Un futuro di lacrime spezzate
Leggermente e con un sospiro, Peter aprì gli occhi chiari. Si trovò davanti un soffitto grigio. Riconobbe subito il posto: il banco dei pegni del Signor Gold.
Di fianco si stagliava lui, con aria fiera e stanca. -Ciao, papà- mormorò.
-Pensavo che mi avresti ucciso nel sonno- disse Peter in risposta, spostando le gambe giù dal letto per mettersi seduto -Ma si vede che hai cambiat...
Notò il bracciale nero allacciato intorno al proprio polso -Un momento... capisco. Mi hai portato via la magia. Per questo adesso è facile startene lì impietrito, dico bene?
-Volevo parlare con te. Volevo che mi guardassi e che pensassi a quello che hai fatto.
Nella mente di Tremotino riaffiorò la mano di suo padre che si apriva lasciando la sua.
-Ma certo, osservare mio figlio qui davanti a me. Fissarlo a pensare che tutto poteva essere diverso. È questo che vuoi?- alzò il sopracciglio come suo solito -Perché lo voglio anch'io. Ricordo quando ti guardavo: eri indifeso, piccolo, un povero bambino tutto mio- sospirò -Con quegli occhi grandi, giganteschi pieni di lacrime che mi inseguivano e portavano via...- nello sguardo di creò un barlume d'ira- Il mio nome, il mio denaro, il mio tempo. Togliendomi ogni speranza di poter rendere la mia vita migliore di quello che era e voleva mangiarsi i miei sogni in un sol boccone. Quanti anni hai adesso? Quasi duecento. Non posso essere libero da te?
Lui lo guardò con disprezzo. -Lo sarai- poi afferrò una spada posta sul tavolo del banco dei pegni -Da morto.
-Allora ti do un ultimo consiglio- sospirò Peter, serrando la mascella -Non costruire una gabbia dalla quale non puoi scappare.
E con un gesto fulmineo si tolse il bracciale nero, stringendolo tra le dita. Tremotino lo fissava incredulo -Ho creato io questo bracciale, non funziona su di me. Ma su di te?
Il bracciale nero scomparve e ricomparve sul braccio di Gold.
-A terra ragazzino!- Peter si alzò in piedi e, levando in alto la mano, fece sbattere Tremotino contro la libreria con la magia.
Lui si contore dal dolore e si ritrovò con le spalle al muro -Ho combattuto per questo. Per loro- ammise.
-Per tuo figlio e per quella principessina?- chiese Peter, sovrastandolo in alto -No. È troppo tardi. A differenza degli altri cittadini non prenderò i loro ricordi. Visto che sono così importanti per te, mi prenderò le loro vite. E tu non potrai fare niente per fermarmi.
Tremotino era confuso e arrabbiato, e impotente. Tutto ciò che avrebbe potuto fare sarebbe stato impedito, proprio da suo padre. E ora le due uniche persone che ama moriranno.
-E dai perché?- continuò quel malvagio ribelle, fissandolo negli occhi scuri -Perché senza magia sei di nuovo quello che eri una volta: il codardo del villaggio.
Lo lasciò lì, che cercava disperatamente di lavarsi quel maledetto bracciale, che cercava disperatamente di salvare ciò che ama.
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Peter avanzò verso quella famigliola felice, che cercava di incoraggiarsi a vicenda. Regina, Emma, Uncino, Baelfire, Henry e Belle; secondo Peter non valevano la pena di vivere, o almeno di vivere ricordando ol loro passato. Loro si allontanarono e in un batter d'occhio diventarono immobili, avvolto da una nube rosso fuoco.
-Un pubblico di pietra- li definì Peter -Potrei giocare con voi come se foste delle bambole. Ma...- fissò Bae e Nelle -Credo che comincerò con questi due.
Li si avvicinò. -Siete entrambi davvero adorabili, non so chi uccidere per primo.
Poi ruotò la testa, indicando l'uomo con gli stessi occhi di Tremotino, e di conseguenza anche i suoi. -Comicerò da te.
Prima che possa compiere qualsiasi atto, delle mani forti lo afferrarono per le spalle.
-Non osare far loro del male- Peter di voltò a davanti a sé comparve la figura di Tremotino.
-Oh, ma che sorpresa- Peter sorrise -Sei venuto per proteggere le persone che ami?
-Non ti permettero di far loro del male. Costi quel che costi.
E mentre Tremotino faceva tornare in superficie tutta la sua teatralità, guardò suo figlio e disse: -Figliolo, ho passato la vita a cercarti. A trovare un modo per renderti felice.
Tremotino non ci credeva: aveva appena ritrovato suo figlio e ora lo stava perdendi di nuovo.
Bae lo guardava inerme, anche se lo sentiva benissimo.
-Ma questa felicità- sorrise riaffiorando quell'espressione di certezza, accompagnata da un breve gesto con la mano -È possibile. Anche senza di me.
-Bravo- lo elogiò Peter con una smorifia simile ad un sorrisetto di sgemvo -Bel monologo.
Lui continuò, con le lacrime agli occhi, senza ascoltare suo padre. -Ti voglio bene Bae.
-Molto commovente- ammise Peter.
Poi Tremotino si girò verso Belle, e questa volta il suo viso era sul serio rigato di lacrime salate: -Ti amo Belle. Tu mi hai reso migliore.
Ripensò ai momenti passati, con lei, al suo sorriso, ai suoi occhi azzurri come il cielo che ora aveva davanti. A quando gli diceva che in fondo era un uomo buono. Lei aveva risvegliato la sua parte migliore, lei lo aveva teletrasportato in una realtà bellissima, in una realtà in cui l'amore è il protagonista. Ripensò alla prima volta in cui l'aveva vista, con quel vestito giallo e i boccoli ramati che gli ricadevano sulle spalle delicate, sembrava una regina. E ora era tutto finito. Le disse addio mentalmente e si trattenne all'impulso di baciarla un'ultima volta.
Stavolta non si sarebbero rivisti davvero.
-Hai dimenticato una cosa, Peter Pan- disse Tremotino, senza spostare lo sguardo dalla sua amata -Tu non hai l'ombra, ma non ti sei ricordato che neanche io ce l'ho.
Alzò la mano e dal cielo comparve una strana macchia nera, che con l'avvicinarsi si percepì essere un'ombra. Si, un ombra dagli occhi rossi e malvagi che teneva in mano in pugnale. Lo consegnò a Tremotino.
-Morirò, padre. Ma ti porterò via con me.
Il Signore Oscuro, velocemente, puntò il pugnale dietro la testa di suo padre e si strinse a lui, così da averlo in pugno.
Con una magia, il ragazzino che si faceva chiamare Peter Pan si ritrasformò nell'uomo che era un tempo. Barba folta, vestiti stracciati, ma ancora lo stesso sorrisetto sorgnone. -Non farlo, Tremotino. Possiamo ricostruirci un futuro io e te.
-Non c'é più un nessun futuro per noi. Dovresti averlo capito, papà. I cattivi non possono avere un Lieto Fine.
Affondò il pugnale nella spalla sinistra di Peter, e lo spinse a fondo così da pugnalata anche se stesso.
Ora erano intrappolati alla morte entrambi.
Si sciolsero in una nube viola e l'ultima cosa che Tremotino vide furono gli occhi di lei.
L'incantesimo si spezzò con Peter, ma non fu esattamente un bene.
Tutti guardavano la scena sbalorditi dal coraggio del Signor Gold, sopraffatti dall'amarezza del fatto che si sia sacrificato per loro. Tutti tranne due persone.
Bae, suo figlio, che strinse gli occhi e lasciò scendere un paio di lacrime. Doveva goderselo, suo padre, finché c'era stato. Avrebbe dovuto apprezzarlo di più.
Belle, al contrario, si portò le mani al viso, schiacciata inizialmente da ciò che aveva visto e incredula ancora di ciò che era veramente successo: Tremotino era morto. Si, lui. No, non poteva essere morto. Si accasciò a terra, realizzando finalmente l'accaduto. Il mondo intorno a lei sparì improvvisamente, tutto si fece sfocato e lontano. Scoppiò in un pianto disperato urlando il nome dell'unico uomo che abbia mai amato. Dell'unico uomo che l'aveva fatta sentire felice, a casa. Dell'uomo che l'aveva stretta tra le braccia quando al castello le mancava casa, e cullata finché non si addormentava sorridente. L'unico che non avrebbe mai potuto farle del male.
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