolf si era dimenticata quasi tutto... poi un altro pensiero la fece sorridere; lui si era dimenticato di darle i compiti, però!
Le tornò in mente la minaccia delle sculacciate. Ora che sapeva cosa potevano fare le sue mani, la sua fantasia aveva parecchio materiale su cui lavorare. Riusciva a immaginarlo che le abbassava i pantaloni, le mutande... si rendeva conto che i suoi pensieri stavano di nuovo prendendo una brutta piega, ma non riusciva a fermarli. Si vedeva chinata sul tavolo, poteva sentire il metallo freddo contro il seno, le mani di lui che le accarezzavano il sedere... prima di colpire, spietate.
Si arrese. Lasciò che le mani facessero ciò che volevano. Sarebbe stata una lunga notte, di quel passo. Si girò sulla pancia, strinse il lenzuolo con una mano mentre l'altra scandiva il ritmo dei suoi pensieri incalzanti; e di nuovo, inaspettato, rapido, il fuoco divampò e si spense fra le dita, fra le lenzuola, osservato ad occhi chiusi, respirato avidamente nel cuscino.
Mentre ancora la tensione indugiava, allentandosi poco a poco, Beatrice prese la sua decisione. Cambio di programma, domani sera Pat avrebbe dovuto trovarsi qualcos'altro da fare.
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