capitolo 79 - conosciamo Apollo
Artemide lasciò Percy con Nico e Talia, assicurando loro che l'alba era vicina.
Talia e Grover esclamarono. -Percy, cosa voleva Artemide?-
Percy raccontò loro tutto l'incontro, facendo ridere gli dei.
Poseidone guardò Ade e Zeus. "Scusate ma perchè ridete?" "Sembra un figlio ansioso che racconta ai genitori una misfatta." Poseidone alzò un sopracciglio, prima di dire. "È più probabile che Talia si unisca a lui nel compiere la misfatta per poi nasconderla a Grover."
Grover impallidì. — L'ultima volta che le Cacciatrici hanno fatto visita al campo, non è andata molto bene.-
"Sono sempre più curioso di sapere cosa sia successo." Mormorò Ade. Zeus annuì, concorde. "Anche io. Dovremmo chiederlo a Artemide, se lo sa." "O a Dioniso. È plausibile che lui lo sappia. Sai osservazione diretta e non un racconto di altri."
—Come hanno fatto ad arrivare quassù? — domandò Percy. —Insomma, sono sbucate fuori dal nulla.-
"E questa è una domanda sensata. Come hanno fatto?" "Teletrasporto?" Suggerì Zeus. Ade sbuffò. "Si, si sono smaterializzate." "Cosa?" "Babbano."
—E Bianca si è unita a loro — aggiunse Talia, disgustata.
—È tutta colpa di Zoe. Quella montata, quella buona a...
"Wow! Vacci piano con i complimenti!" "Giusto, potrebbero pensare che ci tiene troppo a loro." Poseidone guardò alzando un sopracciglio i due fratelli. "Appena usciamo da qui, io chiedo a Era, Demetra ed Estia di disconoscervi come fratelli." Li avvertì.
—Come biasimarla? — la interruppe Grover. — L'eternità con Artemide? — Fece un sospirone.
"Il satiro ha un buon gusto." Disse Zeus. Ade annuì. "Artemide ha preso molto da Latona, hai ragione." Poseidone rise dell'espressione di Zeus. "Anzi, riformulo. Chiedo a Estia, Era e Demetra di disconoscere solamente Zeus." Ade gli sorrise.
Talia alzò gli occhi al cielo. — Satiri. Siete tutti cotti di Artemide. Non capite che non sarete mai ricambiati?-
"Forte come la morte è l'amore." Citò Ade, ricevendo due occhiate perplesse. "Scusa; ma che c'entra?" "Non lo so. Stava bene, credo." "No, era assolutamente insensato." Rispose Zeus, facendo annuire seriamente Poseidone e imbronciare Ade.
—Ma è così... amante della natura — replicò lui in tono svenevole.
—Sei proprio fuori — ribatté Talia.
—Fuori come una stella che splende nel cielo, sì — ammise lui con voce sognante.
"Non so chi dei due sia più divertente." Poseidone indicò il figlio, rispondendo a Zeus. "Lui. Guarda la sua espressione disgustata." Ade rise della risposta, annuendo. "Concordo con Posy." "Mi pare di averti detto di non chiamarmi Posy." "Preso nota." "Sono serio, Ade." "Preso nota anche di questo."
Alla fine il cielo cominciò a illuminarsi. — Era ora. È così pigro, d'inverno.-
Ade indicò Artemide. "Scusate ma lei quando si è avvicinata?" Zeus scosse il capo dicendo. "Secondo me la vera domanda è quanto dei loro discorsi ha sentito?" Poseidone alzò le spalle, dicendo. "Di entrambe le domande non sapremo mai le risposte. Ora non rompete."
—Lei, ehm, si riferisce al sorgere del sole? — chiese Percy, incerto.
—A mio fratello, sì.-
"Apollo è il sole. E poi ti chiedi perchè è egocentrico." Poseidone guardò Zeus. Ade alzò un sopracciglio. "Io avrei dato la colpa a Zeus e basta. Sono i suoi geni che hanno colpito Apollo. Egocentrico e megalomane."
All'improvviso, ci fu un esplosione di luce e calore, che, così come apparve, si spense all'improvviso. Percy vide una Maserati Spyder decappottabile rossa.
Il pilota scese dall'auto, sorridendo. Avrà avuto diciassette o diciotto anni e Percy lo vide simile per capelli biondi e il fisico atletico a Luke. Ma il dio era più alto, non aveva cicatrici sul viso e aveva un sorriso luminoso e divertito. Il tipo della Maserati indossava jeans, un
paio di mocassini e una maglietta senza maniche.
"Devo dire che Percy lo ha osservato per bene." Disse Ade. Poseidone lo guardò male pensando ad un'offesa. Zeus sbuffò e disse. "Posy, siamo greci." Per spiegare la totale assenza di malignità nella frase del fratello in comune. Poseidone sorrise a Zeus, annuendo alle sue parole.
—Cavolo, che splendore! — commentò Talia.
—Certo, è il dio del sole — osservò Percy.
—Non mi riferivo a quello.
"Anche Talia sembra averlo osservato bene, eh?" Poseidone scoppiò a ridere, concordando della frase di Ade. Zeus sbuffò, preferendo ignorare il minore.
—Sorellina! — esclamò Apollo. -Come butta? Non chiami mai. Non scrivi mai. Stavo cominciando a preoccuparmi.-
Ade guardò il nipote immortale, prima di commentare. "E poi le persone si chiedono perchè Artemide odi gli uomini? Guarda suo fratello com'è." Poseidone scoppiò a ridere mentre Zeus si indignava. "Ehy!" Poseidone disse. "Ade, Zeus ha ragione a lamentarsi." "Esatto!" "È anche per colpa sua che Artemide odia gli uomini." Ade rise, annuendo entusiasta.
Artemide sospirò. — Sto bene, Apollo. E non sono la tua sorellina.
—Ehi, io sono nato prima.
—Siamo gemelli! Quanti millenni dobbiamo ancora litigare...
"Sembra un talent show." Commentò Ade. Zeus e Poseidone lo fissarono. "Io comincio a preoccuparmi. Tu come passi le tue giornate?" "Beh, ad essere sincero, ultimamente sono molto più piacevoli. Hanno fatto un sacco di reality show o di film e serie tv, quindi ho qualcosa da fare. Poi, occasionalmente, mi preoccupo anche di vedere come vanno le cose negli Inferi." "Occasionalmente?" "Che c'è? È tutto sotto controllo, non serve rimanere sempre lì fermi!"
—Allora, come butta? — la interruppe lui. — Le ragazze sono con te, vedo. Serve qualche ripetizione con l'arco?
Artemide strinse i denti. — Ho bisogno di un favore. Devo andare a caccia, da sola. Vorrei che tu portassi le mie compagne al Campo Mezzosangue.
"Apollo le è sembrato la soluzione migliore?" Chiese Ade. Poseidone alzò le spalle dicendo. "Magari era l'unica possibile."
—Ma certo, sorella! — Poi alzò le mani come per dire:
'Fermi tutti!" — Sento che sta per arrivare un haiku.-
"Un cosa?" Chiese Ade. Poseidone scrollò le spalle, guardando il gemito delle Cacciatrici. "Credo niente di buono, a giudicare dalle loro espressioni."
Apollo si schiarì la voce e sollevò la mano in un gesto melodrammatico.
—Erba e neve. / Artemide soccorro. / Quanto sono forte. — Guardò gli altri con un gran sorriso.
"Cosa aspetta? Un applauso?" Chiese Ade. Poseidone sbuffò, rispondendo. "Dovrebbe sperare nell'assenza di pomodori. Faceva schifo." "E lui è il dio della poesia..." Fece notare Zeus.
—L'ultimo verso era di sei sillabe — commentò Artemide.
Apollo si accigliò. — Davvero?
—Sì. Prova con: Sono un esaltato.
—No, no, sono ancora troppe. Mmmh... — Si mise a
borbottare fra sé e sé.
"Bellissimi discorsi." Mormorò Zeus. Ade, indicando Talia e Percy. "Sembrano i loro, sapete?" "Nono, quelli di Talia e Percy sono più entusiasmanti."
Zoe Nightshade si rivolse ai giovani. — Il divino Apollo sta attraversando una fase haiku dopo il suo ultimo viaggio in Giappone. Sempre meglio della volta in cui è tornato da
Limerick. Non avrei mai retto un'altra poesia che cominciava con: "C'era una dea che veniva da Sparta..."-
I tre dei scoppiarono a ridere. "Povera Artemide." "Anche povere Cacciatrici. Voglio dire, Artemide non gli comunica della presenza costante di suo fratello. Importunatore di fanciulle." Ade rispose. "Ma parli di Apollo o di te stesso, Zeus?" "Io non importuno fanciulle." Poseidone e Ade lo fissarono. "Forse un po'..."
—Ci sono! — annunciò Apollo. — Sono un figo. Cinque sillabe! — Si inchinò, molto soddisfatto. — Ora a noi, sono io. Un mezzo di trasporto per le Cacciatrici, hai detto? Tempismo perfetto. Stavo proprio per mettermi in marcia.-
"Infatti è l'alba." Commentò Zeus. Ade annuì. "La tua arguzia non teme paragoni, fratellone
-Anche questi semidei necessitano di un passaggio replicò Artemide,
indicandoci. — Ragazzi del campo Chirone.
"Che bel modo di essere chiamato. Ragazzo del campo di Chirone. Riassume tutta la loro personalità, suppongo."
— Nessun problema! — Apollo guardò i giovani. — Siamo... Talia, giusto? So tutto di te.
Lei arrossì. — Salve, divino Apollo.
Ade scoppiò a ridere. "Sembra una che sta parlando alla sua cotta." "Ade davvero smettila. Sembri disperato." "Vivo di gossip, non lo sapevi?" "No, ma ora capisco molte cose." "Io mi sto disperando per colpa vostra. Smettetela, per favore."
-La figlia di Zeus, eh? In pratica sei la mia sorellastra. Una volta eri un albero, giusto? Felice di riaverti fra noi. Non sopporto quando trasformano le belle ragazze in albero. Cavolo, mi ricordo di quella volta...
"Però, ha la lingua sciolta!" Poseidone annuì. "Ho notato anche io la sua disponibilità a parlare senza pensare troppo." "Ha sicuramente preso da suo padre." Commentò Ade, facendo annuire Poseidone.
—Fratello — lo interruppe Artemide. — Dovresti andare
—Oh, giusto. — Poi guardò Percy e socchiuse gli occhi - Percy
Jackson?
— Cioè... Sì, signore.
Zeus esclamò. "Ehy!" Ade lo fissò. "Anche con te ha mostrato rispetto, Zeus. Perchè arrabbiarti così?" "Hai detto che parlo senza pensare!" "Ti sei reso conto adesso che ti avevo offeso? Sei un po' lento..."
—Bene! — esclamò Apollo. — Sarà meglio salire, eh? Corsa un'unica direzione... l'ovest. E chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.-
"Bell'entusiasmo." Poseidone guardò Ade. Il dio strinse le spalle. "Potrei smetterla, lo so."
—Bella macchina — fece Nico, guardando la Maserati.
—Grazie, figliolo — rispose Apollo.
—Ma come facciamo a entrarci tutti?
—Oh. — Il dio sembrò accorgersi del problema per la prima
volta. — Be', già. Detesto cambiare la modalità spyder, ma suppongo...-
"Wow, che gentilezza! E il premio per dio migliore va a....." Poseidone guardò Ade. "Hai minacciato di rendere mio figlio uno scheletro al tuo servizio." "Ma era una posizione di comando! Sarebbe stato un grande onore!" Zeus borbottò. "Secondo me non l'hanno vista così."
Si sfilò le chiavi dalla tasca e premette il pulsante dell'allarme: la macchina si illuminò di nuovo, lasciando alla fine un minibus, perfetto per trasportare tutte le persone.
—Fatto — esclamò. — Tutti a bordo!
"Beh, ha sicuramente stile." Mormorò Ade, facendo sbuffare Zeus. Poseidone sospirò, prima di dire. "Anche Apollo farebbe un figurone come dio del teatro." "L'altro chi è?" "Zeus." "Concordo. Ha un talento per il dramma naturale."
Zoe ordinò alle Cacciatrici di salire. Quando raccolse il suo zaino da terra, Apollo disse: — Dai qui, dolcezza. Lascia che lo porti io.
Zoe si scansò con un balzo e un lampo assassino negli occhi.
"Sembra che Apollo abbia qualche difficoltà con queste ragazze." "Hanno preso il temperamento di Artemide. Stai alla larga e puoi vivere." Poseidone sorrise alle parole di Zeus. Ade annuì, concludendo. "Non devi nemmeno ringraziarmi."
—Fratello — lo rimbrottò Artemide. — Non aiutare le mie Cacciatrici. Non le guardare, non parlare con loro, non flirtare con loro. E non chiamarle "dolcezza".
Apollo alzò le mani. — Scusa. Dimenticavo. Ehi, sorella, dove te ne vai, a proposito?
—A caccia — rispose lei. — Non sono affari tuoi.
—Lo scoprirò. Io vedo tutto. E so tutto.
"Mi sembra che le regole che Artemide abbia dato siano molto semplici." Commentò Poseidone. Ade sbuffò. "Lo sarebbero, ma stiamo parlando di Apollo." "Apollo è anche abbastanza egocentrico." Disse Zeus. "Io vedo tutto e so tutto." Ripetè il dio del tuono. Ade annuì. "Quindi incapace di non flirtare e egocentrico.... mi ricorda qualcuno." Poseidone rise divertito, mentre Zeus mormorava. "Ma perché Ade ce l'ha con me? Non gli ho fatto niente..."
Artemide sbuffò. — Devi solo portarle al campo, Apollo. E non combinare casini!
—No, no! Io non combino mai casini.
"Le ultime parole famose. " Rise Poseidone, mentre Zeus fulminava con lo sguardo Apollo. Ade sospirò. "Secondo me è il mai il problema. Non lo sanno che non si devono mai dire certe cose?" Poseidone lo fissò. "Come potrebbero saperlo, scusa?" "Guardando film, ovviamente. Fanno capire come ci si deve comportare a questo mondo. Non andare in una casa nel bosco, non dividersi, non fare discorsi troppo lunghi soprattutto se sei il cattivo. Sai, le cose basilari." Poseidone rimase fermo. "Io comincio a preoccuparmi ufficialmente." "Pensavo avessi cominciato secoli fa." Disse Zeus. Poseidone scosse la testa. "Avevo sottovalutato il danno cerebrale di nostro fratello."
La dea alzò gli occhi al cielo, poi ci guardò. — Ci vedremo al solstizio d'inverno. Zoe, ti affido le Cacciatrici. Sii un bravo capo. Fai tutto quello che farei io.
Zoe drizzò la schiena. — Sì, mia signora.
"Wow, Zoe è proprio una fan, eh?" Zeus guardò male Ade. "Sai a volte penso che tu sia un idiota." Poseidone guardò Zeus, incredulo. "Solo a volte? Io a volte non lo penso!" Ade sbuffò. "Siete entrambi dei pessimi fratelli. Adesso chiedo a papà di rimangiarvi." Zeus mormorò. "Tecnicamente di mangiare Poseidone e basta. Io non sono mai stato mangiato prima d'ora." Poseidone lo guardò male. "Allora per te sarà una nuova esperienza illuminante." Ade scoppiò a ridere.
Artemide si inginocchiò e toccò il terreno come per cercare delle tracce. Quando si rialzò, aveva un'espressione turbata. — Stiamo correndo un grave pericolo. Quella bestia dev'essere trovata.
Si slanciò nel bosco e svanì nella neve e nelle tenebre.
"Ah, ecco un'altra a cui piacciono le uscite di scena teatrali." Commentò Poseidone. Ade annuì. "Non per dire, ma Artemide conserva sempre una certa classe." Poseidone confermò. "Concordo."
Apollo si voltò e sorrise, facendo tintinnare le chiavi del minibus su un dito. — Allora — disse. — Chi ha voglia di guidare?-
"Solo io penso che non sia la cosa migliore da chiedere a un gruppo di semidei?" Chiese Poseidone. Zeus disse. "Io non vedo dove sia il problema." Ade mormorò. "Tu sei anche quello che pensa che cambiare partner ogni trenta secondi sia una cosa giusta e comprensibile."
Le Cacciatrici si stiparono all'interno. Si accalcarono tutte in fondo, per stare il più lontano possibile da Apollo e dal resto dei ragazzi. Anche se Bianca si unì a loro, Nico rimase dello stesso umore allegro.
—Che forza! — esclamò, saltando su e giù sul sedile del guidatore. — È davvero il sole? Pensavo che gli dei del sole e della luna fossero Elios e Selene. Com'è che ogni tanto sono
loro e ogni tanto siete lei e Artemide?-
Ade rise. Zeus e Poseidone lo guardarono sorpresi e lui spiegò. "Prima di tutto, non ho mai visto Nico così energico. Quando l'ho conosciuto era già triste per... beh, non era così. Poi, sembra divertente che lui sappia più cose di Percy, mentre è Percy quello che dovrebbe conoscerle." Zeus rise, mentre Poseidone guardava Nico. "In effetti è diverso dal solstizio dell'anno scorso. Cosa gli è successo." Ade smise di sorridere. "Lo vedrai."
—Ridimensionamento — rispose Apollo. — Hanno cominciato i Romani. Non potevano più permettersi tutti quei sacrifici nei templi, perciò hanno mollato Elios e Selene e
hanno affidato a noi il loro lavoro. Mia sorella ha avuto la luna. E a me è toccato il sole. All'inizio è stata un po' una seccatura, ma almeno ci ho guadagnato la macchina.
"Che a me sembra solo un vantaggio." Commentò Ade. Poseidone lo guardò. "Ma tu all'alba dormi ancora." "Io non devo essere sveglio all'alba. Nessuno commette un omicidio all'alba, preferiscono la notte. E comunque, non devo essere nemmeno sveglio per quel momento: ho Tanathos e un tribunale apposta per quello." Zeus lo guardò. "Sai, Era mi dice che tu sei geloso di come ci siamo spartiti il mondo, ma penso che non sia vero." "Perché?" Chiese Ade. Poseidone rispose. "Sarebbe stato troppo lavoro per te. E inoltre avresti dovuto interagire con tutta la famiglia molte volte." "Stiamo bene perché ci vediamo poco." Commentò Ade, laconico. "Ecco, appunto." Risposero Poseidone e Zeus.
—Ma come funziona? — chiese Nico. — Pensavo che il sole fosse una grossa, fiammeggiante palla di gas!
Apollo ridacchiò e gli arruffò i capelli. — Questa è solo una voce che probabilmente si è diffusa perché Artemide mi chiamava così, una volta. No, sul serio, figliolo: dipende se
parliamo di astronomia o di filosofia. Vogliamo parlare di astronomia? Bah, che gusto c'è? Vogliamo parlare di quello che gli uomini pensano del sole? Ecco, questo è più interessante. Girano parecchio intorno al sole... per così dire. Il sole li scalda, fa crescere i loro raccolti, può dare energia alle loro macchine, rende tutto più, be'... luminoso. Questo carro è costruito con i sogni che gli uomini hanno sul sole, figliolo. È antico quanto la civiltà occidentale. Ogni giorno percorre il cielo da est a ovest, illuminando ogni più piccola vita mortale. Il carro è la manifestazione del potere del sole, così come i mortali lo percepiscono. Ti torna?-
"Però, è riuscito a fare un discorso serio e lungo. Sono colpito." Commentò Zeus. Ade inclinò la testa. "Sai assomiglia a Percy: entrambi sembrano stupidi, ma in realtà non lo sono." Zeus ridacchiò. "Sei sicuro che Percy non lo sia?" "No, è un leader. E un leader non può essere stupido."
Nico scosse la testa. — No.
—Be', allora immaginalo come una macchina solare, potentissima e molto, molto pericolosa. -
"Questa è la cosa giusta da dire a un bambino." Approvò Poseidone, facendo annuire Ade. "Mi sarebbe venuto un colpo se lo avesse lasciato guidare."
—Posso guidare?
—No. Sei troppo piccolo.
"Nico non ha alcun istinto di sopravvivenza." Commentò Poseidone. Zeus disse. "In effetti me lo sarei aspettato da Percy, non da lui."
—Io! Io! — Grover alzò la mano.
—Mmh... no — rispose Apollo. — Troppo peloso. — Guardò Talia.
—La figlia di Zeus! — esclamò. — Il signore del cielo. Perfetta.
—Oh, no — Talia scosse la testa. — No, grazie.
"Talia sembra sconvolta." Commentò Poseidone. Ade annuì. "Ma perché non lo ha chiesto a Percy?" Chiese Zeus. Poseidone scrollò le spalle. "Magari vuole fare colpo su Talia." "Ma sono fratellastri." Disse Zeus, disgustato. "Tu e Era. Tu e Demetra. Vediamo... tu e..." "Hai reso il concetto, Ade. Smettila." Poseidone annuì alle parole del dio dei fulmini. "Già, altrimenti non finiamo più"
—Coraggio — insistette Apollo. — Quanti anni hai?
Talia esitò. — Non lo so.
Zeus si intristì, lanciando poi un'occhiata a Ade. Il dio dei morti rispose. "Non provare a incolpare me. Hai giurato sullo Stige e poi hai infranto il voto. Io non ho colpe, temo." Poseidone annuì. "Un giuramento sullo Stige non si deve sottovalutare mai." Zeus lo guardò. "E Percy?" Ade disse. "Ha sopportato Gabe, direi che è abbastanza per lui."
Apollo si diede dei colpetti sulle labbra con il dito. — Hai quindici, quasi sedici anni.
—Come fa a saperlo?
—Ehi, sono il dio della profezia. Conosco le cose. Compirai sedici anni fra una settimana circa.
—È vero! Il mio compleanno è il ventidue dicembre.
—Il che significa che sei abbastanza grande per guidare con il foglio rosa.
Talia si agitò un po' sul posto. — Ehm...
"Wow, Talia è passata da entusiasta a imbarazzata. Ma un'imbarazzata che non sa come rifiutare, non che si sente fuori luogo." Poseidone lo guardò. "Ade adesso sono davvero preoccupato." Ade sbuffò. "Quanto siete noiosi. Ma sono così anche gli altri familiari?" "Ermes e Apollo dovrebbero corrispondere alla tua idea di divertimento." "Perfetto, passerò più tempo con loro, allora."
—So cosa stai per dire — continuò Apollo. — Non ti senti degna dell'onore di guidare il carro del sole.
—Non è quello che stavo per dire.
—Non ti agitare! Dal Maine a Long Island è soltanto un viaggetto, e non ti preoccupare per quello che è successo all'ultimo ragazzo che ho addestrato. Sei la figlia di Zeus. Non
ti fulminerà.
"Apollo sembra un dio della profezia un po' scarso." Decretò Zeus. Ade annuì. "Dovresti dare il posto a qualcun altro." Poseidone annuì. "Concordo."
Ignorando Talia che cercava di rifiutare, Apollo aggiunse sul cruscotto un cartello, che riportava ATTENZIONE: PRINCIPIANTE ALLA GUIDA
"Chissà perchè, ma credo che sarà un po' inutile per quelli che lo leggono da Terra." Poseidone annuì. "Lo penso anche io."
—Tranquilla! — disse a Talia. — Sarai un pilota nato!
Ade sospirò. "Ecco, l'ha detto." Zeus lo guardò. "Quindi per te avremo un disastro dovuto alla guida di mia figlia." "Scommettiamo?" Zeus annuì. "Andata." Poseidone disse. "Cosa?" "Se Talia combinerà dei disastri, Zeus dovrà ballare Single Ladies durante il prossimo solstizio." "Se non lo fa, devi farlo tu." "Okay!" "Bene. Io vi farò il video in entrambi i casi. Efesto potrebbe apprezzare una novità del genere."
ANGOLO AUTRICE
Finalmente, ecco il nuovo capitolo!
Alla prossima!
By rowhiteblack
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