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MIAMI E STRATEGIE

"Fortuna che è giorno. Artemide mi inquieta."
Ade, Zeus e Poseidone guardarono il ragazzo. "Che fai?" "Chiedo un passaggio." "A chi?"
Alla richiesta, apparve una macchina fumante, molto bella.
"Ehy! Cuginetto!" Apollo, 18 anni (di aspetto), scese dalla macchina, abbracciando Perseus. "Divino Apollo." "Ma no! Sei figlio di Poseidone! Chiamami come vuoi!" "Fred?" Apollo scoppiò a ridere. "Te ne ricordi! Bravo! La memoria è molto utile. Guarda! Tre semidei nuovi! Piacere! Sono il fantastico Apollo. Dio della musica, della medicina, del sole... tutto quello che volete." Perseus sospirò. "Divino Apollo. Ci servirebbe..." "Non dirlo! Allora... vuoi andare a Miami!" Perseus annuì. "Bastava chiedere! Tutti a bordo! Prossima tappa: Miami!" Apollo salì al volante. Zeus, Ade e Poseidone guardarono Perseus. "Apollo sembra adorarti." "Qualche anno fa, ho liberato Artemide da Atlante. Mi ha preso in simpatia. Salite, dai." Gli dei salirono sulla macchina.
Apollo sorrise a Perseus. "Allora. Tra te e Annabeth? Tutto bene?" Perseus annuì. "Sì. Certo. Può guardare dove va, invece di guardare me?" Apollo scosse il capo. "Sì vedeva che ne eri innamorato. Insomma... ti sei imbarcato in un'impresa eroica solo per lei. Se questo non è amore." "Apollo. Se si schianta, solo lei non muore." "Afrodite ti ha nominato eroe del secolo. Per via della storia tragica d'amore." "Molto gentile da parte sua." Apollo rise.
Poi, tornando serio (per quanto potesse esserlo lui), disse. "Ma... sai che ero convinto che tu e Talia vi sareste messi insieme?"
Zeus, Ade e Poseidone guardarono l'espressione del ragazzo che, verdognolo, esclamò. "Ma che schifo! Talia è mia cugina!" Apollo rise. "Meglio no?"
Perseus guardò fuori dal finestrino, aspettando evidentemente di poter scendere da quell'inferno volante.
"Non le rispondo perché non voglio essere maleducato." Apollo ridacchiò.
Poi, ai tre bambini, spiegò. "Sapete, la prima volta che vidi Percy e Talia, li osservai tanto. Insomma, i figli di Poseidone e di Zeus... mi incuriosivano. Lui si comportava come un fidanzato, e lei come una fidanzata gelosa. Con Zoe, poi! Mi ha sorpreso. Quando volevo chiedervi se steste insieme, però, ho notato che eri troppo preoccupato per Annabeth. Be, infondo, i biondi hanno un loro fascino, vero?" "Certo."
Gli dei/bambini guardavano divertiti Perseus. Apollo continuò. "Sai che Afrodite si era presa una cotta per te?" Percy fece una smorfia. "Preferivo non saperlo." "La dea dell'amore si prende una cotta per te, e tu non vuoi saperlo? Certo che sei strano." "La stranezza è un altro modo per definire l'originalità." "Questa da chi l'hai copiata?" "Non lo so. Me lo dice sempre Annabeth. La prossima volta glielo chiedo."
Apollo si fece serio. "Non troverai gli Dei a Miami." "Lo avevo immaginato. Voglio cercare... non so... un indizio?" Apollo rise. "Atena è preoccupata molto. Parla di Urano. Risorto, che vuole vendetta." "Rachel non ha fatto profezie. A dire il vero, è rimasta molto tranquilla." "Non so cosa stia succedendo. Ma, spero che Atena si sbagli. Se Urano risorgesse... gli Dei non avrebbero alcuna possibilità."
Zeus, Ade e Poseidone guardarono Perseus, improvvisamente triste. "Credevo che gli Dei non potessero morire." "A volte, hai visto le gorgoni." Percy annuì. "Ma le gorgoni non sono dee. Sono mostri." Apollo sorrise. "Spero riuscirai a salvare tuo padre e i tuoi zii. Sembri tenerci molto." Perseus sorrise. "Lo spero anche io."
Poi, scese il silenzio nella macchina.
I bambini/dei guardavano sconvolti Perseus. Sembrava triste, preoccupato. "Siamo arrivati!" Esclamò, allegramente, Apollo. Perseus sorrise. "Grazie, divino Apollo." "Figurati cuginetto!" Percy, seguito dai bambini, scese dalla macchina.
"Che bel posto." Sussurrò Ade. Nonostante ci fosse già stato, il mare lo impressionava ogni volta. Perseus sorrise. "Già. Andiamo. Dobbiamo prendere una barca."
I bambini guardavano dubbiosi Percy. "Sai farla andare?" Chiese Zeus. Il ragazzo sorrise. "Siamo in mare. Gioco in casa." Ade e Zeus risero. Poseidone si preoccupò. "Sei sicuro?" Percy annuì. "Tranquillo. L'ho già fatto."
Infatti, nonostante i forti dubbi di Poseidone, riuscirono a raggiungere l'isola, indicata loro da Persefone.
Gli Dei si avvicinarono a Perseus. "Paura?" Zeus scosse il capo. "Non so cosa sia." Perseus sorrise. "È una bugia, ma va bene." Poseidone e Ade sorrisero, e anche Zeus si concesse un sorriso debole.
Ade guardò Perseus. "Cosa hai?" "È successo qualcosa qui." Disse, indicando un elmo per terra. "È solo un elmo." Disse Poseidone. Perseus scosse il capo. "Non credo."
Sì avvicinò all'elmo. Lo raccolse. "Lo avevo riconosciuto. È l'elmo di Ade." Zeus e Poseidone lo guardarono. Ade chiese. "Come lo hai riconosciuto?" "L'ho già visto." Lo mise in uno zaino, molto grande. "Che fai?" "Credo che ad Ade farà piacere riaverlo, quando lo troveremo."
Ade sorrise. "Vuoi cercare Ade? Non ha provato ad ucciderti?" "Una volta Hermes mi ha detto che le famiglie sono un casino." Zeus lo guardò. "E la tua?" Perseus sorrise. "Un casino eterno." Gli dei risero.
Perseus, poi, osservò l'isola. "Qualcosa non va." Poseidone corrugò la fronte. "In che senso?" "L'elmo di Ade era qui. Gli dei non perdono mai niente. Possono averglielo rubato... ma... non credo." "Credi che li abbiano sconfitti? Qualcuno di così potente contro tre dei?" Chiese Zeus. Perseus annuì. "Più che altro, mi chiedo dove sia finito. Quello che li ha sconfitti."
Poseidone e Zeus osservarono il panorama della collina. "Percy... cosa potrebbe distruggere un dio?" Perseus sospirò. "Urano. Lui potrebbe farlo. Comunque, non ho parlato di distruzione. Ma di sconfitta." "C'è differenza?" "Oh sì." Perseus arrivò fino a un ingresso in una cava. Guardò dentro. Poi guardò i bambini. "Io provo ad entrare. Se volete..." "Veniamo con te. Per favore." Disse Ade. Perseus annuì. "Statemi vicino, però." I bambini annuirono, avvicinandosi al ragazzo. Poi entrarono.
Zeus, ricordandosi che era la stessa strada fatta da loro, si preoccupò per Perseus. "Non è pericoloso?" "Assolutamente." "Ma... continui a rischiare la tua vita per... loro. Perché?" Perseus li guardò. "Sono la mia famiglia. Morirei per loro." Ade e Zeus sorrisero apertamente.
Perseus, però, era tornato da osservare la cava. "Questo è stato fatto da una falce." Aveva borbottato, toccando uno squarcio sul muro. Zeus e Ade lo guardarono, spaventati. Da una parte erano contenti che lui stesse rimettendo insieme i pezzi. Dall'altra avevano paura che capisse troppo. E li trovasse. Capisse che loro erano dei, e non bambini. Poseidone invece osservava il figlio orgoglioso.
Percy guardò il corridoio. "Quello è..." Stava indicando un tridente, il tridente si suo padre. Più in là, vide la folgore di Zeus. Raccolse entrambi gli oggetti, mettendoli nello zaino.
"Ci stanno?" Chiese Ade, colpito. "L'ha fatto Leo. In poche parole, puoi infilarci quello che vuoi, tanto ci sta tutto. Magico, si potrebbe dire." "Non sai come funzioni?" "Io no. Leo sì. E, magico racchiude tutto." Zeus sorrise al ragazzo.
Percy sospirò. "Usciamo. Torniamo a Miami."

Sulla spiaggia, Ade guardò il ragazzo. "A cosa stai pensando?" "Zeus punì Poseidone e Apollo. Levò loro, per un periodo limitato, l'immortalità. Nel senso... non potevano certo morire, ma non avevano poteri." Zeus trattenne il respiro. "Quindi?" "Se prepari un attacco, cosa fai per prima cosa?" Ade alzò un sopracciglio. "Cosa?" "Togli i tuoi nemici più potenti. Zeus, Ade e mio papà hanno perso i loro poteri. Ma sono vivi. E, beh, possono riprenderli." Ade, Zeus e Poseidone chiesero. "Come fai ad esserne sicuro?" "Lo so. E basta. Andiamo. Ci serve un rifugio. Devo parlarne con Talia, Nico e Jason. Se ho ragione, cosa che sono sicuro di avere, mi servirà tutto l'aiuto possibile. Per trovarli ed aiutarli. E, se ho ragione, loro sono ancora in America."
Con questa nota, Perseus condusse i bambini al rifugio più vicino.
La porta si aprì. "Perce!" "Junipter!" I due si abbracciarono. "Grover?" "È dentro. Quando ha sentito che stavi venendo qui, siamo venuti subito! Ci sei mancato." Perseus sorrise. "Anche voi." Poi, facendo un cenno ai bambini, entrò.

Angolo autrice
Salve!
Quarto capitolo!
Alla prossima
By Rowhiteblack 

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