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•La seduzione•

A cena Ginny era troppo occupata a consolare Harry, che era ancora arrabbiato per la sconfitta contro i Serpeverde, quindi di parlare con lei non se ne parlava.
Fissai lo sguardo sul piatto, senza però avere troppa fame. Ripensai alla lezione appena finita con Draco, che era andata piuttosto bene, tralasciando qualche sua battuta e il bacio. Ma ciò che mi preoccupava veramente era la lezione di Seduzione dopo la ronda. Avevo l'estremo bisogno di parlarne con qualcuno, ma allo stesso tempo sapevo che non era possibile, quindi mangiai la mia cena e mi alzai in silenzio, osservando Malfoy al tavolo dei Serpeverde. Lui incontrò il mio sguardo e annuì, come se mi avesse letto nel pensiero e avesse capito che era l'ora della ronda. Infatti si alzò, salutò i suoi compagni, e mi raggiunse all'entrata.
«Granger, quanto tempo che non ci si vede, eh?»
«Già, sarà quanto, un'ora?»
Ci fermammo in mezzo all'atrio, evitando prontamente di guardarci nuovamente negli occhi.
Tirai fuori dalla borsa la tabella e controllai i piani che dovevamo ispezionare la domenica.
«Allora, oggi abbiamo il piano terra, il 4° piano e il 5° piano.»
Lui annuì, mentre il resto degli studenti cominciava ad uscire dalla Sala Grande.
«Chi ha il 7° piano?»
«Luna e Louis.»
Sul suo viso comparve l'ormai caratteristico ghigno, ma questa volta avevo capito il perché della sua domanda.
«Fammi indovinare. Iniziamo la ronda dal piano terra, cioè da qui, poi facciamo il 4° e il 5° piano, e visto che nel mentre Luna e Louis avranno già controllato il 7°, finita la ronda andiamo nella Stanza delle Necessità per...»
Il Furetto sorrise, scosse la testa e mi prese una ciocca di capelli.
«Sei troppo intelligente, Granger. Forza, iniziamo la ronda, che ormai dovrebbero essere tutti tornati nelle rispettive sale comuni.»
Rimisi la pergamena nella borsa e iniziammo la ronda. Controllammo prima le varie classi del piano terra, constatando che non c'era nessuna coppia in cerca di intimità. Poi andammo in sala insegnanti, dove c'erano solo alcuni professori che sistemavano i loro libri. Quindi guardammo nel ripostiglio delle scope, dove non trovammo nulla di sospetto, tranne che per un mucchio di scope più e meno nuove. La Sala Grande, come era ovvio, era ormai vuota, e con le luci spente aveva un'aurea spettrale. Restavano solo i bagni maschili e quelli femminili.
«Tu i maschili, io i femminili.»
Scossi la testa.
«No, Malfoy. TU i maschili, IO i femminili.»
Lui sbuffò ma poi entrò nei bagni maschili. Io invece entrai in quelli femminili. Usai l'incantesimo Lumus per rischiarare l'ambiente, e poi una alla volta aprii le varie porte. Quando aprii l'ultima urlai come una femminuccia, mentre un grosso ratto mi passava vicino ai piedi. In quel momento entrò Malfoy, e io gli puntai la bacchetta addosso.
«Hermione, abbassa la bacchetta, se no mi accechi.»
Abbassai la bacchetta e lui si avvicinò.
«Tutto bene? Ti ho sentita urlare e...»
«Tutto apposto, grazie. Avevo solo visto un ratto schifoso. Andiamo al quarto piano?»
Mi aspettavo che scoppiasse a ridere e cominciasse a prendermi in giro, riempiendomi di battute offensive, invece restò serio e annuì soltanto.
Uscimmo dal bagno e salimmo le scale fino al quarto piano, dove incontrammo Luna e Louis che stavano tornando nei rispettivi dormitori. Li salutammo e poi controllammo velocemente i bagni e le varie classi. A parte quello, in quel piano non c'era molto da controllare, visto che la maggior parte dello spazio era occupato dalla sala comune e dal dormitorio dei Corvonero. Salimmo quindi al quinto piano, dove controllammo in tutte le classi e nel bagno dei Prefetti, senza trovare anima viva. La scuola di notte era veramente buia e tenebrosa; i corridoi erano così vuoti e silenziosi senza la folla di studenti a riempirli, da portarti a credere che quell'immenso castello in realtà fosse disabitato.
«Bene, Granger. La ronda è finita. Direi di salire al settimo piano."
«Direi che concordo con te.»
Feci di nuovo luce con la bacchetta e salimmo le scale fino al settimo piano. Passammo davanti al ritratto della Signora Grassa, che per fortuna stava dormicchiando, e proseguimmo, fermandoci solo di fronte ad un muro enorme, dando le spalle all'arazzo di 'Barnaba il babbeo bastonato dai troll.'
«Sai come funziona, no?»
Annuii. Come potevo dimenticare che durante il quinto anno in quella stanza avevamo fatto lezioni segrete di Difesa contro le Arti Oscure, e che proprio Draco aveva cercato di scoprirci per aiutare la Umbridge? Oppure che proprio in quella stanza proprio lui aveva fatto entrare i Mangiamorte? Basta, troppi ricordi.
«Dobbiamo passarci davanti tre volte pensando a ciò di cui necessitiamo. Il punto è...a cosa dobbiamo pensare?»
Lui mi prese per mano e mi portò di lato alla grande parete.
«Pensa a una stanza che abbia due banchi, due sedie, e che però oltre alla cattedra abbia anche un grande letto a baldacchino e un divano.»
Sgranai gli occhi e lo fissai con un'espressione confusa.
«Che?!?»
Mi resi conto di aver urlato solo quando mi tappò la bocca con la sua grande mano.
«Parla piano, per la miseria, altrimenti ci scoprono. E fai quello che ti ho detto.»
Liberò la mia bocca e mi riprese per mano, trascinandomi davanti alla parete. Per tutte e tre le volte che ci passai davanti, pensai ad una stanza con due banchi e due sedie, con una cattedra abbastanza capiente, un bel letto a baldacchino di fianco e un divano sul fondo. Quando comparve la porta, ci infilammo velocemente al suo interno, entrando in una stanza caratterizzata principalmente dal colore azzurro, e dove un bellissimo letto blu notte dominava su tutto il resto.
«Bene, benvenuta a...»
Sulla parete di fronte ai due banchi comparvero delle parole, che Draco scrisse muovendo la sua bacchetta.
«...'Lezioni di Seduzione'.»
Ormai era troppo tardi per scappare. Lo fissai negli occhi, e quando mi indicò il banco, andai a sedermi, cercando di non pensare a nulla in particolare e ad apparire tranquilla. Lui invece si sedette sopra la cattedra, accavallando sensualmente le gambe.
«Bene Granger. Sei pronta?»
Annuii, poco convinta, non riuscendo ad immaginare cosa mi avrebbe fatto fare.
«Ok. Per poterti aiutare in questo campo a te molto restio, dobbiamo prima capire cosa vuol dire 'sedurre' una persona. Secondo te?»
Mi guardò con quelle sue iridi color tempesta, anche se in realtà la tempesta la stavo avendo dentro di me. La gola si era fatta tutto ad un tratto secca, e dalla mia bocca non voleva uscire nemmeno una parola. Cosa poteva significare 'Sedurre'?
Fissai il mio sguardo sul suo, cercando di leggergli nel pensiero la risposta. Peccato che non ne fossi capace.
«Beh...presumo che significhi...avere dei comportamenti che attraggano verso di te la persona che si vuole sedurre...»
Lui scosse la testa. Avevo sbagliato risposta?
«Ho sbagliato?»
Nei suoi occhi notai un lampo di desiderio, o almeno, mi sembrò di notarlo, perché scomparve subito.
«No anzi, è giusto. L'unica cosa che ti sei dimenticata di dire è che la seduzione serve per indurre la persona ad intraprendere una relazione che può essere sentimentale...»
Di nuovo i suoi occhi mi fissarono, carichi di desiderio.
«...o solo sessuale.»
Mandai giù un blocco di saliva, e istintivamente i miei occhi si focalizzarono sulla cerniera dei suoi pantaloni, per poi tornare velocemente su.
«Ma può anche essere semplice attrazione fisica. Per esempio...»
Odiavo quando diceva 'per esempio', perché non ne veniva fuori nulla di buono.
«...io potrei essere sedotto, e quindi attratto da te per...il tuo sorriso, la tua voce, il tuo seno...»
Abbassai lo sguardo sul banco, mentre le mie guance cominciavano ad andare a fuoco, e quella strana sensazione al petto tornava a farmi visita.
«Ci sono diversi modi di sedurre una persona.»
Si mise dietro di me, e io raddrizzai la schiena quando lui passò il suo dito sulla mia colonna vertebrale.
«Io ti posso sedurre attraverso la mia voce, e cioè parlandoti in modo ipnotico, sensuale, dolce. Posso sedurti attraverso la mia bellezza, e cioè, mostrando ciò che mi rende diverso dagli altri, anche attraverso una bellezza interiore. Ancora, posso attrarti a me attraverso il mio comportamento, i miei movimenti, le mie advance.»
Mi prese i capelli e li tirò leggermente indietro, lasciando esposto il collo e la mandibola. Chiusi gli occhi e respirai a fatica, mentre lui mi baciava nei punti esposti.
«Ci sono mille modi per sedurre una persona, Granger, e noi li proveremo tutti.»
La mia pelle fu scossa da brividi di piacere, mentre lui parlava con le labbra appoggiate su di questa.
Poi lasciò la presa dai miei capelli e l'atmosfera magica e surreale che si era creata scomparve. Andò a sedersi sul letto a baldacchino, e mi fece segno di avvicinarmi. Sul suo viso era ricomparso il ghigno, che però questa volta era più malizioso che cattivo.
Mi alzai dalla sedia e lentamente mi avvicinai a lui, lisciandomi nervosamente la gonna. Quando però fui alla sua portata mi prese per un braccio e mi fece cadere sulle sue gambe.
«Bene Granger. Ora voglio che tu mi seduca, con il primo metodo che ti ho detto.»
Cercai di concentrarmi su ciò che mi aveva detto poco prima, anche se pensare in quella posizione, con l'eccitazione che era ben evidente nei suoi pantaloni, era piuttosto difficile.
«C-cioè...attraverso...la...la mia voce?»
Lui annuì, si appoggiò con gli avambracci al materasso e sorrise, con quel sorriso che mi capitava poche volte di notare sulla sua bocca, e che era stupendo.
«Esatto. Io adesso non farò niente. Non ti bacerò, non ti toccherò, non ti farò tutto quello che ho fatto poco fa. Me ne starò qui, a farmi sedurre da te. E se ci riuscirai, ti darò un premio.»
Mi sedetti vicino a lui, non riuscendo più a ragionare in quella posizione.
«E come farò a capire se sarò riuscita nel mio intento?»
Lui guardò il suo basso ventre, attirando anche il mio sguardo in quel punto. Poi mi prese sotto il mento e puntò i suoi occhi sui miei.
«Credimi, lo capirai quando ci sarai riuscita.»
Chiusi gli occhi e mi beai del suo odore di menta e liquirizia.
«Ora, Granger, seducimi.»
Spalancai gli occhi e fui presa dal panico. Cosa dovevo dire per sedurlo? Cosa si diceva in quei momenti?
«C-cosa devo d-dire?»
Lui notò la mia espressione smarrita e preoccupata, e sorrise dolcemente.
«Lasciati andare, Hermione. E non pensare troppo.»
'Hermione'. Come suonava bene il mio nome detto dalle sue labbra. Si sistemò sul bordo del letto, quindi fui costretta ad alzarmi per averlo di fronte. Gli accarezzai una guancia, la mano che mi tremava incontrollata. Mi schiarii la voce e poi feci il sorriso più sensuale che potei. In quel momento ebbi un'idea su cosa dire.
«Sai...Draco...l'altra notte ho fatto un sogno...»
Stavo per raccontargli il mio sogno, ma magari mi avrebbe aiutato a sedurlo, oppure lo avrebbe portato a considerarmi una pazza maniaca.
«Che...che sogno?»
Aveva la voce roca, e gli occhi ardenti di desiderio. Lo spinsi sul materasso e mi distesi vicino a lui, appoggiando la testa sul suo petto.
«Ho sognato che tu eri nella mia stanza, disteso sopra di me, con solo i boxer addosso. Io invece ero sotto di te, indossando l'intimo, e osservavo il tuo fisico muscoloso e attraente...»
Gli accarezzai i capelli biondi, provocandogli brividi in tutto il corpo.
«E...poi?»
«Poi...ti ho chiesto di fare l'amore, e tu, per tutta risposta hai cominciato a baciarmi in tutti i punti del corpo raggiungibili. Quando poi te l'ho richiesto tu...»
Creai un attimo di silenzio, per fare un po di suspance, o in questo caso, per farlo eccitare e per sedurlo un po più facilmente.
Avvicinai la mia bocca al suo orecchio destro, e parlai sussurrando, come se i muri non dovessero sentire.
«...mi hai strappato le mutandine e ti sei infilato dentro di me.»
Lui chiuse gli occhi e cominciò a respirare profondamente, cercando di restare calmo. Forse più che sedurlo stavo per fargli avere un orgasmo. Decisi che se dovevo fare lezioni di seduzione dovevo andare fino in fondo.
«Sei così bello, desiderabile, selvaggio, attraente, Draco Malfoy. E quegli occhi color tempesta...dicono tutto di te. E quel sorriso, che sostituisce il tuo ghigno quando sei veramente felice è...magico. Hai delle labbra così morbide e baciabili, e i tuoi capelli biondi si abbinano perfettamente alla tua pelle chiara e pallida. E hai dei...»
Il Furetto appoggiò un dito sulle mie labbra, zittendomi all'istante. Tenne chiusi gli occhi, mentre gemeva, ansimando per le parole pronunciate contro il suo orecchio.
Poi sorrise e spalancò i suoi occhi grigi.
«Bene, Granger. Direi che per oggi sei stata da 110 e lode. Ti meriti un premio.»

Spazio autrice: Quinto capitolo!!! Spero che sia di vostro gradimento!! Allora...prima lezione di seduzione, e le cose si fanno già 'calde'. Ma tranquille...è solo l'inizio. Hermione e Draco sono destinati a molto di più...comunque, fatemi sapere come vi sembra la storia attraverso commenti! Accetto anche le critiche, purchè costruttive. E se vi va, aiutatemi a far crescere di voti e visualizzazioni la storia.
Grazieee!!! Al prossimo capitolo!!!

Giada

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