Capitolo 19
Mi sento in imbarazzo, dovrei tirare fuori l'argomento ma non ci riesco.
Ogni volta che provo a parlarne le parole mi muoiono in bocca.
Jason, al contrario, é tranquillo, rilassato, fischietta a ritmo di musica come se nulla fosse.
Inizio a credere di essermi inventata tutto, eppure l'immagine delle sue labbra è così vivida.
Ora basta peró.
Ho tanti problemi per la testa, non possono proprio mettercisi anche due ragazzi a complicare le cose.
Voglio solo scordare quello che è successo, o meglio che non è successo. Io ho bisogno di lui, non permetterò che uno stupido malinteso rovini l'amicizia di una vita.
Quando arriviamo a destinazione sono comodamente seduta sul sedile della Clio bianca di Jason e non ho nessuna intenzione di scendere per andare a faticare in palestra.
Però evidentemente lui non è della mia stessa opinione quindi mi trascina a forza giù dalla macchina.
《Arrivo, arrivo non c'è bisogno di usare le maniere forti》 dico ormai rassegnata al mio triste destino.
《Con te funzionano solo quelle ultimamente》 risponde prontamente lui.
Non mi sfugge l'allusione ma decido di lasciar perdere.
Mi ritrovo di fronte ad un enorme edificio completamente dipinto di azzurro e rifinito nei minimi dettagli.
《Un inno al maschilismo?》 rifletto io ad alta voce.
《Come sei antica Candy, azzurro uomo e rosa donna, fai sul serio?》 chiede Jason prendendomi in giro.
《Naaa! Forza entriamo》.
L'aspetto non è niente male ammetto tra me e me, ma so che cambierò idea nel giro di cinque minuti, non appena inizieranno a farmi correre.
Quando entriamo veniamo travolti da un'aria fresca e pulita, non di certo quello che mi aspettavo da un luogo in cui tutti sudano abbondantemente.
"Siamo nel ventunesimo secolo, esiste il sapone mia cara".
Wow, grazie della precisazione utilissima.
Forse devo ricredermi...
Quella pubblicità del deodorante in tv deve funzionare davvero.
"Più sudi, più sai di fresco!!".
Domani andró a comprarlo magari mi tornerá utile qui in palestra.
Ci viene subito incontro un uomo sulla quarantina molto muscoloso che dice di chiamarsi Mark e si presenta con enfasi stringendo la mano di Jason e baciando la mia.
Che calorosa accoglienza. Sono piacevolmente sorpresa.
《Molto piacere, io sono il proprietario della palestra. Felice che tu abbia portato una tua amica Jason, non me lo aspettavo》 dice squadrandomi bene.
Io sorrido gentilmente e mi guardo attorno rendendomi conto di non conoscere nemmeno un quarto di tutti gli attrezzi di questa sala.
Senza poi contare che vista da dentro è ancora più grande di come appare fuori.
Mark si rivolge a me vedendomi forse abbastanza disorientata 《Per oggi direi che è meglio che tu faccia un giro di perlustrazione di tutta la palestra e decida cosa ti piacerebbe fare, poi a fine ora me lo riferisci così posso prepararti una scheda personalizzata, anche perchè non mi pare che tu sia venuta qui per dimagrire》dice lui guardandomi dalla testa ai piedi ancora una volta.
È vero, magari non ho bisogno di perdere venti kili, però non sono di certo una modella con un fisico perfetto, e da un lato, pur non piacendomi, sono felice di non esserlo.
Diciamo che sono abbastanza fiera delle mie curve.
《Grazie del complimento ma penso che tenermi in forma non sia una brutta idea, dato che io e la palestra non siamo proprio amiche per la pelle》.
Lui si mette a ridere 《Vedrai che vi farò avere un rapporto per lo meno civile. Comunque tu vai pure dove vuoi, esplora un po' questo nuovo mondo e poi fammi sapere. Io intanto vado con Jason per la riabilitazione. Se hai bisogno di qualcosa ci dovrebbero essere due tre ragazzi in giro》mi fa l'occhiolino e poi si allontana con il mio amico.
Beh direi che per oggi me la sono scampata per quanto riguarda esercizi e corse di varia natura.
Inizio a perlustrare le varie aree, la mia preferita per ora è una piccola stanza in cui sono disposti ordinatamente tanti tappetini colorati e delle palle gonfiabili gigantesche. Penso che andremo d'accordo.
Voglio provare ad essere speranzosa, almeno il primo giorno.
Esco dalla stanzina e continuo il giro di esplorazione.
Mi sento un po' Dora l'Esploratrice.
Non che stimi troppo quel cartone.
Mi dispiace insultare voi lá fuori che siete cresciuti con lei ma... proprio non si puó sentire la voce di quell'odiosa bimbetta affetta da chissà quale disturbo mentale.
Per non parlare della mappa parlante che si tiene sempre nello zainetto!
Esempio tipo di una qualunque puntata: "Devo trovare la palestra. Come faccio a trovare la palestra? Con la mappaaa!"
"Ho un urgente bisogno di fare plin plin. Come posso trovare una toilette? Con la mappaaa"
"Ho la mappa in mano, non so cosa farne, dove potrei metterla?".
"Io un'idea ce l'avrei...."
Ok Zanzarina grazie, penso possa bastare, abbiamo afferato il concetto.
Tornando a noi...
La cosa migliore di venire a quest'ora è che c'è poca gente, quindi, di conseguenza, poche figuracce.
Mi reputo abbastanza soddisfatta.
Mentre cammino da una parte all'altra mi ritrovo davanti ad una porta chiusa dalla quale provengono strani rumori.
So che dovrei starmene buona e rimanere dove sono, ma la curiosità ha la meglio su di me e poi... non c'è nemmeno il cartello "riservato", quindi penso di non fare nulla di male.
Apro piano e la differenza tra questa stanza e quella di prima è subito evidente: le luci sono più soffuse, l'aria più pesante e ci sono diversi ragazzi che non sembrano curarsi della mia presenza forse per il troppo rumore.
La mia attenzione viene catturata da un ragazzo su un palchetto rialzato e circondato da delle corde che dà pugni ad un enorme sacco nero.
Sembra molto preso e ci mette tutto sé stesso completamente immerso nella sua attività.
Senza nemmeno accorgermene mi avvicino lentamente, e quando sono a pochi passi da lui, anche nella penombra della sala, i suoi tratti mi sembrano più che chiari.
Il cuore inizia a battermi all'impazzata nel petto e io non posso fare altro che fissarlo con aria sconvolta.
Pur essendo sudato e stanco riesce ad essere indubbiamente bello.
I bicipiti sono ben in mostra per lo sforzo costante al quale sono sottoposti e io rimango ipnotizzata dal loro movimento.
Mi sembra incredibile che sia davanti a me, è quasi un paradosso: ho deciso di venire qui proprio per non pensarlo più ed eccolo qui davanti a me.
Come riesci a farmi ancora questo effetto dopo tutto quello che mi hai fatto passare?
Non riesco a muovermi, i miei arti sono come paralizzati e il mio subconscio non mi suggerisce nulla di intelligente da fare a parte scappare a gambe levate come se nulla fosse.
E proprio quando decido che quella è la decisione più saggia da prendere, qualcuno mi si avvicina risvegliandomi dallo stato di trans in cui sono caduta 《Signorina non penso che possa stare qui mi dispiace...》mi dice.
Divento rossa in volto e mi sento come una bambina che sta rubando le caramelle prima di andare a dormire. Inizio a balbettare delle parole di scuse 《S-si... io... mi scusi me ne vado subito》.
Però in quel momento Travis si gira e penso che la sua espressione rifletta perfettamente la mia.
Io non riesco a proferir parola e lui mi guarda con gli occhi impercettibilmente sgranati, il respiro pesante mentre dei ciuffi di capelli neri gli ricadono sulla fronte imperlata di sudore.
《Candice...》dice alla fine spezzando il silenzio.
L'uomo che pochi istanti prima mi aveva intimato di andarmene sembra sollevato 《Ah per fortuna la conosci! Pensavo che si fosse già sparsa la voce e che le fan avessero iniziato il loro assalto》dice in una risata nervosa.
《Si, Harry tranquillo puoi andare, lei è... è...》.
《Sono una sua amica》dico sorridendo all'uomo che in pochi secondi sembra sparito nel nulla.
《Allora...》riprende lui 《che ci fai qui?》.
《In realtà dovrei chiederlo a te... io qui ci faccio palestra》 dico ritrovando magicamente la voce.
《Palestra eh? Non mi sembri così affaticata》 mi prende in giro lui 《comunque io vivo qui vicino. O meglio ho una casa in affitto dato che lo studio di registrazione si trova da queste parti》.
Che insolente ma come si permette?
《Ho iniziato oggi, quindi sono solo venuta a dare un'occhiata in giro》 ribatto stizzita.
Quindi vive qui... che coincidenze. Pensavo di sapere tanto di lui e invece non so nemmeno le cose principali.
《Beh allora ci vedremo spesso in giro》sentenzia con un ghigno soddisfatto.
《Oh io non credo... penso proprio che starò al di là della porta》gli faccio un cenno con la testa in direzione della porta.
Non gli darei mai la soddisfazione di confessarglielo ma dentro di me sento un pizzico di eccitazione all'idea di poterlo vedere più spesso di quanto avessi immaginato.
《Posso sempre varcare io quella porticina》mi provoca lui
《Non oseresti!》.
《Noo ma come piccola? Deve essere uno spettacolo divertente guardarti faregli esercizi》ironizza.
《Primo non chiamarmi così, secondo vedi di rimanere nel tuo spazio e non invadere il mio》.
《Questa rabbia repressa mi piace e conosco anche un modo molto carino per scaricarla. Vuoi che te lo mostro?》 si avvicina pericolosamente con uno sguardo troppo intenso per i miei gusti mentre io indietreggio per mantenere una certa distanza.
La mia faccia prende colore in pochi secondi e il corpo reagisce alle sue parole.
《Non ci tengo proprio! Pervertito!》 gli urlo io e cerco di essere il più convincente possibile con un tono risoluto.
《Guarda che io intendevo scaricare la rabbia sul sacco da box. Cosa pensavi?》mi dice con una finta innocenza e prendendosi gioco di me.
Pff... i ragazzi.
Appena dimostri di essere leggermente psicopatica ti rispondono come se fossi un'idiota.
Riesce a farmi innervosire con dieci minuti di conversazione, è un record, davvero.
Senza rispondergli mi volto dall'altra parte e faccio per andarmene ma lui mi chiama.
《Ehi Candy aspetta, stavo solo scherzando!! Non ho finito di parlare... ho un accordo da proporti》.
Mi volto sinceramente interessata.
Ha capito che la curiosità è il mio punto debole evidentemente.
"Come se fosse solo quello che ti ha trattenuta" mi ricorda la vocina.
Bene, non odiatemi.. scusate infinitamente se non pubblico da qualche giorno, mi faró perdonare ma è stata una settimana pienissima.
Detto questo spero che il capitolo vi piaccia, ci sentiamo presto 😘😘
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