Gli hamburger di Granny
Belle entrò nella biblioteca, si guardò intorno. "Un sogno fantastico" pensò.
Poi sentì una voce: -Quando siamo in biblioteca possiamo essere in ogni angolo della terra- Tremotino conparì da dietro una libreria, con un mano il suo solito bastone.
-Me l'hai mandata tu?- chiese Belle, mostrando le chiavi.
-Ho saputo del tuo interesse e ho fatto una piccola ricerca. C'é un appartamento per il bibliotecario, se vuoi.
-Se questo è soltanto un modo per riavvicinarti a me dopo tutto quello che...
-No, no- la interruppe lui -Non sono qui per questo. Sono qui perché... hai ragione su di me. È vero sono un codardo, lo sono sempre stato. Ho cercato di rimediare diventando più potente. Il potere è diventato così fondamentale da non riuscire più a farne a meno, anche quando ha significato perdere la persona più importante della mia vita.
-Tuo figlio- continuò lei.
-Bealfire. Si chiama così. Quando l'ho perso, trovarlo per me è diventata una missione. Ho percorso molte strade finché ho trovato un sortilegio che mi portasse nel mondo in cui era scappato. Mi sono ritrovato in questa cittadina e potevo fare soltanto una cosa: aspettare che il sortilegio si spezzasse, così da poter andare a cercarlo.
-Ma invece di andare a cercare tuo figlio tu hai portato qui la magia- disse Belle, un po confusa.
-Perché sono ancora un codardo- rispose lui -La magia è diventata uno strumento di cui non posso più fare a meno. E anche se potessi ora non potrei andare via da questo posto.
-Perché chi va via dimentica le persone che ama- si intromise Belle, con gli occhi lucidi -Quindi se ti andassi a cercare Bealfire non lo riconosceresti.
-La magia ha sempre un prezzo- ricordò Tremotino, con lo sguardo basso. -Belle, devo spezzare questo nuovo sortilegio. È per questo che sto usando la magia. Ho già perduto moltissime cose che amavo. E ora che ti perdo di nuovo volevo solo che sapessi tutta la verità.
La accarezzò dolcemente e disse: -Addio, Belle.
Lei cercò di impedire alle lacrime di sgorgare ma non ci riuscì.
Tremotino si voltò e si allontanò verso la porta, lasciandola appoggiata ad una libreria, con lo sguardo fisso nel vuoto.
-Tu l'hai mai mangiato un hamburger?- chiese improvvisamente lei, asciugandosi le lacrime.
Lui si girò e la guardò negli occhi azzurri: -Si, certo.
-Beh, io invece no. Ma ho saputo che Granny prepara degli hamburger ottimi. Magari potremmo provarli un giorno.
Lui sorrise. -Si, volentieri.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro