Capitolo 25
Levi fu il primo, come sempre, a svegliarsi. Non si ricordava di essere andato a dormire, probabilmente l'aveva fatto senza rendersene conto.
Erano passati cinque giorni da quando erano arrivati nella nuova città, e non avevano ancora combinato niente.
Non che fossero lì per un motivo, ma le storie che gli raccontava Hanji gli avevano insegnato che quando si viene minacciati non c'è luogo dove si possa andare per evitare la morte, o almeno il rapimento.
Certo, le storie che Hanji gli raccontava erano tratte da libri gialli, ma un fondo di verità doveva pur esserci, no?
Levi era deluso.
Certo, non voleva che lui o Hanji venissero rapiti, ma il fatto che continuasse a non succedere nulla gli metteva ancora più ansia di quella che già aveva.
Se il rapitore (o il killer) avrebbe deciso di svolgere il suo lavoro con un approccio puramente fisico, non avrebbe avuto la minima possibilità di battere Levi, e questo lo rassicurava un po', ma era vero anche che tutti sapevano della sua forza, quindi quale pazzo avrebbe provato a fare a botte con lui?
Era improbabile, quasi impossibile che un rapitore avrebbe rischiato così tanto.
C'era da dire anche che nella lettera le minacce erano rivolte solo a Hanji, e nessuno sapeva quanto brava fosse diventata a maneggiare un coltello.
Hanji era forte, non doveva preoccuparsi per lei: era totalmente in grado di piantare un coltello nel petto di qualcuno, se avesse voluto.
Questo era il problema, nessuno gli assicurava che lei sarebbe stata abbastanza convinta da farlo.
Hanji, da quanto ne sapeva Levi, non aveva mai ucciso nessuno.
Ci vuole convinzione per prendere la vita di un'altra persona, per decidere che la tua vale di più, che il sangue che ora è sulle tue mani apparteneva a qualcuno che si è meritato di finie così.
Levi era stato abbastanza convinto da uccidere il padre e la sorella della donna con cui adesso viveva, ma Hanji avrebbe saputo fare lo stesso?
Si mise a sedere sul letto, i piedi nudi sul pavimento di marmo.
Un brivido gli corse lungo la schiena: la finestra era aperta, e un fastidioso venticello freddo entrava nella stanza, gli saliva lungo le ossa e si aggrappava al suo collo, rifiutandosi di lasciarlo andare.
Avrebbe avuto il torcicollo per il resto del giorno.
Si alzò controvoglia e chiuse la finestra, passando vicino al letto matrimoniale che Hanji e Erwin condividevano.
Normalmente nessuno si sarebbe mai permesso di dormire con una Contessa, ma era evidente che tra loro fosse diverso.
Si era chiesto spesso cosa avesse Hanji davanti agli occhi che le impedisse di vedere quanto Erwin la amasse.
Perfino Levi se ne era accorto: come era possibile che tutte le volte che lui le dava la mano per aiutarla a scendere dalla carrozza, che ogni volta che insisteva per portarle l'ombrello quando faceva caldo e quando le sorrideva in situazioni casuali lei non si chiedesse cosa provasse l'uomo?
Lei era l'unica con cui Erwin si comportava così, non c'era modo di fraintendere le sue azioni.
Nonostante la sua stazza da gigante, la sua espressione talvolta burbera e il fatto che si fosse innamorato di una cavernicola, Erwin era un uomo per bene, educato e gentile.
Il contrario di Levi, in poche parole.
Si avvicinò al letto dove i due amici dormivano, incerto su quale fosse la cosa giusta da fare: se lasciarli dormire e continuare a riflettere, o se svegliarli e prendere i peggiori insulti da Hanji.
Normalmente non avrebbe avuto dubbi, non li avrebbe mai svegliati.
Non gli dispiaceva stare solo, in silenzio a riflettere sulla sua vita e su quelle delle persone che gli stavano intorno, ma farlo rendeva palese a quanto poco avesse da pensare.
Di che era composta la sua vita? Niente, non doveva fare niente. Non aveva un lavoro, o una famiglia da cui tornare.
Lui esisteva, ma non si poteva dire che vivesse.
Dipendeva completamente da Hanji, abitava da lei e usava i suoi soldi senza ripagarla in nessun modo.
Perchè doveva essere così inutile?
Rimpiangeva il tempo passato con Petra, con lei era felice.
Gli bastava vedere il suo viso la mattina, le dita sottili impegnate ad allacciare i nastri che teneva tra i capelli e le labbra piegate in modo da formare un sorriso dolce, gentile, il sorriso che l'aveva fatto innmorare la prima volta che si erano visti.
Adesso tutto questo non c'era più, e a lui mancava terribilmente.
Avrebbe fatto di tutto per rivederla anche solo una volta, per sentire di nuovo il suo profumo dolce mentre la abbracciava, o per vedere la strana espressione arrabbiata che assumeva quando doveva sgridare sua figlia, la loro figlia.
Levi ripensò a quello che gli aveva detto Hanji quella volta che aveva deciso di saltare.
Devi trovare la felicità.
Levi l'aveva trovata, Petra era la sua felicità, quindi perchè Hanji continuava a ostacolarlo nel raggiungerla?
Perchè non poteva lasciarlo andare?
Mise una mano sulla spalla di Hanji.
Sapeva che se quel pensiero fosse continuato ancora sarebbe finita male: aveva bisogno di distrarsi e parlare con qualcuno di cose diverse, allegre e insensate
Hanji era il candidato perfetto.
Fece per scuoterla, ma ci ripensò.
Erwin sentendo i lamenti della ragazza si sarebbe svegliato, e lui non aveva intenzione di sorbirsi tutte le smancerie che il biondo riservava a Hanji ogni mattina, quindi doveva fare in modo che la donna non avrebbe fatto rumore, o non abbastanza da allarmare Erwin.
C'erano due opzioni: o svegliarla dolcemente o scuoterla e poi immobilizzarla in modo che non potesse urlare.
Entrambe molto allettanti, ma voleva evitare di essere scambiato per un molestatore, quindi decise di provare con le buone maniere.
Si abbassò all'altezza di Hanji, mise una mano sul suo cuscino e con l'altra le tolse i capelli dal viso.
Cosa stracazzo stava facendo?
Le toccò una guancia con un dito, non molto sicuro che quello fosse un gesto gentile, e premette la carne per vedere quanto a fondo sarebbe potuto arrivare.
Ok, non era decisamente una cosa genitle da fare, ma si stupì nel vedere che le guance di Hanji fossero molto più morbide di quello che sembravano, non che avesse mai riflettuto su questo aspetto.
Continuò a giocare con la faccia di Hanji per qualche minuto, poi lei si svegliò.
I loro occhi si incrociarono.
Levi capì che era tardi per inventare una scusa plausibile.
Hanji socchiuse le labbra, pronta a dire qualcosa, ma Levi fu più veloce e le sfilò il cuscino da sotto la testa per metterglielo in faccia, tenendolo premuto contro il suo naso.
<<Prometti che starai zitta porca puttana>>
Ovviamente Hanji non poteva rispondere, ma a questo Levi non aveva pensato: era stato preso dal panico e quella è stata l'unica soluzione che gli era venuta in mente.
Alla fine sollevò il cuscino, ma non lasciò il tempo a Hanji di riprendersi che l'aveva già trascinata fuori dalla stanza.
Cosa gli stava sucedendo?
<<Levi cosa stracazzo stai facendo?>> gli chiese lei stroppicciandosi gli occhi e cercando di capire dove fosse.
Riconobbe il tappeto rosso che era steso in tutti i corridoi e capì di essere ancora alla pensione, ma non nella sua stanza.
E non con i suoi vestiti visto che non si ricordava di aver mai comprato il mantello grigio fumo appoggiato sulle sue spalle in quel momento, l'unica cosa che, oltre alla vestaglia da notte, aveva addosso.
Levi la guardò negli occhi.
<<Devo parlarti>> e la trascinò in strada.
Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
vi avevo detto che avrei aggiornato presto, no?
Qualcuno di voi ha visto Bungou Stray Dogs? Perchè ho nelle bozze una Chuuya x Reader quasi completa che mi piace abbastaza e che vorrei pubblicare, ma non so se qualcuno la leggerebbe, quindi boh. Ha le parti 18+ e molto Akutagawa che soffre. Ma perchè ve lo sto dicendo. Vabbè ditemi se la leggereste, io vado a finire la videolezione di chimica visto che è quasi finita e devo dire "arrivederci prof".
BYE
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro