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Capitolo 40

Sono i genitori di Travis, quelli a cui avevo pateticamente confessato tutta l'ammirazione che avevo per il loro figlio.

Ci vengono incontro mentre la presa di Travis sulla mia mano si fa più stretta, come se fosse improvvisamente agitato, e non ne capisco il motivo.

《Ciao tesoro!》 esclama la signora Mcbride abbracciando il figlio, per il quale sembra provare un'amore sconfinato.

《Ciao mamma, ciao papà, non dovevate disturbarvi e venire fin qua》risponde Travis con freddezza.

Sua madre sembra essere abituata a quel tipo di trattamento perchè fa finta di nulla e comincia a parlare con il figlio chiedendogli di presentarmi a loro.

Io lo conosco e so che con le persone non è mai così scortese e rude, quindi non capisco perchè lo sia con i suoi genitori, che lo hanno aiutato nel suo periodo più difficile.

《Lei è la mia ragazza, Candice. Ora potete andare io e gli altri dobbiamo uscire a fare delle foto》si gira e se ne va lasciando loro con un'espressione amareggiata in volto e me totalmente disorientata.

Prima di uscire dalla porta si volta verso di me 《Vai in camera, ci vediamo dopo》.

Ma che modi... me lo ha a dir poco ordinato.
Ma chi sono io? Una servetta che fa tutto quello che gli dice?

Sorrido ai coniugi Mcbride cercando di giustificare il figlio 《Scusatelo solo che.. sono molto stanchi per via del concerto, forse è un po' stressato》.

Sua madre mi sorride gentilmente e mi abbraccia istintivamente lasciandomi spiazzata 《Sei una brava ragazza si vede, spero che con te si comporti bene》.

Il mio sguardo si incupisce 《Le posso garantire che è un ragazzo fantastico, certo ogni tanto ha questi modi... particolari, ma ha un cuore immenso e questo lo deve sicuramente a voi. Non so di preciso perchè si è comportato così ora, ma ho imparato a conoscerlo col tempo e fa così solo per nascondere che ci tiene》.

《Si vede che lo conosci bene》 dice sua mamma con gli occhi lucidi 《ti racconterei qualcosa in più ma non voglio farti finire nei guai con lui per colpa nostra》.

Hanno davvero così paura della reazione di loro figlio?
La cosa mi incuriosisce ancor di più di quanto non aveva già fatto, quindi la incito a spiegarmi.

《Non ho nessuna fretta, venite possiamo sederci qui》 indico delle sedie davanti al bancone della reception.

Sotto la doccia faccio tutto molto con calma, insapono interamente il corpo almeno tre volte, cercando di rilassarmi mentre ripenso alle cose che mi hanno raccontato i genitori di Travis.

Ho bisogno di parlarne con lui, ma non voglio fargli fretta.

Se c'è una cosa che ho capito di questo ragazzo è che ha bisogno dei suoi tempi per confessare eventi del passato, ma ho promesso ai signori Mcbride che domani a mezzogiorno saremmo andati a pranzo con loro.

Mi sono resa conto di essermi intromessa troppo stavolta, che non ne avevo il diritto, ma voglio aiutarlo. In precedenza non ho potuto, ma ora che sono al suo fianco non potrei mai e poi mai permettere che lui rovini il rapporto con i suoi genitori per una cosa successa tanto tempo fa.

Ho scoperto che Travis ha rotto tutti i ponti con i suoi genitori all'incirca due anni fa, quando ha capito che voleva vivere di sola musica, ma loro glielo volevano impedire perchè non pensavano che fosse un lavoro che potesse garantirgli un futuro.

Da una parte so che hanno sbagliato, ma dall'altra sono anche comprensibili le ragioni per cui lo hanno ostacolato.

Fatto sta che lui ha deciso di andarsene da casa e intraprendere la sua strada, poi ha avuto la fortuna di incontrare Mike, Jacob, Nicholas e Diego e di formare una band insieme che li ha portati ad un successo nazionale.

Mentre mi vesto, ed indosso il completino che ho comprato qualche ora fa, penso a come poter presentargli l'argomento senza sembrare insensibile o pedante.

Prima però voglio solo godermi una serata in sua compagnia, immersa tra le sue braccia, mal che vada, anche se non è giusto rimandare la conversazione, gliene parlerò domattina.

Ancora sovrappensiero esco dal bagno, senza essermi ancora messa la vestaglia, e rimango pietrificata.

Travis è seduto sul letto mentre legge qualcosa al cellulare, che rimane sospeso a mezz'aria quando gli sono davanti.

《Io...io scusami, non ti avevo sentito entrare... e quindi dovevo, cioè devo, ancora vestirmi...》 balbetto non riuscendo a capire cosa sto dicendo.

Lui si alza e viene verso di me, non staccandomi nemmeno per un millisecondo gli occhi di dosso.

《Non chiedo di meglio》 sussurra mentre inizia a darmi leggeri baci sul collo.

Sento le gambe di gelatina non riesco a reggermi in piedi, è una sensazione troppo bella e forte.
Metto le mani sui suoi avambracci per sostenermi e lui mi prende di peso fino a trascinarmi sul letto.

La sua dolce, lenta agonia continua indisturbata: le guance, il mento, le labbra, il collo, la pancia e ad ogni soffio, ad ogni leggero bacio mi dimeno non riuscendo a trattenermi.

Piano piano, arriva all'interno coscia dove lascia una scia di baci che mettono in allerta ogni singola fibra del mio corpo.

Se continua così non so quanto riuscirò a resistere, ho già la mente annebbiata e vorrei solo che restassimo così per sempre.

《Trav...》mugolo cercando di comporre una frase di senso compiuto 《Trav...devo dirti...》.

《Schh tesoro, me la dirai dopo》 dice lui con una voce vellutata.

Gli afferro i capelli strattonandoli un po' e quando riesco ad aprire gli occhi poso le mani sul suo torace alzando la maglia e facendogliela togliere.

Questa visione è decisamente la migliore in assoluto e il mio viso deve essere trasparente come l'acqua a giudicare dal sorriso compiaciuto che ha lui.

Non mi importa in questo momento di nessun altro, lui è mio, e voglio solo che mi baci e mi faccia sentire importante come solo lui sa fare.

Ad un certo punto si stende vicino a me e copre il mio corpo con il lenzuolo lasciandomi sconcertata.

Ho fatto qualcosa di male?
Ho sbagliato qualcosa?
Perchè si è fermato?

Inizia ad accarezzarmi i capelli, guardandomi con aria sognante.

《Che succede?》 gli chiedo con la voce che trema.

Lui sorride 《Mi sono fermato ora, perchè dopo non sarei riuscito a fermarmi》 dice depositandomi un bacino sul naso.

Lo guardo perplessa 《E chi ti ha chiesto di fermarti?》 mi sfugge senza volerlo e in quel momento mi sento una depravata.
Non posso far altro che mordermi il labbro dall'imbarazzo e guardare i suoi occhi velarsi di tristezza.

《L'ultima volta che ho provato a spingermi oltre con te abbiamo litigato, mi hai detto che ero uno qualunque e ci abbiamo messo parecchio tempo ad arrivare dove siamo ora... non voglio che la storia si ripeta》confessa.

Quelle parole così piene di significato sono la dimostrazione di quanto lui tenga a me, sarebbe stato disposto ad aspettare chissà quanto pur di non farmi pressione ed è la cosa che apprezzo ed ammiro di più.

《Oh Trav...》passo una mano sul suo viso 《è totalmente diverso dall'altra volta. Ora so come sei fatto, so perchè ti comporti così e soprattutto ti ho detto quella cosa...》.

Lui fa il finto ingenuo mentre trattiene un sorriso 《Cosa mi hai detto?》.

Metto il broncio 《Lo sai bene》lo rimprovero.

《Si lo so, ma voglio sentirtelo ridire》 mi stuzzica riprendendo a baciarmi.

《Io.. ho detto... beh...》 faccio una pausa e deglutisco 《che ti amo》.

Sorride pieno di gioia 《E' sempre piena di sorprese signorina Moore, non pensavo fosse così audace》 mi dice divertito.

Il mio viso diventa ancor più rosso di quanto non fosse già, accidenti é bravo a mettere in imbarazzo le persone quando vuole.

《Io.. cioè tu.. avevi detto tutte quelle cose in macchina, quindi io pensavo...》.

《Candy io scherzavo, cioè non è che ci pensi 24 ore su 24, solo 23 ore e 59 minuti su 24, ma tornando seri... non avevo intenzione di fare nulla stasera, non volevo in alcun modo farti fretta. Sarò pronto quando tu lo sarai》.

Rido comunque, nonostante il discorso serio 《Sei uno scemo!》 gli dico, e lui si mette a ridere seguendomi a ruota.

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