CAPITOLO 51 -CONFESSIONI
-Brutto posto — commentò Tyson, schiacciando le zanzare che
stavano banchettando sul suo braccio.
Ade annuì "Non è proprio un posto romantico... Se Annabeth voleva fare colpo su Percy avrebbe dovuto impegnarsi un po' si più."
I tre continuarono a camminare ancora per un po', fino a che Annabeth non li fermò. -Qui.-
Percy guardò e vide solamente un mucchio di rovi.
Zeus scosse la testa. "Detesto dirlo, ma Fiato Morto ha ragione. Che razza di appuntamento è questo?" Ade sospirò. "Ai miei tempi era molto diverso." "Giusto. Le ragazze le rapivi." Ade abbassò la testa, borbottando contro Poseidone. Zeus ridacchiò.
Annabeth spostò un cerchio di rami, rivelando un rifugio mimetizzato. L'interno era idoneo ad ospitare tre persone, compreso qualcuno della taglia di Tyson.
"Wow! Come faceva lei a conoscerlo?" Poseidone indicò Annabeth, che si muoveva sicura all'interno del posto. Gli dei, e Percy, si guardarono intorno, vedendo le pareti intrecciate con materiale vegetale, come un capanno dei nativi americani. In un angolo c'erano sacchi a pelo, coperte, frigo portatile e persino una lampada a cherosene. Più spostate, c'erano anche punte per giavellotti di bronzo, faretre riempite di frecce, una spada di bronzo celeste e una scatola di ambrosia.
Percy guardò l'amica sbigottito. -Un nascondiglio per mezzosangue. Hai costruito tu questo posto?- Annabeth rispose cautamente. -L'abbiamo costruito io e Talia.- Dopo qualche secondo, aggiunse. -E Luke.-
Ade indicò Percy. "OMIEIDEI! È GELOSO!" "Non dire cavolate, Ade. Mio figlio non è geloso di una gufa." "Lo è! O miei dei! È geloso! Ade ha ragione!" Zeus ed Ade cominciarono a saltellare. "Siete due idioti." "Taci, sei solo geloso." "Come tuo figlio lo è di Luke." Poseidone sbuffò.
Percy chiese. -Così... non credi che Luke verrà a cercarci qui?- Annabeth scosse la testa. -Abbiamo costruito una dozzina di rifugi come questo. Dubito che Luke si ricordi dove siano. E che gliene importi qualcosa.-
Annabeth si lasciò cadere su una coperta, controllando la propria sacca.
"Non vuole parlare con Percy o cerca realmente qualcosa, secondo voi?" Ade e Zeus alzarono le spalle, senza saper rispondere al fratello.
Percy si rivolse al fratello. -Ehm, Tyson? Ti dispiacerebbe andare un po' in esplorazione fuori? Per cercare, che so... un negozietto in mezzo al bosco o roba del genere?-
Poseidone spalancò la bocca. "Sta cacciando il fratello? Come si permette? Percy non ti ho educato così!" Ade e Zeus risero. "Magari vuole rimanere solo con Annabeth." "Chissenefrega. Tyson è suo fratello, quella una tizia che non vedrà mai più! La famiglia prima di quella lì." "Ehm.. Poseidone? Lo sai che si sono messi insieme? Non è proprio una tizia che non vedrà mai più." "Sono dettagli!"
Tyson guardò il fratello. -Un negozietto?- -Sì, per mangiare un boccone. Ciambelle, roba del genere. Basta che non ti allontani troppo.-
"Ciambelle? Cavolo tuo figlio non sa cosa sia un'alimentazione corretta e bilanciata? Cibo azzurro e ciambelle? Di che colore le vuole, azzurre e blu?" "Le apprezzerebbe sicuramente." Poseidone fissò i due. "Vi sembra il momento?"
Quando Tyson uscì, Percy si sedette di fronte ad Annabeth. -Ehi, mi dispiace, ehm... per Luke.-
Ade sorrise. "Che tenero! È un amore!" "È vero! La Percabeth è reale!" Poseidone scosse la testa.
-Non è colpa tua.- la ragazza cominciò a pulire il proprio coltello con una pezza.
Percy commentò. -Ci ha lasciati andare troppo facilmente.-
Poseidone lo indicò. "Non ha paura del fatto che ha un pugnale in mano, e che potrebbe usarlo per farlo a pezzi?" "Tuo figlio non è molto bilanciato mentalmente, dovresti saperlo..."
Annabeth annuì. -Stavo pensando la stessa cosa. Ciò che gli abbiamo sentito dire riguardo a un trucco, e quando ha detto "abboccheranno..." penso che stesse parlando di noi-. -Credi che l'esca sia il Vello? Oppure Grover?-
Ade sospirò. "Atena mi aveva detto che Crono aveva usato contro di lui il suo migliore amico. A quanto pare anche Percy ci era arrivato." "Al suo difetto fatale? Magari per lui non è un difetto, essere leale." Poseidone annuì alle parole di Zeus, continuando a fissare la scena.
Annabeth fissò la punta del suo coltello. -Non lo so, Percy. Forse vuole il Vello per sé. Forse spera che noi ci occupwremo della parte difficile e che poi gli permetteremo di rubarlo... ma io proprio non riesco a credere che abbia avvelenato l'albero.- Annabeth era arrabbiata.
Zeus annuì. "Avrebbe dovuto ammazzarlo, quell'essere. La mia piccola Talia..." Ade e Poseidone gli misero una mano sulla spalla ciascuno. "Stai tranquillo. Ora sta anche meglio."
Percy chiese. -Perchè ha detto che Talia sarebbe stata dalla sua parte?- -Si sbaglia.-
Zeus sorrise, tristemente. "Non è vero. È stata tentata a farlo. Soprattutto durante il periodo invernale, prima che diventasse una Cacciatrice e fermasse la profezia..."
-Non ne sembri sicura.- Annabeth lo guardò male. -Percy, sai chi mi ricordi più di tutti? Talia. Vi somigliate da paura. Cioè, voi due sareste stati grandi amici o vi sareste strozzati a vicenda, una delle due.- -Vada per "grandi amici"-
I tre dei scoppiarono a ridere. "In effetti, ammetto che mi ha sorpreso vedere come Percy andasse d'accordo con i vostri figli. Di solito... c'è rivalità, loro invece non hanno mai nemmeno litigato." "È vero. È davvero strano..." Ade sbuffò. "Mio figlio si era pure preso una cotta per il tuo..." "COSA? PERNICO?" Ade guardò male Zeus. "Cosa c'è? Ho più ship, io!"
Annabeth continuò a parlare. -Talia si arrabbiava con suo padre, qualche volta. Come te. Tu volteresti le spalle all'Olimpo per questo?-
Poseidone fissò il figlio, che a sua volta guardava la faretra di frecce nell'angolo. -No.-
Poseidone rilasciò un sospiro. "Ti voglio bene, figliolo." Ade e Zeus gli diedero una stretta sul braccio. "Non piangere, mi raccomando."
Annabeth concluse la discussione. -Okay, allora. Non lo farebbe nemmeno lei. Luke si sbaglia.-
Zeus corrugò la fronte. "Avete notato? Ha usato il..." "Presente? Ci avevo fatto caso anche io... anche Percy." Poseidone guardò il figlio, che fissava Annabeth, assorto. "A cosa sta pensando, secondo voi?" "Non sentiamo più i suoi pensieri?" Alla richiesta di Ade, sentirono quello che il ragazzo stava pensando.
Vorrei chiederle della profezia di cui aveva parlato Luke, e cosa c'entrava con il mio sedicesimo compleanno. Ma non me la avrebbe detto. Chirone era stato chiaro: non avrei dovuto conoscerla fino a quando gli dei non avessero deciso diversamente.
Percy chiese. -Allora, che voleva dire Luke a proposito dei ciclopi? Ha detto "proprio tu"...- -Lo so quello che ha detto. Stava... stava parlando della vera ragione per cui Talia è morta.-
Zeus corrugò la fronte. "Non erano state le tue Furie?" Ade alzò le spalle. "Evidentemente no. Io con i ciclopi non c'entro. Sono tutti suoi." Ade indicò Poseidone, che alzò le spalle. "Non so di chi possa star parlando. Non ho il comando dei miei figli..."
Annabeth fece un respiro tremante. -Non ti puoi mai fidare di un ciclope, Percy. Sei anni fa, la notte in cui Grover ci stava accompagnando sulla Collina Mezzosangue...-
La porta del rifugio si aprì improvvisamente, facendo interrompere il discorso.
"MA DAI! VOLEVO SAPERE!" Ade e Zeus avevano la stessa espressione imbronciata, mentre Poseidone rideva per esse. "Quanto vorrei farvi una foto."
Tyson entrò. -Ciambelle!- Annabeth lo fissò. -Dove le hai prese? Siamo in mezzo al nulla. Non c'è niente qua attorno per almeno...- -Cento metri. C'è un Monster Donut proprio dietro la collina.-
Poseidone spalancò la bocca. "Cioè lo hanno mandato sapendo non avrebbe trovato niente? Che razza di fratello sei, Percy?" "Poseidone, è innamorato. Davanti ad Annabeth non ragiona." "Percy non ragiona mai." Commentò Zeus, facendo ridere Ade e sbuffare Poseidone.
Quando i tre dei riportarono l'attenzione sui semidei, videro che si erano spostati: erano accovacciati dietro un albero, a scrutare un negozio di ciambelle in mezzo alla boscaglia, provvisto di parcheggio, vetrine illuminate e una stradina che conduceva nella foresta, senza macchine parcheggiate o persone all'interno del negozio.
Annabeth mormorò. -Brutta storia. Questo posto non dovrebbe essere qui. È sbagliato.-
Ade sospirò. "A parte il nome e il fatto che non hanno clientela, perchè dovrebbe essere sbagliato? I mortali mettono i loro negozi dove meglio credono." "Ade, sai anche tu perchè ci sono quelle catene..." "Sì, ma è fastidioso che Annabeth sappia tutto tutto." Poseidone annuì. "Concordo con Ade." "Lei e Percy sono un'ottima coppia, però." "Non concordo con Ade."
Percy chiese. -Cosa? È un negozio di ciambelle.- -Shh!- -Perchè stiamo bisbigliando? Tyson è entrato e ha comprato una dozzina di ciambelle. Non gli è successo niente.- -Lui è un mostro.- -Oh, ma dai, Annabeth. Monster Donut non vuol dire che è un negozio per mostri! È una catena. C'è anche a New York.-
Ade sospirò. "Ecco Percy è meglio. È più divertente con lui: non sa niente, non vede niente con il timore degli altri semidei che studiano. Vede le cose come sono: Ares come un bulletto, Atena come una bionda asociale, Era come una psicopatica, io come un Dio potentissimo..." Poseidone e Zeus lo guardarono male. Poi Zeus disse. "Scusa, poi sarei il motivo per cui non guardiamo più film insieme? Dopo Titanic non potevo sopportarti." Entrambi guardarono Poseidone. "Avevo avuto una brutta giornata, okay?"
Annabeth ripeté. -Una catena. E secondo te non è strano che sia comparso subito dopo che tu hai detto a Tyson di andare a cercare delle ciambelle? Proprio qui, in mezzo alla boscaglia?-
Percy, guardandosi intorno, diede mentalmente ragione a Annabeth. Però un negozio di dolciumi non era esattamente nella top ten delle sue preoccupazioni o delle forze malvagie.
Annabeth spiegò. -Potrebbe essere un nido.-
Tyson cominciava ad essere nervoso, per via del tono di Annabeth.
Ade sospirò. "Si accorge del fratello solo quando mangia le ciambelle." Zeus annuì. "Forse le voleva lui... avrebbe anche senso."
Percy chiese. -Un nido di che?-
Ade sospirò. "Ma non sa proprio niente? Cioè capiterà mai che spiegherà lui qualcosa ad Annabeth?" "Sarebbe un bel cambiamento nel loro rapporto." Ade annuì. "Aumenterebbe la fiducia di coppia e le cose in comune..." "Una coppia più solida e quindi più duratura..." Poseidone disse. "Volete prestare attenzione?"
-Non ti sei mai domandato come facciano i negozi in franchising a spuntare così in fretta? Un giorno non c'è niente e il giorno dopo... bum! C'è un nuovo fast food o un nuovo caffè o un altro posto del genere. Prima uno, poi due, poi quattro, poi dieci... delle repliche esatte che si spargono in tutto il paese?- -Ehm, no. Non ci ho mai pensato.-
Zeus annuì. "Lui mangia solamente. Cosa dovrebbe importare come l'hanno costruito?" Ade annuì. "Beh, tu ci presteresti attenzione?" "No, ma io posso. Sono Zeus." "No, sei un idiota." Poseidone diede il cinque ad Ade, ridendo per la sua battuta.
—Percy, alcune catene si moltiplicano così in fretta perché tutte le loro
sedi sono collegate alla forza vitale di un mostro. Alcuni ragazzi di Ermes
hanno capito come si fa negli anni Cinquanta. Allevano...- Annabeth si fermò all'improvviso. — Cosa? — domandò Percy — Allevano cosa?
— Non fate mosse improvvise — ordinò Annabeth, come se fosse
questione di vita o di morte. — Voltatevi molto lentamente.-
Ade chiese. "Ma che le prende? Stava parlando e sfoggiando la propria superiorità intellettuale." "Me lo stavo chiedendo anche io." Poseidone invece disse. "Io no." Quando i due fratelli lo guardarono, lui indicò dietro di loro. Voltandosi, i due dei videro un idra. Ade spalancò la bocca. "Hanno un po' di sfiga."
Percy tirò fuori la penna a sfera, ma dopo aver guardato Annabeth, si fermò.
Zeus esultò. "Si capiscono con uno sguardo! La mia ship sta salpando!"
Percy, aveva ascoltato il consiglio di Annabeth perchè sapeva che molti mostri avevano una vista terribile, ma il bagliore della spada avrebbe sicuramente attirato la sua attenzione.
Anche se terrorizzato, Percy rimase fermo, con la penna in mano. Tyson, invece, facendo un passo indietro, ruppe un ramoscello e tutte e sette le teste si voltarono verso di loro, contemporaneamente.
"Se non fosse estremamente spaventosa come scena, sarebbe anche divertente." Poseidone e Zeus guardarono male Ade. "Ah, piantatela, la pensate esattamente come me. Solo che non avete il coraggio di ammetterlo."
— Sparpagliamoci! — gridò Annabeth, e si tuffò a destra. Percy rotolò verso sinistra, mentre una delle teste dell'idra sputava dell'acido, che passò oltre la spalla di Percy, colpendo un olmo. L'albero stava per colpire Tyson che, terrorizzato, non si era ancora mosso.
"NO, ATTENTO FIGLIOLO!" Ade guardò Poseidone. "Ma è sempre stato così? Cavolo, è un ricordo, non può sentirti!"
Percy afferrò il fratello, buttandolo a terra ed evitando che venisse colpito dall'albero.
"Bravo, Percy." Poseidone rilasciò un sospiro rilassato. "È stato anche forte. Insomma, pesa un ciclope..." Ade guardò male Zeus. "Te la potevi evitare. Io almeno capisco quando il momento è delicato." "E poi fai finta di niente..."
L'idra arretrò goffamente, liberando le teste intrappolate dall'albero e gemendo sdegnata contro l'albero caduto. Tutte e sette le teste spruzzarono acido, e
l'olmo di sciolse in una pozza di poltiglia fumante.
"Ha appena ringhiato contro un albero?" Ade stava guardando l'idra. Zeus annuì. "Meno male che questi mostri non hanno niente a che fare con me... sarebbe fastidioso. Sono troppo stupidi." "Anche Ares ed Apollo, e quelli sono figli tuoi."
— Muoviti! — disse Percy a Tyson, correndo di lato e togliendo il cappuccio a Vortice, sperando di attirare l'attenzione del mostro.
Funzionò.
"Ma non lo sa che i mostri odiano il bronzo celeste? Ha un desiderio di morte sovrasviluppato?" Zeus sospirò. "Quello era già stato stabilito e chiarito."
Percy, con la sua azione suicida, ottenne due cose: l'idra ignorò Tyson, che era perciò al sicuro, ma decise di attaccare Percy. I tre dei sentirono i pensieri del ragazzo.
La buona notizia è che per il momento Tyson è fuori pericolo. La cattiva è che sto per essere disciolto in una pozzanghera di melma.
Ade scoppiò a ridere forte, seguito poco dopo da Zeus. Poseidone li guardò male e poi sospirò teatralmente. "Povero me." "Poi sono io il melodrammatico?" Chiese, retoricamente, Zeus. Ade annuì. "Lo siete entrambi. Sareste stati degli ottimi attori: melodrammatici e pessimisti." "Allora saremmo degli ottimi oracoli."
Una delle teste tentò di mordere il ragazzo, che, istintivamente, sferrò un colpo di spada.
— No! — gridò Annabeth.
"Perchè urla? È l'idra ad essere stato fatto a pezzi, non Percy."
Il moncone rimasto dal taglio di Percy si dibatté per un po', ma smise subito di sanguinare e cominciò a gonfiarsi come un palloncino. Nel giro di pochi secondi il collo ferito si divise in due, e dal nuovo collo spuntò un'altra testa completa di tutto punto. Ora avevo davanti un'idra a otto teste.
"Il premio per semidio più intelligente dell'anno va a..." Poseidone interruppe Zeus. "Ti devo ricordare che Ercole è arrivato ad affrontare un'idra a 300 teste, prima di capire che non doveva tagliargli le teste?" Ade rise. "Vedo il fumo da qui." I due lo guardarono male. "È un modo di dire dei mortali..." borbottò triste Ade, aggiungendo. "Non mi capite."
—Percy! — infierì Annabeth. — Hai appena aperto un altro Monster
Donut da qualche parte!-
Percy schivò uno spruzzo di acido. — Sto per morire e tu ti preoccupi di
questo? Come si uccide questo coso?-
"Sono una vecchia coppia di sposati..." commentò Ade, indicandoli. "Noto che stanno ignorando Tyson sempre di più. Cos'è un soprammobile?" Ade ridacchiò, mentre Poseidone disse. "Percy però ha ragione: chissene del nuovo negozio... hanno un problemino un po' più imminente.."
— Fuoco! — rispose Annabeth. — Ci serve il fuoco!-
"E dove lo trovano? Sugli alberi?" Poseidone fissò Ade. "In realtà possono dagli alberi. Basta appiccarlo..." "Taci, Posy."
Annabeth si portò sulla sinistra dell'amico e cercò di distrarre una delle teste, parando i morsi con il suo coltello, ma un'altra testa la gettò nel fango muovendosi come una mazza.
"Che azioni ricche di pathos!" Ade stava letteralmente saltellando. Zeus annuì. "Combattono insieme. È sempre bello." Poseidone sospirò, rinunciando all'idea di fermarli.
— Lascia stare i miei amici! — Tyson partì alla carica, piazzandosi fra
l'idra e Annabeth. Mentre lei si rialzava, cominciò a bersagliare di pugni le teste del mostro. Era così veloce che sembrava un videogioco.
"Sembra Ralphspaccatutto..." commentò Poseidone, facendo ridere Ade. Zeus lo fissò. "Hai appena preso in giro tuo figlio." "Uno, non l'ho preso in giro. Due, sono il padre, quindi, sarei l'unico che può permetterselo."
I tre arretrarono lentamente, schivando spruzzi di acido e
deviando i morsi senza mozzare le teste. All'improvviso si sentì un rumore strano, un ciuf-ciuf-ciuf, così potente da far tremare la banchina.
— Cos'è questo rumore? — gridò Annabeth, senza staccare gli occhi
dall'idra.
— Motore a vapore — rispose Tyson.
— Cosa? — Percy si abbassò, evitando lo spruzzo acido dell'idra.
"Loro conversano tranquillamente mentre combattono?" Domandò Poseidone. Ade disse. "Mi viene in mente una scena dei Pirati dei Caraibi... quando Will e Elisabeth si sposano..." Zeus sorrise. "Magari Tyson sposa i due..." "Si odiano." "L'odio non è il contrario dell'amore. L'indifferenza lo è."
Nel ricordo, una voce femminile gridò: — Laggiù! Preparate il cannone da trentadue!-
Una voce roca e maschile rispose: — Sono troppo vicini, signora!-
— Maledetti eroi! — disse la ragazza. — Avanti a tutto vapore!
— Sissignora.
— Fuoco a volontà, capitano!
"Stanno per sparare anche a loro?" Ade sembrava divertito, mentre Poseidone si stava preoccupando per il figlio, in mezzo al pericolo, con nemici su due fronti.
Annabeth capì quello che stava succedendo e strillò — A terra! — spingendo Percy nel fango un istante prima che l'idra, colpita da una palla di cannone, esplodesse, inondando i tre ragazzi di una poltiglia verde, che evaporò subito.
Poseidone aveva la bocca spalancata. "Avrebbe potuto uccidere mio figlio!" Ade indicò Percy. "Possibile che Annabeth trova sempre dei rifugi assurdi? O il bagno delle ragazze, o una pozza di fango... poi, lo butterà in una discarica?"
— Che schifo! — strillò Annabeth.
"Si lamenta lei, è stata sua l'idea." Zeus ridacchiò, commentando. "Magari si riferisce alla melma verde del mostro. Loro sono ancora sporchi..." Poseidone rise. "Cosa non darei per vedere Atena conciata così." Ade e Zeus risero per l'immagine che gli si era formata nella mente.
— Una barca a vapore! — gridò Tyson.
Percy si alzò in piedi, tossendo per la nuvola di polvere da sparo che rotolava sulla riva.
"Sembra stare bene. Ed è una fortuna per chiunque sia stato, perchè altrimenti lo avrei ammazzato. Lentamente e dolorosamente!" Ade e Zeus sillabarono. "Iperprotettivo." "Non sono iperprotettivo." "Nono.. chi lo ha detto, o pensato?" "Voi, ve lo si legge in faccia."
Il ricordo interruppe la litigata. I tre semidei stavano osservando la nave: procedeva bassa nell'acqua come un
sottomarino, con il ponte laminato di ferro. Al centro c'era una torretta
trapezoidale con delle feritoie per cannoni su ogni lato. Una bandiera
sventolava in cima: un cinghiale e una lancia su campo rosso. Allineati sul ponte c'erano degli zombie in uniforme grigia. Dei soldati morti, con la faccia luccicante che gli copriva solo in parte il cranio.
"Ehi, sembrano le mie guardie!" Ade era contento. Zeus lo guardò male. "Sembrano le tue guardie perchè sono morti." Ade mise il broncio.alle guardie presenti ne
La nave era un incrociatore da combattimento della Guerra Civile. Faticosamente si riusciva a distinguere il nome scritto lungo la prua in lettere coperte di muschio: CSS Birmingham.
Accanto al cannone fumante che ci aveva quasi ucciso, in
completa armatura greca, c'era Clarisse.
— Perdenti — li schernì. — Ma dovrò salvarvi lo stesso, immagino. Salite a bordo!
"Ha chiamato mio figlio perdente? Ora la faccio fuori! Quella piccola...!"
Ade interruppe Poseidone. "Ehi, sta cambiando..." indicando il ricordo.
Angolo autrice
Ehilà, popolo di Wattpad.
Ecco a voi un nuovo capitolo!
By rowhiteblack
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