capitolo 55 - scilla e cariddi
— Cosa c'è che non va? — mi chiese Annabeth. — Un altro sogno?
Ade indicò la ragazza. "È preoccupata per lui, vi rendete conto? Chiaramente lo ama." Zeus annuì. "Chiaro come il sole."
Percy annuì, ma non parlò. Era turbato tanto per il sogno di Grover tanto per la scena di Clarisse con suo padre. Appena spuntò Clarisse, Percy cercò di non guardarla.
"Perchè non la guarda?" Ade era sbigottito. Poseidone scrollò le spalle. "Probabilmente si sente in colpa per aver origliato. Sicuramente non gli piace ciò che ha visto. Per lui è incomprensibile una cosa del genere." Zeus sorrise. "E ciò gli fa onore."
Clarisse afferrò il binocolo di un ufficiale zombie e scrutò l'orizzonte. — Finalmente. Capitano, avanti tutta!-
"Finalmente... cosa? Ha trovato il cervello di Percy?" Zeus e Poseidone guardarono Ade, senza dire niente. Ade sospirò melodrammaticamente. "Siete due rompipalle senza senso dell'umorismo." "L'unico che riderebbe alle tue battute, è Percy." Commentò Zeus. Ade spalancò la bocca. "Vacci piano con le offese, fratello. Non sono così male." Il dio dei morti era chiaramente offeso. Poseidone sorrise, guardando la scena. Anche gli altri due dei riportarono l'attenzione su di essa.
Percy stava guardando nella stessa direzione di Clarisse, notando il cielo coperto, l'aria caliginosa e umida, e riusciva a percepire la loro posizione: al largo della costa settentrionale della Florida. Il motore gemette e aumentò la velocità della nave.
Poseidone alzò un sopracciglio. "La ragazza cosa vuole fare? Fondere il motore? Perchè se quello è l'obiettivo, non le manca molto." Zeus lo guardò, spostando l'attenzione sulla nave. "Sei sicuro? Sembrano sapere il fatto loro." "Sono morti." Commentò Ade. "Quanto può interessare loro il destino della nave?"
Tyson borbottò, innervosito. — Troppo sforzo sui pistoni. Acque
profonde. Non va bene. -
Poseidone sorrise. "Vedete? Tyson sa il fatto suo. E gli importa di rimanere vivo." Ade annuì. "Anche se non so come faccia a saperlo. Se è una prerogativa dei tuoi figli, perchè Percy non si rende conto di niente?" Poseidone alzò le spalle. "Comunque, io non do tutto ai miei figli. Troppo potere diventa dannoso per loro. Non voglio metterli in pericolo, inutilmente poi." "Percy avrà molto potere." "Non per causa mia. Sono poteri che ha conquistato, per così dire. Non so ancora come, ma li ha guadagnati."
Dopo qualche minuto le macchie scure all'orizzonte assunsero contorni
più definiti. A nord, un grosso cumulo di rocce spuntava dal mare -
un'isola, con delle scogliere alte almeno trenta metri. A mezzo miglio di distanza, a sud, l'altra macchia di tenebre era una tempesta in arrivo. Il
cielo e il mare ribollivano come un'unica massa ruggente.
— Un uragano? — chiese Annabeth.
Ade spalancò la bocca. "Non sa qualcosa! Avvertite i media! Allertare i politici! Dite ad Efesto di mettere un annuncio sull'EfestoTv! Bisogna..." si interruppe di fronte agli sguardi dei fratelli. "Ade.." "...stai zitto." Completò il fratello minore, guardando innocentemente i fratelli. "Esattamente."
— No — rispose Clarisse. — Cariddi.
Annabeth impallidì. — Sei matta?
— È l'unica via d'accesso al Mare dei Mostri. Bisogna passare in mezzo
a Cariddi e a sua sorella Scilla. —
Ade sorrise, ma venne interrotto da Zeus, che gli mise una mano sulla bocca. "Prova a dire qualcosa. Su, provaci." Ade indicò, in modo melodrammatico, la mano posata sulla sua bocca. Poseidone, sospirando, disse. "Pace, finalmente." Facendo ridere Zeus, a discapito del dio dei morti.
— Come, l'unica via d'accesso? — chiese Percy. — Il mare è aperto! Possiamo aggirarle.-
Ade disse, dopo essersi liberato dalle mani di Zeus. "Ma non sa niente? Non può aggirarle! È anche detto da Odisseo nell'Odissea!" Zeus sospirò, scusandosi con Poseidone. "Pensavo si fosse arreso." Rispose allo sguardo di accuse.
Clarisse alzò gli occhi al cielo. — Ma non sai niente? Se cercassi di
aggirarle, ti comparirebbero di nuovo davanti. Se vuoi entrare nel Mare dei
Mostri, devi attraversarle.-
Ade la indicò. "Vedete. Lei lo sa."
— E le Rocce Simplegadi? — domandò Annabeth. — È un altro passaggio. Giasone l'ha usato.-
Zeus indicò Annabeth. "Anche lei. E la sua idea è molto meglio di quella di Clarisse." "Dell'idiota figlia dell'idiota immortale." Lo corresse Poseidone, ancora arrabbiato per gli epiteti attribuiti al figlio da Clarisse ed Ares.
— Le rocce non si distruggono con i cannoni, soprattutto quando sono
grosse quanto due isole e cozzano continuamente l'una contro l'altra —
rispose Clarisse. — I mostri, invece...-
Ade la fissò. "Quella è un po' fuori di testa. Mi sa che a loro conveniva davvero affrontare l'idra da soli." Zeus lo fissò. "Sarebbero morti, lo sai, vero?" "Non vedo il lato negativo." Poseidone fissò Ade. "L'Olimpo sarebbe stato distrutto da Crono." Ade annuì. "Okay, un lato negativo c'è."
— Sei matta — decretò Annabeth.
— Guarda e impara, sapientona. — Clarisse si rivolse al capitano. —
Facciamo rotta per Cariddi!-
"Non riesco a decidere se divertirmi per la scena imminente, o se domandarmi chi sia l'angelo custode di Percy. Sopravvivere a quelle due così a lungo." Zeus fissò Ade. Poi si voltò verso Poseidone, che sospirò. "Mi stavo chiedendo la stessa cosa, a dire il vero." "Davvero?" Ade fissò sorridendo il dio del mare. Poseidone annuì. "Se sei sempre stato così stupido, o se sei peggiorato lentamente nel tempo." "È demenza senile, per te?" Chiese, fintamente preoccupato, Zeus a Poseidone. "Non saprei. Chiederemo ad Apollo di prendersene cura." "Vi odio".
La nave cominciò ad
accelerare.
— Clarisse, Cariddi risucchia il mare— intervenne Percy. — Non è così la storia?- Clarisse rispose — E poi lo risputa fuori, sì.-
Ade indicò Percy. "Sa qualcosa! Evviva! Un urra per..."
— E Scilla?- Percy aveva continuato a parlare.
Ade abbassò il dito, tristemente. "Come non detto." Zeus e Poseidone scoppiarono a ridere per la sua espressione, rimpiangendo di non avere delle telecamere con loro. Sarebbe stato divertente vedere il volto di Ade una volta visto il video.
—Abita in una caverna, su quelle scogliere lassù. Se ci avviciniamo
troppo, calerà le sue teste di serpente e comincerà a strappare i marinai
dalla nave.-
Ade disse. "Molto invitante. Sarebbe davvero divertente andare da lei."
— Allora scegli Scilla — propose Percy. — Andiamo tutti sottocoperta e
tiriamo dritto.-
Zeus disse. "Bisogna capire chi è il suo angelo custode per le sue idee. Altro che Annabeth e Clarisse. Anche lui è messo male." Ade annuì. "Tyson probabilmente è il più sano, lì in mezzo."
— No! — insistette Clarisse. — Se Scilla non avrà il suo pasto con le
buone, potrebbe ingoiare tutta la nave. E poi è troppo in alto per essere un buon bersaglio. I miei cannoni non sparano in perpendicolare. Cariddi
invece se ne sta seduta lì al centro del gorgo. Le andiamo dritti incontro,
puntiamo i cannoni e la spediamo al Tartaro!-
Zeus la indicò. "Io comincio a preoccuparmi anche per la sua sanità mentale." Ade annuì concorde. Poseidone guardò entrambi i fratelli. "Io mi preoccupo per la vostra."
Le caldaie del motore si stavano surriscaldando tanto che il ponte era tiepido.
Più si avvicinavano ai mostri, più il baccano di Cariddi aumentava, e ad ogni inspirazione del mostro, la nave tremava e sobbalzava in avanti; ad ogni espirazione, la nave veniva sferzata da onde di tre metri.
Ade indicò Percy. "Perchè ha un'espressione così concentrata?" Poseidone rispose. "Cerca di cronometrare Cariddi. Gli serve concentrazione, naturalmente. Il mare non ama essere limitato nemmeno dai suoi figli."
Percy stimò che Cariddi ci metteva poco meno di tre minuti a risucchiare e distruggere ogni cosa nel raggio di mezzo miglio. E per evitare lei, avrebbero dovuto affrontare Scilla. Percy pensava che fosse estremamente più facile. Infatti pensò. "Per quanto sia orrenda, Scilla al confronto mi sembra un'oasi."
Ade storse il naso, in un'espressione molto buffa. "Scilla gli sembra un'oasi? Poseidone, ma tuo figlio sa cosa sia un'oasi?" Zeus sospirò. "È una metafora, Ade. Solamente una metafora." Ade scosse la testa. "Percy non sa cosa siano, le metafore." "Vuoi dire che è un tipo concreto?" "No, che è un ignorante."
I marinai zombie si affaccendavano in tutta calma sul ponte. Percy pensava che, dal momento che avevano già combattuto per una causa persa, la cosa non li toccasse. O forse non importava loro di essere distrutti, visto che erano già morti.
Nessuna delle due ipotesi servì a rincuorarlo.
Ade annuì. "In effetti, nella prima, pensa che siano una causa persa. Nella seconda, invece, che verranno distrutti. Non è proprio ottimista, il giovanotto."
Annabeth era accanto a Percy, aggrappata alla ringhiera. — Ce l'hai ancora il tuo thermos dei venti?-
Ade e Zeus spalancarono la bocca. Poseidone disse. "Non pensa ci sia abbastanza vento? Cos'ha? Caldo?"
Percy annuì, continuando a guardare Cariddi. — Ma è troppo pericoloso usarlo con un gorgo del genere. Altro vento potrebbe solo peggiorare le cose.-
Poseidone annuì, sollevato. Ade lo imitò, dicendo. "In effetti, mi aspettavo accontentasse Annabeth, visto che è la sua ragazza, eccetera." Zeus gli fece notare che non stavano ancora insieme, al che Ade mise un broncio, adorabile e infantile.
—E che mi dici di controllare l'acqua? — chiese. — Sei il figlio di Poseidone. L'hai già fatto.-
Ade sospirò. "Ma non si arrende mai?" Poseidone scosse lentamente il capo, osservando il figlio. "Non può riuscirci. È troppo forte il getto." Zeus guardò il fratello. "Sei sicuro?" Poseidone annuì. "Nemmeno io posso fare nulla."
Percy chiuse gli occhi, concentrandosi sulla potenza delle onde, ma non
riusciva a concentrarsi: Cariddi era troppo rumorosa e troppo potente, e le onde non rispondevano ai comandi del ragazzo.
— Non... non ci riesco — rispose, sentendosi leggermente in colpa.
"Perchè si sente in colpa? Sarebbe stato impressionante se ci fosse riuscito." Commentò Ade, guardando sorpreso il ragazzo. Zeus disse. "Ade, Percy non è del tutto normale. Come puoi ancora chiedere queste cose? Non lo conosci?"
— Ci serve un piano B — concluse Annabeth. — Questo non funzionerà.-
Ade annuì, seriamente. "La ragazza ha occhio. Chissà da cosa ha capito che non avrebbe funzionato..." Zeus scrollò le spalle, scegliendo diplomaticamente di ignorare il fratello.
—Annabeth ha ragione — approvò Tyson. — Il motore non sta bene.-
— Che vuoi dire? — chiese lei.
— La pressione. Bisogna aggiustare i pistoni.-
Poseidone brontolò. "L'ho detto che quella ragazza li avrebbe fatti ammazzare. Chi le ha dato la patente?" Zeus ridacchiò.
La nave sobbalzò in avanti per l'azione di Cariddi e Percy cadde a terra.
Ade scoppiò a ridere. "Ma è fantastico! Voglio dire, quante possibilità c'erano che cadesse per terra? Sembra di essere alle comiche!" Zeus sospirò. "Ancora? Ade, la vita di Percy non è un libro." "Potrebbero scriverci su dei libri. Con tanto di pensieri di Percy. Sarebbe divertente!" Poseidone scosse la testa. "Certo, come no."
— Indietro tutta! — gridò Clarisse nel putiferio generale. Il mare
turbinava attorno alla nave, con le onde che flagellavano il ponte. Il fasciame di ferro ormai bolliva al punto da emanare vapore. — Portiamoci sulla linea di fuoco! Preparate i cannoni di dritta!-
Zeus guardò la scena. "Per me la nave esploderà a un certo punto." Ade annuì. "La penso allo stesso modo, e non sarà un bello spettacolo."
L'elica ingranò la retromarcia, cercando di rallentare la nave, ma quella continuava a scivolare verso il centro del vortice.
Ade commentò. "La suspence diventa altissima. Sembra davvero di vedere un film, ragazzi! Dobbiamo pagare l'abbonamento?" Zeus scosse lentamente la testa, mentre Poseidone commentava. "Io se qualcuno lo chiede, dico che è adottato." Zeus annuì, concorde.
Un marinaio zombie corse fuori dalla stiva e si precipitò da Clarisse. —
Le caldaie si stanno surriscaldando, signora! Scoppieranno!-
— Be', scendete ad aggiustarle!-
Zeus annuì. "In effetti, la risposta di Clarisse ha senso. Dovrebbero farlo." Ade annuì.
— Non possiamo! — gridò il marinaio. — Il calore ci fa evaporare!-
Ade disse. "È un classico. Ehy, Posy, perchè tuo figlio non fa niente? Percy non dovrebbe essere bravo con le navi?" "Sono i ciclopi che progettano e costruiscono, non i semidei. I semidei bravi con le macchine sono figli di Efesto." Poseidone sembrava offeso.
Clarisse batté il pugno sul fianco della casamatta. — Mi serve solo qualche altro minuto! Il tempo di arrivare sulla linea di fuoco!-
— Stiamo entrando nel vortice troppo in fretta — annunciò il capitano,
cupo. — Preparatevi a morire.-
Ade ridacchiò. "Dobbiamo dire qualche parola per rendere il trapasso meno doloroso?" Zeus scosse la testa. "Mi sa che dico anche io che è adottato."
— No! — urlò Tyson. — Tyson aggiusta!-
Clarisse lo guardò incredula. — Tu?-
"Se usa ancora un tono del genere con uno dei miei figli, giuro che la fulmino." Zeus ed Ade risero per il tono di Poseidone, che osservava malissimo la semidea figlia di Ares.
—È un ciclope — spiegò Annabeth. — È immune al fuoco. E conosce la meccanica.-
— Vai! — gridò Clarisse.
"Adesso può andare. Cos'è Annabeth? Il patrono dei semidei? Il loro capo supremo?" Zeus rise, annuendo alle parole di Ade. "Sembra proprio di sì." Poseidone commentò. "È come sua madre: una maniaca del controllo che crede di avere sempre ragione." "Beh, Percy non poteva chiedere partner migliore." "Smettila di dirlo!"
— Tyson, no! — Percy afferrò per il braccio il ciclope. — È troppo pericoloso!-
Poseidone sorrise. "Bravo, Perce." "Ma Tyson se la cava." "Sì, ma Percy non è sicuro. Come potrebbe? Non conosce le capacità dei ciclopi. L'unica cosa che gli importa è Tyson." "Ma si vergognava di lui." "No, si vergognava di se stesso. È un semidio, tendono a sentirsi insicuri. E avete visto anche voi come Gabe lo trattava." Ade annuì. "Devo assicurarmi che la sua pena sia adatta. Altrimenti, gliela rendo adatta io." Poseidone sorrise al fratello. "Grazie, Ade." "Figurati, Posy."
Lui diede un colpetto sulla mano. — È l'unico modo, fratello. —
Aveva un'espressione determinata, sicura di sé. — Tyson aggiusta. E torna subito.- Percy lo lasciò andare, continuando a osservarlo. Quando mosse una gamba per andare con lui, la nave sobbalzò di nuovo e apparve Cariddi.
Persino i tre dei, nonostante fosse solo un ricordo, spalancarono la bocca di fronte allo spettacolo che attendeva i semidei: Cariddi si trovava in un turbine di nebbia, fumo e
acqua. Sopra di lei vi era la scogliera: un dirupo nero di corallo con un fico abbarbicato sulla cima, un assurdo dettaglio di serenità in mezzo a quel vortice immenso. L'acqua che la circondava si piegava in un imbuto, come la luce attorno a un buco nero.
Il mostro era ancorato alla scogliera, appena sotto il livello dell'acqua: una bocca enorme, con le labbra mollicce e i denti verdi di muschio ed enormi.
Gli dei, poi, risero per i pensieri del semidio che, nonostante la situazione fosse disperata e il mostro spaventoso, faceva dell'ironia "Nient'altro che un'enorme mascella nera con un pessimo allineamento dentario e un serio problema di apertura mandibolare, e da secoli, poi, non faceva altro che mangiare senza lavarsi i denti."
Ade rise più rumorosamente dei fratelli. "Ma che senso dell'humor ha?" Zeus rise, concordando con il fratello. "Effettivamente. Sembra anche non avere alcun rispetto per la serietà della situazione."
In quell'istante tutto il mare che si trovava intorno al mostro venne risucchiato nel vuoto: squali, banchi di pesci, un calamaro gigante. Percy capì che, nel giro di pochi secondi, lo stesso destino sarebbe toccato alla CSS Birmingham.
— Lady Clarisse — gridò il capitano. — I cannoni di prua e di tribordo
sono in linea!-
"Che paroloni, sicuri che lo zombie li conosca?" Zeus guardò Ade. "Erano marinai, secondo te?" "Era per dire, certo che siete davvero antipatici." Poseidone alzò le mani. "Ma io non ho parlato!" "Concordavi con lui, non negarlo!"
— Fuoco! — ordinò lei.
Tre raffiche furono sparate nelle fauci del mostro. Una si portò via la
punta di un incisivo. Un'altra scomparve nella gola. La terza colpì una striscia dell'apparecchio di Cariddi e ci rimbalzò contro, staccando di netto la bandiera di Ares.
Ade commentò. "Non sembra aver avuto fortuna, questo tiro. Non sarà così folle da riprovarci, no?"
— Ancora! — ordinò Clarisse.
Ade sospirò. "Come non detto. O è folle o non ha strategia." Zeus disse. "Magari entrambe sono vere." Poseidone annuì. "Sicuramente non ha cervello."
I capocannonieri ricaricarono, rispettando l'ordine della ragazza, ma gli dei capirono, dalla sua espressione, che anche Percy si era reso conto dell'inutilità della cosa: avrebbero dovuto bombardare il mostro un
centinaio di volte per danneggiarlo seriamente, ma non disponevano di tutto quel tempo. La nave era troppo vicina.
Ade disse. "Cioè. Se ne è reso conto Percy. Percy. Capite la situazione? Percy lo ha capito e Clarisse no. A me sembra pazza." "L'hai già detto, Ade." Gli fece notare Zeus. Ade sospirò. "Repetere iuvant. Si dice così, no?" Zeus scrollò le spalle, più interessato al ricordo che al latino del fratello.
Le vibrazioni del ponte cambiarono improvvisamente, e il ronzio del motore si fece più forte e costante: la nave sussultò e cominciò ad allontanarsi dal mostro.
Ade corrugò la fronte. "Ma che succede? Un miracolo?" Zeus scosse la testa. "Non saprei. Però qualunque cosa sia, ha dato loro qualche secondo di tempo."
— Tyson ce l'ha fatta! — esultò Annabeth.
Poseidone sorrise. "Perchè Tyson, essendo mio figlio, è straordinario. Chissà se Clarisse fa ancora la spiritosa, con lui."
— Aspettate! — gridò Clarisse. — Dobbiamo restare vicini al mostro!-
"Moriranno." Zeus rise alle parole di Ade. "Non ne saresti contento?" Ade scosse la testa. "E sopportare Percy tutto il tempo? No, grazie. Come se avessi accettato."
— Moriremo! — ribatté Percy— Dobbiamo allontanarci!-
Ade indicò il ragazzo. "Una cosa sensata! Sia lode a... beh, a noi." Zeus rise ancora. Poseidone lo guardò. "La demenza senile ha colpito anche te?" Zeus scosse la testa. "Sembra un fanboy." Spiegò, indicando Ade. Poseidone sorrise. "In effetti..." "Non mi capite."
La nave lottava contro il risucchio, mantenendo la posizione, grazie a Tyson.
All'improvviso, la bocca del mostro si chiuse di scatto e il mare sommerse Cariddi.
"Ora... c'è lo scarico, vero?" Domandò, spaventato, Ade. Poseidone e Zeus, scambiandosi uno sguardo, annuirono. "Male." Sintetizzò il dio dei morti.
Con la stessa rapidità con cui si era chiusa, la bocca si spalancò di
nuovo, sputando un muro d'acqua e vomitando qualsiasi cosa non fosse
commestibile.
Un'onda alta almeno dodici metri rigettò indietro la nave, che non si ribaltò solo per la forza di Percy.
Poseidone spalancò la bocca. "Davvero potente già a dodici anni. Non ci posso credere. Voglio dire... ha combattuto contro Cariddi nel suo territorio!" Zeus sorrise. "Tuo figlio è davvero in gamba." Ade annuì. "Qui lo dico e qui lo nego: siamo fortunati ad averlo tra i piedi."
Un altro marinaio mezzo incenerito corse fuori dalla stiva. Inciampò su
Clarisse, rischiando di far cadere entrambi in mare. — Il motore sta per
scoppiare!-
Ade sospirò. "Qualche buona notizia? No, eh?" Zeus rise, dicendo. "Mi sa di no."
— Dov'è Tyson? — domandò Percy.
— Ancora giù — rispose il marinaio. — Lo sta tenendo insieme in
qualche modo, ma non so quanto reggerà.-
Ade guardò Poseidone che, impallidito, guardava il pavimento. "È pericoloso anche per un ciclope, adesso."
— Dobbiamo abbandonare la nave — disse il capitano.
"Questa si che è un'idea." Commentò Ade. "Speriamo che Clarisse gli dia retta." Rispose Poseidone.
— No! — urlò Clarisse.
"Come non detto." Disse Zeus. Poseidone scosse la testa, guardandola disgustato. "Ma vuole farli morire tutti? Non può avere questi desideri lontano da mio figlio?"
— Non abbiamo scelta, signora. La scafo si sta già spaccando! Non
può...-
Non finì mai la frase: con la rapidità di un fulmine, qualcosa di marrone
e di verde piombò giù dal cielo, ghermì il capitano e se lo portò via.
Rimasero soltanto i suoi stivali di pelle.
"Wow!" Zeus fissò la scena, sbalordito. "Sembra divertente." Ade disse. "Non ho ben capito come finiva la frase, però." "Penso non sia di loro interesse, al momento, Ade." Poseidone indicò un altro zombie sudista.
— Scilla! — strillò un marinaio, quando un altro rettile piombò giù
come un fulmine dalle scogliere, strappandolo dal ponte. Percy non
riuscì nemmeno a distinguere il muso della creatura, solo un lampo di
denti e scaglie.
"È troppo veloce persino per un semidio." Commentò Ade. Zeus lo corresse. "Persino per noi! Non riesco a vederlo!" "Nemmeno io. Nessuno è così folle da affrontarli. Nè Scilla, nè Cariddi."
Percy tolse il cappuccio a Vortice e cercò di sferrare un fendente al mostro mentre si portava via un terzo marinaio, ma era troppo lento.
"Beh, non si può dire che si arrende facilmente." "Se fosse uno che molla, Ade, l'Olimpo sarebbe caduto contro Crono." "Hai ragione, Zeus. Stavo solo ssrammatizzando un po'."
— Tutti sottocoperta! — gridò il ragazzo.
"Ma non va a fuoco?" Chiese ingenuamente Ade.
— Non possiamo! — Clarisse sfoderò la sua spada. — Sottocoperta va
tutto a fuoco.-
"Ah, ecco. Mi sembrava." Zeus e Poseidone lo ignorarono, volendo vedere tutta la scena.
— Alle scialuppe! — intervenne Annabeth. — Svelti!-
—Non ci porteranno mai lontano dalle scogliere — replicò Clarisse. —
Finiremo sbranati.-
— Dobbiamo provare. Percy, il thermos.-
"Ma chi è Percy? Il tuo servo? Percy, dille no, avanti!" Poseidone incitò il figlio. Ade disse. "Per me acconsente subito."
— Non posso lasciare Tyson!-
Poseidone sorrise alle parole del figlio. "Bravo! Prima la famiglia, poi le ragazze figlie del gufo." Zeus rise. "Pensavo che tu non avessi problemi con Annabeth." "Non ho problemi perchè Percy mi sembra felice. Ma è una figlia di Atena. Non posso approvare."
— Dobbiamo preparare le scialuppe!-
Clarisse accettò l'ordine di Annabeth: insieme a un gruppetto dei suoi
marinai zombie, scoprì una delle due scialuppe di salvataggio mentre le
teste di Scilla piombavano giù dal cielo come una pioggia di meteore
dentate, strappando un marinaio dopo l'altro.
"Rimarrà a corto di sudisti, se Scilla continua così." Ade indicò la scena ai fratelli. Poseidone indicò il figlio. "Che sta facendo?"
Percy lanciò il thermos ad Annabeth —Tu sali sulla seconda barca. Io
vado a prendere Tyson.-
Poseidone spalancò la bocca. "Non può! Il calore lo ucciderà!"
— Non puoi! Il calore ti ucciderà!-
"Ascolta Annabeth, per favore. Fallo!"
Percy non l'ascoltò: corse verso la sala macchine. Gli dei spalancarono la bocca quando videro che Scilla aveva afferrato lo zaino del semidio.
"NO! PERCY! STA ATTENTO!"
Senza pensare, il ragazzo sferrò un colpo di spada all'indietro, colpendo l'occhio giallo del mostro. Questo, infastidito, mollò la presa.
"Sembra stupido, a volte." Ade guardò il semidio precipitare. "Meglio essere mangiati da un mostro?" "Poteva dar retta ad Annebeth." "Sapete qual è il suo difetto fatale. Non poteva." L'intervento di Poseidone mise fine alla discussione tra i due dei.
Considerato che si trovava a una quarantina di metri da terra, la caduta sarebbe stata di per sé brutta, ma, mentre precipitava, la CSS
Birmingham esplose.
"Ma... Tyson?" Ade indicò la nave. "Come fa a sopravvivere?" Poseidone scosse la testa. "Non so, ma ho capito perchè Percy si fidava così di lui. Sapeva cosa sapeva fare."
La sala macchine saltò in aria e brandelli di ferro volarono in ogni
direzione, come ali infuocate.
— Tyson! — urlò Percy.
"Sta precipitando verso la morte e pensa al fratello? Posy..." Poseidone lo zittì con un gesto della mano.
Le scialuppe erano riuscite ad allontanarsi, ma non di molto. Rottami infuocati della nave piovevano dal cielo. Clarisse e Annabeth rischiavano
di essere schiacciate, o bruciate, o trascinate a fondo dalla forza della nave che si inabissava... e questo a voler essere ottimisti, ammettendo che riuscissero ad allontanarsi da Scilla.
"L'immaginazione di Percy non conosce limiti. È davvero molto... fantasioso, ecco." "Tu non tanto. È tre ricordi che ricicli le stesse battute. Cambiale!" "Gne gne gne." "Molto maturo, Ade." Commentò Zeus. Poseidone disse. "Potreste prestare attenzione al ricordo?"
Poi si sentì un tipo diverso di esplosione: il suono del thermos magico di Ermes che veniva svitato un po' troppo. Candide raffiche di vento sfrecciarono in ogni direzione, disperdendo le scialuppe, sollevando Percy e spingendolo contro l'oceano.
"Ehm... non rischia di farsi male?" Ade indicò il ragazzo roteare nell'aria. "Non portare sfiga, Ade."
Percy, roteando, picchiò la testa contro un fianco della scogliera, schiantandosi in acqua con una forza tale che, se non fosse stato il figlio del dio del mare, si sarebbe rotto tutte le ossa.
"Annabeth è un'idiota." Nè Zeus nè Ade contraddirono Poseidone.
L'ultima cosa che gli dei percepirono, fu la sensazione di affondare in un mare infuocato, con la consapevolezza della morte di Tyson e il rimpianto di non poter annegare.
Ade abbassò lo sguardo. "Cavolo..." Poseidone si asciugò una lacrima. "Non sembrava tenerci così tanto da subito." "Prima hai detto..." "Lo so. Ma rimpiangere di non poter morire... è terribile." "Il ricordo sta cambiando..." Zeus distrasse così i due fratelli, asciugandosi di nascosto una lacrima anche lui. I sentimenti di Percy erano molto puri.
Angolo autrice
Tranquille, Tyson starà bene. È vivo, per chi non avesse letto la saga.
Al prossimo!
By rowhiteblack
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