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Occhi


Neve; pura, bianca. Il gelo mi percorreva le vene e il vento mi sussurrava alle orecchie.

Mi ero spinta troppo oltre quel pomeriggio, ma non potevo farci nulla: il desiderio del proibito, del pericolo, mi aveva irrimediabilmente attratta verso quella distesa lattea che ricopriva la boscaglia. Conoscevo perfettamente il rischio a cui andavo incontro: una frana avrebbe potuto segnare la mia fine e anche l'irrimediabile dispersione delle mie membra tra quella soffice illusione.
Un agognante senso di pace e tepore mi pervase l'anima, una serenità che non provavo da tempo. Quel luogo aveva qualcosa di magico...

Forse fu perché mi era stato ripetutamente proibito di addentrami da sola nel bosco, o forse a causa del mio spirito ribelle e avventuriero: qualunque cosa fosse stata a portarmi laggiù, gliene sarò eternamente riconoscente.

Vagai a lungo, cullata da una musica di serenità che risuonava leggiadra nel mio cuore, finché non venne spezzata da un tonfo sordo. Poi, il silenzio.

La curiosità, ancora una volta, vinse la paura. Drizzai le orecchie, pronta a captare ogni minimo movimento; sentii solo un respiro soffocato. Come attratte da una forza superiore, le mie gambe si mossero in avanti. Non sapevo dove stessi andando, né cosa realmente stessi cercando, sapevo solo di dover andare oltre le rocce innevate a pochi passi da me. Esitai un secondo e trattenni il respiro prima di superare i cespugli.

Poi lo vidi.

Grandi ali corvine imbiancate dalla neve incorniciavano il ragazzo inginocchiato di fronte a me. La mano stretta sul braccio sinistro squarciato da una profonda ferita, e il viso nascosto da ciuffi di seta d'ebano. Indietreggiando, involontariamente, urtai un ramo secco e, come animata da una scarica elettrica, la sua testa scattò in alto. In quell'istante tutto sembrò tacere. Cerano solo i suoi occhi nei miei.

Occhi fieri ed enigmatici, sprezzanti di fronte al dolore.

Perle di un rosso acceso, ardenti come il sole d'agosto, ma che sembravano aver assorbito tutto il gelo intono a loro.

Un angelo, pensai. Mi guardava, anzi, mi fissava come se fosse in attesa di un mio gesto, come se stesse aspettando di vedermi scappare a gambe levate da un momento all'altro. Più che una possibilità, sembrava una certezza. E lo avrei fatto, sì. Ma non mi mossi. Non ne fui capace.

Mi avvicinai lentamente, affondando gli stivaletti neri nella neve, finché non gli fui a pochi centimetri di distanza. Una nota di stupore gli attraversò lo sguardo, quando gli porsi la mano.


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Note

Breve, brevissimo, eh? 

Mi presento qui su Wattpad per rompere il ghiaccio con questa storia breve scritta in gioventù (aiuto!), ma per non traumatizzarvi con un capitolo chilometrico, la dividerò in più parti (ben 4, molto mini, eh, si leggono in fretta). 

Pur essendo breve, l'ho inserita nel genere fantasy in quanto è sì short, ma non poi così short rispetto a quelle stalkerate in quella sezione xD 

Il disegnino è mio, realizzato un po' di rughe in meno fa per dar forma alla scena descritta in alto. Ormai il mio stile é molto cambiato, ma se vi va di dare un'occhiata, cercatemi sui social sottostanti. Mi fareste felice **

Ci tengo a ringraziare la carissima feather-, che si sta occupando dell'editing dell'intera storia <3 

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