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capitolo 61 - arrivo all'isola parte 1

Percy e Annabeth arrivarono su una spiaggia bianca. Si vedevano anche prati verdi  e alberi di frutti tropicali. "L'unica cosa che rimanda a un'isola malvagia è quel ponte di liane sospeso sopra un abisso, non proprio un buon segno. Tanto valeva metterci un cartello con su scritto QUASSÙ CI ABITA UN ESSERE MALVAGIO."

Ade, Zeus e Poseidone scoppiarono a ridere. Una volta fermato l'attacco di ridarella, Ade disse. "Meno male che alcune cose si limita a pensarle, senza esprimerle. Povera Annabeth, che lo deve sopportare..."

Annabeth inspirò quell'aria dolce e
disse: — Il Vello.- Percy annuì: anche non riuscendo a vederlo, il semidio ne avvertiva il potere.

Ade sospirò. "Dev'essere bellissimo, il Vello. Non l'ho visto, a dire il vero. Non sono mai andato al Campo." Zeus e Poseidone annuirono. "Beh, lo vedremo adesso." Commentò Zeus. Poseidone disse. "Non è la stessa cosa. Per ora ce lo faremo bastare."

— Se lo portiamo via, l'isola morirà?-
Annabeth scosse la testa. — Appassirà un po'. Tornerà com'era prima, comunque fosse.-

Poseidone si guardò intorno. "Peccato rovinare un'isola così bella. Polifemo non ha sempre avuto il Vello. Quando Odisseo è finito qui, non era così bello." Ade annuì. "C'erano anche più ciclopi, vero?" Poseidone annuì. "Penso li abbia uccisi lui. Non ho mai prestato troppa attenzione a Polifemo. Troppo violento."

Percy; pur sentendosi in colpa per star per rovinare quel paradiso, si ricordò che non avevano scelta: dovevano salvare il loro Campo. Con le lacrime  agli occhi, pensò che Tyson sarebbe stato ancora con loro se non si fossero imbarcati in quell'impresa.

Poseidone sorrise. "Vedete? Ci tiene tanto al fratello." Ade annuì. "Hai ragione. Ma adesso come faranno a salvare Grover?"

Nel prato ai piedi del dirupo pascolavano diverse decine di pecore che, pur sembrando tranquille, erano grandi quanto ippopotami. Poco
dopo il gregge c'era un sentiero che saliva sulle colline. In cima al sentiero, vicino al bordo del canyon, c'era la grossa quercia che era apparsa nel sogno di Percy. Qualcosa di dorato scintillava in mezzo ai rami.

"Troppo facile." Commentò Ade. Imitato poco dopo da Percy stesso.

— È troppo facile — osservò Percy. — Dobbiamo solo arrampicarci fin lassù a prenderlo?-
Annabeth socchiuse gli occhi. — Dovrebbe esserci un guardiano. Un
drago o...-

"Non mi ricordo chi era il guardiano quando Odisseo era arrivato qui." "Non c'era. I ciclopi erano i guardiani. C'era la più grande colonia di sempre, qui."

Fu allora che un cerbiatto sbucò dai cespugli. Trotterellò nel prato,
probabilmente per brucare un po' d'erba, quando tutte le pecore belarono all'unisono e si fiondarono sull'animale. Accadde così in fretta che il cerbiatto inciampò e rimase inghiottito in una marea di lana e zoccoli. Erba e fiocchi di pelo volarono nell'aria. Un secondo dopo le pecore si allontanarono, tornando al loro placido vagabondaggio. Al posto del cerbiatto c'era una pila di nitide ossa bianche.

"Ecco i guardiani. Delle pecore." Zeus disse seriamente. Ade ridacchiò. "Guardate i due ragazzi."

Percy e Annabeth si scambiarono uno sguardo.
— Sono come piranha — commentò lei.
— Piranha pelosi. Come faremo a...
— Percy! — esclamò Annabeth in un fiato, stritolando un braccio del ragazzo. —Guarda!-

"Perchè deve distruggere ogni volta i suoi arti? Povero Percy!" Ade si stava lamentando per il ragazzo. Poseidone fece spallucce. "Si vede che non gli fa tanto male."

Annabeth indicò in fondo alla spiaggia, poco al di sotto del prato delle pecore: lì c'era la seconda scialuppa della CSS Birmingham.

"Tyson?" Domandò Ade. Poseidone annuì. "Dovrebbe essere lui. Chi altro c'era lì sopra, con loro?" Zeus sospirò. "Vediamo. Adesso dovrebbero scoprirlo, no?"

-Non possiamo oltrepassare in nessun modo le pecore cannibali, vero?- Percy guardò Annabeth, che scosse la testa. -Potrei salire su per il sentiero e prendere il Vello utilizzando il mio berretto. Non mi vedrebbe nessuno.-

Poseidone scosse la testa. "Questa è probabilmente l'idea più stupida che io abbia mai sentito." Commentò. Ade annuì. "E stiamo sentendo anche quelle di Percy."

-Non può funzionare, Annabeth. Le pecore sentiranno il tuo odore. Spunterà quasi sicuramente qualche altro guardiano... andrà sicuramente storto qualcosa. Io sarei qui, non potrei nemmeno aiutarti.-

"Che carino. Sono anche delle obiezioni ragionevoli." Ade sorrise. Zeus annuì. "È la sua ragazza. Deve cercare di salvarla in tutti i modi."

Vedendo che però non bastava, Percy proseguì. -Poi, dobbiamo anche salvare Grover. E chiunque ci fosse sulla scialuppa, sempre che siano sopravvissuti alle pecorelle.-
Annabeth annuì, lentamente. -Va bene. Mettiamo la barca là, dove ci sono le scogliere.- Prima che potesse finire, Percy annuì. -Si, sono abbastanza alte da nasconderla. Va bene.-

"Sono stupefatto. Ha concluso un ragionamento." Poseidone indicò Annabeth. "Anche lei è sconvolta."

Le scogliere sembravano accessibili, come il muro dell'arrampicata giù al campo. Percy spero che Polifemo non avesse anche delle capre di montagna carnivore.

"Sarebbe stato divertente." "E per loro terribile." Ade fece un gesto con la mano, come se la morte per mano di delle capre carnivore fosse una cosa di poco conto.

I due si portarono con una scialuppa a remi fino al margine delle rocce e
iniziarono a salire. Annabeth andò per prima perché era la scalatrice migliore.

I tre dei si divertirono a vedere la scalata. I due ragazzi rischiarono di morire solo sei o sette volte e, per Percy, non era un cattivo risultato. Le cadute più divertenti furono quella dove Percy perse la presa e si ritrovò appeso a una sporgenza con una mano sola, a una cinquantina di metri dagli scogli. Poseidone spalancò la bocca. "SMETTETE DI RIDERE! O MIEI DEI! PERCY, ATTENTO!" Fortunatamente, il ragazzo trovò un altro appiglio e continuò l'arrampicata. Un minuto dopo
Annabeth si imbatté in una chiazza di muschio viscido e scivolò col piede, trovando un altro punto di appoggio. Anche se era la faccia di Percy. I tre dei risero forte, mentre Annabeth si scusava.
— Figurati — brontolò Percy.

Alla fine si issarono sulla cima e crollarono a terra.
— Ahi — disse Percy.
— Ohi — gemette Annabeth.

"Ai miei tempi, i giovani erano molto più agili. In questi tempi, sono degli smidollati." Commentò Ade. Poseidone lo fissò. "Mi sa che uno di questi giorni, ti vedrò insieme ai vecchietti a commentare i ritardi nelle riparazioni." Zeus rise. "Dovresti andare tu. A Troia hai imparato, no?" "Non nominarmi quella città."

— Garrrrr! — mugghiò un'altra voce.
Percy si girò in tutte le direzioni, cercando chi aveva parlato.
Annabeth gli tappò la bocca con la mano e indicò.

"Meno male che c'è lei. Anche se sembrano stravolti." Zeus indicò la scogliera. "Poi voglio che la faccia tu, quella scalata. Io ti cronometro." Poseidone rise. "Io ti riprendo. E poi lo mando ad Efesto. Sarà divertente."

La sporgenza su cui eravano i due ragazzi era abbastanza piccola, e scendeva a strapiombo sul lato opposto, da dove proveniva
la voce.
— Sfrontata! — mugghiò la voce profonda.
— Mettimi alla prova! — Era la voce di Clarisse. —Ridammi la mia spada e mi batterò con te!-
Il mostro scoppiò in una risata tonante.

"Sarà anche odiosa, ma è sicuramente coraggiosa." Commentò Zeus. Poseidone si imbronciò. "Io non le farò complimenti. Non se li merita."

Percy e Annabeth strisciarono fino al bordo: eravano proprio sopra
l'ingresso della caverna del ciclope. Sotto di loro si vedevano Polifemo e
Grover, ancora col suo abito da sposa. Clarisse era legata ed era appesa a
testa in giù sopra un pentolone di acqua bollente.

"Fatela cadere dentro il pentolone, per favore." Poseidone si rivolse al figlio. "Dai, fallo. Non se ne accorgerebbe nessuno. Potresti dare la colpa al ciclope." Zeus e Ade risero.

—Mmm — rifletté Polifemo. — Ci pappiamo subito questa sfacciata o
aspettiamo il banchetto di nozze? Cosa dice la mia sposa?-
Si voltò verso Grover, che si ritrasse e per poco non inciampò nello
strascico, ormai finito. — Oh, ehm, adesso non ho fame, caro. Forse...-

Ade rise forte. "Troppo divertente. Perchè non si sono sposati sul serio."

— Sposa, hai detto? — domandò Clarisse. — Ma chi... Grover?-
Annabeth mormorò: — Chiudi quella bocca.-

"Uccidila e non parlerà mai più." Poseidone provò ad aizzare Annabeth che, però, lo ignorò.

Polifemo la guardò torvo. — Quale "Grover"?-
— Il satiro! — strillò Clarisse.

"È davvero un'idiota. È riuscito a fregarlo benissimo, ma arriva lei e rovina tutto!" Ade indicò Clarisse. Poseidone annuì. "Assomiglia al padre, infondo."

— Oh! — guaì Grover. — Il cervello della poverina sta bollendo con
quell'acqua calda. Mettila giù, caro!-

"Bel tentativo. Ma sarà inutile. Mi sa proprio che sarà inutile."

Le palpebre di Polifemo si strinsero sul suo occhio lattiginoso, come per scrutare meglio Clarisse.
Percy trovava il ciclope perfino più orribile di come appariva nei sogni. In parte perché sentiva bene il suo odore, non proprio di primule, e in parte perché era vestito da sposo, con un rozzo gonnellino e una mantella
ricavati da un'infinità di smoking celesti, come se avesse spellato l'intera comitiva di un matrimonio.

"È il vestito che lo rende orribile. I miei occhi, bruciano!" Ade si coprì gli occhi, mentre Poseidone rideva.

— Quale satiro? — chiese Polifemo. — I satiri sono buoni, gnam! Mi hai portato un satiro?
— No, razza di idiota! — urlò Clarisse. — Quel satiro! Grover! Quello vestito da sposa!-

"Percy, hai perso l'occasione di ucciderla." Poseidone scosse la testa.

Polifemo strappò il velo a Grover. —
Non ci vedo molto bene — ringhiò. — Da quando quell'altro eroe mi ha
colpito nell'occhio, tanti anni fa. Ma TU-NON-SEI-UNA-CICLOPE!-

"Che occhio!" Zeus rise alla frase di Ade, dicendo. "In effetti, ne ha solo uno."

— Fermo! — Grover si abbassò per evitare di essere preso dal ciclope. — Non mangiarmi crudo! Io conosco...
conosco una ricetta buonissima!-
Polifemo stava esitando, con un grosso masso in mano, pronto a
spiaccicare la sua mancata sposa.
— Ricetta? — chiese a Grover.
—Oh, s-sì! Non vorrai mangiarmi crudo. Ti beccheresti un'infezione, il
botulino e chissà che altro. Sarò molto più gustoso grigliato a fuoco lento.
Con una salsina al mango! Potresti andare a coglierne qualcuno, laggiù nel bosco. Io ti aspetto qui.-

"Quella capra è intelligente!" Ade sorrise. Zeus annuì, esultando. "Meno male che Clarisse non ha rovinato tutto."

Il mostro ci rifletté.
— Satiro alla griglia con salsina al mango — rimuginò Polifemo. Tornò
a guardare Clarisse, ancora appesa sopra il pentolone bollente. — Anche tu sei un satiro?-
— No, ammasso di letame troppo cresciuto! — urlò lei. — Io sono una
ragazza! La figlia di Ares! Adesso slegami così ti stacco le braccia!-

"Wow, ha fegato!" Zeus sorrise a Clarisse. "Posso ucciderla?" "No!"

— Mi stacchi le braccia — ripeté Polifemo.
— E poi te le faccio inghiottire!
— Hai fegato.
— Mettimi giù!
Polifemo agguantò Grover come se fosse un cucciolo che fa i capricci.
— Devo pascolare le pecore adesso. Il matrimonio si farà stasera. E mangeremo satiro come portata principale!-

"Quale matrimonio? Chi si vuole sposare?"

— Ma... ti sposi lo stesso? — Grover sembrava ferito. — Con chi?
Polifemo guardò verso il pentolone bollente.
Clarisse fece un verso strozzato. — Oh, no! Non puoi fare sul serio. Io
non...-

"Schifo. Davvero." Né Zeus nè Ade negarono quello che Poseidone aveva detto.

Polifemo disse ai due— Accomodatevi! Tornerò al tramonto per il grande evento!-
Poi fischiò, e un gregge misto di capre e pecore - più piccole di quelle cannibali - uscì dall'antro e sfilò davanti al suo padrone. Mentre
andavano a pascolare, Polifemo ne accarezzò qualcuna sulla groppa
chiamandole per nome: McFlurry, Miley, Britney...
Quando anche l'ultima pecora ciondolò fuori, Polifemo fece rotolare il masso davanti all'entrata
— Mango — borbottò fra sé e sé. — Che roba è?-

"Ce lo stiamo chiedendo anche noi. Poi, lì cresce?"

I due ragazzi provarono in tutti i modi a spostare il masso, giungendo alla sola conclusione: per spostare quella roccia era farlo fare dal ciclope.

"Davvero molto intelligenti. Sono colpito dalla vostra arguzia." Ade venne zittito da Zeus, con una gomitata.

I due si sedettero sconsolati sulla sporgenza e osservarono il ciclope che si muoveva in mezzo al gregge. Quando diede da mangiare alle pecore carnivore, a Percy venne da vomitare, pensando che avrebbe davvero dovuto diventare vegetariano come Grover.

Ade sorrise. "Smetterebbe di mangiare quello schifo con cui si nutre." Zeus annuì. "Non penso diventerà vegetariano."

— L'inganno — decise Annabeth. — Non possiamo batterlo con la forza, perciò dobbiamo usare l'inganno.-
— Okay — disse Percy.— Quale inganno?-
— A questo ancora non ho pensato.-
— Fantastico.-

Zeus sorrise, mentre Poseidone li indicò. "Va bene. Sono una bella coppia. Ora basta."

— Polifemo dovrà spostare il masso per fare entrare le pecore.-
— Al tramonto — specificò il ragazzo. - Ovvero quando sposerà Clarisse e si
mangerà Grover per cena. Non so cosa mi faccia più ribrezzo.-

"Sposare Clarisse." Risposero tutte e tre gli dei, concordi su questo. Poseidone soprattutto.

— Io potrei sgattaiolare dentro, invisibile — propose.
— E io?-
— Le pecore — rifletté Annabeth. Diede una di quelle sue occhiate
scaltre a Percy, allarmandolo. — Quanto ti piacciono le pecore?

Ade rise, immaginando cosa sarebbe successo da lì a poco.

Angolo autrice
Alla prossima,
By rowhiteblack

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