Megh provò ad alzarsi dal divano, spinse le braccia sui cuscini e tento di reggersi sui propri piedi. Niente, le braccia sembravano prive di muscoli e le gambe aveva il dubbio fossero diventate di gelatina. L'unica cosa che sembrava riuscisse a fare era piangere. Il suo non era un pianto singhiozzato, no assolutamente, era uno di quei pianti silenziosi dove sei immobile e le lacrime scorrono lungo il viso, un'espressione apatica e la testa che sembra essere riempita di lana. Dal telefono continuavano ad arrivare notifiche, continuava ad ignorarle. Continuava a fissare il tappeto grigio come se volesse perforarlo con lo sguardo. Nel frattempo nella sua mente cominciava ad aleggiare l'idea che stesse per morire, e allora il suo cervello inizio a rimettersi in moto, cominciò a pensare cosa avrebbe fatto se non fosse morta di lì a breve. Inizio a pensare che le sarebbe piaciuto vivere in un appartamento, magari agli ultimi piani di un grattacielo, le sarebbe piaciuto avere qualche amante occasionale con cui passare piacevoli serate, non voleva nulla di serio, o forse si, ma non lo avrebbe mai ammesso a se stessa. L'idea di legarsi a qualcuno per il resto della sua vita le provoca  un inspiegabile ansia che partiva dalla stomaco e saliva, fino a chiuderle la gola, quasi a soffocarla. La suoneria distrasse Megh dal suo fiume di pensieri, era Barbara, accettò la chiamata, e la sua migliore amica iniziò a parlare:"com'è va? Oggi ho pisciato non avevo proprio voglia di andare a scuola" inizio poi un lunghissimo discorso sul mal funzionamento della scuola italiana, su quanto i ragazzi siano stupidi e quel genere di conversazioni che solitamente non portano mai a un punto. Megh attaccò d'improvviso. Le veniva da vomitare. Corse al bagno si avvicinò al lavandino si guardò un secondo allo specchio e poi riversò tutta la cena. "Dio" pensò, si riguardò allo specchio; il trucco colato e le labbra che ormai avevano perso colore restarono indifferenti alla ragazza. L'unico pensiero che riusciva a formulare era che aveva solo bisogno di dormire. Allora appoggiandosi ai mobili e alla parete iniziò a dirigersi verso la sua camera. Guardò il letto sfatto dalla notte prima e senza pensarci più di troppo si accasciò sul letto sentendo le gambe abbandonarla. Chiuse gli occhi, ma non riuscì a dormire nemmeno un'ora. Erano le 4:30 quando decise che era arrivato in momento di bersi un caffè, lo bevve in un sorso solo e si diresse verso il bagno. La ragazza avrebbe potuto passare ore a guardarsi allo specchio, e a volte lo faceva, ma non perché le piacesse quello che vedeva, anzi, più si guardava più pensava di essere disgustosamente rivoltante. Le occhiaie scavate e bluastre erano il segno dell'ennesima notte passata in bianco, le labbra rosse a causa del suo continuo torturarsele con i denti e il colori biancastro conferivano alla ragazza un aspetto spettrale. Non era raro infatti che ricevesse commenti di pessimo gusto sul fatto che sembrasse malata. Si lavò i denti e sputo il dentifricio nel lavandino, lo fisso e poi apri il rubinetto e inizio a lavarsi il viso con il solito ritmo lento che caratterizzava la sua routine. Inizio a truccarsi, Megh era fissata con il proprio aspetto, lo era sempre stato da quando aveva memoria. Mentre si prendeva cura di se era solita mettere qualche canzone che parlasse d'amore, argomento di cui non le piaceva parlare a meno che non si trattasse di qualche cotta passeggera di qualche sua amica. Si vestì velocemente e si diresse verso scuola.

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è la prima volta dopo tanti anni che scrivo qualcosa, e sta volta non sono fanfictions, se vi è piaciuto il capitolo mettete una stellina, mi farebbe piacere se lasciaste un commento dove esprimete  un parere sia negativo che positivo purché sia espresso con educazione :)