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Capitolo 17

Finito il delizioso pranzo che aveva preparato mia madre salgo in camera seguita a ruota da Jason e Lydia.

《Candy io vado a casa così sistemo la valigia e chiamo Diego》 mi dice la mia amica.

Sentendo pronunciare il nome di Diego un velo di tristezza mi cala sugli occhi facendomi ricordare tutte le cose legate alla sua band e al ragazzo che mi ha fatto perdere il senno della ragione per qualche giorno.

"O forse qualche settimana" mi ricorda puntualizzando la vocina nella mia testa.

Lydia mi abbraccia e intanto ne approfitta per tirare fuori l'argomento 《Non so ancora cosa sia successo di preciso tra voi due ma dovreste cercare di parlarne e chiarire come due persone adulte e non nascondervi dietro alla vostra testardaggine》.

Poi mi sorride dolcemente ed esce dalla camera facendo un cenno di saluto anche a Jason che nel mentre mi guarda con aria interrogativa.

《Mi sono perso qualcosa forse?》 mi chiede non appena Lydia esce dalla stanza.

Il suo tono è più freddo rispetto a prima e spero vivamente che non ce l'abbia con me per non avergli raccontato questo piccolo dettaglio.

Che è insignificante alla fine.
Perchè è insignificante.
Vero?

《No... solo una piccola sbandata per un ragazzo che non mi considera》dileguo la spiegazione con un gesto della mano sperando che lui non faccia troppe domande.

《Per caso questo ragazzo fa parte della band per cui state girando mezzo mondo?》 fa lui alzando un sopracciglio.

《Non abbiamo girato mezzo mondo》 dico io con un tono di voce più alto  《e comunque lo abbiamo fatto per distrarci dagli studi, ne avevamo bisogno》.

《Ok va bene scusa non te la prendere》 dice mentre mi appoggia una mano sulla guancia in segno di scuse 《ma è uno di loro o sbaglio?》continua lui.

Quel contatto mi ricorda tanto Tr....
NO BASTA.
Non devo pensarci.

Chiudo gli occhi assaporando quel gesto ormai familiare e gli rispondo 《Uhhm...》accompagnando quella specie di mugolio con un cenno di assenso.

Jason si accorge della piacevole sensazione che mi procura e mi fa sedere sul letto insieme a lui mentre fa scorrere un dito lungo tutta la spina dorsale facendo si che ogni muscolo si rilassi.

Lo sento inspirare profondamente il profumo dei miei capelli mentre io appoggio il viso al suo petto e ascolto il battito del suo cuore, che mi sembra più accelerato del dovuto.

Rimaniamo in silenzio, mentre mi faccio coccolare da lui.

Quel gesto mi riporta a molti anni fa....

Primo giorno di scuola elementare, Jason frequentava giá la terza, conosceva l'ambiente, si sentiva grande.
Un bimbo, penso si chiamasse Alex, mi aveva spinta per sbaglio facendomi cadere e io mi ero sbucciata un ginocchio scoppiando in un pianto irrefrenabile.
Jason, avendo assistito alla scena, si avvicinó spaventando quel povero piccino e poi mi attiró in uno di quei suoi abbracci capaci di consolare anche la persona più triste del mondo.

Se prima eravamo amici solo perché i nostri genitori si conoscevano, da quel momento, diventammo inseparabili per scelta nostra.

Semplicemente é una presenza costante nella mia vita. Non saprei come farne a meno.

Mentre la mia mente naviga nel mare dei ricordi Jason mi fissa e deglutisce.
Il mio sguardo rimane incastrato a guardare il suo pomo d'adamo che scende e poi sale lentamente, per poi indugiare sulla sua bocca sottile ma piena che si sta torturando con il labbro inferiore.

"Su. Avanti. Fatti sotto mocciosetta. Che aspetti? Fagli vedere tu come si tortura per bene una bocca del genere!".

Alt.
Fermi tutti.

Chi è stato?!
Su avanti in fila!!!

Sí, dico a voi piccoli neuroni.

Ho studiato abbastanza a scuola per sapere che una nuova informazione è data da ben due neuroni collegati tra di loro da una sinapsi.

Quindi ora.... sputate il rospo.
Chi é stato a corrompervi?!
Quanto vi ha pagato?

Questo era l'ultimo avviso, fatemi un altro scherzo del genere e sarete ESPULSI.
Fuori.
Out.
Caput.

Ma tu guarda...

È proprio vero che ai tempi d'oggi non ci si può fidare di nessuno...

Ritorno alla realtà spostandomi il giusto indispensabile per creare spazio tra di noi.

C'è qualcosa di diverso dal solito, strano da spiegare, ma mi sento in colpa perchè, pur essendo sempre stati molto amici, stavolta ho lasciato che si avvicinasse a me per un altro motivo.

"Speravi che chiunque altro ti facesse provare le stesse sensazioni di Travis ammettilo".

Perchè la mia testa non mi asseconda mai? Voglio solo stare in pace e non pensarlo più, invece ogni cosa mi riporta a lui.

《Tutto bene Candy?》chiede Jason guardandomi ancora una volta con quegli occhi di un blu profondo.

《Si, scusami. Senti prima parlavi di quella nuova palestra dove devi andare a fare riabilitazione... mi daresti qualche informazione in più?》 chiedo io un po' perchè sono realmente interessata, e un po' perchè voglio cambiare argomento.

《Che c'è? TU hai intenzione di iniziare a fare palestra?》scoppia a ridere meritandosi uno schiaffo sul braccio.

《Si proprio io, ho bisogno di distrarmi e sfogarmi facendo qualcosa e... beh una palestra mi sembra un luogo adatto》 ammetto stringendomi nelle spalle.

Lui ci riflette su ma poi mi pare convinto.

《In questo caso... sarei più che felice se tu venissi con me almeno avrei un motivo in più per andare e magari nel frattempo posso farmi qualche risata guardandoti fare gli esercizi》.

Gli faccio la linguaccia come una bambina di due anni ma poi mi metto a ridere anche io pensando alla scena.

Io che corro sul tapis roulant e cado dopo due minuti per la mia pessima coordinazione.

"Ovviamente davanti a centinaia di ragazzi muscolosi che se la ridono di gusto per te".

Grazie Zanzarina giusta osservazione, ora si che ho il coraggio di presentarmi in palestra.

《No comunque mi farebbe davvero piacere, terremotino》 dice lui distogliendomi dai miei pensieri di fallimento sociale che potrei avere dentro quelle quattro mura.

"Ah perchè avevi una reputazione sociale?".

Ecco appunto.
Di male in peggio.

Lo abbraccio, comunque entusiasta della scelta che ho preso.
《Inizierò settimana prossima direi》.

《Candy domani è già lunedì, ricordi? Vieni con me anche io inizio domani》dice lui.

FERMI TUTTI.

Il mio cervello inizia a elaborare l'informazione: domani, lunedì, sono passate due settimane!!!

Il compito di filosofiaaaa!

Balzo in piedi, in preda all'ansia più totale mentre prendo un foglio protocollo e mi guardo attorno.

Jason, che mi conosce da quando sono nata, ha capito benissimo cosa sta succedendo 《Fammi indovinare, avevi un compito da consegnare entro domani e te ne eri scordata vero?》.

《Io...emm... si! Lo so sono un disastro però era davvero importante!》gli dico io.

《Capisco... beh facciamo una cosa: fammi vedere cosa devi scrivere, se vuoi ti do un'idea e poi scappo via e ti lascio lavorare in pace》 sentenzia Jason con un bellissimo sorriso stampato in faccia.

《Sei il migliore!!》 gli getto le braccia al collo e corro a recuperare il quaderno di filosofia su cui ho scritto la frase da cui iniziare la riflessione.

L'amore è composto da un'unica anima che abita in due corpi gli leggo ad alta voce con una nota di malinconia e disperazione.

Lui capisce a cosa è dovuta in parte la mia ansia e sembra prendersela un po' ma poi cerca di fare il buon amico e di darmi un aiuto 《L'amore non deve per forza essere inteso come quello che stai pensando adesso tu, qualsiasi cosa ti abbia fatto quel ragazzo non merita nemmeno un secondo in più di stare nei tuoi pensieri. Rifletti piuttosto su un altro tipo di amore, per esempio l'amore di chi c'è sempre stato per te, qualcuno che è riuscito sempre a tirarti su di morale, a darti un consiglio, a farti sorridere, qualcuno che ti ha sempre donato amore senza mai pretendere nulla in cambio, solo la tua presenza, solo che tu fossi nella sua vita》.

Lo guardo spiazzata mentre lui mi dà un bacio sulla guancia e poi esce dalla stanza lasciandomi perplessa e piena di dubbi.

Stava parlando di lui?
O era un riferimento generale?

Resto immobile per altri dieci minuti buoni poi decido di mettermi al lavoro e provare a fare quello che mi ha detto.

A compito praticamente ultimato guardo l'orario e mi accorgo con mia sorpresa che è già sera.
Dalla finestra entra la poca luce dei lampioni presenti nella mia strada ed io, ormai esausta sia per il viaggio che per il compito, mi prendo una piccola pausa.

Scendo piano le scale e trovo i miei genitori intenti a guardare un film che, dalla musica e i rumori di sottofondo, sembra essere d'azione, genere che mia madre odia letteralmente. Infatti è appoggiata alla spalla di mio papà e le si chiudono gli occhi.

Ho poca fame dato l'abbondante pranzo preparato oggi quindi prendo una mela, un bicchiere di succo e salgo di nuovo in camera mia per dare un'ultima lettura al testo di filosofia.

Appena entro il cellulare appoggiato sulla scrivania vibra e, mentre penso oziosamente che devo comprare una cover nuova, sblocco lo schermo.

È un messaggio.

Di Travis.

Al solo leggere il suo nome il mio cuore inizia a battere nervosamente.

<Spero che il viaggio sia andato bene. Buonanotte>.

Il contenuto del messaggio mi fa restare perplessa... che senso ha scrivermi ora e soprattutto dopo tutto quello che è successo stamattina.

Metto da parte i miei dubbi e da persona civile gli rispondo.

<Tutto bene grazie, notte>.

Sospiro cercando di capire questo ragazzo enigmatico.
Anzi dire enigmatico è a dir poco riduttivo. Non mi stancherò mai di ripeterlo.

"Non che tu sia da meno" mi ricorda la mia simpatica testa.

Il cellulare vibra nuovamente.

<Comunque anche io sto bene, grazie per l'interesse>.

Mannaggia la pupazzetta.

Non riesco a crederci, pure per messaggio riesce ad essere irritante.

"E allora perchè stai sorridendo come una cretina?".

Ecco questa è una bella domanda Zanzarina, davvero, ma non voglio pensarci ora.

Rispondo <Non dovevamo essere solo amici?>.

La sua risposta è immediata <Infatti io da buon AMICO mi sono interessato>.

<Bene allora la ringrazio Mr Mcbride, ora se non le dispiace vorrei andare a dormire. Qualcuno domani deve andare a scuola>.

<Come siamo formali signorina Moore, non voglio di certo intrattenerla. Faccia bei sogni e cerchi di impegnarsi altrimenti dovrò provvedere personalmente>.

Rido all'ultimo messaggio sentendomi davvero stupida.

È irritante, presuntuoso, pieno di sé e intanto sono qui a sorridere leggendo i suoi messaggini.
Come posso fare per levarmelo dalla testa?
Essendo "amici" in questo modo non ci riuscirò mai.

Decido di scrivere un ultimo messaggio per il mio bene e per non illudermi come è già successo.

<Buonanotte. Davvero ora>.

Non mi aspettavo nessun tipo di risposta ed infatti non arriva né dopo qualche secondo, né dopo qualche minuto, fino a quando sfinita mi addormento abbracciando il cuscino.

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