CAPITOLO 49 - incontro (disastroso) con Luke
Annabeth si offrì di andare da sola dal momento che aveva il berretto dell'invisibilità, ma Percy la convinse che era troppo pericoloso. O ci andavano tutti insieme, o non ci andava nessuno.
Ade annuì. "Il ragionamento di Percy non fa alcuna piega. Voglio dire... pericoloso lo è." Zeus scosse la testa. "Ade, se devi fare commenti stupidi, almeno modificali!" "Lo farei, ma gli spunti diventano monotoni dopo un po'!"
— Nessuno! — votò Tyson. — Per favore!
Zeus scosse la testa. "Non ha ancora capito come bisogna fare. Se l'idea è folle, stupida, insensata, assurda, va bene. Se invece ha un minimo di senso logico, bisogna ignorarla e andare a quella successiva." Ade lo guardò. "Poi sono io che dico un sacco di cavolate?" Zeus scosse la testa. "Io sono originale, mentre le dico."
Ma alla fine andò anche lui, mangiucchiandosi le grosse unghie, nervoso. Si fermarono in cabina, per prendere i loro zaini. Erano convinti a non passare nessun'altra notte a bordo della Principessa Andromeda.
Zeus esultò. "È la prima cosa intelligente che dice dall'inizio di questo ricordo! Come crescono velocemente" Ade lo abbracciò, fingendo di asciugarsi le lacrime. Poseidone alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa simile a "Perchè proprio a me?"
Percy controllò di avere la propria spada-penna in tasca e mise i doni di Ermes in cima alla sacca. Nonostante le sue lamentele, Tyson portò tutte e tre le sacche. Annabeth fece notare a Percy che, essendo un ciclope, Tyson non avrebbe fatto fatica. I tre seguirono i cartelli per raggiungere la suite ammiraglia.
Ade sorrise. "Quelle mappe sono una delle cose migliori inventate dall'uomo. E adoro particolarmente il pallino rosso con TU SEI QUI!" Zeus annuì. "Molto meglio di quelle bombe atomiche."
Arrivati alle scale del ponte tredici (dove si trovava la suite ammiraglia), Annabeth sibilò -Nascondetevi!- e li spinse in un armadio delle scope.
Zeus rise. "I nascondigli ideati da lei sono sempre molto fantasiosi." "Il bagno delle ragazze, uno stanzino delle scope... Sì, direi che ho visto tutto." Rispose ridacchiando Ade.
Davanti alla porta passarono due tizi. - Hai visto il drago etiope nella stiva?- chiese uno all'altro, che rise. - Sì, è fantastico.- Annabeth, pur essendo invisibile, stritolò il braccio di Percy, che esibì un'espressione dolorante. La voce del secondo ragazzo doveva essere familiare alla ragazza. -Ho sentito dire che tra poco ne avremo altri due. Se continuano ad arrivare con questo ritmo, oh cavolo... Non ci sarà gara.-
Ade corrugò la fronte. "Altri due cosa? Draghi etiopi?" Zeus scosse la testa. "E la voce familiare? Chi potrebbe essere?"
Nel frattempo, Annabeth si era tolta il berretto. -Quello era Chris Rodriguez! Te lo ricordi? Casa Undici.- Percy si ricordava il ragazzo. Quell'anno in effetti non l'aveva visto. -Che ci fa un altro mezzosangue a bordo?- Annabeth non Rispose, anche se aveva un'espressione turbata.
Ade scosse la testa. "Semidei che se ne vanno. Povero Percy." Allo sguardo dei due fratelli, Ade spiegò. "Tuo figlio è estremamente leale, deve essere duro per lui vedere che non tutti lo sono."
I tre continuarono a seguire la strada per raggiungere Luke, non usando più alcuna mappa. Annabeth si fermò all'improvviso. -Percy.-
Ade sollevò lo sguardo, speranzoso. "Gli dice che lo ama?"
-Guarda.- disse Annabeth, indicando un punto.
Ade sospirò. "E io che ci speravo. Ma quando si mettono insieme?"
Percy guardò in quella direzione. Vide un gruppo di mostri riuniti davanti a un negozio di dolciumi. Lestrigoni, seguiti infernale altre creature, femmine umanoidi con delle cose di serpente al posto delle gambe.
Zeus sgranò gli occhi. "Quelle sono dracene! Sono mostri molto potenti e pericolosi."
Annabeth bisbigliò. -Dracene della Scozia. Donne-drago.-
Ade sollevò le sopracciglia. "Ma nel tempo libero lei si studia tutti i miti?" Poseidone sospirò. "È quello che dovrebbero fare tutti i semidei. La loro vita si basa sulla loro conoscenza dei mostri."
I mostri formavano un semicerchio intorno a un semidio in armatura che colpiva un manichino di paglia, che indossava una maglietta arancione del campo Mezzosangue. Annabeth era sbiancata.
Ade corrugò la fronte. "Cosa fanno? Addestrano a colpire le persone con la maglietta arancione. Come con i cani?" Zeus scosse la testa. "Anche se la tua era una battuta, fratello, credo che sia proprio quello che loro stanno facendo."
Percy aveva notato il pallore dell'amica. "Muoviamoci. Prima troviamo Luke, meglio è.- Il tono del ragazzo sembrava coraggioso, ma gli dei sapevano che anche lui era terrorizzato, forse persino più della ragazza stessa.
Ade sorrise. "Che tenero! Cerca di rassicurarla!" Poseidone guardò i due rassegnato. "In effetti è stato in qualche modo gentile. Non tenero." Zeus annuì. "L'importante è esserne convinti."
Quando arrivarono a dieci metri di distanza dalla suite ammiraglia, Tyson si fermò. - Ci sono delle voci dentro.-
Ade sospirò. "Che è esattamente una frase da film horror." Zeus annuì. "Palesemente. Cominciano proprio così."
-Riesci a sentirle da così lontano?- chiese Percy. Tyson chiuse l'occhio. Poi, imitando perfettamente la voce di Luke, disse. -...la profezia a nostro vantaggio. Quegli sciocchi non sapranno da che parte voltarsi.-
Zeus corrugò la fronte. "Parla della Grande Profezia?" Poseidone annuì. "Dev'essere quella per forza. Quale altra profezia potrebbe interessare a Crono?" Ade sospirò. "Capitano tutte a loro!"
Tyson cambiò la voce di nuovo. -Pensi davvero che il vecchio ronzino se ne sia andato per sempre?-
Zeus sospirò. "Sono stato uno sciocco a non capire che era stato crono. Il veleno era del Tartaro. Chirone, anche volendo, non avrebbe potuto procurarselo." Ade scosse la testa. "Non è stata colpa tua. Era l'albero di Talia. Anche Chirone ha capito le tue ragioni." Poseidone annuì. "L'abbiamo visto noi stessi poco fa."
Nel frattempo, Tyson stava imitando Luke, che si era messo a ridere. - Non possono fidarsi di lui, con gli scheletri che ha nell'armadio.-
Poseidone scosse la testa. "Come se Zeus l'avesse allontanato perchè figlio di crono. Anche noi lo siamo." Ade annuì.
Annabeth aveva chiesto a Tyson di smetterla. -Smettila, Tyson! Ma come ci riesci? Mi fai venire i brividi.-
Ade annuì. "Questo perchè è esattamente come nei film horror. In teoria ora dovrebbero essere scoperti. O dovrebbe apparire una bambola assassina." Davanti allo sguardo interrogativo dei fratelli, Ade alzò le spalle. "Sono bloccato tutto l'anno negli Inferi. Cosa dovrei fare?"
Tyson sembrò confuso. -Tyson ascoltava e basta.- Percy gli disse. -Continua. Che altro stanno dicendo?-
Ade scosse la testa. "Non è così che va nei film. Non va bene." Poseidone scosse la testa. "Ade, questa è una vita reale, non un film o un libro!"
La voce dell'altro stava dicendo -Silenzio!- Luke, bisbigliando, gli rispose. - Sei sicuro?- - Sì. Proprio qui fuori.- Percy, avendo capito le implicazioni, stava per dire agli altri di allontanarsi, quando la porta della cabina si spalancò.
Ade annuì. "QUESTO è quello che doveva succedere!"
Luke sorrise. -Beh. Guarda un po' chi si rivede... i miei due cugini preferiti. Entrate pure.-
Ade disse. "Per lo meno è educato. Così gentile." Poseidone lo guardò. "Tenta di uccidere entrambi." "Molto educato." "Più di una volta." Zeus diede una gomitata ad entrambi, per riportare l'attenzione sul ricordo.
La cabina aveva enormi finestre, che si affacciavano sulla poppa della nave. Il mare verde e il cielo azzurro di stendevano a perdita d'occhio all'orizzonte. Un tappeto persiano copriva il pavimento. Due divani occupavano il centro della stanza, con un letto a baldacchino da una parte e un tavolo di mogano dall'altra. Sul tavolo c'era moltissimo cibo. Poi, l'attenzione di Percy si spostò su un dettaglio orribile: su un palchetto di velluto in fondo alla stanza c'era una bara d'oro lunga tre metri. Era un sarcofago scolpito con scene dell'antica Grecia che rappresentavano città in fiamme ed eroi che morivano di morti orrende. La bara raggelava tutta la stanza.
Ade spalancò la bocca. "Ma è... la bara di...?" Zeus annuì. "È la bara di nostro padre. A quanto pare, Luke ha trovato il modo di tirarla fuori dal Tartaro."
Luke allargò le braccia. -Bene. Un po' meglio della casa Undici, eh?- Percy notò i cambiamenti: al posto dei bermuda e della maglietta indossava una camicia con dei bottoni sul colletto, pantaloni kaki e mocassini di pelle. I capelli erano tagliati corti. Aveva ancora la cicatrice sotto l'occhio. E sul divano, c'era Vipera.
Ade sospirò. "Se non sapessi che è innamorato di Annabeth, qualche domanda me la farei." Zeus rise. "Anche io."
Luke disse. -Accomodatevi- e fece un gesto con la mano. Tre sedie si spostarono dal tavolo al centro della stanza.
Ade fischiò. "Impressionante."
Nessuno dei tre accettò quell'invito. Due scagnozzi di Luke li tenevano sotto tiro con i giavellotti. L'attenzione di Percy si spostò su loro, notando il loro aspetto non umano.
Ade disse. "Perchè mi sembrano familiari?"
Luke esclamò. - Che fine hanno fatto le mie buone maniere? Questi sono i miei assistenti, Agrio e Orico. Forse ne avete sentito parlare.- Percy non rispose. Era spaventato, ma la causa non erano i due gemelli, bensì Luke.
Poseidone disse. "Credo sia normale... infondo lo ha quasi ucciso."
Luke continuò. - Non conoscete la storia di Agrio e Orico? La loro madre... Beh, è triste, davvero. Afrodite ordinò alla giovane donna di innamorarsi. Lei si rifiutò e corse a chiedere aiuto ad Artemide, che le concesse di diventare una delle sue cacciatrici. Ma Afrodite pretese vendetta. Stregò la giovane donna, facendola innamorare di un orso. Quando Artemide lo scoprì, abbandonò la ragazza, disgustata. Tipico degli dei, No? Litigano tra loro e i poveri esseri umani ci finiscono in mezzo. I figli gemelli della ragazza, Agrio e Orico, non nutrono alcun amore per l'Olimpo. Tollerano abbastanza bene i mezzosangue, anche se li preferiscono...- - per pranzo.- disse Agrio. Orico ridacchiò
Ade sospirò. "Mi ricordo adesso di loro. Afrodite era davvero arrabbiata con quella donna." "Non reagisce bene ai rifiuti." Commentò Zeus. "Non essendo abituata a riceverne." Proseguì.
Luke intanto si era rivolto a Percy. -Beh, Percy, ti abbiamo lasciato vivere un altro anno. Spero che tu l'abbia apprezzato. Come sta tua madre? La scuola come va?-
Ade annuì. "Che regalo meraviglioso. Concedergli un altro anno di vita." Zeus sospirò. "Gli ha anche chiesto come andasse la scuola e come stesse la madre."
Percy, invece di conversare amorevolmente con il biondo, disse -Hai avvelenato l'albero di Talia.- Luke sospirò. -Dritto al punto, eh? Okay, certo che l'ho avvelenato. E allora?-
Ade corrugò la fronte. "Sapete... sembra strano ma... Non sembra che lui lo voglia morto." Poseidone lo guardò. "Ha provato a ucciderlo." "Ci sarebbe riuscito se lo avesse sfidato. Non lo ha fatto." Zeus li interruppe. "Non provate a capirlo. È un traditore. Non serve sapere altro."
Annabeth era furiosa. - Come hai potuto? Talia ti ha salvato la vita! Ci ha salvato la vita! Come hai potuto disonorarla...- Luke sbottò. - Io non l'ho disonorata. Sono stati gli dei a disonorarla, Annabeth! Se Talia fosse viva, starebbe dalla mia parte!- -Bugiardo!- - Se sapessi cosa ci aspetta, capiresti...- Annabeth gridò. -Quello che capisco è che vuoi distruggere il campo! Sei un mostro!-
Ade disse. "Fegato da vendere la ragazza!" Zeus lo fissò. "Era un tono colpito, Quello?" Ade annuì. Zeus sorrise. "Mi fa piacere vedere che difende a spada tratta la memoria di mia figlia." "Aveva ragione Annabeth. Talia ha scelto noi ai titani." Commentò Poseidone. Zeus annuì. "Vorrei solo sapere cosa l'ha convinta. Lei amava Luke..."
Luke disse. - Gli dei ti hanno accecata. Riesci a immaginare un mondo senza di loro, Annabeth? A che serve tutta quella storia antica che studi tanto? Tremila anni di robaccia! Il mondo è marcio fino al midollo. Dev'essere distrutto. Unisciti a me! Possiamo farlo ricominciare da capo. Potremmo usare la tua intelligenza, Annabeth.-
Ade sospirò. "Devo dire che è convincente."
Annabeth, però, disse. -Visto che tu non ne hai.- Luke però disse. - Ti conosco, Annabeth. Ti meriti di meglio che accodarti a chissà che impresa disperata per salvare il campo-
Ade disse. "Ma se non fa altro!" Zeus disse. "Però sembra avere effetto. Insomma, Annabeth ha come difetto fatale la hybris. Potrebbe anche convincerla. Chissà cosa l'ha fermata."
Luke continuò. - La Collina Mezzosangue sarà invasa dai nostri nel giro di un mese. Gli eroi che sopravviveranno non avranno altra scelta che unirsi a noi o essere braccati fino all'estinzione. Vuoi davvero stare nella squadra dei perdenti... con una compagnia del genere?- Luke indicò Tyson. -Ehi!- sbottò Percy.
Ade disse. "Sono indeciso." Zeus lo guardò. Poi, sospirando, disse. "Su cosa?" "Tra l'essere sconvolto dal piano di Luke o divertito dalla reazione di Percy."
Luke stava dicendo ad Annabeth. - In giro con un ciclope. E vieni a dire a me che disosonoro la memoria di Talia! Mi meraviglio di te, Annabeth. Proprio tu...- Annabeth gridò. -Piantala!- poi si coprì la faccia con le mani, come se stesse per piangere.
Zeus disse. "Proprio lei... per cosa?" Poseidone alzò le spalle. "Riguarda un ciclope, penso..."
Percy disse. -Lasciala in pace. E lascia Tyson fuori da questa storia.-
Poseidone sorrise. "Mi piace quando lo difende."
Luke rise - Oh, si. Ho saputo. Tuo padre l'ha riconosciuto.- Percy sembrò sorpreso. Luke sorrise. - Sì Percy, so tutto di Tyson. E del tuo piano di trovare il Vello. Quali erano quelle coordinate...? 30, 31, 75, 12? Vedi, ho ancora degli amici al campo che mi tengono aggiornato.- -Delle spie, vorrai dire.-
Zeus sospirò. "Si sa chi era?" Poseidone scosse la testa. Ade disse. "Si sa solo che è morta. Se qualcuno di loro sapeva chi fosse, non l'ha detto."
Luke scrollò le spalle — Quanti insulti di tuo padre riesci a sopportare, Percy? Pensi che ti sia grato? Credi che a Poseidone importi più di te che di questo mostro?-
Poseidone abbassò lo sguardo. "Ha ragione. Quanto ha sopportato Percy per colpa mia?"
Tyson nel frattempo aveva stretto i pugni. Luke rise. - Gli dei ti stanno usando così tanto, Percy! Hai la minima idea di quello che ti aspetta se arriverai al tuo sedicesimo compleanno? Chirone ti ha mai detto della profezia?-
Poseidone alzò lo sguardo. "Cerca di convincerlo rivelandogli che potrebbe morire?" Ade scosse la testa. "Questo è un colpo davvero basso. E se lo dico io..."
Percy, nel frattempo stava pensando che non gli piaceva l'espressione 'se fosse arrivato al sedicesimo compleanno' Sapeva che Chirone aveva ricevuto dall'Oracolo una profezia, che riguardava in parte Percy. Ma se fosse arrivato al sedicesimo compleanno? Suonava molto male.
Poseidone disse. "Secondo noi, infatti, sarebbe dovuto morire il figlio di uno dei tre Pezzi. Fortunatamente non è avvenuto. Ma, in effetti, era quello che pensavamo."
Percy rispose. -So quello che ho bisogno di sapere. Per esempio, so chi sono i miei nemici.-
Poseidone sorrise. "Anche se ha paura di lui, continua a rispondere con coraggio." Zeus annuì. "È estremamente coraggioso."
Luke rispose. -Allora sei uno sciocco.- Tyson ridusse la sedia più vicina in pezzi. -Percy non è uno sciocco!- poi si scagliò contro Luke, ma prima che potesse colpirlo i due gemelli orsi lo fermarono, ricacciandolo indietro. Tyson inciampò e cadde
Poseidone guardò il figlio preoccupato. "Si sarà fatto male?"
Luke commentò. -Peccato, ciclope. A quanto pare i miei due amici grizzly insieme sono più forti di te. Forse dovrei lasciarli...-
Gli dei non scoprirono mai cosa avrebbe dovuto lasciare loro fare Luke, perchè Percy disse. -Luke. Ascoltami. È stato tuo padre a mandarci qui.- Luke divenne rosso. -Non nominarlo nemmeno.-
Ade scosse la testa. "Perchè doveva nominarlo? Lo odia e Percy lo nomina davanti a lui? Ha un desiderio di morte?"
- Ci ha detto lui di salire su questa nave. Pensavo che fosse solo per avere un passaggio, ma ci ha mandati qui per trovare te. Mi ha detto che non ha intenzione di abbandonarti, anche se sei arrabbiato.-
Ade sospirò. "Non penso sia stata una mossa intelligente, questa."
Luke ruggì. -Arrabbiato! Abbandonarmi! Ma se l'ha già fatto, Percy! Voglio che l'Olimpo sia distrutto! Ogni trono frantumato! Dì a Ermes che è questo quello che succederà. Ogni volta che un mezzosangue si unisce a noi, gli dei dell'Olimpo si indeboliscono e noi ci rafforziamo. Lui si rafforza.- Luke indicò la bara d'oro.
Ade disse. "Avevo ragione, ovviamente. Nominare le parole di un padre odiato dal figlio al figlio stesso equivale a fare arrabbiare suddetto figlio."
Percy era terrorizzato da quella bara, ma provò a non mostrarlo. -E Allora? Che c'è di tanto speciale...'- si zittì non appena comprese chi ci potesse essere. -Cavolo... Non vorrai dirmi...-
Poseidone disse. "Aveva ragione a temere la bara." Zeus annuì. "Non dimentichiamoci che ha appena 12 anni. Non dev'essere facile per lui..." Ade disse. "Zeus non lo è stato per noi, e non siamo dei bambini. Non lo eravamo nemmeno la prima volta che lo abbiamo sfidato. Per Percy dev'essere stato orribile, non difficile."
Luke disse. - Si sta riformando. A poco a poco, stiamo richiamando la sua forza vitale fuori dal baratro. Con ogni nuova recluta che si unisce alla nostra causa, compare un altro pezzetto...-
Annabeth espresse quello che era anche il pensiero dei tre dei. -È disgustoso!- Luke, però, le rivolse un verso di scherno. -Tua madre è nata dal cranio spaccato di Zeus, Annabeth. Io non parlerei, se fossi in te. Presto ci saranno sufficiente pezzi del re dei Titani e noi potremo ricomporlo per intero. Gli monteremo un nuovo corpo, costruiremo un'opera degna delle fucine di Efesto!-
Ade disse. "È davvero disgustoso quello che vuole fare!" Zeus disse. "La cosa davvero disgustosa è quello che è riuscito a fare."
Annabeth disse. - Sei pazzo.- Luke rispose. -Unitevi a noi e sarete ricompensati. Abbiamo amici potenti, sostenitori tanto ricchi da comprare questa nave e molto altro ancora. Percy; tua madre non dovrà più lavorare. Potrai regalarle una villa. Potrai avere potere, fama... tutto quello che vuoi. Annabeth, tu potrai realizzare il tuo sogno di diventare architetto. Potrai costruire un monumento che durerà millenni. Un tempio per i sovrani della nuova epoca!-
Zeus sospirò. "Le sue proposte erano davvero allettanti." Ade concordò. "Ma Percy non vuole il potere. Annabeth forse... Ma Percy non ha alcun interesse per essere più potente degli altri. Lo ha dimostrato a 16 anni." Poseidone disse. "È una fortuna che sia uno che non vuole alcun potere ad essere così potente. Percy avrebbe la capacità di distruggerci. Anche senza profezia."
Annabeth rispose. -Va' al Tartaro-.
Ade rise. "Mi sembra ovvio che non è interessata al potere. Almeno, non da quello offerto da un pazzo che vuole distruggere il mondo."
Luke sospirò. -Peccato.- poi raccolse un telecomando e schiacciò un pulsante rosso. In pochi secondi, la porta della cabina si aprì ed entrarono due membri dell'equipaggio in uniforme, armati di manganelli. Avevano anche loro gli occhi vitrei, Ma rimanevano comunque pericolosi.
Ade disse. "Che incantesimo può star usando?" Zeus disse. "Probabilmente è l'effetto della foschia. Può aver modificato e influenzato tutti i loro ricordi."
Luke disse. -Ah, bene, la sicurezza. Temo che abbiamo dei clandestini.- Loro risposero. - Sì, signore.-
Ade disse. "Ha anche danneggiato le loro cellule cerebrali. Sentito il loro tono. Era sognante." "Sono sotto incantesimo, Ade!"
Luke si rivolse a Orico -È ora di dar da mangiare al drago etiope. Porta questi sciocchi di sotto e mostragli come si fa.- Orico rise stupidamente.
Ade disse. "Ma com'è gentile. Sì occupa del suo animaletto!" Zeus disse. "Volendo uccidere Percy, Annabeth e Tyson nel frattempo." "Quindi?" "Se muoiono Nient e OTP" "È vero... COME OSI? TRADITORE!" Zeus e Poseidone risero per le parole del fratello più piccolo.
Agrio disse. -Lascia andare anche me. Mio fratello è un buono a nulla. Quel ciclope...- Luke lo interruppe. -Non è una minaccia.-
Ade disse. "Questa è una frase che di solito viene smentita. In maniera eclatante, aggiungerei."
Luke, dopo aver lanciato uno sguardo alla bara, disse. -Agrio, resta qui. Abbiamo delle cose importanti da discutere.-
Zeus disse. "Sembra preoccupato."
Agrio provò a ribattere, ma Luke si rivolse ad Orico. -Orico, non deludermi. Rimani nella stiva per assicurarti che il drago mangi come si deve.-
Zeus disse. "Ma rimanendo nella stiva non rischia di essere mangiato anche lui?" Poseidone scrollò le spalle, mentre Ade diceva. "Non credo che a Luke importi."
Orico invitò i tre ragazzi ad uscire.
Il ricordo cominciò a sfumare, per mostrare il successivo.
Angolo autrice.
Capitolo 49 per voi!
Dai, mancano solo 9 libri.
By Rowhiteblack
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