capitolo 45- Ermes
Percy stava guardando le stelle, quando qualcuno disse. "Belle, vero?"
"Ma che ci fa lui lì?" Domandò Zeus. "E noi come facciamo a saperlo?" Chiese Poseidone. Ade disse. "Cavolo, Zeus. Mi sono appena ricordato perché non guardò più film con te."
"Posso farti compagnia? Sono secoli che non mi siedo."
Percy rispose. "Ehm, certo."
"La tua ospitalità ti rende merito. Oh, Coca-Cola! Posso?"
Il tizio bevve un sorso della bevanda.
Ade borbottò. "Ma Percy ha proprio una fissa, per la coca cola!" "Ha 12 anni!" "Quindi? Può rovinarsi il fegato?"
"Ah... ci voleva proprio. Un po' di pace e tranquillità sulla..."
Il cellulare squillò.
Il tizio lo prese e non fece caso ai due serpenti verdi che c'erano sopra. Disse. "Devo rispondere. Solo un secondo. Pronto?"
"Si. Ascolta... lo so, ma... Non mi importa se è incatenato a una roccia con degli avvoltoi che gli mangiano il fegato, se non ti da un recapito, non possiamo accettare il pacco... Un dono per l'umanità, fantastico... Sai quanti ne consegniamo di questi... Oh, lascia perdere. Senti, affidalo ad Eris del servizio clienti. Devo andare." Dopo aver chiuso il telefono disse. "Scusa. Il servizio espresso notturno scoppia di lavoro. Ora, come stavo dicendo..."
Percy lo interruppe. "Ha dei serpenti sul telefono."
Zeus sospirò. "Si concentra sempre sulle cose fondamentali, eh?" Ade ridacchiò. "Dai... era importante, se uno ci pensa a fondo." Poseidone alzò un sopracciglio. "In che modo scusa?" "Posy, il figlio è tuo. In che modo, lo dovresti dire tu." "Non ha senso."
Il tizio rispose. "Come? Oh, non mordono. Dite ciao, George e Martha."
Una voce disse. "Ciao, George e Martha." Un'altra, stavolta femminile, disse. "Non essere sarcastico." "Perchè no? Sono io che faccio tutto il lavoro vero."
Il tizio esclamò. "Oh, non ricominciamo! Ora, dove eravamo... Ah, sì. Pace e tranquillità."
Ade guardò Zeus. "Non è normale..." "Taci, Ade." Ringhiò Zeus. Poseidone sorrise.
Il tizio scrutò le stelle. "Ne è passato di tempo dall'ultima volta che sono riuscito a riposarmi. Dall'arrivo del telegrafo... uff, è stata tutta una corsa. Hai una costellazione preferita, Percy?"
Percy fissava ancora la tasca del tizio, dove era stato messo il telefono con i serpenti. Rispose. "Ehm, mi piace Ercole."
"Perché?"
"Be'... Perché era sfortunato. Peggio di me. Mi fa sentire meglio."
Il tizio ridacchiò. "Non perché era forte e famoso e compagnia bella?" "No." "Sei un giovanotto interessante. Allora, adesso che succede?"
Ade disse. "Dire che Percy è un giovanotto interessante è limitativo... diciamo che è un caso perso." Poseidone sbuffò. "Ma cos'hai contro mio figlio?" "Sport."
Prima che Percy potesse rispondere, Martha (dalla tasca) disse. "Ho Demetra sulla due"
Il tizio disse. "Ora no. Dille di lasciare un messaggio."
M: "Non le piacerà. L'ultima volta che l'hai evitata, tutti i fiori del reparto spedizioni floreali sono appassiti."
"E tu dille che sono in riunione! Scusami di nuovo, Percy. Stavi dicendo..."
Percy, al posto di rispondere, chiese. "Ehm... lei chi è di preciso?"
Zeus sbuffò. Ade, con tono solenne, disse. "Signori e signore... il premio per semidio dell'anno per intelligenza va a.... Percy Jackson. Ebbene sì. Signor Jackson, il premio."
"Un ragazzo sveglio come te non l'ha ancora indovinato?"
Zeus disse. "Definire Percy sveglio è... non so... una presa in giro?" "Un presa in giro."
M: "Mostraglielo! Sono mesi che non torno nelle mie dimensioni originali!"
G: "Non darle retta! Vuole solo darsi delle arie!"
L'uomo tirò fuori il cellulare. "La forma originale, prego."
Il telefono divenne un caduceo. Il simbolo della casa 11.
Percy lo fissò. "Lei è il padre di Luke. Ermes."
Zeus rise. "Secondo me, a Ermes non farà piacere essere ricordato così."
Ermes infilzò il caduceo nella sabbia. "Il padre di Luke! Di norma non è il primo modo in cui la gente mi presenta. Dio dei ladri, sì. Dio dei messaggeri e dei viandanti, se vogliono essere gentili."
G: "Dio dei ladri funziona"
M: "Oh, non badare a George. Ha la lingua avvelenata solo perché Ermes preferisce me."
G: "Non è vero."
M: "È vero!"
Ermes li ammonì. "Fate i bravi, voi due. O vi trasformo di nuovo in cellulare e metto la vibrazione! Ora, Percy, non hai ancora risposto alla mia domanda. Che cosa intendi fare a proposito dell'impresa?"
"Io non... non ho il permesso di andare."
Ade disse. "Ma... a te cosa ti interessa? Dico io... i giovani di oggi."
Ermes disse. "No, è vero. E questo ti fermerà?"
"Voglio andare. Devo salvare Grover."
Ermes sorrise. "Conoscevo un ragazzo una volta... Oh, molto più piccolo di te. Un bambino, in effetti."
G: "Ecco che ricomincia. Sempre a parlare di sè."
M: "Zitto! Vuoi che metta la vibrazione?"
Ermes li ignorò.
"Una notte, mentre la madre non stava guardando, il bambino sgattagliolò fuori dalla loro grotta e rubò un po' di bestiame di proprietà di Apollo."
Percy disse. "L'hanno ridotto in pezzettini?"
Ade rise. "In effetti abbiamo fatto a pezzi nostro padre, quindi..."
Ermes rispose. "Mmm... No. A dire il vero, tutto finì per il meglio. Per farsi perdonare del furto, il ragazzo donò ad Apollo uno strumento di sua invenzione, una lira. Apollo rimase così incantato dalla musica che si dimenticò di essere arrabbiato."
Zeus annuì. Ade disse. "Questo è perché Apollo è un idiota." Poseidone, seriamente, disse. "Ha preso dal padre." Zeus, dopo un po' esclamò. "Ehi!"
Percy chiese. "Perciò qual è la morale?"
Ermes rispose. "La morale? Santi numi, non è mica una favola. È una storia vera. La verità deve avere una morale?"
"Ehm..."
"Che ne dici di: rubare non è sempre una cattiva cosa?"
Percy disse. "Non credo che a mia madre piacerebbe."
Ade rise. "Certo. A tua madre non piace nemmeno i guai in cui ti cacci. Ma continui a farlo."
G: "I ratti sono deliziosi." M: "E questo cosa c'entra con la storia?" G: "Niente. Però ho fame."
Ermes esclamò. "Ci sono! I giovani non fanno sempre quello che gli viene detto, ma se riescono a cavarsela e a compiere qualcosa di straordinario, a volte sfuggono alla punizione. Che te ne pare?"
Percy chiese. "Mi sta dicendo che dovrei andare lo stesso? Anche senza il permesso?"
Ade annuì. "Poseidone... tuo figlio è un genio."
Ermes disse. "Martha, mi dai il primo pacco, per favore?"
Dalla bocca del serpente, spuntò un barattolo di acciaio.
I lati del thermos erano decorate con le dodici fatiche di Ercole.
"Quello è Ercole! Ma come..."
Ermes lo rimproverò. "A caval donato non si guarda in bocca. Questo è un articolo da collezionisti di Ercole contro tutti, prima stagione."
"Ercole contro tutti?"
Ermes sospirò. "Un grande spettacolo. Prima della Efesto-Tv, erano tutti reality. Naturalmente, il thermos varrebbe molto di più se avessi il kit completo..."
Ade rise. "Ermes è un fanboy." "Un che?" "Afrodite mi ha detto che tra i mortali ci sono delle fangirl... pazzoide che impazziscono dietro personaggi non reali..." Zeus ridacchiò. "Vi immaginate se esistessero e impazzissero per Percy?" Ade rise fortissimo. "Qualcuno impazzire per Percy? Ma andiamo! Fuori dal mondo."
G: "Se non fosse finito dentro la bocca di Martha." M: "Questa me la paghi."
Percy disse. "Aspetti un minuto. È un regalo?"
Ermes confermò. "Il primo di due. Coraggio, prendilo."
Percy lo prese.
Poi, esclamò. "È una bussola!"
Ermes rimase sorpreso. "Molto scaltro. Non ci avevo mai pensato. Ma ha un impiego un tantino più scenografico. Togli il coperchio e libererai i venti dai quattro angoli della Terra per velocizzarti il cammino. Non Ora! E ti prego, quando verrà il momento, svita il coperchio solo un po'. I venti sono come me... sempre irrequieti. Se ti dovessero fuggire tutti e quattro insieme... Ah, ma sono certo che farai attenzione. E ora il mio secondo dono. George?"
Dopo un po', Ermes aveva in mano una bottiglietta.
Percy esclamò. "Sta scherzando. Quelle sono a forma di Minotauro?"
Ermes scosse la bottiglia. "Quelle al limone, sì. Quelle all'uva sono Furie, credo. Oppure Idre? A ogni modo, sono potenti. Non mangiarle a meno che tu non ne abbia davvero, davvero bisogno."
"Come farò a sapere se ne avrò davvero, davvero bisogno?"
Zeus disse. "Questa volta la domanda è pertinente e sensata.." Ade annuì. "Chiaramente è un miracolo. A volte capita. Non sempre. Perciò non abituartici."
"Lo saprai, credimi. Nove vitamine essenziali, minerali, aminoacidi... oh, tutto quello che ti serve per tornare in te." Ermes lanciò la bottiglietta a Percy.
"Ehm, grazie. Ma, Divino Ermes, perché mi sta aiutando?"
Ade fischiò. "Non riesco a crederci. Due domande sensate di fila? Poseidone, tuo figlio tutto o niente?" "Non gli piacciono le mezze misure."
Ermes sorrise malinconico. "Forse perché speri che salverai molte persone in questa impresa, Percy. Non solo il tuo amico Grover."
Percy sgranò gli occhi. "Non vorrà mica dire... Luke?"
Ermes non rispose.
Percy continuò. "Senta. Divino Ermes, ecco, la ringrazio molto e tutto, ma tanto vale che si riprenda i suoi regali. Anche se riuscissi a trovarlo... lui mi ha detto che vuole distruggere L'Olimpo pietra dopo pietra. Ha tradito tutti quelli che conosceva. E... E odia lei in modo particolare."
Ade annuì. "Ci è andato giù pesante."
Ermes guardò le stelle. "Mio caro giovane cugino, se c'è una cosa che ho imparato nel corso dei millenni, è che non si possono abbandonare i propri familiari nemmeno quando, per come si comportano, sarebbe una vera tentazione. Non importa se ti odiano, se ti mettono in imbarazzo o se non apprezzano il tuo genio per avere inventato Internet..."
"Lei ha inventato Internet?"
M: "È stata una mia idea." G: "I ratti sono deliziosi."
Ermes ribadì. "È stata una mia idea! Internet, ovviamente, non i ratti. Ma non è questo il punto. Percy, capisci quello che sto dicendo sulla famiglia?"
"Non... Non ne sono sicuro."
"Lo capirai un giorno. Nel frattempo, io devo andare."
M: "Hai sessanta chiamate non risposte." G: "E milletrentotto e-mail non lette. Senza contare le offerte speciali di ambrosia."
Ermes disse. "E tu, Percy, hai una scadenza molto più vicina di quanto immagini per completare la tua impresa. I tuoi amici dovrebbero arrivare... adesso."
Si sentirono le voci di Annabeth e Tyson.
Ermes proseguì. "Spero di avervi preparato bene i bagagli. Ho una certa esperienza in fatto di viaggi."
Schioccò le dita e apparvero tre sacche da viaggio gialle. "Sono impermeabili, naturalmente. Se glielo chiedi con garbo, tuo padre dovrebbe poterti aiutare a raggiungere la nave."
"La nave?"
Ermes indicò la nave.
"Aspetti. Non ci capisco niente. Non ho nemmeno accettato di partire!"
Ermes consigliò. "Io mi deciderei entro i prossimi cinque minuti, se fossi in te. Prima che le arpie vengano a sbranarti. Ora, buonanotte, cugino, e posso dirlo? Che gli dei siano con te."
Poi scomparve.
Ade disse. "Però. Che sassy!"
Zeus e Poseidone risero.
Angolo autrice
Ermes è un fanboy.
Scusate il discorso di Ade, ma... appena ho cominciato non ho saputo smettere...
Poor Ade...
By Rowhiteblack
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro