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Uscii dalla centrale, mettendomi in macchina diretta a farmi una passeggiata.
Ero in una strada desolata e di colpo sentii un tonfo: qualcuno mi aveva appena tamponato.
Fermai di colpo la macchina e uscii per vedere come fosse ridotta la mia macchina ma appena vidi un Suv nero dietro la mia macchina e una pistola uscire dal finestrino scappai di nuovo in macchina come una furia.
-Cazzo! Chiama Riggs!- dissi alla macchina.
-Chiamata effettuata- disse la voce elettronica.
-Cosa vuoi?- mi chiese con voce scocciata Riggs.
-Mi stanno sparando cazzo!- urlai cercando di accelerare e di non finire in un fosso. Perché dovevo prendere una stramaledetta strada isolata?!
-Ti stanno sparando?! Dove diavolo sei, Chloe?!- mi urlò Riggs dal telefono.
-Cosa diavolo ne so! Io non sono nemmeno di Los Angeles!- gli urlai di rimando. Mi chiuse il telefono in faccia.
-Ma bene, stronzo!- inveii contro la macchina, mentre una raffica di proietti si scagliavano sulla mia macchina.
Per fortuna riuscii a tornare in città: sviare tutte le macchine divenne un vero e proprio incubo. Una terza auto iniziò l'inseguimento: la riconobbi però dalle sirene.
Era la volante di Riggs e Murtaugh. Il grosso suv riuscii ad affiancarsi a me e a farmi cappottare più volte su me stessa con la macchina.
Mentre cercavo di riprendermi dalle botte prese mentre rotolavo con la macchina, sentii molti spari e poi il silenzio.
Avevo la testa che mi rimbombava, vedevo sfocato e davanti a me usciva del fumo dal motore della macchina.
-Stai bene?!- sentii urlare in modo ovattato da fuori la macchina.
Mi voltai verso il finestrino vedendo la figura di Riggs sotto sopra.
-Veramente no- dissi chiudendo gli occhi sentendo le forze venire meno.
-Resta sveglia, Chloe. Chloe!- urlò mentre io chiusi del tutto gli occhi e mi addormentai.
Quel fastidioso, rumoroso e ripetitivo bip, mi stava martellando la testa.
-Spegni quel cazzo di bip- dissi poco gentilmente verso chiunque ci fosse stato lì con me.
-Gli sparo o gli do un calcio?- mi chiese una voce divertita, che io riconobbi subito.
-L'inferno sarebbe più tranquillo- dissi aprendo gli occhi, ritrovandomi Riggs con una gamba poggiata sull'altra da vero uomo e le braccia conserte, sempre e comunque con la faccia mezza rotta e sanguinante.
Dopo qualche minuto rimasto a osservarci a vicenda, parlò.
-Come stai, ragazzina?- mi chiese facendo scendere la gamba, incurvando la schiena e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
-Secondo te? Mi sono cappottata con la macchina si e no, una decina di volte. Sto una meraviglia- dissi cercando di alzarmi ma mi bloccai appena sentii dei dolori allucinanti alla testa e all'addome.
-Ei ei, ferma. Hai avuto una commozione celebrale e hai qualche costola inclinata-
-Qualche altro osso rotto?- chiesi con tono ironico, vedendolo sorridermi divertito.
-Mi dispiace averti chiuso il telefono quando eri in macchina- mi disse grattandosi la nuca, passandosi poi la mano tra i capelli.
-Non potevi fare molto, alla fine mi hai salvato lo stesso- dissi alzando le spalle, continuando a guardarlo.
-Sì...- disse addolcendo i suoi tratti così marcati e mascolini.
-Ora...è meglio che vada. Due guardie saranno qui fuori a farti da guardia- disse alzandosi.
-Le stesse guardie che erano a casa mia?- gli chiesi con paura nella mia voce.
Mi guardò e capì perfettamente a cosa mi riferissi.
-Resta, ti prego. Ti posso fare anche spazio se è scomoda la sedia- proposi già pronta a fargli spazio nel lettino.
-Tranquilla, la sedia va bene- disse sorridendomi e risedendosi, difronte a me.
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