11
Seguii i due uomini davanti a me nella volante, sedendomi dietro di loro guardando dallo specchietto retrovisore il volto di Martin.
-Il caso è relativo a El Paso, siamo sicuri che sia un bene che Chloe sia qui con noi?- chiese Roger dando una veloce occhiata a me per poi rivolgersi al suo partner.
-Lei voleva venire, le ho già detto le regole- disse semplicemente Martin mettendosi gli occhiali da sole a goccia marroncini, guardando fuori dal finestrino.
-Okay- disse semplicemente Roger.
Arrivammo sulla scena del crimine, e appena scesi dall'auto ciò che vidi mi fece venire i brividi.
-Chloe...tutto bene?- mi chiese Roger stando lontano da me, guardandosi un attimo intorno.
Rimasi immobile a tenermi le braccia intorno al mio busto, come a evitare che mi sgretolassi da un momento all'altro.
All'improvviso vidi tutto nero: qualcuno mi stava abbracciando e quel qualcuno era Martin. Lo riconobbi subito dal suo odore: quel misto di cuoio e polvere texana di cui sapeva il suo odore. Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quell'abbraccio sentendo le lacrime scendere sulle mie guance e la stretta di Martin farsi sempre più stretta.
-Sapevo che non sarebbe stata una buona idea portarti con me- mi disse poggiando le sue labbra sui miei capelli, lasciandomi un bacio su di essi, mentre io mi aggrappai alla sua maglia come se fosse la mia unica ancora di salvezza: quelle scene mi ricordarono ciò che vidi appena Martin mi salvò, facendomi uscire dall'armadio della mia vecchia casa.
-Roger- disse Martin, voltandosi verso di lui, mentre io ero ancora avvinghiata a lui.
-Va- disse soltanto Roger, mentre Martin mi portava alla portiera della volante. Per tutto il tragitto rimasi raggomitolata sul sedile come un gatto, a guardare la portella, con sguardo perso nel vuoto.
-Non voglio lasciarti sola, ma devo Chloe- mi disse Martin accompagnandomi fuori dalla volante.
-Tranquillo- gli dissi non guardandolo, fingendo un sorriso. Mi voltai e lentamente andai verso la porta di casa.
-Attenta!- urlò dietro di me Martin mentre mi trascinò atterra mentre sentii un rumore di uno sparo.
Mi voltai a guardare Martin che teneva la mano sul braccio.
-Sei ferito?!- urlai, guardando alla mia sinistra vedendo un tipo con una pistola avanzare verso di noi.
-Mi ha preso di striscio!- urlò dolorante.
Mi guardai intorno cercando la sua pistola: appena la vidi mi allungai per prenderla.
Qualcosa scattò in me: la impugnai, mirai verso l'uomo e senza esitare lo sparai, vedendolo cadere a terra.
-Be...quello avrei dovuto farlo io- disse Martin.
Quando mi resi conto di aver sparato a qualcuno, buttai a terra la pistola, sentendo le sirene e delle volanti arrivare da noi. Nella prima macchina che arrivò, uscì Roger che corse verso entrambi.
-Stai bene?- chiese Roger verso di me, che annuii indicando poi Marti che era seduto e che guardava Roger come per dirgli: sono io che perdo sangue, grazie di avermelo chiesto.
Subito un paramedico si avvicinò a Martin portandolo all'ambulanza per esaminare la sua ferita, mentre io mi alzai e affiancai Roger, andando insieme a guardare l'uomo a cui avevo sparato.
-E' stato Martin?- chiese incredulo Roger.
-No, io- dissi per poi guardare Roger che mi guardava con la bocca aperta.
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