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Signor Gold

L'ambulanza risuonò in lontananza e il corpo inerme, ma non senza vita di Moe venne caricato al suo interno.

Il Signor Gold strinse il bastone tra le dita ossute e si accorse che Emma lo stava guardando.
-Poteva ucciderlo!- replicò lei -Mi spiega perché l'ha fatto? Solo perché le ha rubato tutte quelle cose?
Lui aggrottò le sopracciglia: -È uno sporco ladro.
-Non ci casco Gold. Mentre lo picchiava stava parlando di un maltrattamento. Sono lo sceriffo, posso risolvere la questione.
Lui scosse la testa. -Avrà capito male lei.
-Beh, in ogni caso- Emma tirò fuori le manette e la legò ai polsi del Signor Gold. -Lei è in arresto.
Lui fece un sorriso di sgembo.

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-Emma- la voce di Regina risuonò tenebrosa come sempre -vai a prendere un gelato con Henry. Io devo fare una chiacchierata col Signor Gold. In privato.- le consegnò il bambino ed Emma la guardò stupita.
-Ciao Emma- la salutò sorridendo Henry.
Il Signor Gold sorride dietro la sbarre: -Per me una coppetta.
Emma uscì riluttante e sospettosa.
-Si sieda, la prego.- disse il Signor Gold.
Regina presa posto sul divanetto davanti alla cella. -Sono venuta perché ho la cosa che sta cercando.
Il Signor Gold sbarrò gli occhi e la speranza di riprendersi quell'oggetto gli intrise il petto.
-Me lo dia.
Regina frugò nella borsa e ne tirò fuori una tazza. Ma non una tazza qualunque. Quella tazza aveva il bordo scheggiato.
Il Signor Gold allungò la mano tra le sbarre per afferrarla, ma Regina la allontanò. -Prima mi deve dire una cosa.
Lui si risedette sulla branda.
-Qualsiasi cosa per avere quella.- indicò l'oggetto apparentemente insignificante.
-Voglio sapere il suo vero nome.
Lui rabbrividì, intuendo le intenzioni.
-Gold.- rispose secco.
Lei fece per rimettere via la tazza nella borsa quando lui le bloccò il braccio.
-Ripeto: voglio sentirle dire qual'è il suo vero nome.
Lui sospirò. L'aveva messo come spalle al muro. Non poteva dirle che sapeva tutto del sortilegio! Avrebbe usato sicuramente questo fatto contro di lui! Ma doveva riavere quell'oggetto, quindi... -Tremotino.
Serrò la mascella e Regina gli siede la tazza. -Sa, non pensavo fosse un tipo così sentimentale.
Il Signor Gold la accarezzò con le mani tremanti e mise il dito nella fessura rotta.

Mille ricordi avvamparono nella sua mente. Il viso di Belle, ancora intriso nei suoi pensieri. I pensieri del mattino, del pomeriggio, della sera e della notte.

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