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capitolo 7 - zia materna adottiva

Gli Dei guardarono fuori dalla finestra: era cambiato il giorno. Fuori c'era un sole accecante.
Entrò un ragazzo di 9 anni, molto più grande della precedente visione.
"Ma, mamma!" La madre entrò poco dopo. "Sì, andremo a Mountake. Ma, prima, devi trattare Gabe con un po' di rispetto." "Di rispetto? Mamma, è un ubriacone! Rimane tutto il giorno su quel divano, a lamentarsi di cose inutili e stupide. Perchè stai con uno così? Potresti avere molto meglio!" Sally scosse il capo. "Tra qualche anno capirai il perchè, Percy. Adesso ti chiedo soltanto di essere gentile con lui. Solo questo." Percy annuì. "Però potresti avere un marito migliore di lui. Meriti il meglio, mamma." Sally sorrise. "Ma io ho il meglio, Percy. Ho te." Dandogli un bacio sulla fronte. Poi, uscì.
Il ragazzo si sedette sul letto, sorridendo guardando fuori. Poi borbottò "Gentile con Gabe? Poveri noi." Gli dei risero. Poi, il ragazzo sorrise ancora di più. "Ma oggi la mamma mi ha promesso che saremmo andati a Mountake per il mio compleanno. Senza Gabe. Quindi... posso essere gentile, credo. Niente rovinerà il mio compleanno."
Ma, come gli Dei avevano capito, non c'era limite alla sfiga di quel ragazzo.
In quel momento, infatti, entrò nella stanza una donna.
"Ragazzo!" "È Percy." "Come, scusa?" "Sono Percy. Non Ragazzo. Anche se Ragazzo Jackson ha il suo fascino."
Gli Dei ridacchiarono, guardando la scena.
La donna, però, non rideva. "Dovresti essere più rispettoso. Idiota." "Ancora? Mi chiamo Percy."
A quest'ultima risposta, evidentemente non sopportando la sua arroganza, la donna gli diede uno schiaffo. "Non dovresti fare così! Sono tua zia! Mi devi rispetto!" "Non sei una Jackson! Non sei mia zia!" "Neanche Beryl lo è!" Percy sorrise. "Spero tu non ti stia paragonando a Beryl." La donna sorrise malignamente. "Non lo farei mai. Sai, la tua cara Beryl è morta." "C..cosa?" Esclamò il ragazzo, guardando la donna. "Già... ero con lei. Quell'ubriacona." "Non chiamarla così! Lei vale cento volte te!" "Mostra rispetto, ragazzino! Sai... l'hanno trovata ancora viva... è morta solo dopo. Sai quale sono state le sue ultime parole?" Percy scosse il capo. "Dite a Percy buon compleanno. Era in macchina per venire qui!" Percy sbarrò gli occhi. "Già.. è morta per colpa tua!" La donna poi ghignò. "Vado da Gabe. Ha bisogno di aiuto." Percy si era seduto sul letto, con le lacrime agli occhi. Entrò la madre.
"Percy... mi dispiace tanto..." "Mamma... a Talia come lo diciamo?" Chiese Percy, sconvolto. Sally scosse il capo. "Percy, Talia è scomparsa." Il ragazzo alzò la testa. "Quando?" "L'anno scorso. Beryl non voleva farti preoccupare per lei." Percy abbassò il capo. "Non lo sapevo." "Saresti voluto andare con lei, probabilmente." Percy scosse il capo. "Non ti avrei lasciato, mamma." Sally sorrise. "A Mountake andiamo domani, va bene?" Percy annuì. "Certo." Sally gli scompigliò i capelli. "Bravo, bambino."

In quel momento, dopo che Sally era uscita dalla stanza, una donna apparve in essa. "Tu chi sei?" La donna sorrise al ragazzo. "Sono Era." "Era come la dea?" "Esattamente. Solo che sono la dea." "Aspetta. Lei è una dea." "Sì." "Lei è Era?" "Sì." Percy osservò a bocca aperta la donna. Gli Dei guardarono Era. "Lei che ci fa qui? Non dovrebbe sapere niente di Percy!" Esclamò Zeus. Era disse al ragazzo. "Immagino avrai molte domande, per me." "Che ci fa una dea in camera mia?" "Hai scoperto ciò che è successo a Talia." "Quindi?" "Questo dolore è troppo alto per voi. Tua madre e tu non lo meritate. Non dopo i tuoi nonni." Percy fece un'espressione confusa. "I miei nonni? Che vuoi dire?" Era sorrise al ragazzo. "Non preoccuparti di ciò. Dormi, porterà tranquillità a te." Poi, gli accarezzò i capelli, e lo fece addormentare. Con un incantesimo, levò i ricordi legati a Talia e a Beryl. Lo stesso accade a Sally, Gabe e l'altra donna. Era sussurrò. "Non devi ancora sapere di Talia. Dei mostri e degli dei. Sarebbe troppo pericoloso per te. A tempo debito, saprai tutto." Poi, scomparve.
Zeus, Ade e Poseidone si scambiarono uno sguardo. "Ragazzi? Credo che Percy odi Era proprio per questo: lei gli ha rubato i ricordi della sua infanzia." Ade annuì. "Ha sofferto tantissimo. Non credevo fosse possibile, sapete? Che qualcuno di così puro potesse aver sofferto così tanto. Mi sembra impossibile." Poseidone si avvicinò al figlio. "Lo ammiravo già prima. Per il coraggio che dimostrava, per la sua lealtà incrollabile. Adesso, scopro tutto quello che ha passato... sono ancora più fiero di avere un figlio così." Ade e Zeus sorrisero al fratello. "È normale. Anche noi lo saremmo. Percy è davvero un grande eroe. Il suo nome vivrà nella storia. Per sempre." Poseidone sorrise ai fratelli. "Grazie."
Improvvisamente, l'immagine cambiò. Il bambino era scomparso, e loro si trovavano da un'altra parte. Guardandosi intorno, videro un ragazzo con le stampelle avvicinarsi a Sally. "Sono Grover Underwood, dei satiri. Signora Jackson, sono il custode di suo figlio. Devo tenerlo d'occhio, e, non appena sarà pronto, lo porterò al Campo Mezzosangue." Sally guardò verso la stanza del figlio. "Va bene, Grover. Perchè è necessario?" "Suo figlio è in pericolo. Un semidio fuori dal campo... quanti anni ha?" "Undici." "È in età per cominciare il suo addestramento." Sally sorrise. "Occupati di lui, puoi? Ha passato più tempo in punizione nelle varie scuole che a scuola. È stato espulso da tutte quelle frequentate." "Non faccio miracoli, Signora Jackson. Cosa vuole che faccia?" "Solo che sia suo amico. Ne ha bisogno." Grover sorrise. "Di questo può esserne sicura, signora Jackson."

Angolo autrice
Finalmente nel prossimo capitolo entro nel primo libro! Evviva!
Vabbè, non ho niente da dire.
By Rowhiteblack 

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