capitolo 57 - il centro estestico
"Ehi, guardate! Bell'isola, quella!" Ade indicò l'isola verso cui la corrente stava trasportando i due semidei.
Una donna li accolse. -Benvenuti!- La donna indossava un tailleur azzurro, aveva il trucco perfetto ("Sembra tanto Afrodite per quel trucco!" "Potrebbe ucciderti, per questa frase!") e aveva i capelli raccolti in una coda.
Percy notò delle imbarcazioni di tutti i tipi, che andavano dagli yatch a elicotteri.
La donna proseguì. -È la vostra prima volta qui da noi? —
"Solo a me ricorda qualcuno?" Ade guardò i due fratelli. Poseidone scosse la testa. "Non penso di averla mai vista, sinceramente." "Nemmeno io." Ade borbottò. "Io però l'ho già vista..."
Percy e Annabeth si scambiarono uno sguardo. Annabeth rispose: —
Ehm...-
"Ragazza di molte parole, vedo..." Ade annuì. Zeus disse. "Ma solo io trovo strano un centro nel Mare dei Mostri? A che serve? A Cariddi?" "Beh, sai che mal di pancia deve avere, poverina..." "Perchè poverina? Magari è un mostro maschio..." "E si chiama Cariddi? A me sembra una femmina." Zeus guardò i due fratelli discutere. "Vi sembra il caso?" "Tanto ho ragione io." Risposero i due in coro.
— Prima volta al centro... — disse la donna scrivendo sulla cartellina.
— Vediamo...- Li guardò in modo critico, per poi decretare.— Mmm. Un bendaggio alle erbe per la signorina, per cominciare. E, naturalmente, un
restyling totale del look per il giovane gentiluomo.-
"Un che?" Chiese Ade.
— Un che? — chiese Percy.
I due dei guardarono Ade. "Hai avuto la stessa reazione di Percy, te ne rendi conto?" "Dai, è una reazione normale. Ha detto delle parole incomprensibili!"
Era troppo impegnata a scribacchiare appunti per rispondere.
— Fatto! — esclamò con un sorriso spigliato. — Bene, sono sicura che
C.C. vorrà parlarvi di persona prima del party hawaiano. Venite, prego.-
"Secondo voi chi è C.C.?" Zeus scosse la testa. "Non ne ho la minima idea, ma non sembra una bella persona. Ripeto, vive nel Mare dei Mostri... non può essere una brava persona, no?" "Questi sono pregiudizi!"
Percy fissava la donna, aspettando solo che diventasse un serpente o un altro mostro del genere. Pensando alla stanchezza e alla fame, però, non sembrava convinto a tornare nel mare.
— Non potrà farci male, immagino — mormorò Annabeth.
"Certo che può. Come Echidna e tutti gli altri mostri che avete detto che non potevano farvi del male!" Ade stava urlando, indicando i due. "Non avete imparato niente dai film? Andiamo!"
Percy, non molto convinto, tenne le mani nelle tasche, vicino alla spada e alle multivitamine di Ermes e Vortice, distraendosi però per la bellezza del centro benessere: c'erano marmo bianco e acqua azzurra
ovunque, le terrazze si arrampicavano sul fianco della montagna, con piscine su ogni livello, collegate da scivoli e cascate e tubi subacquei da attraversare a nuoto. Fontane spruzzavano disegni spettacolari nell'aria, come aquile in volo e cavalli al galoppo.
"Notate che le cose che gli piacciono di più riguardano l'acqua?" Ade indicò sovrappensiero il ragazzo. "È mio figlio. Ecco perchè. Adesso, smettila. Sono curioso di sapere chi sia C.C."
— Stai bene? — chiese Annabeth a Percy. — Sei pallido.-
La ragazza non poteva saperlo, ma gli dei sapevano che l'improvviso pallore di Percy era dovuto al pensiero di Tyson, che avrebbe adorato quelle fontane. Poseidone sorrise dolcemente. "Vedete? Non è tanto male, Percy." "Nessuno di noi ha mai detto il contrario, Posy." "Ade, smettila di chiamarmi così." "Come vuoi, Posy."
— Sto bene — mentì il ragazzo. — Solo... continuiamo.-
"Perchè non le dice la verità?" Zeus domandò a Poseidone, che rispose. "Probabilmente non vuole preoccuparla inutilmente. Sarebbe controproducente, per lui. Poi, sapete che non vuole far soffrire i suoi amici..." "Nobile, ma stupido." Ade venne fulminato dallo sguardo dei due fratelli. "Scusate, ma è vero!" "Beh, ha ragione. Potrebbe descrivere tuo figlio: nobile ma stupido." "Tre parole per l'essenza di un eroe." "Vi odio." "Non è vero, Posy."
Percy, salendo, notò che c'erano solo donne nel centro. Però, si distrasse quando udì il canto di una donna. La stanza dove si trovava era bellissima, ma gli dei videro che l'attenzione di Percy era tutta per la donna che cantava: seduta davanti a un telaio enorme, i fili colorati erano intrecciati con estrema abilità dalle mani, che si muovevano leggiadre sul telaio. L'arazzo rappresentava una cascata, e si vedeva l'acqua cadere. Quando Annabeth disse -È bellissimo- la donna si voltò verso di loro. Così come Annabeth era rimasta senza parole alla vista dell'arazzo, Percy lo rimase alla vista della donna: i capelli lunghi e neri erano intrecciati con fili d'oro e aveva degli occhi verdi e penetranti. Indossava una veste di seta nera con delle sagome che sembravano muoversi nel tessuto: ombre di animali, nero su nero, come cerbiatti che corrono di notte nella foresta.
"Oh, queste cose le nota, il ragazzo..." Zeus rise alle parole di Ade. Poseidone sorrise. Poi tornando serio. "Ma... l'avete riconosciuta anche voi?" Gli altri due dei guardarono un attimo la donna, poi smisero di ridere. "Percy mi sa che non la troverà ancora per molto bella..."
— Ti piace la mia opera, mia cara? — chiese la donna.
— Oh, sì, signora! — rispose Annabeth. — Mia madre è...
"Atena. Dai dillo, così magari ti rinchiudono in un manicomio!" Poseidone guardò Zeus. Il dio dei fulmini disse. "Io lo tengo fermo e tu lo picchi?" "Dai smettetela. Io vi voglio bene!"
La donna sorrise. — Hai buon gusto, mia cara. Sono felice che siate qui. Mi chiamo C.C.-
"C.C. Ha senso dell'umorismo, sicuramente." Poseidone sorrise. "Già, devo dire che ce l'ha. Anche se non abbiamo molto a che fare con lei. Solo quando Zeus ha mandato Ermes..." "Aveva una cosa da fare. E lei non mi piace particolarmente."
I porcellini d'India nella gabbia cominciarono a squittire.
I due semidei si presentarono a C.C., che guardò con disapprovazione Percy che, chissà per quale motivo, si
sentii subito in colpa.
"È il suo influsso. È così che ci riesce." Ade ridacchiò. "Non credo che riuscirò a guardare Percy nello stesso modo." Zeus imitò il fratello più piccolo, tenendo d'occhio Poseidone.
— Oh, santo cielo — sospirò lei. — Hai davvero bisogno del mio aiuto.
— Come dice, signora? — chiese Percy.
"Signora. Con gli dei deve quasi essere minacciato di morte per essere così deferente, e con una sconosciuta, non divinità, la chiama signora? Tuo figlio deve rivedere le sue priorità." Commentò Ade, guardando Percy. Poseidone annuì. "Mi sa che hai ragione. Non è normale faticare a inchinarsi davanti a un dio e chiamare signora un mostro. Mio figlio è un po' strano."
C.C. chiamò la donna in tailleur. — Illa, accompagna Annabeth a fare
un giro, vuoi? Mostrale quello che abbiamo a disposizione. Dovrà
cambiarsi d'abito. E i capelli, santi numi. Faremo una consulenza
d'immagine completa dopo che avrò parlato con questo giovane
gentiluomo.-
— Ma... — La voce di Annabeth sembrava ferita. — Che c'è che non va
nei miei capelli?-
"Ma li hai visti? Sembra che qualcuno ti abbia messo in una lavatrice e poi in una palude!" Ade davanti allo sguardo di Zeus e Poseidone, disse. "Dai, dite che ho torto." "È una figlia di Atena, non di Afrodite. Non le importa."
C.C. sorrise con benevolenza. — Mia cara, sei adorabile. Davvero! Ma
non valorizzi affatto le tue grazie e i tuoi talenti. Tutto questo potenziale
sprecato!-
— Sprecato?-
"Percy non pensa che il suo potenziale sia sprecato. La vede bellissima." "La finisci?" Chiese Zeus rivolto al fratello. Ade, annuì, con lo sguardo abbassato. "Lo hai ferito." Commentò Poseidone. "Sopravviverà."
— Be', non dirmi che sei soddisfatta di come sei! Santi numi, nessuno lo
è. Ma non ti preoccupare. Qui al centro benessere possiamo migliorare
chiunque. Illa ti farà vedere cosa intendo. Tu, mia cara, hai bisogno di
liberare la tua vera essenza!-
"Di bambola? Come si chiama il gioco dei mortali? Barbie?" "Qualcosa del genere, sì..."
Annabeth, titubante, disse. — Ma... e Percy?-
"Deve assolutamente unirsi a te. Anche a lui una bella manicure!" Esclamò Zeus, a cui Ade rivolse uno sguardo ferito. "Io non posso dire cavolate e tu sì?"
— Oh, decisamente Percy necessita della mia personale attenzione. Ha
bisogno di molto più lavoro di te — rispose C.C., guardando il ragazzo con
un'espressione mesta.
"Che sta succedendo?" In effetti il ricordo si era fatto sfocato, per poi apparire più tardi.
"Dov'è Percy? E cos'ha in mano la donna?"
— Perfetto! — tuonò la voce della donna, continuando. — Vedi, Percy? Hai liberato la tua vera essenza!-
"È un... porcellino d'India?" Ade scoppiò a ridere. "Non... è fantastico!"
Zeus lo fissò. Poi, sospirando, commentò. "Ha ragione. È un porcellino d'India. È fantastico." "Potresti dirlo con un po' di divertimento nella voce. Saresti più credibile."
— Un porcellino d'India — specificò C.C. — Adorabile, vero? Gli
uomini sono dei maiali, Percy. Una volta li trasformavo in maiali veri e
propri, ma puzzavano così tanto e poi erano ingombranti e difficili da
tenere. Non troppo diversi da prima, in fondo. I porcellini d'India sono
molto più comodi! Ora vieni a incontrare gli altri.-
"Nella gabbia, intende? Ecco dov'erano gli altri uomini, allora! Tutti porcellini d'India." "Comunque, ha ragione. È più pratico tenere dei porcellini d'India che dei maiali..." Poseidone alzò le spalle dopo aver parlato. "Dovrò parlare con Percy a proposito di accettare da bere dagli sconosciuti. Ovvero: non farlo."
Quando Percy si divincolò, cercando di graffiare la donna, quella disse.
— Non ci provare, piccolino, o ti do in pasto ai gufi. Vai nella gabbia e fai il bravo animaletto. Domani, se ti comporti bene, te ne andrai per la tua strada. C'è sempre una scolaresca che ha bisogno di un nuovo porcellino d'India.-
"Poveri bambini. Senza animaletti. Mi si spezza il cuore." Borbottò Poseidone. "Perché tante cavolate?" "Cerco di non deprimermi eccessivamente."
— Ti presento i miei animaletti più indisciplinati, Percy — lo avvisò
C.C. — Non diventeranno mai dei bravi porcellini scolastici, ma
potrebbero insegnarti un po' di buone maniere. La maggior parte di loro è
in questa gabbia da trecento anni. Se non vuoi restare con loro per sempre,
ti suggerirei...-
"Trecento anni? E questo... sono violazioni dei diritti degli animali!"
La voce di Annabeth chiamò: — Signorina C.C.?-
"Meno male che arriva lei." Poseidone spalancò la bocca. "Non pensavo l'avrei mai detto."
C.C. chiuse la porticina della gabbia, dopo averci fatto cadere Percy, e mandò con un calcio i vestiti del ragazzo sotto il telaio, mentre arrivava Annabeth.
"Wow! Anche Percy sembra pensarla così, comunque." Disse Zeus, indicando il ragazzo che fissava Annabeth sconvoltò: indossava una veste di seta senza maniche bianca, i capelli biondi erano stati lavati e intrecciati con fili d'oro. E, peggio ancora, era truccata, cosa che Percy non avrebbe mai pensato che Annabeth potesse fare, neanche morta. Secondo il ragazzo era bellissima, ma non era la vera
Annabeth.
"Che tenero! Questo è davvero amore!" "È anche vero amore, visto? A lui lei piace al naturale. Senza trucco, pettinature assurde o cose del genere. Vero amore. Nemmeno tu puoi fermare ciò, Posy." Ade aveva gli occhi a cuoricino.
Annabeth cominciò a guardarsi attorno, per poi accigliarsi. — Dov'è Percy?-
"VERO AMORE! OTP!" Zeus e Ade cominciarono a saltare come due pazzi. Poseidone li fissò. "Sapete, siamo fortunati del fatto che nessuno ci vede. Perdereste la vostra reputazione velocemente." "Sta zitto, Posy. Il vero amore non aspetta niente."
C.C. sorrise. — Sta facendo uno dei miei trattamenti, mia cara. Non ti
preoccupare. Sei splendida! Come ti è sembrato il tour?-
"Da quando diventare un porcellino d'India è seguire un trattamento? Zeus, Posy, non andiamo mai in un centro estetico, per favore." "No problem. Non ne abbiamo bisogno, comunque..."
Gli occhi di Annabeth si illuminarono. — Avete una biblioteca incredibile.-
"Valla a capire. Ci sono cose più importanti, di una biblioteca." Esclamò Zeus. "Ad esempio?" Chiese Poseidone. "Percy trasformato in un animaletto domestico vale?" Intervenne Ade. Poseidone annuì. "Vale eccome."
— Sì, è vero — convenne C.C. — Tutto il meglio dell'ultimo millennio.
Qualsiasi cosa tu voglia studiare... ed essere, mia cara.-
— Un architetto?-
"Che carina! Sogna in grande, però che carina." Ade guardò Poseidone, che continuava a fissare il figlio-porcellino. "Posy?" "In realtà è tenero. Percy in versione porcellino d'India. Probabilmente gli regalerò un porcellino d'India per il suo compleanno."
— Bah! — esclamò C.C. — Tu, mia cara, hai la stoffa della maga. Come me.-
"Ta da Dan. Colpo di scena. Chi se lo aspettava?"
Annabeth fece un passo indietro. — Della maga?-
"Sembra leggermente spaventata." Ade guardò i due fratelli. "Secondo voi, per quale assurda ragione?" "Ha appena detto di essere una maga. Non è proprio qualcosa di carino da sentire. Mette paura, credo." Poseidone guardò i due fratelli. "Sto cercando di capire meglio i semidei, okay? Ero preoccupato per Percy, che non dice mai niente..."
— Certo. — C.C. sollevò una mano, e nel palmo comparve una fiamma.
— Mia madre è Ecate, la dea della magia. E so riconoscere una figlia di
Atena quando ne vedo una. Non siamo molto diverse, tu e io. Cerchiamo entrambe la conoscenza. Ammiriamo entrambe la grandezza. Nessuna di noi due ha bisogno di stare all'ombra degli uomini.-
"Più che altro, direi che è Percy all'ombra di Annabeth." Commentò Ade. "Voglio dire... senza di lei, sarebbe un porcellino d'India..." Zeus scosse la testa. "Percy è un figlio di Poseidone. È più famoso, ma è normale. Anche Talia gode di una certa fama..."
— Io... io non capisco.- Annabeth guardava la donna, non facendo caso agli squittii di Percy.
"Non è molto intelligente. A me sembra abbastanza chiaro cosa intende dire la donna." Ade commentò, guardando la ragazza.
— Resta con me — disse C.C. ad Annabeth. — Studia con me. Puoi unirti al nostro staff, diventare una maga, imparare a piegare gli altri al tuo volere. Diventerai immortale!-
"Annabeth rifiuta? Ma cos'è, un vizio di loro due?" "Sono un'altra cosa che hanno in comune. Viva la Percabeth!"
— Ma...- Annabeth venne interrotta da C.C. — Sei troppo intelligente, mia cara. Puoi fare di meglio che contare su quello stupido campo per eroi.
Quante grandi donne mezzosangue riesci a nominare?-
"Talia. Piper. Reyna. Anche Hylla non è proprio male, ora che ci penso..."
— Ehm... Atalanta, Amelia Earhart...-
Ade annuì. "È vero. Anche loro, anche se non tutti sanno che sono semidee..."
—Bah! Gli uomini si prendono tutta la gloria. — C.C. serrò il pugno e
spense la fiamma magica. — L'unico accesso al potere per le donne è la
stregoneria. Medea, Calipso, loro sì che erano donne potenti! E poi ci sono
io, naturalmente. La più grande di tutte.-
"Wow!" Zeus esclamò. "Modesta, lei. Voglio dire, poi siamo noi gli egocentrici e arroganti?"
— Lei... C.C.... Circe!-
"10 punti a Grifondoro per l'incredibile conoscenza della ragazza." Ade si alzò in piedi. Poseidone, inclinando la testa, disse. "Credo che Corvonero sia la casa più adatta alla ragazza." "No, è come Hermione, e lei era Grifondoro." Zeus li fissò. "State parlando come se esistesse davvero. Siete fuori di testa, per caso?" Ade scosse la testa. "Nah, siamo fanboy."
— Sì, mia cara.-
Annabeth fece qualche passo indietro e Circe rise.
"La reazione di Annabeth è assolutamente normale." Commentò Ade. Poseidone indicò il figlio. "E si accorgerà di lui, adesso?"
— Non temere. Non ho intenzione di farti del male.-
"No, lei trasforma solo gli uomini in animali. Le ragazze no, le stanno relativamente simpatiche." Ade indicò la ragazza, rispondendo a Zeus. "A me non sembra rassicurata dalla donna. Anche se probabilmente conosce i miti che la riguardano. A memoria e più versioni, sicuramente."
— Che cos'ha fatto a Percy?-
"Beh... l'ha sottoposto a un trattamento. Non lo conosci? Si chiama: rivela l'animale che è in te."
— L'ho soltanto aiutato a realizzare la sua vera forma.-
"Un porcellino d'India. La vera essenza di Percy è un porcellino d'India." Ade stava fissando Poseidone. "Gli vuoi ancora regalare uno di quei roditori?" Poseidone annuì. "Gli piacerà, ne sono sicuro." Ade e Zeus si scambiarono un'occhiata dubbiosa. Poseidone indicò Annabeth. "Credo che abbia capito che il suo amico è un roditore." Ade e Zeus scoppiarono a ridere. "Vediamo come lo salva."
—Dimenticalo — Circe continuò a parlare, con un tono seducente. — Unisciti a me e apprendi le arti della stregoneria.-
— Ma...-
— Qualcuno si prenderà cura del tuo amico. Verrà spedito in una magnifica nuova casa sul continente. I bambini della scuola materna lo adoreranno. Nel frattempo, tu sarai saggia e potente. Avrai tutto ciò che hai sempre desiderato.-
"Tutto ciò che Annabeth ha sempre desiderato è una vita insieme a Percy, circondati da bambini urlanti, che saltellano loro intorno, chiamandoli mamma e papà." Ade e Poseidone fissarono Zeus. "Ehm... Zeus?" "Si, Posy?" "Hanno solo dodici anni..." "Annabeth è una ragazza precoce. Aveva già capito tutto dalla vita."
Annabeth assunse un'espressione sognante in viso. Percy squittì più forte di prima, agitando le zampette, per attirare l'attenzione della ragazza.
— Mi faccia pensare — mormorò Annabeth. — Mi... mi lasci un minuto
da sola. Per dirgli addio.-
"COSA? MA COME?" Ade aveva cominciato a urlare, mentre Zeus fissava male la ragazza. "È il tuo vero amore! Fa qualcosa, Annabeth!" Poseidone rimaneva tranquillo, guardando poco interessato i suoi fratelli urlare.
— Ma certo, mia cara — tubò Circe. — Un minuto. Oh... e così avrai la
riservatezza più assoluta... — Fece un gesto con la mano e delle sbarre di
ferro piombarono davanti alle finestre. Poi uscì con passo leggero dalla stanza, chiudendo la porta a chiave.
"L'ha chiusa in trappola." Commentò Ade, ancora offeso per la frase di Annabeth detta poco prima. Infatti, continuò. "Le sta bene."
L'espressione sognante scomparve dal volto di Annabeth. Corse alla gabbia. — Va bene, quale sei?-
"BRAVA! COSÌ SI FA!" Zeus aveva cominciato ad applaudire, per poi smettere quando si accorse che la ragazza non poteva capire chi era Percy. Ade disse. "Dai, quello tenero è Percy. Gli altri sono minacciosi, pur essendo dei teneri roditori. O dei roditori che dovrebbero essere teneri."
Annabeth perlustrò la stanza con lo sguardo e scorse l'orlo dei miei
jeans che sporgeva da sotto il telaio.
Corse subito a prenderli e si mise a frugare nelle tasche, tirando fuori la bottiglietta delle multi vitamine di Ermes, forzando il coperchio. Appena mise in bocca una pastiglia al limone, la porta si spalancò e Circe tornò dentro, fiancheggiata da due delle sue
assistenti in tailleur.
"Cosa vuole fare Annabeth? Avere il giusto apporto di vitamine e sali minerali?" Ade non riusciva a capire a cosa stesse pensando la ragazza.
— Bene — sospirò Circe — come passa in fretta un minuto. Qual è la
tua risposta, mia cara?cara.-
"Prendila a pugni!" I tre dei cominciarono a incitare la ragazza.
— Questa — disse Annabeth, e tirò fuori il suo coltello di bronzo.
"Ancora meglio! Falla a pezzi!" Ade sorrise. "Come abbiamo fatto noi con Crono, è divertente." "Ottimo passatempo per famiglie, in effetti." Commentò Zeus, fissando Ade. Poseidone ci pensò. "Sì, avete ragione."
La maga, dopo un iniziale momento di sorpresa, fece un verso di scherno. — Davvero, ragazzina, un coltello contro la mia magia? Ti sembra saggio?-
"Sua madre è la dea della saggezza. Direi che lei sa quello che fa." Commentò Zeus. Ade annuì. "Non lo metto in dubbio, ma cosa sta facendo?" "Non ne ho la minima idea, ad essere sincero."
Circe si voltò a guardare le sue assistenti, che sorrisero e sollevarono le mani, come per prepararsi a lanciare un incantesimo.
"NON FATE MALE AD ANNABETH!" Ade si era avvicinato al ricordo di Circe, agitando una mano. "Guarda che ti distruggo il centro estetico!"
Nella gabbia di Percy, gli altri porcellini d'India squittivano terrorizzati e zampettavano per la gabbia. Gli dei videro che anche Percy aveva l'istinto di scappare a nascondersi, ma si tratteneva. Non sopportava il pensiero di perdere
Annabeth come aveva perso Tyson.
"Ma questo è vero amore! Aw! Non è tenero, ragazzi?" Poseidone e Zeus annuirono alle parole di Ade, guardando ancora Annabeth.
— Quale sarà il nuovo look di Annabeth? — rifletté Circe. — Qualcosa di piccolo e di scorbutico. Ci sono... un topo ragno!-
Delle fiamme azzurre rotearono fuori dalle sue dita e si avvilupparono
come serpenti attorno ad Annabeth.
Non accadde nulla: Annabeth era ancora Annabeth, solo più arrabbiata di prima. Fece un balzo in avanti e puntò il coltello al collo di Circe.
—Che ne dici di trasformarmi in una pantera, invece? Una pantera con
gli artigli puntati sulla tua gola!-
"GRANDE ANNABETH! VAI!"
— Impossibile! — strillò Circe.
Annabeth mostrò alla maga la bottiglietta di vitamine.
Circe emise un lungo gemito di frustrazione. — Maledetto Ermes e le
sue vitamine! Sono un enorme bluff! Non fanno affatto bene!-
"Invece diventare un roditore sì?" Ade guardò i fratelli. "Ma tutte le persone con cui Percy entra in contatto devono rivedere le loro priorità."
—Restituisci a Percy la sua forma umana, altrimenti...! — minacciò
Annabeth.
— Non posso!
— Allora te lo sei voluto!
Le assistenti di Circe fecero qualche passo avanti, ma la loro padrona
ordinò: — Indietro! È immune alla magia finché non si esaurisce l'effetto
di quella maledetta vitamina.-
"Le ha messe nel sacco! Grande Annabeth! Ho capito cosa voleva fare!"
Annabeth trascinò Circe fino alla gabbia dei porcellini d'India, la
scoperchiò e versò il resto delle vitamine all'interno.
— No! — gridò Circe.
Percy fu il primo a prenderne una, ma anche tutti gli altri porcellini lo imitarono poco dopo.
"Meno male che c'era Annabeth." Commentò Poseidone. "Però un bel porcellino d'India a Percy non lo toglie nessuno." "Lo vuoi punire?" Domandò Ade. Poseidone scosse la testa. "No, voglio solo ricordargli questo momento."
La gabbia cominciò a rimpicciolire, e
all'improvviso esplose. Percy era seduto sul pavimento, di nuovo in
forma umana e vestito, insieme ad altri sei tizi che sbattevano le palpebre disorientati e si scrollavano trucioli dai capelli.
"Loro chi sono?" Chiese Ade, indicandoli. Zeus e Poseidone scossero la testa, ma non risposero, per non perdersi niente.
— No! — gridò di nuovo Circe. — Tu non capisci! Questi sono i peggiori!-
"Per lei tutti sono i peggiori... sono uomini! Nemmeno Artemide fa così!" Commentò Zeus. Poseidone sorrise.
Uno degli uomini si alzò: un tizio grande e grosso con una lunga barba
nera sbrindellata e i denti dello stesso colore. Indossava dei vestiti
scombinati di lana e pelle, degli stivali alti fino al ginocchio e un cappello
di feltro floscio. Gli altri uomini erano vestiti in modo più semplice, con
delle brache corte e delle sudice camicie bianche. Erano tutti a piedi nudi.
— Argggh! — ululò l'omaccione. — Cosa mi ha fatto la strega!-
"Ti ha trasformato in un roditore. Sai, sono piccoli e carini."
— No! — gemette Circe.
Annabeth rimase a bocca aperta. — Io ti conosco! Edward Teach, figlio
di Ares?-
"Ecco. Annabeth sa anche questo. Qualcosa che non sa?" Zeus scosse la testa. "C'è Percy che non dice niente."
— Per tutti i mari, sì, ragazzina — ringhiò l'omaccione. — Ma tutti mi
chiamano Barbanera! Ed ecco le streghe che ci hanno catturati, uomini. Date loro una lezione e poi vedete di trovarmi una scodella di sedano! Arggggh!-
"Sedano? Cosa fa con il sedano? Cos'è ancora un roditore?"
Circe strillò e fuggì con le sue assistenti dalla stanza, inseguita dai pirati.
Annabeth rinfoderò il coltello e scoccò un'occhiataccia a Percy.
"Ahia. È arrabbiata."
— Grazie... — balbettai. — Mi dispiace tanto...-
Prima che riuscisse a finire di parlare, Annabeth lo abbracciò fortissimo.
"PERCABETH! PERCABETH! È UN MOMENTO OTP!" Ade ricominciò a saltellare.
— Sono contenta che non sei un porcellino d'India.-
—Anch'io. —
"Anche noi tre, adesso baciatevi." Ade guardò male i due. "Perchè non si baciano?" Chiese poi, in tono lamentoso.
Annabeth si sciolse le trecce dorate dai capelli.
—Muoviamoci, Testa d'Alghe — disse. — Dobbiamo scappare finché Circe è distratta.-
"Perché lo chiama ancora così? Potrebbe chiamarlo... non saprei... pelo morbido? Peluche tenero?" Zeus si concentrò. "No, meglio Testa d'Alghe. È più adatto a Percy."
I due corserogiù per la collina, superando terrazze, inservienti urlanti e pirati che saccheggiavano il centro benessere. Gli uomini di Barbanera spezzarono le torce di bambù per il party hawaiano, gettarono i bendaggi alle erbe in piscina e rovesciarono a calci i tavoli dei teli da sauna.
Percy si sentì in colpa per aver liberato i pirati.
"Ma lo hanno trasformato in un roditore! Ma è scemo?" Zeus e Poseidone annuirono alla domanda di Ade. "Si, è scemo. O forse molto tenero."
—Quale nave prendiamo? — chiese Annabeth mentre raggiungevamo il
porto.
Percy su guardò attorno disperato: non potevano riprendere la scialuppa. E lui non sapeva pilotare niente. Poi vide una nave.
— Quella — disse.
"Quella si che è una signora nave!" Esclamò Ade, contento.
Annabeth sbatté le palpebre. — Ma...-
- Posso farla funzionare.-
"È abbastanza sicuro, per essere appena stato trasformato in un roditore." Commentò Zeus, interrotto da una gomitata di Ade. "Dai, è raro vederlo così sicuro di sé."
— Come?- Annabeth sembrava titubante.
Percy, evitando di rispondere, afferrò la mano di Annabeth e la trascinò verso la trealberi. Dipinto sulla prua c'era il nome: Vendetta della Regina Anna.
"È la nave di Barbanera, quella." Disse Poseidone. "La conosco, con quella nave ha depredato nei mari per molti anni, prima di sparire nel nulla. Ora so dove era finito." "Davvero?" Poseidone annuì. "Non mi piaceva per niente. La sua presenza era dannosa per il mare. Le navi affondavano rendendo poco sicure le acque..."
— Argggh! — ringhiò Barbanera da qualche parte alle nostre spalle. —
Quei marrani stanno abbordando il mio vascello! Prendeteli, uomini!-
"Cosa è un Marrano?" Domandò Ade, ignorato dagli altri due, presi dal ricordo.
— Non faremo mai in tempo! — gridò Annabeth mentre salivano a bordo.
Percy guardò le condizioni della nave, in ottimo stato per essere un veliero di trecento anni, ma sapeva che sarebbero serviti un equipaggio e parecchie ore di tempo per rimetterla in mare. Percy si girò, vedendo i pirati che scendevano di corsa le scale, agitando torce di bambù e gambi di sedano.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sulle onde che lambivano lo scafo, sulle
correnti dell'oceano e sui venti che lo circondavano.
"Cosa vuole fare?" Ade guardò Poseidone. Il dio scosse la testa. "Non ne ho la minima idea."
— Albero di mezzana! — gridò.
Annabeth lo guardò come se fosse matto ma, un secondo dopo, l'aria si
riempì dei fischi delle cime tirate, delle tele che si spiegavano e dei
paranchi di legno che cigolavano.
"Wow! Controlla la nave?" Ade sembrava impressionato.
Annabeth si abbassò quando una cima le volò sopra la testa,
avvolgendosi sul bompresso. — Percy, come...-
Percy non le rispose ancora una volta, non sapendo nemmeno come farlo, e ordinò alle vele di issarsi, per poi dire al timone di ruotare, facendo allontanare la nave dal molo. Quando i pirati raggiunsero il molo, loro erano già molto lontani dalla riva.
"Mitico! Adesso?" Il ricordo cominciò a cambiare per la seconda volta.
Angolo autrice
Ehi! Il ricordo è un po' sfocato perchè nemmeno Percy vuole ricordare molto quel momento. Essere un roditore può essere traumatizzante. Non che io lo sappia.
Alla prossima.
By rowhiteblack
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