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CAPITOLO 38 - Percy e sua mamma.

Percy suonò all'appartamento della madre.
Lei, stanca dal lavoro, aprì la porta.
Ma, appena lo vide, stanchezza e preoccupazione scomparvero.
"Percy! Oh, grazie al cielo. Oh, il mio bambino."
Sally abbracciò il figlio, piangendo e passando le mani tra i capelli.
Percy aveva gli occhi umidi, sollevato di rivederla, lì viva.

Sally poi raccontò che era apparsa a casa, spaventando Gabe.
"Mi ha detto che eri un criminale ricercato. Poi mi ha mandato al lavoro, perché dovevo recuperare un mese di stipendio. E non ho saputo niente per tutta la mattinata."
Percy fece una smorfia arrabbiata.
Poi raccontò cosa era successo, cercando di omettere le parti più spaventose. O quantomeno provandoci.
Mentre parlava di Ares, del suo scontro con lui, sentirono la voce di Gabe.
"Ehi, Sally! Questo polpettone arriva o no?"

Poseidone sbottò. "Mostrale rispetto, inutile mortale!" Ade e Zeus non dissero niente, in parte perché erano d accordo con lui, in parte perchè il ricordo stava andando avanti.

Sally chiuse gli occhi. "Non sarà felice di vederti, Percy. Il negozio ha avuto un milione di telefonate da Los Angeles, oggi... per non so che elettrodomestici in omaggio." "Ah, già, quelli..."

Gli dei risero per la frase di Percy. "Tuo figlio è davvero..." Poseidone sorrise. "Lo so."

"Non farlo arrabbiare di più, va bene? Vieni..."

Quando Gabe vide Percy, gli cadde il sigaro dalla bocca. "Hai del coraggio a presentarti qui, teppistello. Pensavo che la polizia..."
Sally intervenne. "Non è un fuggiasco, a quanto pare. Non è meraviglioso, Gabe?"
"Già mi è toccato restituire i soldi della tua assicurazione sulla vita, Sally. Prendimi il telefono. Chiamo la polizia." "Gabe, no!" "Hai appena detto no per caso? Pensi che sia disposto a sopportare ancora questo teppistello? Posso ancora denunciarlo per aver distrutto la mia Camaro." "Ma..."

Ade disse. "Percy ha anche preso dalla madre." Però, non disse nient'altro, perché la scena attirò la sua attenzione.
Gabe alzò una mano e Sally sussultò
Percy divenne furioso.
Aveva capito che quel Gabe picchiava la madre.

Percy, istintivamente, prese Vortice dalla tasca.
Gabe rise. "Che c'è, teppistello? Vuoi scarabocchiarmi? Toccami e ti faccio sbattere in galera per sempre, hai capito?"
Un dei suoi amici disse. "Ehi, Gabe. È solo un ragazzino."
Gabe disse a Percy. "Voglio essere generoso con te, teppistello. Ti do cinque minuti per prendere i tuoi stracci e filare via di qui. Dopodichè, chiamerò la polizia."
"Gabe!" "È scappato di casa. Che ci resti, fuori di casa."

Ade borbottò. "Lo odio." Poseidone disse. "Lo voglio morto. Perché Percy non lo uccide?"

Percy voleva togliere il cappuccio alla spada, ma... Non funzionava con gli esseri umani. E Gabe, ad essere generosi, era un essere umano.

Sally prese il braccio del figlio. "Per favore, Percy. Vieni. Andiamo in camera tua."
Percy si fece portare via, le mani che tremavano dalla rabbia.

Sally disse. "Gabe è solo arrabbiato, tesoro. Gli parlerò dopo. Sono sicura che le cose si aggiusteranno." "Mamma, le cose non si aggiusteranno mai. Non finché Gabe è qui."
Sally si torse le mani, agitata. "Posso... ti porterò al lavoro con me per il resto dell'estate. In autunno forse c'è un altro collegio..." "Mamma." "Ci sto provando, Percy. Mi serve solo... mi serve solo un po' di tempo."
Percy vide un pacco sul letto. Lo riconobbe: era quello usato da lui stesso per la testa di Medusa.
Ricordò le parole del padre, capendole. Un pacco. Una decisione.

Ade disse. "Lo pietrifica lui?" Poseidone disse. "Spero lo faccia."

Percy guardò la madre. "Mamma, vuoi che Gabe sparisca?" "Percy, non è così semplice. Io..." "Mamma, basta che tu me lo dica. Quell'idiota ti mette le mani addosso. Vuoi che sparisca oppure no?"
Sally annuì. "Si, Percy. Lo voglio. E sto cercando di raccogliere il coraggio per dirglielo. Ma non puoi farlo tu al posto mio. Non puoi risolvere tu i miei problemi."
Percy guardò la scatola.

"Ecco cosa farebbe un eroe greco nelle storie. Ecco quello che Gabe si merita. Ma la storia di un eroe finisce sempre in tragedia. Poseidone me lo ha detto." L'immagine delle Praterie degli Asfodeli apparve nella testa di Percy. "Ho il diritto di mandare qualcuno laggiù? Perfino se quel qualcuno è Gabe? Un mese fa non avrei esitato... adesso..."

Poseidone sorrise. "Bravo, figlio. Mostra compassione perfino per Gabe." Ade sbuffò. "Ma quindi non lo pietrifica?"

Percy disse. "E invece posso. Un'occhiata dentro questa scatola, e non ti darà mai più fastidio."
Sally, guardò il pacco. Capito cosa ci fosse là dentro, arretrò. "No, Percy. Non puoi."
Percy insistette. "Poseidone ti ha chiamata regina. Ha detto che non incontrava una donna come ge da migliaia di anni." Sally arrossì.  "Percy..."
"Meriti di meglio, mamma. Dovresti andare all'università, prendere la laurea. Puoi scrivere il tuo romanzo, incontrare un brav'uomo, vivere in una bella casa. Non devi più proteggermi restando con Gabe. Lascia che mi liberi di lui."

Zeus disse. "Non vuole uccidere Gabe per se." Ade disse. "Non crede di avere il diritto di scegliere chi vive e chi muore. Ma, per la madre, è disposto a farlo."

Sally si asciugò una lacrima. "Parli proprio come tuo padre. Una volta si è offerto di fermare la marea per me. Di costruirmi un palazzo sul fondo del mare. Pensava di poter risolvere tutti i miei problemi con un gesto della mano."

Poseidone sorrise, nostalgico. "Anfitrite non ne sarebbe stata contenta." "Lo so. Ma l'amavo. Non mi importava. Volevo solo proteggerla."

Percy chiese. "E che male c'è?"
Sally guardò il figlio. "Credo che tu lo sappia, Percy. Credo che tu mi somigli abbastanza da capire. Se voglio che la mia vita abbia un senso, devo viverla in prima persona. Non posso farmi proteggere da un dio... o da mio figlio. Devo trovare il coraggio da sola. La tua impresa me l'ha ricordato."

Ade disse. "Wow. Capisco perché la ami ancora adesso." Poseidone sorrise. "È speciale."

Percy disse. "Ti lascio la scatola. Se ti minaccia..."
Sally annuì. "Dove andrai, Percy?" "Alla Collina Mezzosangue." "Per l'estate o per sempre?" "Non lo so."
Sally baciò il figlio sulla fronte. "Sarai un eroe, Percy. Sarai il più grande di tutti."
Poi, Sally accompagnò Percy alla porta.
Gabe gridò.
"Te ne vai già, teppistello? Che liberazione!"
Percy si fermò.
Aveva un'espressione dubbiosa in volto.
"Me ne sto andando senza salvare mia mamma!"

Poseidone sorrise. "Vedete? Vuole davvero bene alla madre." Ade annuì. "È stato quello che mi ha concesso di attirarlo ancora di più."

Gabe urlò. "Ehi, Sally. Allora, questo polpettone?"
Negli occhi di Sally passò una gelida espressione di rabbia.
"Forse la sto lasciando in buone mani. Le proprie."
Sally disse. "Il polpettone arriva subito, caro. Polpettone a sorpresa."
Poi fece l'occhiolino al figlio.

Ade scoppiò a ridere. "Sally è esattamente come il figlio!" Poseidone annuì. "Ha preso molto da lei." "E il meglio da te." Borbottò Zeus.
"Cosa succede adesso?"

Angolo autrice
Tra poco finisce anche il primo libro della saga!
Vi piace per adesso la storia? Spero di sì.
Al prossimo!
By Rowhiteblack

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