capitolo 65 - la fuga dall'isola
Il ricordo si ricondensò, mostrando il terrore di Percy nel rendersi conto del pericolo che correvano i suoi amici.
A peggiorare la condizione, ci pensavano i pezzi di legno, che rischiavano di colpire i ragazzi.
"In effetti, morire per un pezzo di legno suona un po' male..." Ade borbottò. Zeus e Poseidone lo fissarono, rimanendo in silenzio. Ade sbuffò. "Va bene. Però, ripeto, non suona molto eroico. Almeno secondo me."
"Ci serve aiuto" pensò Percy, che rimase sorpreso quando sentì la voce di Tyson nella sua testa. "Sì."
Ade annuì. "Tecnicamente è preoccupante sentire voci nella testa. Percy ha ragione ad essere sorpreso. Non è un indicatore di sanità mentale..." Zeus sospirò. "Perché non l'hai lasciato nella pancia di Crono? Ora lo dobbiamo sopportare noi per l'eternità." Zeus guardò Poseidone. "Non lo avevo mai visto! Come potevo sapere che era un rompipalle? Lo avrei lasciato lì, altrimenti!" Poseidone sospirò. "E ora come ci liberiamo di lui?" Ade tossicchiò. "Guardate i due marmocchi, invece di pensare a me, e a come sbarazzarvi di me, nel particolare."
"Arcobaleno" suggerì Tyson. Percy annuì, chiudendo subito dopo gli occhi e chiamando insieme a Tyson l'ippocampo. "ARCOBALENO! Abbiamo bisogno di te!"
"Povero Arcobaleno... che rompipalle sti due. Povero ippocampo, magari voleva riposarsi e sente le loro voci..." Poseidone diede un colpo in testa ad Ade. "Sta zitto per un po'. Mi è venuto mal di testa!" Zeus sorrise. "Bel colpo, Pos! Dieci punti!"
Subito dopo delle sagome scintillarono nelle tenebre dell'abisso: tre cavalli con la coda di pesce che galoppavano verso l'alto più veloci dei delfini. Gli ippocampi, leggendo i pensieri dei due figli di Poseidone, andarono a recuperare i tre ragazzi dal relitto, infilandosi agilmente tra i pezzi di legno.
Poseidone sorrise. "Perchè sorridi come un ebete?" Gli chiese Ade. Poseidone sospirò. "Stai zitto, per favore."
Arcobaleno, con Clarisse, si diresse verso i due e prese Tyson. L'ippocampo che trasportava
Annabeth fece lo stesso con Percy.
Ade sorrise. "Ahah! Anche gli ippocampi li shippano!! Vedi, Posy, tu ed Atena siete gli unici due che non capiscono l'entità del loro amore!" Poseidone sospirò. Zeus annuì. "Ed è una grave colpa, Poseidone. Cioè, guardali! Sono fatti per stare insieme!" Poseidone sospirò. "Non è colpa tua, Poseidone, hai fatto il possibile per loro due." Il dio del mare continuò a ripetersi questa frase per un paio di minuti, continuando ad osservare la scena.
Alle spalle del gruppo che si allontanava, si sentiva il ciclope tuonare in tono di trionfo: — Ce l'ho fatta! Finalmente ho affondato Nessuno!-
Percy sperò che non scoprisse mai la verità.
"Sarebbe un duro colpo per lui, effettivamente..." mormorò Zeus. Ade sospirò. "Ma non aveva capito che nessuno dei due era Nessuno? È così stupido?" Zeus indicò Poseidone, che stava continuando a mormorare la frase di poco prima. "Mi hai davvero fatto quella domanda?" Ade, dopo aver guardato Poseidone, annuì. "Hai ragione. Colpa mia."
Il gruppo si allontanò velocemente dall'isola.
— È fatta — mormorò Annabeth, sfinita. — Noi ce...-
Si accasciò sul collo dell'ippocampo e si addormentò all'istante.
Ade indicò Percy. "GUARDATELO!!! È COSÌ TENERO!"
Il semidio, infatti, aveva sistemato Annabeth in modo che non cadesse, coprendola con il Vello d'Oro. Ringraziò in silenzio gli dei per essere riusciti a prendere il Vello, ricordandosi di un'altra cosa:
— Sei un genio — sussurrò ad Annabeth, piano.
Ade cominciò a saltellare. "MOMENTO OTP! ATTENZIONE!" Zeus sorrise, unendosi a lui. "È COSÌ... TENERO!" "UN AMORE!"
Percy, stanco, poggiò la testa sul Vello e, quasi istantaneamente, si addormentò.
Ade e Zeus si bloccarono. Poi, incominciarono ad urlare "SI È ADDORMENTATO SU ANNABETH! AHHHHH! POSEIDONE!!! STANNO DORMENDO INSIEME! IL MIO CUORE! MI STA VENENDO UN INFARTO!" "Speriamo sia letale." Mormorò Poseidone, ignorato dai due fratelli.
— Percy, svegliati.- Annabeth stava scrollando per una spalla l'amico.
Il semidio, svegliandosi, vide una città in lontananza, senza riconoscerla.
"Wow, che sorpresa. Percy che non sa qualcosa. Chi è shockato? Per alzata di mano?" Ade guardò Zeus e Poseidone. I due lo guardarono impassibili.
— Miami, credo — spiegò Annabeth. — Ma gli ippocampi si comportano in modo strano.-
"Wow. Che sorpresa. Annabeth che sa qualcosa. Chi è shockato? Per alzata di mano?" Ade riguardò i fratelli, che mantennero la loro espressione impassibile.
Gli ippocampi, infatti, avevano rallentato, nitrivano e nuotavano in cerchio, annusando l'acqua. Non sembravano contenti. Uno
di loro starnutì.
— Non possono portarci più in là di così — spiegò Percy. — Troppi essere umani. Troppo inquinamento. Dovremo raggiungere la costa a nuoto da soli.-
Ade disse, in tono sorpreso. "Wow. Che sorpresa. Percy che sa qualcosa. Chi è sorpreso? Per alzata di mano?" Sia Zeus sia Poseidone alzarono la mano destra, sconvolti.
I ragazzi, dopo aver ringraziato e salutato gli ippocampi (per gran divertimento degli dei),nuotarono in direzione della costa. Vagabondarono
lungo il molo, mescolandosi tra la folla di turisti in arrivo.
"Guarda che carini. Sembrano dei senzatetto!" Ade guardava deliziato i cinque ragazzi. Zeus indicò il Vello, che era diventato un classico giubbotto da liceo, con un'Omega sulla schiena. "Mi piace lo stile del Vello. Ne voglio uno." Poseidone sospirò. "Te ne prenderemo uno, allora. Ora fa silenzio, Zeus."
Annabeth corse alla prima edicola e controllò la data sul "Miami
Herald". Imprecò. — Il 18 giugno! Sono diciotto giorni che manchiamo
dal campo!-
— Impossibile! — esclamò Clarisse.
"Lo dice Annabeth, tesoro. Non è impossibile." Disse Ade, muovendo un indice verso Clarisse. "Povera illusa." Rispose Zeus. Poseidone annuì, stanco.
— L'albero di Talia sarà quasi morto — gemette Grover. — Dobbiamo
consegnare il Vello entro stasera!
Clarisse crollò sul marciapiede. — E come? — Le tremava la voce. —
Siamo a centinaia di chilometri di distanza. Senza soldi. Senza mezzi di
trasporto. Proprio come ha detto l'Oracolo. È colpa tua, Jackson! Se tu non avessi interferito...-
"COLPA DI MIO FIGLIO? ERI APPESA COME UN SALAME NELLA CAVERNA DI POLIFEMO! DOVRESTI RINGRAZIARLO!"
Annabeth fermò Poseidone, che rimase sconvolto dalle parole della figlia di Atena.
— Colpa di Percy?! — esplose Annabeth. — Clarisse, come puoi dire
una cosa del genere? Sei la più grossa...-
"BEN DETTO! CANTAGLIELE!" Poseidone esultò per l'intervento di Annabeth. Ade e Zeus, dopo essersi guardati, scoppiarono a ridere.
— Basta! — le interruppe Percy, osservando le loro reazioni: Clarisse si prese la testa fra le mani, mentre Annabeth pestò il piede a terra per
la frustrazione.
"Ma è scemo?" Chiese Poseidone. Ade annuì. "È tuo il figlio."
Percy si sentì in colpa per Clarisse. In fondo, un gruppo di semidei si erano intromessi nella sua impresa, rovinandogliela. Nella mente di Percy riapparve la scena dove Ares minacciava Clarisse.
"È così......." "leale?" "Tenero?" "Dolce?" Poseidone scosse la testa. "Stupido."
— Clarisse — disse Percy — cosa ti ha detto l'Oracolo esattamente?-
Clarisse alzò lo sguardo, stanca. Dopo aver preso un sospiro profondo, recitò la sua profezia:
-Con guerrieri fatti d'ossa, sopra un ferro salperai,
Quel che cerchi troverai, fra le mani tue l'avrai,
Ma sepolta nella roccia alla morte penserai,
Senza amici fallirai... e sola in volo tornerai.-
"Wow. Allegra." Commentò Ade. Zeus disse. "Annabeth risolverà la situazione, tranquilli."
— Ahia — borbottò Grover.
— No — disse Percy. — No... aspetta un minuto. Ci sono.-
"COSA? LUI?" Zeus era sconvolto. Ade disse. "Aspetta... non è detto."
— Qualcuno ha un po' di soldi?- chiese Percy.
— Soldi? — chiese Tyson con esitazione. — Tipo... fogli verdi?-
Percy si voltò verso il fratello. — Già.
— Tipo quelli dentro le sacche gialle?-
— Già, ma le abbiamo perse giorni f-f-f...-
Tyson tirò fuori dalle tasche una busta piena di soldi che Ermes aveva incluso nelle nostre provviste.
"Bravo Tyson. Così intelligente." Poseidone fissava amorevolmente il figlio. Ade disse. "Pensava fosse del cibo per un ippocampo." "Taci."
Percy contò trecento dollari in tutto.
Corse sul bordo della strada e fermò un taxi che stava scaricando proprio
allora una famiglia di turisti. — Clarisse — gridò. — Vieni. Tu andrai
all'aeroporto. Annabeth, dalle il Vello.-
"Secondo voi chi è più sconvolto?" Chiese Ade, indicando Grover, Annabeth e Clarisse. Zeus disse. "Clarisse." Poseidone annuì. "Anche per me."
Clarisse disse: — E tu mi lasceresti...
—È la tua impresa — rispose Percy. — I soldi bastano solo per un volo. E poi,
io non posso viaggiare per via aerea. Zeus mi ridurrebbe in un milione di
pezzi. Ecco cosa voleva dire la profezia: avresti fallito senza amici, e
infatti hai avuto bisogno del nostro aiuto, ma adesso devi volare a casa da
sola. Devi portare il Vello al campo!-
Zeus sorrise. "Bello vedere che non da retta a nessuno, se non a me." "E a me." "Anche a me." Borbottò Ade; scontroso. Zeus disse. "E anche a sua madre e ad Annabeth, a volte. Ma a me sì. Sono proprio bravo."
Clarisse saltò a bordo del taxi. — Puoi contare su di me. Non fallirò.-
— Non fallire sarebbe una buona cosa.-
"Ha detto una cosa stupida." Commentò Ade. Zeus lo guardò. "Perciò?" "È davvero Percy." Rispose Ade. "Volevo esserne sicuro."
— Percy — fece Annabeth — è stato così...-
— Generoso? — suggerì Grover.
— Folle — lo corresse lei. — Sei davvero pronto a scommettere la vita
di tutti i ragazzi del campo sul fatto che Clarisse porterà il Vello entro stasera?-
"Perchè deve dubitare così di lui?" Domandò Poseidone. Ade annuì. "Hai ragione." "Davvero?" "Sì. Nelle coppie serve fiducia. Lei non gliene da abbastanza."
—È la sua impresa — rispose Percy. — Si merita un'occasione.
— Percy è gentile — esclamò Tyson.
— Percy è troppo gentile — brontolò Annabeth, ma sembrava leggermente impressionata. Ed era sicuramente sorpresa (particolare che rese Percy contento e i due fanboy immortali pronti a preparare i poster per la coppia più bella del secolo).
—Coraggio — disse Percy agli altri. — Troviamo un altro modo per tornare a
casa.
Appena si voltò, si ritrovò una spada puntata alla gola.
— Ehi, cugino — disse Luke. — Bentornato in America.-
"Che carino. Lo accoglie. È un bravo parente, davvero." Ade sorrise angelicamente. Zeus lo fissò male. "Già ce ne vorrebbero di così, no?" "Io lo vorrei." "Tu ce l'hai un parente pazzo che ti vuole morto." "E chi sarebbe, Posy?" "Demetra." I tre dei scoppiarono a ridere, mentre il ricordo cambiava.
Angolo autrice
Al prossimo!
By rowhiteblack
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