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Capitolo 5

<<Allora?>>

Crystal fissava lo Slender con un'espressione curiosa e in attesa di una risposta.

<<Allora... Cosa?>>

Lui, invece, non riusciva a capire.

<<Posso restare qui con te, o no?>>

<<Non lo so... Non ho ancora neanche capito il perché tu voglia farlo.>>

La ragazza prese un grosso respiro. Non era una cosa facile da dire.

<<Vedi... I miei incubi non mi tormentano quando sono con te. Non so come, però, in qualche modo, tu riesci a sopprimerli. La tua presenza funge da medicina, quella che cercavo da tanto tempo. Allievi il mio dolore e non credo di volerti lasciare. Se adesso tornassi a casa e cercassi di dormire, scommetto che mi tornerebbero alla mente quelle assurde immagini. N-non... Non voglio più soffrire.>>

Lei si strinse ancora di più le gambe, sentendo un improvviso freddo e sospirò distrutta.
L'uomo smilzo si avvicinò con cautela e con un gesto inaspettato mise una delle sue lunghe mani ossute sulla sua schiena, facendola rabbrividire.
Lei alzò lo sguardo sull'uomo e sorrise.

<<Lo prendo come un sì?>>

<<Io non voglio responsabilitá.>>

<<Non le avrai. Voglio solo starti vicino.>>

Lui abbassò lo "sguardo" in direzione del terreno e, per un attimo, alla ragazza sembrò di vedere  un'espressione triste dipinta sul suo volto.

<<Quindi vuoi stare con me, perché così i tuoi incubi sparirebbero?>>

Lei capì subito cosa lo Slender stesse cercando di dirle.

<<No. Cioé... Sí, ma solo in parte. Io credo di aver trovato, come te, una persona che mi capisca veramente. Quindi voglio rimanere anche perché sento di aver trovato un amico vero. Sai, io ne avevo tanti prima. Un giorno ho traslocato e ho cercato di farmene anche qui, però, a quanto pare, mi trovavano tutti troppo strana e stavano lontani da me.>>

<<Strana?>>

<<Giá... Gli unici argomenti di cui parlavo erano creepypasta, morte e sangue. Nessuno sembrava capirmi. Forse il gruppo dei darkettoni della scuola, ma erano troppo persino per me.>>

L'uomo smilzo la capiva veramente e sembrò dispiaciuto per la situazione della ragazza.

<<Allora per me va bene.>>

L'altra si girò di scatto sorridendo come un'ebete.

<<Dici sul serio?>>

Lo Slender annuì e lei si alzò in piedi abbracciandolo.
Lui non ricambiò subito, però poi si arrese, perché sapeva che lei non lo avrebbe lasciato fino a che non l'avesse abbracciata, così la strinse a sé con un gesto goffo che la fece ridere.

<<Grazie.>>

Era la prima volta che qualcuno lo ringraziava da quando era diventato ciò che era. Si sentiva felice. Finalmente aveva trovato una persona con cui condividere il proprio dolore e con cui poter parlare, visto che nessuno l'aveva mai ascoltato prima di allora.
Stettero in quella posizione per un tempo infinito, poi lo Slenderman si staccò da lei e si alzò di scatto, guardando dietro di sé.

<<Che cosa c'é?>>

La ragazza aveva reagito male a quel distacco così improvviso e si strinse nel giubbotto di pelle perché sentiva il vento gelido, che adesso soffiava e la faceva rabbrividire. Pensava che si fosse spaventato per un forte rumore di qualche animale o che fosse stata una sua impressione, perché lei non aveva udito nulla di anomalo.

<<C'é qualcuno.>>

A quelle parole un'espressione confusa e agitata comparve sul viso di Crystal. Poco dopo, però, si tranquillizzò, poiché dalla sua parte sapeva di avere la creepypasta più forte di sempre. Al confronto con lui, persino Jeff the Killer sarebbe parso come una formica. Sorrise a quel pensiero, nonostante considerasse la storia di quest'ultimo come la sua seconda preferita.

<<Rimani qui.>>

<<Ma, io...>>

L'altro si voltò con fare arrabbiato.

<<Vuoi restare con me?>>

Crystal annuì convinta.

<<Bene. Allora da adesso in poi dovrai obbedire agli ordini che ti darò. Non voglio che tu ti faccia male.>>

<<Come vuoi.>>

Lei si sedette a gambe incrociate e lo fissò con un'espressione decisa.
L'altro rimase a osservarla ancora per qualche secondo, poi si allontanò, inoltrandosi nel bosco.
La ragazza intanto rimase ad aspettarlo contando i secondi con evidente scocciatura e giocando con i sassolini lungo la riva del laghetto.
A un certo punto sentì un fruscìo e si alzò voltandosi contenta, sicura che davanti a lei ci fosse lo Slender. Invece sul suo volto comparve puro terrore e indietreggiò in preda alla paura.
Davanti a lei un uomo le stava puntando contro un fucile e lei si sentiva in trappola, come un topo ormai tra le fauci del leone.
Fece ancora qualche passo indietro e mise uno scarponcino nell'acqua gelida, capendo che più di così non potesse fare.

<<C-chi sei?>> chiese la ragazza.

<<Potrei farti la stessa domanda>>,  disse l'altro senza accennare a un abbassamento del fucile. <<Cosa ci fa qui una bella ragazza come te?>>

<<Io stavo solo facendo una passeggiata. Vengo qui spesso.>>

Stava mentendo spudoratamente, ma non poteva certo rivelargli che fosse lì con lo Slender solo pochi minuti prima. Non credeva neppure che lui le avrebbe creduto.
L'uomo in questione indossava una giacca dalla fantasia militare e un paio di pantaloni sporchi di fango. Una lunga cicatrice lo rendeva cieco da un occhio.
Sparò un colpo che le sfiorò la guancia e le provocò un taglio, da cui uscì un rivolo di sangue.

<<Bugiarda. Nessuno si é mai addentrato in questo bosco da solo, tantomeno durante la notte, e ne é mai uscito vivo e sai perché?>>

Crystal scosse la testa anche se conosceva benissimo la risposta.

<<Perché qui ci vive il famigerato Slenderman. Lo so perché mio figlio é sparito e io ho indagato. Troppi bambini sono scomparsi in questo luogo e io ho solo fatto due più due. Sono venuto a prendermi la mia vendetta.>>

<<Mi dispiace deluderti>>, iniziò l'altra <<ma quella é solo una leggenda metropolitana. Sei solo un pazzo a credere a queste storie.>>

Lo sguardo dell'uomo si fece duro e strinse le dita attorno al fucile. La ragazza se ne accorse e un'ansia tremenda s'impossessò di lei, facendola rabbrividire. Avrebbe voluto piangere e correre via. Ma un nodo alla gola la bloccava e le sue gambe sembravano in grado di potersi rompere da un momento all'altro.

<<E invece eri qui con lui, dico bene? Vi ho visti. Non so perché non ti abbia ucciso, ma stai tranquilla che ci posso pensare io.>>

Lei deglutì rumorosamente.

<<Perché vuoi uccidere anche me?>>

<<Non ci arrivi? Perché io dovrei aver perso un figlio e i tuoi genitori no? Non mi sembra affatto giusto. Inoltre sei complice di quel mostro. Se ci tiene a te, vorrá dire che se ti uccido lui perderá qualcuno a cui vuole bene, proprio com'é successo a me.>>

<<M-ma parliamone. Non vorrai mica uccidere una persona innocente? Io non ho fatto niente. Giuro. Ti prego, lasciami andare.>>

L'uomo scoppiò a ridere.

<<Non é così che vanno le cose, ragazzina. A volte la vita é proprio ingiusta, non credi?>>

Impugnò con maggiore forza il fucile.
Lei pianse. Calde lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso segnato dai tagli dei rami e dal colpo del fucile. Quell'acqua salata sembrava voler lavare via le impuritá del suo volto per renderla pulita e prepararla alla sua morte imminente.
Sarebbe veramente morta così? Uccisa per una cosa che non aveva fatto?
A quel punto avrebbe decisamente preferito essere stata uccisa dall'uomo smilzo quando lo aveva incontrato. Le tornò alla mente quel volto pallido e le mani scheletriche.
Slendy... Dove sei?
Un'ultima lacrima solcò il suo viso, poi, lo sparo.

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