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Capitolo 87 - Caccia alla Bandiera e Profezie

Finalmente gli dei videro le due squadre disporsi per cominciare la partita a Caccia alla Bandiera. Essendo inverno, i ragazzi del campo erano piuttosto pochi, ma tutti desiderosi di abbattere le Cacciatrici.
"Sono molto popolari, lo devo ammettere persino io." Commentò Ade, divertito. Poseidone gli diede una gomitata indicando il figlio. "Sta parlando con Talia."

—Io vado in attacco — propose la ragazza. — Tu stai in difesa.-
—Oh. — Percy esitò visibilmente, dicendo poi — Non pensi che con il tuo scudo starestimeglio in difesa?-Talia aveva già l'egida al braccio e perfino gli altri ragazzi del campo se ne tenevano alla larga, non volendo vedere la testa di bronzo di Medusa.-

"Oh, sono entrambi così desiderosi di stare in difesa." "Sono pronti a combattere, più degli altri semidei. E' normale che nessuno dei due desideri stare in difesa." "Normale. E sono competitivi." "Va bene essere competitivi, se alla fine vinci." "Zeus, la pensi così perché sei competitivo." Disse Ade, e Poseidone, scuotendo la testa, mormorò. "E non vinci nemmeno" "Stai zitto Poseidone." "Oh, la verità fa male?" Chiese Ade, ridendo, zittendosi quando Talia rispose al cugino.

—Be', pensavo che fosse più utile in attacco — replicò lei. — E poi tu hai maggiore esperienza in difesa.-


"Questo è quello che io chiamo colpo basso." Disse Ade e Zeus lo guardò. "Non sassyness?" "No, no. Sassyness è quando spegni l'altro senza sforzo. Questo è un tentativo di umiliare il ragazzo. Non è bello. Percy non lo farebbe mai." "E' strano sentirti difendere Percy, sai?" Chiese Poseidone, ed Ade scrollò le spalle, non volendo spiegare perché.


—Sì, nessun problema — disse a denti stretti Percy, fulminando con lo sguardo la cugina.
—Fantastico. — Talia si voltò per aiutare un paio delle ragazze di Afrodite che avevano qualche problema a infilarsi l'armatura senza spezzarsi le unghie. Nico Di Angelo corse incontro a Percu con un grande sorriso stampato in faccia.—Percy, che forza! — L'elmo di bronzo con il pennacchio azzurro gli cadeva davanti agli occhi e il pettorale dell'armatura era di almeno sei taglie più grande. Nico sollevò la spada con un certo sforzo. — Dobbiamo uccidere le avversarie?-

"Mi preoccupo per il ragazzo." Annunciò Zeus, e Ade sorrise. "E' tenero." "Dici così perché è tuo figlio, Ade." "Be', sì. Ma resta comunque tenero."


—Be'... no.— -Ma le Cacciatrici sono immortali, giusto?— -Solo se non cadono in battaglia. E poi...- —Pensa che forte se potessimo resuscitare non appena ammazzati in battaglia... potremmo continuare a combattere e...— -Nico, questa è una cosa seria. Le spade sono vere. Possono fare male.-

"Wow, è appena sembrato un adulto responsabile. Inquietante." Commentò Ade, e Zeus, dando di gomito a Poseidone, confermò. "Altro che sentire Ade difendere Percy, questo è oltre natura." "Siete due idioti. Immortali, ma comunque idioti."

Percy, notando lo sguardo deluso del ragazzo, gli diede qualche pacca sulla spalla. — Ehi, hai ragione tu, è proprio una forza! L'importante è che segui la squadra. Sta' alla larga da Zoe. Ci divertiremo un mondo.-
Nico gli rivolse un sorriso entusiasta

Mentre la scena cambiava, Ade sorrise teneramente. "E' davvero bravo." "Lo so. Aiuta tutti anche se sono orribili con lui." "Tipo te." Dissero, in coro, Poseidone ed Ade. Zeus, controvoglia, annuì. "Anche me."



—Le Cacciatrici hanno vinto! — annunciò Chirone con scarso entusiasmo. Poi borbottò: — Per la cinquantaseiesima volta di fila.— -Perseus Jackson! — strillò Talia, andando furiosamente incontro al cugino.


"Oh, riconosco la parentela." Disse Ade, indicando la ragazza e poi puntando il dito sul fratello. "Sembra te quando vai fuori di testa per niente." "Percy ha fatto perdere loro la partita." "Non dare la colpa a mio figlio! Lui ha la Bandiera e Talia no! Quindi, chi è che ha fatto perdere la partita?" "Che bello, litigate per i vostri figli, adesso."

Tutti, tranne Percy, trasalirono e fecero un passo indietro per l'Egida aperto.
—In nome degli dei, a cosa accidenti stavi PENSANDO?— ululò. Percy serrò i pugni, rispondendo irritato. — Ho preso la bandiera, Talia! — Gliela sventolò in faccia. — Ho visto un'occasione e l'ho colta!— -IO SONO ARRIVATA ALLA LORO BASE! — urlò lei. — Ma la bandiera era sparita. Se tu non ti fossi immischiato, avremmo vinto.— -Avevi troppe avversarie addosso!— -Oh, così è colpa mia?— -Non ho detto questo.— -Argh! — Talia diede una spinta al cugino, e una potentissima scossa elettrica lo attraversò, scaraventandolo in acqua con un volo di tre metri.

"Questo deve aver fatto male." Disse Zeus, guardando la figlia con qualcosa simile alla delusione. Ade indicò Chirone. "Dovrebbe intervenire prima che degeneri tutto."

—Scusa — fece Talia, impallidendo. — Non volevo...-
Un'onda proruppe dal ruscello e si schiantò sulla faccia di Talia, inzuppandola dalla testa ai piedi. Percy si rialzò. — Già — ringhiò. — Non volevo nemmeno io.-

Ade annuì. "Si dovrebbe davvero intervenire prima di non avere più un Campo." Zeus e Poseidone annuirono e basta. Erano davvero troppo potenti per quel Campo.

Talia aveva il fiato grosso.—Basta! — ordinò Chirone.
Ma Talia sollevò la lancia. — Vuoi una lezione, Testad'Alghe?-  -Accomodati, Faccia di Pigna!-

"Oh, bene adesso si ammazzano. Altro che discutere voi se ucciderli o meno. Bastava lasciarli soli per un secondo e bum, nessun semidio della profezia."
Ade rise per la sua stessa battuta.
"Lo sai che non sei divertente, vero?" Gli chiese, sinceramente curioso, Poseidone. Zeus scrollò le spalle. "Ha avuto uno shock da bambino." "OH; QUELLO HA FATTO MALE!"

Ade indicava la scena, dove un fulmine, evocato da Talia,  si era abbattuto sulla sua lancia come su un parafulmini e rimbalzò sul petto del ragazzo, che crollò a terra, i vestiti bruciati.
—Talia! — urlò Chirone. — Adesso basta!-

"Ora Percy sembra davvero furioso." Commentò Zeus, sapendo che il ragazzo non avrebbe semplicemente preso, non importa il dolore di Talia in quel momento.

Infatti, il ragazzo si era rialzato subito e aveva sollevato centinaia di litri di acqua  in una spirale, formando una gelida ed enorme cascata a forma di imbuto.
—Percy! — supplicò Chirone.

"Oh, che bello, l'annega." Ade era troppo felice per essere normale. Zeus e Poseidone si scambiarono uno sguardo, decidendo di portarlo fuori il più possibile dagli'Inferi.

In un colpo solo, l'acqua tornò nel suo letto, Percy distratto da qualcosa. Talia rimase così sorpresa che si voltò per vedere cosa stesse guardando il ragazzo.

"Quello è... l'oracolo?"

—E' impossibile — esclamò Chirone. Non lo avevo mai sentito così nervoso. — Lui non... lei non ha mai lasciato lasoffitta. Mai.-
Eppure, l'Oracolo continuò ad avanzare, finché non si fermò al centro del gruppo. Il vapore che roteava ai suoi piedi tingeva la neve di una malsana sfumatura verdognola. Nessuno osò muoversi. Poi la voce dell'Oracolo sibilò dentro la testa di tutti i presenti, qualcuno che si chiuse le orecchie con le mani. -Io sono lo spirito di Delfi. Portavoce delle profezie di Febo Apollo, uccisore del possente Pitone.-

"Sta guardando Percy, adesso. Tipo, decisamente."
Ade aveva ragione: l'Oracolo stava scrutando con i suoi gelidi occhi morti il ragazzo. Poi si voltò indiscutibilmente verso Zoe Nightshade. -Avvicinati, postulante, e chiedi.-

"Oh, Percy è stato ignorato da uno Spirito." "Ma non parte comunque?" Chiese Zeus, che si ricordava il ragazzo come membro dell'impresa. "Si unirà come accompagnatore, no? Avrebbe senso portarsi il più forte semidio con loro." Zeus annuì, ritenendo la spiegazione di Ade perfettamente sensata.


Zoe deglutì. — Che cosa debbo fare per aiutare la mia dea?-
La bocca dell'Oracolo si aprì e il vapore verde si riversò fuori. La vaga immagine di una montagna e una ragazza in piedi sulla vetta spoglia. Era Artemide, ma era incatenata alla roccia. Era in ginocchio, le mani alzate come per difendersi da un aggressore, e sembrava soffrire. L'Oracolo parlò:
_Cinque andranno a ovest dalla dea in catene.
Uno si perderà nella terra dove mai pioggia viene.
Il flagello dell'Olimpo la strada saprà mostrare.
Il campo e le Cacciatrici insieme potranno trionfare.
La maledizione del Titano uno dovrà patire,
e per mano di un genitore, un altro dovrà perire.-
Poi, davanti agli occhi di tutti, il vapore si riavvolse in un turbine, ritraendosi come un grande serpente verde nella bocca della mummia. L'Oracolo si sedette su un masso e tornò immobile come era stato nella soffitta, come se potesse restare seduto sulla riva di quel ruscello per un centinaio di anni.

"Quella era una Profezia assurda." Disse Ade, spaventato. Anche Poseidone e Zeus si scambiarono uno sguardo. Avevano capito cosa volesse dire 'la maledizione del Titano', ed erano preoccupati. E cosa dire del 'per mano di un genitore uno dovrà perire'?

Angolo autrice
SONO VIVA!
Alla prossima!
By rowhiteblack

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