capitolo 75 - Westover Hall
In macchina, Sally continuava a parlare, riempiendo il silenzio. Il nervosismo dei semidei trapelava dai tic nervosi che li aveva contagiati.
"Quanto manca? Perchè secondo me diventano troppo nervosi e poi... fanno un casino, come loro solito." Zeus guardò male Ade. "Loro solito? L'unico che fa casino lì è Jackson. Mia figlia è fantastica e niente di meno." "Io preferisco Percy." Rispose Ade, sorridendo angelicamente.
Talia pulì il finestrino con la mano e sbirciò fuori. - Oh, fantastico! Sarà divertente.-
"Sono arrivati, contento?" Zeus guardò Ade, che annuì. "Sarà davvero divertente. Ragazzi, io vorrei dei popcorn... è possibile?" Poseidone sospirò, mentre Zeus borbottava. "In testa, dovremmo darteli."
Westover Hall era un castello di pietra nera, con torri, feritoie e un enorme
portone di legno. Si ergeva in cima a una collina innevata, tra una grande foresta coperta di ghiaccio da un lato e l'oceano grigio che ribolliva dall'altro.
"Mi sembra familiare il posto..." mormorò Ade. Poseidone scosse la testa, mormorando contro fratelli idioti e punizioni mancate.
- Sei sicuro che non vi devo aspettare? - chiese Sally, guardando il figlio, che rispose - No, grazie, mamma. Non so quanto ci vorrà. Ce la caveremo.-
Ade fece una mezza risata, mentre Zeus scuoteva il capo. "Portargli il pranzo al sacco?" Poseidone li fissò. "Parlate come se Sally non sia capace di fare una cosa del genere." Ade lo guardò. "Stai scherzando, vero?" Poseidone, con un sorrisetto, si rigirò.
- Ma come tornerete a casa? Sono un po' preoccupata, Percy.-
"Dopo tutto questo tempo?" Ade esclamò. "Sempre!" Poseidone e Zeus lo fissarono, alzando contemporaneamente un sopracciglio. "Che c'è? Passo un anno negli Inferi, cosa dovrei fare?" "Non guardare Harry Potter." Rispose Zeus. Ade sorrise. "Se hai riconosciuto la citazione, vuol dire che l'hai visto anche te, caro fratello." Poseidone sospirò. "Dovrebbero essere gli dei dei pazzi senza speranza."
- Non c'è problema, signora Jackson. - Annabeth sorrise, rassicurante. Nel viaggio, aveva infilato i capelli biondi in un berretto di lana. - Lo terremo fuori dai guai.-
Ade sorrise. "Questo è un momento OTP, che ovviamente Talia rovinerà. Tra tre, due, uno."
Alle parole di Annabeth, Sally si rilassò vistosamente.
- Bene, ragazzi - esclamò mia madre. - Avete tutto quello che vi serve?-
"Ora offre davvero loro il pranzo al sacco." Commentò Ade, aspettandosi di vedere la donna tirare fuori tre porta pranzo. Zeus scosse la testa. "Non credo, però sarebbe carino."
- Sì, signora Jackson - rispose Talia. - Grazie per il passaggio.-
"Talia cerca di liberarsi delle attenzione di Sally?" Domandò Zeus. "Perché?" "Magari non è abituata ad avere una madre che si preoccupa per lei."
- Maglioni di ricambio? Il mio numero di cellulare?
- Mamma...
- Il tuo nettare e la tua ambrosia, Percy? E una dracma d'oro per contattare il campo in caso di bisogno?-
"Cibo? Acqua? Il tuo codice fiscale? Tessera d'identità?" Ade stava elencando cose ad alta voce. Quando si accorse degli sguardi dei due fratelli, sospirò drammaticamente e disse. "Non mi capite." Poseidone guardò Zeus. "Mi sbagliavo. Non sei tu il dio che avrebbe fatto un figurone come dio del teatro." "E chi sarebbe?" Domandò Ade, facendo sospirare entrambi i fratelli. "Quante botte in testa ha preso?" "Troppe per poter essere contate."
Quando la macchina della mamma sparì in lontananza, Talia commentò: - Tua madre è forte, Percy.-
"Penso che definire Sally forte sia riduttivo." Commentò Ade. Poseidone lo guardò male. "In maniera totalmente disinteressata e obiettiva, calmati. Come sei esagerato."
- Sì, non è male - disse Percy. - E la tua com'è? Vi sentite mai?-
"Come farsi ammazzare in meno di due secondi, a cura di Percy Jackson." Zeus annuì alle parole di Ade. "Stavolta ha ragione."
Talia lanciò un'occhiataccia al cugino. - Se fossero affari tuoi, Percy...
"Terza guerra mondiale tra tre, due, uno..."
- Meglio che entriamo - li interruppe Annabeth. -Grover ci starà aspettando.
"Perfetto, saranno in due a rovinare i momenti OTP, adesso. Perchè uno non bastava." Ade si stava lamentando. Poseidone sospirò. "Pensa a quante cose possono accadere con tre persone invece che con due. Bellissima prospettiva, vero?" "Per il mio animo di fanboy?" Ade rimase in silenzio un po' "Si, bella davvero."
Talia guardò il castello e rabbrividì. - Hai ragione. Mi chiedo cos'abbia trovato qui che possa averlo spinto a mandarci l'sos.-
Anche Percy osservò le torri scure di Westover Hall.
- Niente di buono - indovinò.
"È un veggente, davvero. Cioè, nominatelo oracolo di delfi. È l'unica soluzione alla situazione." Poseidone e Zeus ridacchiarono alle parole di Ade.
Il portone di quercia si aprì con un gemito, e i tre si infilarono in un mulinello di neve. Le pareti erano rivestite di stendardi e vetrine piene di armi: fucili d'antiquariato, asce di guerra e un sacco di altra roba.
"Cavolo, so che è una scuola militare, ma a guardare le decorazioni c'è da restare secchi. Letteralmente."
I tre dei scoppiarono a ridere. "Niente è chiaro. È Sassy anche nei pensieri."
Percy infilò istintivamente la mano nella tasca, dove era conservata Vortice, percependo la presenza di qualcosa di pericoloso. Talia si accarezzava il braccialetto d'argento, il suo oggetto magico preferito.
Ade scosse la testa. "Sono entrambi convinti che dovranno affrontare qualcosa di pericoloso, vero?" Poseidone annuì. "Fossi in loro, ne sarei convinto anche io." Zeus annuì. "Effettivamente... sarebbe sorprendente il contrario."
Annabeth cominciò a dire: - Chissà dove...- venendo interrotta dal tonfo provocato dalla chiusura del portone alle spalle dei semidei.
"Sembra un film horror..."
- Oookay - borbottò Percy. - Immagino che ci fermeremo per un po'.-
"Che Percy ha appena rovinato." "Sembra uno di quei principi dei film Disney..." Ade guardò Zeus, corrugando la fronte. "Ma se sono inutili." "Io pensavo a Christoff." "Non è un principe..." disse Poseidone. "Non rompete." "Sennò?" "Vi lego a una montagna con degli avvoltoi che vi mangiano il fegato." "Già visto, fratellino. Inventane un'altra."
I tre semidei nascosero i borsoni dietro una colonna e si avviarono in direzione della palestra (probabilmente). Poco dopo, però, due adulti bloccarono loro la strada.
Entrambi coi capelli grigi e corti, indossavano delle uniformi nere in stile militare, con le guarnizioni rosse. La donna aveva un paio di baffetti sottili, mentre lui era perfettamente sbarbato. Camminavano entrambi in modo molto rigido.
- Ebbene? - domandò la donna. - Che ci fate qui?
"E adesso sono fregati..." Ade rise della sventura dei tre ragazzi. Poseidone scosse la testa. "Sei perfido." "Grazie." "Non penso fosse un complimento..."
- Ah! - scattò l'uomo, facendo trasalire i semidei. - Non sono ammessi visitatori al ballo! Jee-ttiamoli fuori!-
Ade stava ancora ridendo, incurante della missione dei tre semidei. Zeus inarcò un sopracciglio. "Ma è scemo?" Poseidone annuì. "Probabile."
Mentre Percy vedeva già la neve circondarli, Talia schioccò le dita, producendo un suono nitido e forte.
"Sa usare la Foschia?" Domandò Ade, sorpreso. Poseidone e Zeus scossero la testa, ugualmente sorpresi.
- Oh, ma noi non siamo visitatori, signore - esclamò Talia. - Noi veniamo a scuola qui, ricorda? Io sono Talia E
questi sono Annabeth e Percy. Siamo al terzo anno.-
Percy fissava Talia dubbioso. "Cosa vuole fare? Adesso, con ogni probabilità, prima ci avrebbero puniti per la bugia, e poi ci avrebbero gettati nella neve. "
Ade sorrise alle parole di Percy. "È positivo il ragazzo." Poseidone annuì. "Sembrerebbe proprio di sì."
L'uomo guardò la collega. - Signora Jessett, conosce questi studenti?-
Gli dei osservarono Percy cercare di trattenere le risate. "Un'insegnante che si chiama Jessett? Quell'uomo ha voglia di scherzare!" Zeus scosse la testa. "Poseidone? Tuo figlio è un idiota." Poseidone sospirò. "Sembrerebbe proprio di sì."
La professoressa Jessett cominciò a sbattere le palpebre, leggermente intontita. - Io... sì. Credo di sì, signore. Annabeth. Talia. Percy. Che ci fate fuori dalla palestra?-
"Però..." mormorò Ade. "È potente la foschia di Talia..." Poseidone annuì. "Brava. Di solito non sono così bravi i figli di Zeus." "Ehy!"
Grover comparve, ansimante. - Ce l'avete fatta! Ce...- e si bloccò non appena vide gli insegnanti. - Oh,
professoressa Jessett. Dottor Thorn! Io, ehm...-
Ade rise, deliziato. "Se non è Percy che manda a rotoli tutto, ci pensa Grover." Zeus sospirò.
- Che succede, Underwood? - chiese l'uomo. - In che senso, ce l'hanno fatta? Questi studenti vivono qui.-
"La domanda dell'insegnante è legittima, effettivamente." Fece notare Ade, mentre Poseidone cercava di prendere un laccio per strozzarlo.
Grover deglutì. - Sì, signore. Certo. Volevo solo dire che sono felice che ce l'abbiano fatta a... preparare il punch per il ballo! È fantastico.-
"Questo è un calcio d'angolo non indifferente." Mormorò Ade. Zeus lo fissò. "Di che parli?" "Calcio. Sport italiano, è il nostro soccer." "Sembra stupido." "Gli americani seguono il football... quello non sembra stupido?"
Il dottor Thorn scrutò i semidei. Percy decise di concentrarsi su quale dei due occhi doveva essere finto: quello marrone o quello azzurro? Dallo sguardo, comunque, sembrava che
morisse dalla voglia di scagliare i ragazzi giù dalla torre più alta del
castello, ma poi la signora Jessett intervenne con voce trasognata: - Sì, il punch è ottimo. Ora sbrigatevi, tutti quanti. E non uscite più dalla palestra!-
"Wow!" Zeus era sinceramente colpito dalla figlia, Ade invece disse. "Io avrei voluto che Thorn li buttasse nella neve..."
Percy si avvicinò a Talia, chiedendole. - Come hai fatto a materializzare quella roba con lo schiocco delle dita?-
"Ha appena chiamato la Foschia quella roba?" Chiese Zeus, offeso. Ade rise. "Millenni di tradizione che se ne vanno per Percy."
- Vuoi dire la Foschia? Chirone non ti ha ancora mostrato come si fa?-
Poseidone sbuffò. "Talia è un po' arrogante." Ade annuì. "Mi ricorda qualcuno." Disse, indicando Zeus, che non li guardava. Poseidone rise, mentre Zeus li fissava. "Che avete?" "Niente."
- C'è mancato poco! - esclamò Grover. - Grazie agli dei siete arrivati!-
"A cosa c'è mancato poco?" I due fratelli alzarono le spalle.
- Allora, qual è l'emergenza? - chiese Percy. Grover fece un respiro profondo. - Ne ho trovati due.-
"Due cosa?" Chiese Zeus. Poseidone lo guardò. "Unicorni." "Davvero?"
- Due mezzosangue? - chiese Talia, stupita. - Qui?
Grover annuì.- Fratello e sorella - continuò lui. - Di dieci e dodici anni. Non so chi siano i loro genitori, però sono forti. Ma non abbiamo più molto tempo. Ho bisogno di aiuto.-
"Fratello e sorella?" Ade spalancò gli occhi. "Sono..." Poseidone lo guardò. "Ci sei arrivato!"
- Mostri?-
-Uno. - Grover sembrava nervoso. - E sospetta qualcosa. Non credo che ne sia ancora certo, ma oggi è l'ultimo
giorno del trimestre. Sono sicuro che non permetterà loro di lasciare la scuola senza prima accertarsene. Potrebbe essere la nostra ultima occasione! Ogni volta che cerco di avvicinarli, lui me lo impedisce. Non so che fare!-
"Ecco perchè hanno deciso di andare subito..." mormorò Zeus. Poseidone annuì. "Credo sia per quello..."
-Va bene - disse Talia.- Questi mezzosangue sono al ballo?
Grover annuì.
- Allora balliamo - concluse Talia. - E chi è il mostro?-
- Oh - esclamò Grover, e si guardò attorno innervosito. - Lo avete appena incontrato. Il vicepreside, il dottor Thorn.-
"Lo sapevo!" Ade si entusiasmò. Poseidone lo guardò. "Perchè così felice?" Perchè vedremo davvero Thorn spedirli nella neve!"
- Eccoli lì. - Grover indicò con un cenno un paio di ragazzi più piccoli che litigavano sulle gradinate. - Bianca e Nico Di Angelo.-
Ade guardò i propri figli, con gli occhi lucidi. Bianca indossava un cappello verde e floscio, come per nascondersi il viso. Nico aveva i capelli neri e lucidi e la pelle olivastra, e gesticolava parecchio mentre parlava. Il ragazzino stava mescolando una specie di mazzo di carte da collezione. La sorella lo stava rimproverando, o almeno così sembrava.
Continuavano a guardarsi attorno.
"Sono perfetti." Mormorò Ade.
- Loro lo... cioè, gliel'hai detto? - chiese Annabeth.
Grover scosse la testa. - Sai come funziona. Saperlo potrebbe metterli in pericolo. Quando si rendono conto di chi sono, mandano un odore più intenso.-
"Perfume de semidee" Disse Zeus, sorridendo.
- Allora prendiamoli e andiamocene - concluse Percy, avviandosi verso loro.
Talia gli mise una mano sulla spalla.
"Momento OTP." Disse Poseidone, sorridendo ad Ade che cominciò a saltellare.
Il vicepreside, il dottor Thorn, era sbucato da una porta delle gradinate e si era piazzato vicino ai fratelli Di Angelo. Salutò freddamente il gruppetto con un cenno. L'occhio azzurro sembrò scintillare.
- Non guardate i ragazzi - ordinò Talia. - Dobbiamo aspettare l'occasione giusta per avvicinarli. Bisogna fingere che non ci interessino. Depistarlo.-
"Manie di onnipotenza..." disse Ade. Poseidone annuì. "È fastidioso quando le hanno."
- Come?-
- Siamo tre potenti mezzosangue, la nostra presenza dovrebbe confonderlo. Mescolatevi agli altri. Comportatevi con naturalezza. Ballate, ma tenete d'occhio quei ragazzi.-
"Percy balla?" Chiese Ade, facendo ridere Zeus. Poseidone sbuffò.
- Ballare? - domandò Annabeth.
Talia annuì. Tese l'orecchio alla musica e fece una smorfia.
- Bleah. Chi ha scelto Jesse McCartney?-
"Chi?" Poseidone incontrò gli sguardi dei fratelli. "Boh."
Grover sembrò ferito. - Io.
- Santi numi, Grover. Che idiota! Non potevate mettere, che so, i Green Day o roba del genere?-
"Chi?"
- I Green chi?-
"Grover capisce la nostra situazione perfettamente." Zeus annuì alle parole di Poseidone. "Già. Perfettamente. Chi sono i Green Day?" Ade scosse la testa. "Probabilmente uno di quei gruppi infernali che vanno adesso."
- Lasciamo perdere. Balliamo.- - Ma io non so ballare!- - Sì, se conduco io - insistette Talia. - Muoviti, ragazzo-capra.-
Ade ridacchiò, mentre Talia trascinava Grover sulla pista da ballo.
Annabeth sorrise. - Che c'è? - le chiese Percy. - Niente. Solo che è bello avere di nuovo Talia con noi.-
Mentre Percy la guardava, Annabeth si tolse il berretto di lana, facendo ricadere i lunghi capelli biondi sulle spalle.
"Percy sembra in difficoltà." Notò Ade, sorridendo angelicamente. Poseidone lo guardò male, mentre Zeus rideva di gusto.
-Allora... - Percy cercò qualcosa da dire. - Ehm, hai progettato qualche bell'edificio, ultimamente?-
"Sei serio? Poseidone tuo figlio ha dei seri problemi." Zeus scosse la testa. "Assurdo..."
Gli occhi di Annabeth si illuminarono, mentre rispondeva.- Santi numi, Percy. Nella mia nuova scuola sono riuscita a farmi dare Design 3D come materia facoltativa e c'è un programma al computer che...-
Mentre la ragazza continuava a parlare dei progetti che aveva fatto, Percy cercava di mascherare la sua delusione per il fatto che ad Annabeth piacesse così tanto la scuola. Anche se era a New York, era femminile e non riusciva mai a vedere né lei né Talia.
"Ahah! Non si rende nemmeno conto di esserne innamorato! Tuo figlio è patetico." "La smetti di offendere Percy, Ade?" "Quando lui ed Annabeth staranno insieme smetterò di offenderlo."
- Già, ehm, forte - commentò. - Così rimarrai là per il resto dell'anno, eh?-
"Però è tenero, voglio dire. Lei è felice e a lui va bene."
Annabeth si scurì in viso. - Be', forse, se non...-
"Se non cosa?" "Se Percy non si fa avanti e fuggono insieme?" Poseidone guardò Ade. "Ma cosa hai che non va?" "Non lo so! Persefone mi ha fatto controllare." "Non da uno abbastanza bravo!"
- Ehi! Ballate, ragazzi! - ordinò Talia. - Sembrate due stupidi a starvene lì impalati.-
"Percy sembra sempre stupido. Cioè, l'ha visto in faccia?" Ade rise, mentre Poseidone scuoteva il capo, borbottando frasi contro fratelli stupidi.
Con un certo nervosismo, Percy guardò prima Annabeth e poi le
ragazze che vagavano per la palestra.
- Allora? - fece Annabeth
- Ehm, a chi dovrei chiederlo?-
"È un idiota."
Annabeth diede un pugno nello stomaco al ragazzo.-A me, Testa d'Alghe.-
"Ha fatto benissimo. Percy è un idiota e merita tutti i pugni di questo mondo." Zeus annuì. "Ben detto, Ade." "Vi odio entrambi."
- Oh. Oh, giusto.-
I due entrarono in pista e Percy guardò come facevano Talia e Grover. Mise una mano sul fianco di Annabeth e lei afferrò l'altra mano del ragazzo.
- Non mordo - disse. - Sul serio, Percy. Ma non ci sono i balli nella tua scuola?-
"Percy sembra più spaventato adesso che contro i mostri." Ade stava sorridendo. Anche Poseidone, questa volta, sorrise. "Ho notato. Sembra davvero terrorizzato."
- Che stavi dicendo, prima? - le chiese. - Hai qualche problema a scuola?
Lei storse la bocca. - La scuola non c'entra. È mio padre.-
"Il professore, giusto?" Ade guardò i fratelli. Poseidone annuì. "Sì, si era riavvicinata a lui dopo un suggerimento di Percy."
- Oh-oh. Pensavo che andasse meglio fra voi. C'entra ancora la tua matrigna?-
"Fidanzato protettivo, made on." Zeus annuì. "È sempre bello vederlo così impegnato."
Annabeth sospirò. - Ha deciso di trasferirsi. Proprio adesso che cominciavo a sentirmi a casa a New York, lui prende e decide di accettare questo nuovo lavoro di ricerca per un libro sulla Prima guerra mondiale. A San Francisco.-
- Così vuole che ti trasferisca laggiù insieme a lui? -
"Il ragazzo è un genio. È il padre: è ovvio che vuole che si trasferisca insieme a lui." Ade scosse la testa. "Non tutti i padri lo sanno fare."
- Dall'altra parte del paese - confermò, afflitta. - E i mezzosangue non possono vivere a San Francisco. Dovrebbe saperlo.
- Cosa? Perché no?
- Lo sai. È proprio lì.
Percy annuì.
Ade rise. "Non sa di cosa sta parlando." Zeus annuì, ridendo anche lui. "E non vuole fare la figura dello stupido. Cioè, non così tanto."
- Così... tornerai a vivere al campo o...?-
"Perchè non la invita a vivere da lui? Sally sarebbe molto contenta, credo." "Anche noi lo saremmo." Zeus annuì. "Più scene OTP."
- La faccenda è più seria di così, Percy. Io... ecco... probabilmente dovrei dirti una cosa. - Si bloccò. - Sono spariti.-
"Cosa?"
- Cosa?- Percy seguì lo sguardo di Annabeth: Bianca e Nico, non c'erano più. La porta accanto alle gradinate era spalancata. Il dottor Thorn non si vedeva da nessuna parte.
"Cosa ha fatto ai miei figli, quell'essere!" "Ade..." "Taci, Zeus!"
- Dobbiamo avvertire Talia e Grover! - Annabeth si guardò freneticamente in giro. - Oh, ma dove si sono cacciati? E dai!-
La scena cominciò a cambiare
"Non adesso!"
Angolo autrice
SCUSATEEE! Ecco il nuovo capitolo!
Alla prossima
By rowhiteblack
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