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capitolo 29 - Ares E Percy

La cameriera si avvicinò ai tre ragazzi. "Allora?" Percy disse. "Noi, ehm, vorremmo ordinare la cena." "Ce li avete i soldi per pagare, ragazzi?"
Mentre Percy stava per cominciare a parlare, entrò un uomo, con gli occhiali da sole.
La cameriera ripetè. "Ce li avete i soldi per pagare, ragazzi?" Il tizio disse. "Offro io." Poi, chiese alla cameriera. "Sei ancora qui?"
Il tizio sorrise, o meglio, ghignò verso Percy. "E così tu sei il figlio del Vecchio Algamarina, eh?" "E a lei che gliene importa?"
Poseidone disse. "Secondo voi l'ha riconosciuto?"
Annabeth disse. "Percy, lui è..."
Il motociclista alzò una mano. "Non c'è problema. Non mi dispiace un po' di sana sfrontatezza. Finché ci si ricorda chi è che comanda. Sai chi sono Io, cuginetto?"
Percy, in quel momento, capì chi aveva davanti. "Lei è il padre di Clarisse. Ares, il dio della guerra."
Poseidone annuì. "Non lo sapeva." Ade chiese. "Secondo voi, adesso lo tratterà con un po' di rispetto?"
Ares sorrise e si tolse gli occhiali. "Esatto, pivello. Ho saputo che hai spezzato la lancia di Clarisse." "Se lo meritava." "È probabile. Ma va bene così. Non mi immischio nelle battaglie dei miei figli, ci siamo capiti? Quanto al motivo per cui sono qui, ho sentito che eravate in città e ho una piccola proposta da farvi."
La cameriera tornò col vassoio pieno di cibo. Ares le diede qualche dracma. "Ma questo non sono..." "Problemi, dolcezza?" Chiese Ares, giocherellando con un pugnale.
La cameriera se ne andò.
Percy disse. "Non può fare così. Non può andarsene in giro a minacciare la gente con un coltello."
Ade commentò. "No, non lo fa. Non va bene. Tre dei sono tanti."
Ares rise. "Stai scherzando? Adoro questo paese. Il posto migliore del mondo dopo Sparta. Tu non sei armato, pivello? Dovresti. C'è un mondo pieno di pericoli, là fuori. Il che mi porta di nuovo alla mia proposta. Ho bisogno che tu mi faccia un favore." "Che favore potrei mai fare a un dio?"
Ade prese un elenco immaginario. "Vediamo un po'. Facciamo recuperare la Folgore, l'elmo, il vello, Artemide... poi, ah sì. Aggiungiamo..." "Qualcosa che un dio non ha il tempo di fare da solo. Non è niente di che. Ho lasciato il mio scudo in un parco acquatico abbandonato, qui in città. Avevo un... appuntamento con la mia ragazza. Siamo stati interrotti. Ho dimenticato di riprendere lo scudo. Voglio che tu lo recuperi per me." "Perché non ci va da solo?" "Perché non ti trasformo in una marmotta e non ti investo con la mia Harley? Perché non ne ho voglia. Un dio ti sta dando l'opportunità di dimostrare quanto vali, Percy Jackson. Ti dimostrerai un codardo? O forse combatti solamente quando c'è un fiume a portata di mano, così il tuo paparino può proteggerti?"
Percy sembrava intenzionato a dargli un pugno. Ma disse. "Non siamo interessati. Abbiamo già un'impresa da compiere." "So tutto della tua impresa, pivello. Quando quell'oggetto è stato rubato, Zeus ha sguinzagliato i migliori per cercarlo: Apollo, Atena, Artemide e me, naturalmente. E se non sono riuscito io a scovare un'arma di quella Potenza... Be', tu non hai nessuna speranza. Comunque, sto cercando di darti il beneficio del dubbio. Io e tuo padre siamo amici di antica data. Dopotutto, sono stato io a parlargli dei miei sospetti sul Vecchio Fiato Morto." "È stato lei a dirgli che Ade ha rubato la folgore?" "Sicuro. Incastrare qualcuno per cominciare una guerra. Il trucco più vecchio del mondo. L'ho capito subito. In un certo senso, devi ringraziare me per la tua piccola impresa." "Grazie mille."
Ade disse. "In effetti, è molto caritatevole... davvero."
"Ehi, sono un tipo generoso. Fa' questo lavoretto per me, e ti aiuterò. Vedrò di procurare un passaggio a te e ai tuoi amici." "Ce la caviamo benissimo da soli." "Come no. Niente soldi. Niente mezzi. E senza la minima idea di con chi avete a che fare. Aiutami, e forse ri dirò qualcosa che hai bisogno di sapere... a proposito di tua madre." "Mia madre?" "Vedo che finalmente ho ottenuto la tua attenzione. Il parco acquatico è a un chilometro e mezzo da qui, seguendo la Delancy in direzione ovest. Non potete sbagliare. Cercate il Tunnel dell'amore." "Cos'ha interrotto il suo appuntamento? Vi ha spaventato qualcosa?" Ares mostrò i denti. "Sei fortunato ad avere incontrato me, pivello, e non uno degli altri dei dell'Olimpo. Non tutti hanno la mia indulgenza verso le cattive maniere. Ci rivediamo qui quando hai finito. Non mi deludere."
Ares sparì.
Grover disse. "Si mette male. Ares è venuto a cercarti, Percy. Qui si mette proprio male."
Percy disse. "Probabilmente è solo un trucco. Al diavolo Ares. Andiamocene e basta." Annabeth disse. "Non possiamo. Ascolta, detesto Ares come chiunque altro, ma non puoi ignorare gli dei, se non vuoi incorrere in seria sventura. Non scherzava quando ha detto che poteva trasformarti in un roditore." Percy chiese. "Perché ha bisogno di Noi?" "Forse è un problema in cui serve cervello. Ares è Forte. Ma ha soltanto questo. Perfino la forza deve inchinarsi alla saggezza, ogni tanto." "Ma il parco acquatico... sembrava quasi spaventato. Cosa potrebbe mai mettere in fuga un dio della guerra?" Annabeth disse. "Temo che dovremo scoprirlo."

La scena successiva Percy era davanti a Ares.
Gli dei risero, ricordandosi lo spettacolo dell'Efesto Tv, con Percy e Annabeth nel Tunnel. "Atena aveva urlato come una pazza, ricordate?" Chiese Zeus. Ade e Poseidone annuirono.
Ares disse. "Bene, bene. Non ti sei fatto ammazzare." "Sapeva che era una trappola."
Ares ghignò. "Scommetto che il fabbro zoppo c'è rimasto male quando si è trovato nella rete un paio di stupidi ragazzini. Siete venuti Bene, in tv."
Gli dei guardarono Percy. Il ragazzo passò lo scudo al dio, dicendo, molto tranquillamente. "Lei è un idiota."
Poseidone urlò. "BRAVO FIGLIO! ZITTISCILO TU!" Zeus e Ade si sbatterono la mano in faccia, teatralmente.
Annabeth e Grover trattennero il fiato. Ares non commentò, prendendo lo scudo ed indicando un autotreno. "Vedere quel tir laggiù? È il vostro passaggio. Vi porterà dritti a Los Angeles, con unica fermata a Las Vegas." Percy, dopo aver letto la scritta (BUONCUORE INTERNATIONAL: IL TRASPORTO ZOOLOGICO CHE RISPETTA GLI ANIMALI. ATTENZIONE. ANIMALI SELVATICI) disse. "Sta scherzando."
Ares fece aprire la porta posteriore del Tir. "Passaggio gratis per l'Ovest, pivello. Piantala di lamentarti. Ed ecco qualcosina per ringraziarti del lavoretto."
Gli lanciò uno zaino blu. Percy disse. "Non voglio la sua pidocchiosa..." Grover lo interruppe. "Grazie, Divino Ares. Grazie mille." Percy strinse i denti.
Gli dei ridevano. "Non lo rispetta per niente."
Percy disse. "Mi deve ancora una cosa. Mi ha promesso delle informazioni su mia madre." "Sicuro di reggere? Non è morta." "Che vuole dire?"
Ares spiegò. "Voglio dire che è stata sottratta al Minotauro prima che potesse morire. Si è trasformata in una pioggia d'oro, giusto? Questa è metamorfosi. Non è morte. È tenuta prigioniera." "Prigioniera? Perché?" "Devi studiare l'arte della guerra, pivello. Ostaggi. Prendi qualcuno per controllare qualcun altro." "Non mi sta controllando nessuno."
"A parte Crono." Commentò Ade. "Ade? La pianti? Rovini il tutto!" Disse Zeus.
Ares rise. "Ah, sì? Ci vediamo, ragazzino." Percy serrò i pugni. "Fa un po' troppo lo sbruffone, per uno che scappa dalle statuine di Cupido."
Ares disse. "Ci incontreremo di nuovo, Percy Jackson. La prossima volta che fai a botte con qualcuno, guardati le spalle."
Appena il dio se ne andò, Annabeth disse. "Non è stata una mossa intelligente, Percy."
Poseidone annuì. "Detesto dirlo. Ma la piccola gufa ha ragione."
Percy disse. "Chi se ne importa." "Nessuno ci tiene a inimicarsi un dio. Soprattutto quel dio."
"Ha di nuovo ragione." Commentò Poseidone.
Grover disse.  Ehi, ragazzi. Detesto interrompervi, ma..." indicò il ristorante. Due tizi stavano uscendo, dirigendosi al tir. "Se vogliamo prendere l'espresso zoologico, dobbiamo sbrigarci."
I tre salirono.

Angolo autrice
Ecco a voi.
Adieu
By Rowhiteblack

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