4. Il trio delle tenebre
- Ei Ginevra vuoi un passaggio per tornare in hotel?-
Mi sento chiedere da Duncan, mentre mi dirigo fuori da questo inferno. Possono anche passare secoli, le mode i modi di spiegare ma continuo a non sopportare le ore rinchiusa in quelle quattro mura.
- No grazie, Louis mi ha offerto di fare un giro del paese.-
Gli rispondo prima di vedere arrivare Louis con la sua auto super sportiva, color grigio metallizzato.
Puoi anche avere mille anni il suo egocentrismo non finirà mai di stupirmi.
- Ok ci vediamo in hotel allora.-
Mi risponde con uno sguardo sconfortato.
- Certo.-
Entro in auto, e vedo Louis ripartire a tutta velocità. Guardo il suo profilo è posso notare la mascella contratta e le mani che stringono il volante così forte che potrebbe romperlo.
Mi chiedo che cosa sia successo per renderlo corti rabbiosi.
- Il ragazzino ci stava provando con te o mi sbaglio?-
Mi sento chiedere, mentre lo vedo con gli occhi fissi sulla strada.
- Perché sei geloso?-
- Neanche immagini quanto.-
Mi risponde mentre si volta per guardarmi. È lo vedo nei suoi occhi, quella possessione che secoli fa lo hanno portato a fare fuori degli uomini solo perché mi guardavano un minuto di troppo.
- E inutile che ci provi con me ti ucciderò ugualmente e lo stesso vale per Valter e gli altri.-
- Sei sicura che non avrai ripensamenti come l'ultima volta?-
L'ultima volta che li vidi, li avevo tutti sotto mira, ma non ci sono riuscita, ho provato a ricordarmi tutto il male che ho causato per colpa loro ma niente da fare, ero come una statua di cemento, inutile dire che scapparono con il sorrisetto sulle labbra.
- Ho no questa volta vi ucciderò ne sono sicura.-
Gli rispondo prima di vederlo parcheggiare l'auto in un enorme castello. Certo Valter deve pur farsi riconoscere per il suo ego smisurato.
- Ben tornato signor Louis, la informo che la cena sarà servita fra dieci minuti.-
Veniamo accolti da un uomo sulla sessantina, ben portati, con un abito da vero e proprio maggiordomo.
- Grazie Adam, avverti il signor Valter che la nostra ospite e arrivata.-
- Ma certo, con permesso.-
Risponde, prima di rientrare nell'enorme castello, e allora lo sento il suo cuore battere, e umano, ma Valter non era disgustato dagli esseri umani? Nel frattempo Louis mi fa segno di entrare nel castello in cui posso notare tutte le decorazioni in oro, con cui la casa e decorata.
- Siete rimasti i soliti snob, passano i secoli e cambiano le mode ma voi restate gli stessi.-
Gli sputo addosso la mio opinione mentre mi guardo intorno, schifata.
- E il bello di essere vampiri.-
Sento rispondere. Quella voce che non sentivo da cinquant'anni. E rimasto lo stesso, capelli castani e occhi di ghiaccio. Quei maledetti occhi che mi hanno ossessionata quando ero umana, per poi dibentare il mio incubo quando sono diventata un vampiro. Anmiro quell'anello blu come il cielo di notte con in mezzo un diamante bianco che mi ha perseguitata nei miei sogni più intensi. Anche se non vorrei ricordo tutto di lui, anche l'amore passionale che ci legava ma che vorrei tanto scordare.
Non rifletto, ho l'impulso di farlo e lo faccio, mi scaravento contro di lui a velocità vampiresca, gli arrivo dietro le spalle e gli punti il mio pugnale in gola. Non contenta lo scaravento per terra ma prima rompo la gamba di un mobile e ne faccio un paletto, pronta ad ucciderlo.
Gli sono addosso, e lui mi sorride come se fosse tutto un gioco, un passatempo. Come se il mio odio verso di lui fosse un gioco.
- Mi sei mancata anche tu tesoro.-
Gli sento rivelare mentre con una mano mi tira indietro una ciocca di capelli che è uscita fuori dall'acconciatura.
I suoi occhi sono fossi nei miei, mi amaliano come hanno sempre fatto da quando ero umana.
Ma quello che ora penso è, perché non lo faccio perché non lo impalo con tutta la forza che ho, alla fine e questo che voglio e questo che ho sempre cercato da quando sono diventata un vampiro e ho iniziato a cospirare contro di lui.
- Fallo, su. E quello che vuoi da cinquecento anni, no!-
Non ci riesco non riesco a trovare le forze per premere il paletto e lacerargli la pelle.
Senza che me ne renda conto mi prende per i fianchi e inverte le posizioni.
Ora si trova su di me con il pezzo di legno in mano che lo punta al mio cuore.
- Non mi ucciderai.-
Gli rivelo sorridendo, lo conosco molto bene e so che non lo farà. Come io non sono capace ad uccidere lui.
- Perché sei cosi sicura che non ti ucciderò?-
- Primo perché mi hai chiesto di venire qui, perché hai bisogni di me, e se ti pieghi a me, vuol dire che la cosa e grave. Secondo perché, sei ancora innamorato di me.-
Gli rispondo mentendo più enfasi sulle ultime parole, sperando di avere ragione. Mi guarda accarezza il mio volto come se ne avesse bisogno, come se per lui fosse una questione di vita o di morte. Si alza, butta via il pezzo di legno e mi guarda, ancora stessa a terra, con sguardo ferito.
- Signori la cena e servita.-
Sento proferire da Adam il maggiordomo, prima di vedere Valter porgermi la mano per rialzarmi, ma sono orgogliosa e lo voglio ancora morto cosi mi rialzo da sola, fiera.
- Cosa ti e successo di cosi catastrofico da chiedere aiuto alla tua peggior nemica.-
Chiedo dopo esserci seduti tutti a tavola, io a destra con accanto Louis, Victor come sempre a capo tavola e al suo fianco Walter e Sebastian. Sebastian e rimasto identico come gli altri, con i sui occhi celesti e i capelli biondi con una collana a forma di spada ,come l'anello di Walter, ma con in mezzo una pietra rossa, ricordo che voleva regalarmene una identica nel periodo in cui ci chiamavamo, fratelli.
- Peggior nemica, eppure ricordo che quando vivevamo tutti e cinque insieme ci divertivamo da morire.-
Mi risponde Valter bevendo il suo vino rosso sicuramente mischiato con del sangue. Quanto ti odio.
- Non sono qui per rammentare i vecchi tempi, o mi dici cosa vuoi oppure ti uccido.-
Alla fine e per questo che sono qui. Per mettere fine alla sua vita e poi ritornare dai cacciatori.
- Se è uno scontro che vuoi con me lo avrai ma prima devi mettere da parte il tuo odio e aiutarmi.-
Mi risponde concedendomi tutta la sua attenzione.
Conosco quello sguardo. Quello in cui c'è veramente qualcosa di molto importante che lo turba fino a togliergli il sonno.
- Perché dovrei aiutarti?-
- Perché ti riguarda.-
Interviene Walter
- Mi riguarda?-
- Il trio delle tenebre.-
Sento rispondere al posto di Valter, Sebastian.
- Che cosa? Pensavo che si fossero nascoste per non farsi trovare?-
Chiedo, fra tutte le streghe che esistono sulla terra proprio loro?
- Ti stanno danno la caccia Ginevra-
Sento intervenire Louis, al mio fianco.
Mi stanno prendendo per il culo per caso?
- E impossibile sono tre secoli che non vedo nessuna di loro.-
Rispondo. No non può essere che siano tornate, non loro. Non dopo tutto quello che ho dovuto passare.
- Ti vogliono morta per aver ucciso una delle loro sorelle.-
Interviene Walter, con voce accusatoria.
- Che sia chiaro io ho ucciso quella strega per salvarmi la vita, non sapevo all'epoca che faceva parte del trio, e secondo, e da quella notte che non vedo nessuna di loro, quindi come potete dire che mi stanno dando la caccia?-
Non amo uccidere, a meno che non siamo vampiri. Ma in quel caso ho dovuto fare un eccezione, dovevo salvarmi.
- Perché noi in questi secoli ti abbiamo protetta, senza che tu te ne rendessi conto.-
Interviene Valter, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di vino.
- Non vi credo, vi ho perseguitati tutti e quattro da quando sono un vampiro e nessuno di voi si e mai avvicinato a me, sono sempre stata io ad avvicinarmi a voi, e voi a scappare.-
Rispondo indicandoli una alla volta e guardandoli negli occhi.
- Ammettiamo di esserci divertiti.-
Risponde Sebastian scatenando una risata che li contagia. Non ci credo io li perseguito per avermi trasformata nel avermi condannata a una vita da succhia sangue e loro che fanno, mi proteggono.
- Perché proteggermi.-
Chiedo facendo finta di non aver sentito la battuta di Sebastian, e pensare che lo consideravo un fratello.
- Eravamo una famiglia e lo siamo ancora nonostante il tuo odio per noi.-
Risponde Louis al mio fianco.
- E pensare che credevo che fossi in questo paesino sperduto per la leggenda.-
- Conosci la leggenda?-
Mi chiede quasi sul attenti Walter.-
- Me l'anno accennata.-
- Una favola da raccontare ai bambini, non esiste nessuna salvatrice, che li salverà dal destino oscuro che li presiede se non uccidiamo il trio.-
Risponde Valter, con voce schifato.
- E cosa vorresti fare di preciso -
Chiedo, dopo aver bevuto del vino, sento di averne bisogno se devo continuare a restare calma e non iniziare ad agitarmi, tutto questo e surreale.
- Dare vita ad un esercito.-
Risponde, Sebastian.
- Interessante peccato che loro siano delle streghe molto potenti e che non e facile ucciderle, io ne ho uccisa una solo perché si erano divise, ma penso che da allora abbiano imparato a restare sempre vicine.-
- Be allora noi cercheremo di dividerle di nuovo.-
- E il paese non pensi ai suoi abitanti?-
Chiedo, so quanto per loro la vita umana non significhi nulla, ma per me significa e tanto anche.
- Alcuni di loro hanno accettato di darci una mano.-
- Che cosa?-
Come può essere, umani in collaborazione con i vampiri, per caso il mondo si e capovolto e me lo sono perso?
- Hanno accettato perché e cosi che inizia la leggenda, due razze una pura, le streghe e una dannata, i vampiri si fanno guerra finche non arriva la salvatrice e porta la tranquillità, nelle parti.-
Risponde Luise. Resto basita, tutto questo e surreale.
- Quindi Ginevra ti unisci a noi? O scappi?-
Mi chiede Valter mentre cerca di scrutare ogni mio cambiamento d'umore.
- Non sono scappata da te che hai il doppio dei miei anni e di certo non scapperò da loro.-
Rispondo prima di finire di bere il mio vino e guardarlo con sicurezza e coraggio proprio come piaceva a loro. Sembra essere ritornata indietro di cinque secoli quando eravamo veramente una grande famiglia che si prendeva cura l'uno dell'altro unico problema dell'epoca, ero innamorata di due dei vampiri che si trovano seduti a questo tavolo, ma per fortuna i secoli mi hanno aiutato a cancellare tutto quello che pensavo di provare per loro, o almeno spero che sia cosi.
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