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capitolo 63 - l'isola parte 3

— Ho preso Nessuno! — gongolò Polifemo.

"Cavolo! Mi sembra scemo!" Ade indicò il ciclope. "Non si rende conto che Annabeth è una ragazza?" Zeus fece una smorfia. "Voleva sposare Grover. Non penso sappia riconoscere un ragazzo da una ragazza." Poseidone sorrise. "Dai, prestate attenzione."

Il ciclope, all'ingresso della caverna, scosse il pugno, e un berretto da baseball volò a terra, mostrando Annabeth appesa per le gambe a
testa in giù.
— Ah! — esclamò il ciclope. — Cattiva ragazza invisibile! Ho già una
sfrontata per moglie. Vorrà dire che tu finirai alla griglia con la salsina al
mango!-

"Cioè... o sposa chi trova o se lo mangia?" Zeus rise alla domanda di Poseidone. Ade chiese. "E se avesse visto Percy? Lo avrebbe mangiato o sposato?" "Sono fratelli." Gli fece notare Zeus. Ade lo fissò. "Anche tu ed Era, ma nessuno ti rimprovera per averla sposata." Poseidone annuì. "Lei ti rimprovera di averla tradita. Infondo, solo Ares ed Ebe sono vostri figli, no? Tutti gli altri sono il risultato di una tua avventura." Zeus fece una smorfia. "Piantatela."

— A lui ci penso io — bisbigliò Percy a Clarisse. — La nostra nave è attraccata dietro l'isola. Tu e Grover...-

"Percy alterna momenti in cui è sicurissimo e coraggioso, a momenti in cui è insicuro?" "E gli viene voglia di diventare vegetariano." Gli ricordò Zeus. Ade sorrise. "Dubito diventerà mai vegetariano, quel ragazzo. Dovrebbe dire addio agli hamburger."

—Neanche per idea — risposero tutti e due all'unisono, sorprendendo gli dei. Clarisse si era armata con una lancia fatta con un corno d'ariete. Grover aveva trovato il femore di una pecora, impugnandolo come una clava, pronto ad attaccare.
— Lo affronteremo insieme — ringhiò Clarisse.
—Sì — disse Grover.

Zeus indicò la ragazza. "Ce l'hai ancora con lei?" Domandò al fratello. Poseidone annuì. "Essere decente una volta non la salva."

— Va bene — approvò Percy.— Piano d'attacco Macedonia.-

"Cioè gli lanciano addosso della frutta?" Ade non riuscì a stare zitto, intervenendo a sproposito. Zeus lo fissò male. Lui alzò le mani ed esclamò. "Macedonia! Cosa dovrebbe pensare uno?" Poseidone sorrise, senza dire niente, prestando attenzione alla scena.

I due ragazzi annuirono alle parole di Percy, appostandosi ai due lati e preparandosi per attaccare il ciclope ai fianchi, mentre Percy si posizionava al centro, per attirare la sua attenzione. Percy pensò che, in questo modo, non sarebbe morto solo lui, ma sarebbero morti tutti quanti.

Ade rise. "È davvero ottimista. Mi sorprende." Zeus corrugò la fronte. "Scusate, ma lui non era quello che non si arrendeva mai e non abbandonava mai la speranza?" Poseidone disse. "Ha dodici anni, ragazzi. È un bambino, praticamente." "È abbastanza maturo, per essere solo un bambino." Commentò Ade. "Ha solo sofferto più del normale, lo avete visto anche voi."

Percy sollevò la spada e gridò:— Ehi, brutto muso!
Il gigante si voltò verso di lui. — Un altro? Chi sei?-

"Ora dice Nessuno." Commentò Ade. "Scometti?" Gli chiese Zeus. Ade annuì.

— Metti giù la mia amica. Sono io quello che ti ha insultato.-
— Tu sei Nessuno?-
— Esatto, fetido barile di moccio! Sono Nessuno e me ne vanto! Ora, mettila giù e vieni qua. Voglio accecarti un'altra volta.-

"Hai perso, fratellino." Commentò Ade. Zeus fece una smorfia. "Poseidone, tuo figlio Polifemo è un idiota."

— RAAAR! — ruggì lui.

"Okay, la buona notizia è che ha mollato Annabeth. Due cattive notizie: l'ha mollata a testa in giù sulle rocce, dov'ŕ atterrata restando immobile come una bambolina di pezza; e
Polifemo si sta dirigendo velocemente verso di me e io dovrei battermi contro cinque puzzolenti quintali di ciclope solo con una minuscola spada. Perfetto. "

Ade scoppiò a ridere. "Davvero, tuo figlio fa davvero ridere." Zeus annuì. "Però il commento più divertente è stato con Ares. Voglio dire... un ego più piccolo? Roba da top ten!" Ade annuì, entusiasta. "Dovrebbero chiamarlo, Sassy Percy." Poseidone lo guardò. "Dovreste farvi vedere da dei dottori bravi." Commentò.

— Per Pan! — Grover piombò all'attacco da destra. Scagliò il suo osso di pecora, che rimbalzò inutilmente sulla fronte del ciclope. Clarisse partì all'assalto da sinistra e conficcò la lancia a terra un attimo prima che il ciclope ci mettesse sopra il piede. Polifemo urlò per il dolore e Clarisse si tuffò di lato per non farsi schiacciare. Ma il ciclope si sfilò la lancia dal piede come se fosse una scheggia e continuò ad avanzare verso di Percy.

Ade disse. "Penso che abbia optato per mangiare anche lui con la salsa di mango." Zeus annuì. "Secondo voi sono davvero più buoni?" Poseidone fece una smorfia. "Scusa, ma ne ho abbastanza di mangiare stufato di figli. Nostri o altrui." Il riferimento a Tantalo fece rabbrividire entrambi gli dei. Ade disse. "Meno male che non ero stato invitato."

Percy attaccò il mostro con Vortice. Polifemo cercò di afferrarlo, ma Percy rotolò di lato e lo infilzò sulla coscia.

"GRANDE FIGLIOLO! DISTRUGGILO!" Zeus toccò il braccio del fratello. "Poseidone, anche Polifemo è tuo figlio." "Voleva sposare Clarisse! Merita una morte lenta e dolorosa. Che schifo! Anche peggio di mangiare satiri!"

— Prendi Annabeth! — gridò il semidio a Grover, che si precipitò verso le rocce, raccolse il berretto dell'invisibilità e la prese in braccio, mentre Percy e Clarisse cercavamo di distrarre Polifemo.

"Beh, combattono bene insieme." Commentò Ade. Poseidone lo fissò male. Zeus disse. "Ammettilo, ha coraggio!"

Non appena Clarisse partiva all'attacco, Percy la seguiva infilzando il mostro sull'alluce, sulla caviglia o sulla mano.
Con la coda dell'occhio, Percy notò che Grover attraversava il ponte di liane con Annabeth in braccio. Percy non sembrava convinto della scelta, per via del piccolo dettaglio delle pecore cannibali. Ma, osservando Grover, gli venne un'idea.

"E di solito è così che si mettono nei guai." Commentò Ade. Zeus lo guardò senza capire. "Cosi come?" "Dando retta a Percy. Ha delle belle idee, ma non abbastanza."

— Ritirata! — ordinò a Clarisse, che rotolò via nell'istante in cui il pugno del ciclope si abbatteva sull'olivo accanto.
I due corsero verso il ponte, con Polifemo alle calcagna. Era pieno di graffi e zoppicava per tutte le ferite, ma eravano soltanto riusciti a rallentarlo e a farlo infuriare.
—Vi ridurrò in polpette per le mie pecore! — promise. — Nessuno, che
tu sia stramaledetto!-

"Nessuno è morto da qualche millenio. Solo perché tu ne sia consapevole." Commentò Ade. Zeus rise. "Avete sentito Percy? Siamo riusciti solo a rallentarlo e a farlo arrabbiare. Fanno altro?" Poseidone ridacchiò. "No."

— Più in fretta! — disse Percy a Clarisse.
Grover era appena riuscito ad arrivare dall'altra parte e stava posando Annabeth a terra. Dovevano attraversarlo anche loro, prima che il gigante li prendesse.
— Grover! — urlò Percy. — Prendi il coltello di Annabeth!-
Grover cominciò a segare le liane.

"Non ditemi che la brillante idea di Percy è di tagliare il ponte." Disse Ade. Zeus lo fissò. "Potrebbe essere una buona idea." "Ma non lo sarà. Scommettiamo?"

Le liane ormai erano tagliate per metà. E quando i due semidei si tuffarono in avanti, atterrando accanto a Grover, Percy sferrò un colpo con la spada, mozzando le liane rimaste.
Il ponte cadde nel baratro, e il ciclope ululò... dalla contentezza, perché
era proprio accanto a noi.
— Fallito! — gridò tutto contento. — Nessuno ha fallito!-

"Io lo avevo detto, che avrebbe fallito. Zeus, hai perso." Poseidone guardò Ade. "Tecnicamente, non ha accettato la scommessa." Ade li guardò, triste. "Uffa. Lo fate sempre. Io vinco le scommesse e voi negate che io abbia vinto. Siete ingiusti." "E tu sei infantile. Smettila."

Clarisse e Grover provarono ad attaccarlo, ma il mostro li scacciò come fossero delle mosche.
Percy fissò la scena pieno di rabbia, non riuscendo a credere di essere arrivato così lontano, di aver perso Tyson, di aver faticato tanto, solo per fallire... fermato da quello stupido mostro gigante in gonnellino celeste.

"QUESTO SÌ CHE È MIO FIGLIO! APRITE LE ORECCHIE, GENTE!" Ade indicò Poseidone. Rivolto a Zeus, chiese. "Ma con chi parla?" Zeus alzò le spalle. "Lascialo urlare, almeno non rompe a noi."

Percy, rinvigorito da una forza nuova, alzò la spada e attaccò, ignorando la netta imparità della lotta. Infilzò il ciclope nella pancia, e, quando si piegò in due, gli sbatté l'elsa della spada sul naso.

"GRANDE PERCY! CONTINUA COSÌ!" Ade rise. "Fai il tifo per Percy  sei ingiusto. Anche Polifemo è tuo figlio..." "Taci, Ade. Non distrarmi."

Percy continuò a combattere, finché non si fermò: Polifemo era a terra supino, stordito e lamentoso, e il semidio gli stava sopra, con la punta della spada a pochi centimetri dall'occhio.

"SÌ, QUESTO SI CHE SI CHIAMA COMBATTERE! AMMIRATE MIO FIGLIO, ESSERI INDEGNI!" Zeus sospirò. "Poi siamo noi quelli messi male."

— Percy! — esclamò Grover a bocca aperta. — Ma come hai...-
— Ti prego, noooo! — mugolò il ciclope, guardando Percy implorante: gli  usciva il sangue dal naso e una lacrima si formò nell'angolo dell'occhio  mezzo orbo. — Le m-m-mie pecorelle hanno bisogno di me. Volevo solo proteggere le mie pecorelle!-
Cominciò a singhiozzare.

Ade guardò Polifemo. "Fa quasi pena." Poi, guardando i fratelli, continuando. "Adesso lo frega. Percy ha il cuore di panna." Poseidone sospirò, guardando Zeus. "Concordo con Ade, stavolta. Percy ha davvero il cuore di panna."

—Uccidilo! — gridò Clarisse. — Che cosa stai aspettando?-
Percy abbassò lo sguardo sul ciclope e, vedendolo così disperato, ripensò a Tyson.

Poseidone annuì. "Lo sta per fregare. Polifemo non è decisamente come Tyson. È meschino."

— È un ciclope! — lo mise in guardia Grover. — Non fidarti di lui!-

"Detesto dirlo, ma il ragazzo-capra ha ragione. Non ci si può fidare di un ciclope." Poseidone guardò male Ade. "Di Polifemo e di quei ciclopi che restano per le strade. I miei ciclopi, che vivono nel mio palazzo e lavorano nelle mie fucine sono estremamente affidabili. Vero, Zeus?" Zeus annuì. "E sono anche abili. Davvero abili nel costruire armi."

Percy, pur sapendo che Grover aveva ragione e che Annabeth gli avrebbe detto la stessa cosa, guardò Polifemo, pensando che era anche lui un figlio di Poseidone, come lo era Tyson e come lo era lui stesso. Come poteva ucciderlo a sangue freddo?
— Vogliamo soltanto il Vello — disse al fratellastro. — Ci darai il permesso
di prenderlo?-

Poseidone sospirò. "Lo sta per fregare.  Me lo sento."

— No! — urlò Clarisse. — Uccidilo!-

Ade guardò Poseidone. "In questo caso, avrebbe dovuto dare retta a Clarisse. Detesto fartelo notare..." "Non è vero. Non lo detesti." Ade sorrise. "Vero, ma tu non dovresti saperlo."

Il mostro tirò su col naso. — Il mio bel Vello. La perla della mia collezione. Prendilo, umano crudele. Prendilo e vattene in pace.-
—Mi allontanerò lentamente — lo informò. — Una sola mossa falsa...-

Ade scosse la testa. "Povero illuso. Adesso... mi devo ricordare di avvisarlo che, se si fida di un nemico, di solito rischia di morire." "Bisognerà dirglielo." "Ricordatevi che volevate scusarvi..." "E anche chiedergli perchè ha la fissa per il cibo blu." Disse Ade a Poseidone. Zeus annuì. "Ce lo ricordiamo. Tranquillo."

Percy, dopo un cenno di Polifemo, fece un passo indietro e, subito, il ciclope lo sbatté sul fianco della collina.

"Ecco, lo avevo detto io..." mormorò Ade. Zeus fissò Percy. "Cavolo, lo trattano peggio di una bambola di pezza. Sempre lanciato..." Poseidone scosse la testa. "Quello dovrebbe essere l'eroe che salverà l'Olimpo." "Ma è tuo figlio, Poseidone!" "Lo so... ma certe volte è davvero stupido..."

— Sciocco mortale! — ululò, rialzandosi in piedi. — Prendere il mio Vello? Ah! Ti mangerò per primo.-

"La salsina al mango? Perche non l'ha preparata? Potrebbe prendersi qualche malattia..." Ade guardava il ciclope, preoccupato per la sua salute. Poseidone sospirò pesantemente. "Io non lo posso sopportare." Zeus gli diede una pacca sulla spalla. "Neanche io. Dai, mancano solo quattro anni. Poi lo possiamo ignorare per qualche secolo."

Improvvisamente, un sasso grosso quanto un pallone da basket era stato lanciato nella gola di Polifemo. Il ciclope tossì, barcollò all'indietro, ma, essendo vicino all'orlo del dirupo, inciampò e cadde nel baratro.

"Wow! Ma... chi è stato? Clarisse?"

Percy si voltò: a metà del sentiero che saliva su dalla spiaggia, in mezzo al gregge delle pecore assassine, ma senza neanche un graffio, c'era Tyson.
— Polifemo cattivo — disse Tyson. — Non tutti noi ciclopi siamo gentili
come sembriamo.-

Ade lo indicò. "È vivo!" Zeus lo fissò. "Ade, ma tu lo sapevi..." "Taci e lasciami esultare."

Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack

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