Il Ladro
Come in un lampo, il cervello di Belle cominciò a produrre immagini dopo immagini, evocando ricordi passati.
*flashback*
I singhiozzi di Belle riempivano il castello. Le mancava la sua famiglia, era già passato meno di un mese e lei piangeva ancora. Forse aveva fatto una scelta sbagliata lasciando la sua famiglia e la sua perfetta vita di prima?
All'improvviso Tremotino spalancò la porta della cella e per poco a Belle non venne un colpo: -Smettila di piangere! Non riesco a filare con tutto questo baccano.
Lei si rialzó dal letto asciugandosi le lacrime e cercando di tornare alla realtà. -Ho lasciato la mia famiglia per venire qui e per salvare il mio popolo. Mi manca.
-Beh, ma ora sei qui con me- schioccò le dita e tra le mani di Tremotino comparve un cuscino rosato.
Belle lo afferrò: -Grazie, così magari riuscirò a dormire un po' meglio.
Tremotino la guardò: -Non è per dormire meglio, cara. È per soffocare i tuoi singhiozzi.
Lei lo guardò con disprezzo. -Siete davvero la bestia di cui tutti parlano.
Poi si sentirono dei rumori provenire dal salotto.
Tremotino si avviò lì seguito da Belle. Un uomo corpulento e incappucceto armato di un arco d'oro che teneva in mano una bacchetta.
-Ladro!- urlò Tremotino -Posala subito.
-No!- rispose il ladro puntando l'arco verso di lui -Queste frecce non sbagliano mai la mira.
Tremotino lo guardò con aria di sfida.
-Bene, vediamo se riesci a prendermi.
Improvvisamente sparì per poi riapparire in un altro posto e continuò così finché il ladro non decise di scagliarla.
La freccia, dopo tanto girare, si fermò e si conficcò veloce nel petto di Tremotino.
Belle corse verso di lui spaventata ma, quando il ladro fece per andarsene con la bacchetta, apparì davanti a lui e si tolse la freccia dal petto.
-Sono il Signore Oscuro. La magia ha sempre un prezzo. Ed il tuo sono io.
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Stavolta a infestare il palazzo non erano i singhiozzi di Belle, ma le urla del ladro. Ogni sera Tremotino andava a torturarlo.
Una sera, quando Tremotino tornò, Belle che stava leggendo uno dei suoi libri gli chiese: -Perché gli fate questo? Ha solo rubato una bacchetta.
-Il punto non è che ha rubato la bacchetta, è che l'ha rubata a me. E chi lo fa merita di essere scannato.
-No, nessuno si merita una tortura del genere. Lasciatelo libero. Magari voleva usare la magia a fin di bene. E poi chi vedrà che l'avete ridotto così dato che lo tenete rinchiuso al castello.
Lui sorrise: -Beh, quando lo troveranno.
-E ora- Tremotino si tolse la camicia sporca di sangue -Lava questa. Io vado a prendere la paglia.
Quando fu uscito, Belle si affrettò a raggiungere la cella del prigioniero. L'uomo era cosparso di sangue ed era attaccato al soffitto da una catena.
Lei si avvicinò e lo liberò. -Scappa.
-Grazie, ma perché fai questo?- disse lui, con la voce soffocata dal dolore.
-Non tutti siamo come lui.
-Vieni con me, potrai finalmente essere libera.
Lei sospirò e anche se tentata rispose: -Non posso, ho fatto un patto. È solo grazie a me se il mio popolo è libero.
Il ladro annuì e se ne andò.
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-L'hai liberato!- urlò Tremotino.
Belle era sdraiata sul divano con la testa china sul suo libro. Alzò il viso e disse: -Non si meritava tutto ciò. Era solo un ladro.
-Già, infatti si è preso la bacchetta- guardò il posto mancante tra i mille bastoncini incantati -Come hai fatto ad essere stata così stupida?!
-Magari voleva solo aiutare qualcuno con quella.
-Non si può fare del bene con la magia. E tu cerchi sempre la risposta su quelli- indicò il libro, che scomparve.
Lei si accigliò e arricciò le labbra.
-Adesso vieni a cercarlo con me, e assisterai mentre io lo colpisco con la sua stessa arma- disse, afferrando l'arco dorato.
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La carrozza si muoveva bruscamente sotto i piedi di Belle. Lei guardava il vuoto.
-Come puoi fare questo ad un essere umano? Sei davvero così oscuro come dicono- sbottò lei.
Lui sorrise: -Oscuro, mia cara. Molto oscuro.
Giunsero in un bosco molto fitto e si stavano per fermare quando un'altra carrozza gli tagliò la strada.
Tremotino scese a si portò dietro anche Belle.
Dalla carrozza uscì un uomo, muscoloso e alto. -Buongiorno, lei è il Signore Oscuro giusto? So chi sta cercando.
-Bene- rispose Tremotino -Allora saprà dirmi chi è e dov'è.
-Quell'uomo... mi ha rovinato la vita. Ma lei è il Signore Oscuro, tutto ha un prezzo giusto?
Il Signore Oscuro era sconcertato, davvero poche persone gli avevano rivoltato la sua stessa affermazione. -Si, è corretto.
-Il mio è una notte con lei- indicò Belle, che era dietro Tremotino.
Lei lo guardò con un espressione implorante di pietà e lui scosse la testa verso l'uomo.
-Ma vanno bene anche poche ore- continuò lui.
-Forse non hai capito, ho in mente un nuovo accordo- e con un gesto della mano, Tremotino fece apparire nella sua mano la lingua dell'uomo, che sclerava agitando le mani ed emettendo suoni gutturali. Belle si girò per non guardare.
-Tu mi dici chi è questo ladro ed io ti restituisco questa.
Si guardarono per un momento.
-Direi che hai accettato- e in un lampo la lingua era di nuovo nella bocca dell'uomo, che se la tastò per sicurezza. -E va bene, si chiama Robin Hood. E si trova nella foresta di Sherwood di là- indicò con il dito.
Tremotino sorrise. -È un piacere fare affari con lei.
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-Eccolo, e lì- indicò Tremotino.
In mezzo a due alberi l'uomo teneva in mano la bacchetta.
-No, non potete farlo!- disse Belle.
Ad pun certo punto, in lontananza, si vide arrivare un carro trainato dai cavalli. Sopra di esso c'era una donna molto pallida e agonizzante.
-Vedete, avevo ragione io. La vuole usare per fare del bene!
-Taci!- le ordinò Tremotino e in un lampo Belle si trovò con le gambe incastrate nel terreno.
Il carro si spostò un poco e i due notarono che la donna era incinta.
Tremotino di ricordò di quando Milah era incinta di Baelfire, e di quanto è brutto crescere senza un padre, e di quanto è brutto perdere un figlio.
Robin Hood alzò la bacchetta e la fede passare sul corpo dell'amata. D'improvviso alla donna ritornò un colorito normale e i suoi occhi si spalancarono. Si baciarono e si sorrisero.
Tremotino tese l'arco.
-No!- gridò Belle, ma era troppo tardi. La freccia era già stata scagliata.
Essa però non si conficcò nel petto del ladro, ma bensì nel carro dietro di loro.
-Ci hanno scoperti, sappiamo- i due se ne andarono.
Tremotino abbassò l'arco e fece tornare Belle normale. -L'ho mancato.
Lei si spolverò i vestiti e lo guardò.
-Quell'arco non sbaglia mai.
Lui fece una smorfia: -Si vede che non è poi tanto magico. Ora torniamo al castello.
-Come?- chiese Belle -Non lo inseguite?
-No, non ne vale la pena.
Belle sorrise e si gettò tra le braccia di lui, stringendolo forte. -Grazie. Sapevo che nel vostro cuore c'é del buono.
Poi lei cominciò ad allontanarsi verso la carrozza e lasciò Tremotino immobile, in mezzo alla foresta e con un arco d'oro in mano.
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Quando tornarono al castello, Belle fece per andare a pulire ma lui le prese il polso e la fermò. -Aspetta, ho un regalo per te.
Lei sorrise. -Un regalo? Per me?
Tremotino la portò per mano attraverso il castello e poi sopra una rampa di scale.
Arrivati in cima Belle restò a bocca aperta.
Si estendeva un enorme stanza coperta di scaffali ripieni di libri, migliaia di libri.
-I-io... grazie. Neanche in una vita riuscirei a leggerli tutti.
Tremotino la guardò. -Smetti di gioire. È un'altra stanza da pulire per te.
Lei si guardò intorno accarezzando le copertine dei libri, e poi si girò verso di lui.
-Vi ringrazio infinitamente.
*fine flashback*
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