capitolo 8 - Esplode Alecto
La scena successiva era all'interno di un museo.
Zeus indicò il professore della classe. "Ragazzi, quello è Chirone." Ade e Poseidone guardarono l'uomo. "Hai ragione. Che ci fa qui?" La risposta arrivò poco dopo.
Una ragazza fece una battuta su una stele, e Percy Jackson esclamò. "Vuoi chiudere quella boccaccia?"
Tutta la classe rise, mentre Chirone si interruppe.
"Jackson. Vuoi fare qualche commento?" Il ragazzo arrossì. "No, signore."
Chirone indicò una stele. "Forse vuoi dirci cosa rappresenta questa immagine?" Percy guardò la statua indicata, e sembrò sollevato. "È Crono che divora i suoi figli, giusto?" "Sì. E lo fa perché..." Perseus apparve in difficoltà. "Be'... Crono era il dio sovrano e..." "Dio?" "Titano. E... non si fidava dei suoi figli, che erano dei. Perciò, ecco, li ha divorati, giusto? Ma sua moglie ha nascosto il piccolo Zeus e al suo posto ha fatto mangiare al marito una pietra. Poi, quando Zeus è cresciuto, con l'inganno ha costretto Crono a vomitare i suoi fratelli e le sue sorelle..." "Bleah!" Commentò qualcuno. "...e così c'è stata una grande battaglia fra gli dei e i Titani. E gli dei hanno vinto."
Ci furono delle risatine sparse. La ragazza dell'inizio borbottò. "Come se questa roba servisse a qualcosa nella vita vera. Come se nelle domande di assunzione ci fosse scritto "Spieghi perché Crono ha divorato i suoi figli."" Chirone guardò di nuovo Percy. "E come mai, Jackson, per parafrasare l'ottima domanda della signorina Bobofit, questo dovrebbe interessarci nella vita vera?" Percy alzò le spalle. "Non lo so, professore." "Capisco." Chirone sembrava deluso. "Be', sei andato benino, Jackson. Zeus in verità fece bere a Crono una miscela di mostarda e vino, inducendolo a rigurgitare i suoi altri cinque figli. Naturalmente, essendo divinità immortali, avevano continuato a crescere intatti nello stomaco del Titano, senza mai essere digeriti. Gli Dei sconfissero il padre, lo fecero a pezzi con la sua stessa falce e sparsero i suoi resti nel Tartaro, la parte più oscura degli Inferi. E su questa nota allegra, direi che è ora di pranzo. Signora Dodds, vuole condurci fuori?" Gli Dei ridacchiarono per la spiegazione di Chirone. Avevano capito che per Percy era una specie di professore, quindi probabilmente stava controllando la situazione del ragazzo.
La scena cambiò improvvisamente.
Si ritrovavano di nuovo davanti alla stele. La Dodds era davanti a Percy e stava parlando.
"Non siamo degli sciocchi, Percy Jackson. Era solo questione di tempo perché ti scovassimo. Confessa, e soffrirai di meno."
Il ragazzo aveva un'espressione confusa in volto.
"Ebbene?" "Professoressa, io non..." "Tempo scaduto."
La Dodds divenne la furia Alecto.
Improvvisamente Chirone apparve, lanciando a Percy una penna. "Orsù, Percy!" Questa, nel volo, divenne una spada.
Appena la Dodds lo stava per colpire, Percy sferrò un colpo con la spada. La stanza divenne vuota.
Percy si guardò intorno sconvolto. Uscì e si avvicinò a Chirone. "Ah, la mia penna. In futuro sei pregato di portare la tua cancelleria personale, Jackson." Il ragazzo gliela diede. "Signore. Dove è la signora Dodds?" "Chi?" "L'altra accompagnatrice. La signora Dodds. L'insegnante di matematica." Chirone assunse un'espressione preoccupata. "Percy, non c'è nessuna signora Dodds in questa gita. A quanto mi risulta, non c'è mai stata nessuna signora Dodds alla Yancy Academy. Ti senti bene?"
Il ragazzo assunse un'espressione confusa. Guardò il museo, con una faccia sconvolta e preoccupata.
Zeus guardò i fratelli. "Secondo voi che ha?" Ade rispose. "Ha paura di diventare pazzo. Ha paura di questo."
Angolo autrice
Salve!
Ecco a voi l'8 capitolo!
By Rowhiteblack
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