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capitolo 21 - Medusa

Annabeth diceva. "Coraggio! Più ci allontaniamo, meglio é." "Laggiù c'erano i nostri soldi. E anche il cibo e i vestiti. Tutto." Disse Percy. Annabeth rispose.  Be', forse se tu non avessi deciso di buttarti nella mischia..." "Che volevi che facessi? Dovevo lasciarvi ammazzare?" "Non avevo bisogno della tua protezione, Percy. Me la sarei cavata." Grover intervenne. "Sicuro. Ti avrebbero fatta a pezzi. Ma te la saresti cavata." "Piantala, ragazzo-capra."
Annabeth, dopo un po', si avvicinò a Percy. "Senti, io... apprezzo il fatto che sei tornato indietro per noi, okay? È stato molto coraggioso." "Siamo una squadra."
Ade sbuffò. "Sono melensi." Zeus rise. "Falli finire."
"Solo che se tu morisse, a parte il fatto che sarebbe una gran brutta cosa per te, significherebbe la fine dell'impresa. Questa potrebbe essere la mia unica occasione di vedere il mondo reale." Percy la guardò. "Non sei mai uscita dal Campo Mezzosangue da quando avevi sette anni?" "No, tranne per qualche gita. Mio padre..." "il professore di storia." "Già. A casa le cose non andavano. Cioè, casa mia è il Campo Mezzosangue. Al campo non fai altro che allenarti. Ed è fantastico, davvero, ma il posto in cui si trovano i mostri è il mondo reale. È qui che capisci davvero quanto vali."
Percy la osservò. "Sei brava con quel coltello." "Dici?" "Chiunque sia capace di montare a cavalluccio su una Furia è a posto per me." Annabeth sorrise.
"Sai forse dovrei dirtelo. Una cosa strana sull'autobus..."
Poseidone disse. "Sono una bella coppia." "Ma non stanno ancora insieme. Sono una bella coppia di amici, sicuramente."

La scena cambiò.
"Ci sono le luci accese. Forse è aperto." "Snack-bar." Disse Percy, sognante. "Snack-bar." Concordò Annabeth.
"Forse Snack-bar sarà il loro per sempre." Commentò Ade. Zeus disse. "Chi ti ha fatto vedere colpa delle stelle?" "Persefone. Le piaceva il genere. Mi ha chiesto di..." "Non dirlo! Devo ancora vederlo!" Esclamò Poseidone

"Siete diventati matti? Questo posto è assurdo?" Disse Grover.
I semidei lo ignorarono.
"Questo posto mi è familiare... perchè?" Borbottò Poseidone. "Guardiamo e scopriamolo."
Una donna aprì la porta.
"Bambini, è tardi per andarsene in giro tutti soli. Dove sono i vostri genitori?"
Poseidone, sentendo la voce, esclamò. "È medusa!"
"Sono. Ehm.." Annabeth sembrava incapace di dire qualunque cosa.
Percy intervenne. "Siamo orfani."
Poseidone disse. "Grazie, figliolo. Com'è tenero da parte tua."
  "Orfani? Oh, poveri cari! Non posso crederci!" "Abbiamo perso il convoglio. Il convoglio del circo. Il direttore ci aveva detto di aspettarli al distributore nel caso ci fossimo persi, ma forse se n'è dimenticato o intendeva un altro distributore. Comunque sia, ci siamo persi. Sbaglio o sento profumo di cibo?"
"Bravo a inventare storie. Avrà preso dal padre." Disse Zeus. Poseidone sbuffò. "Sei solo geloso di mio figlio. Il mio Perseus è migliore del Tuo, caro fratello."
Medusa esclamò "Oh, poveri cari. Dovete entrare, poveri bambini. Io sono zia Em.  Accomodatevi pure sul retro. C'è un'area ristoro."
I tre entrarono.
Annabeth sussurrò a Percy. "Il convoglio del circo?" "Atena ha sempre un piano, eh?" "Hai il cervello intasato dalle alghe."
Ade disse. "Perché? Voglio dire... va bene che è tutto suo padre, quindi ci sta... Ma... Perché lo chiama così?" "Sul serio? È quello che ti preoccupa? Non il fatto che siano nel covo di Medusa?" Prima che Ade potesse rispondere, l'attenzione di Poseidone si spostò sul ricordo.
Il magazzino di Medusa era pieno di statue.
"Accomodatevi." "Fantastico!"
Grover disse. "Ehm... noi non abbiamo soldi, signora."
Medusa disse. "No, No, bambini. Niente soldi. Questo è un caso speciale, No? Offro io, a dei simpatici orfanelli come voi." "Grazie, signora." Disse Annabeth.
Medusa la guardò male, anche se i semidei non potevano vederla. "Non c'è di che, Annabeth. Hai dei bellissimi occhi grigi, bambina."
Grover chiese. "Cos'è questo sibilo?" Percy e Annabeth scossero la testa.
"Un sibilo? Forse è il rumore della friggitrice. Hai un ottimo udito, Grover." "Prendo le vitamine. Per l'udito." "Davvero ammirevole. Ma ti prego, rilassati."
"Già, rilassati. Verrai solo pietrificato." "La pianti, Ade? È seria, la situazione." "Quello che volevo dire è..." Poseidone lo zittì
Percy, dopo aver finito di mangiare, parlò con Medusa.
"E così vende nanetti da giardino." "Oh , sì. Ma anche animali e persone. Di tutto! Anche su ordinazione. Le statue sono molto richieste, sapete." "C'è molto giro da queste parti?" "Non molto, no. Da quando hanno costruito l'autostrada, la maggior parte delle macchine non passa di qui. Devo tenermi caro ogni cliente che capita."
Percy si girò. Vide una ragazza, che appariva spaventata.
"Ah. Hai notato che alcune delle mie statue non vengono bene. Sono rovinate. Non vendono. La faccia è la parte più difficile. É sempre la faccia." "È lei a fare le statue?" Chiese Percy.
"Oh, sì. Un tempo mi aiutavano le mie sorelle ma sono morte, ormai, e zia Em è rimasta sola. Ho soltanto le mie statue. Ecco perché le faccio, capite. Mi fanno compagnia."
Annabeth aveva smesso di mangiare. "Due sorelle?"
"La gufa ha capito!" Esclamò Poseidone
"È una storia terribile. Non adatta ai Bambini, davvero. Vedi, Annabeth, una donna cattiva era gelosa di me, tanto tempo fa, quando ero giovane. Avevo un fidanzato e questa donna cattiva voleva separarci. Provocò un incidente terribile. Le mie sorelle abitavano con me. Hanno condiviso la mia sfortuna fin quando hanno potuto, ma alla fine sono morte. Sono scomparse. Solo io sono sopravvissuta, ma ho dovuto pagare un prezzo terribile. Un prezzo molto alto."

La scena cambiò.
Medusa era davanti a Percy. "Che peccato rovinare un volto giovane e bello. Resta con me, Percy. Devi soltanto alzare gli occhi." Percy guardò il riflesso di Medusa, capendo chi fosse.
"È stata la dea dagli occhi grigi a farmi questo, Percy. Ero una donna bellissima. La madre di Annabeth, la maledetta Atena, mi ha trasformato in questo."
Annabeth urlò. "Non ascoltarla! Scappa, Percy!"
"SCAPPA FIGLIOLO! TI PIETRIFICHERÀ! NON ASCOLTARLA! ASCOLTA ANNABETH! FIDATI DI LEI!" Poseidone urlava al figlio. Ade disse. "Poseidone, dimentichi che..."
"Silenzio!" Ringhiò Medusa.
"Ti zittisce pure Medusa, Ade." Commentò Zeus. Che venne zittito da Poseidone, perché Medusa stava parlando con torno suadente. "Capisci perché devo distruggere quella ragazza, Percy? È figlia della mia nemica. Disintegrerò la sua statua. Ma tu, caro Percy, tu non devi soffrire."
"No. Diventerai una statua. Ma non soffrirai. La pietra non soffre, caro." Ade stava commentando. Zittito da Poseidone, di nuovo.
Percy cercò di allontanarsi. "Vuoi davvero aiutare gli dei? Capisci ciò che ti aspetta in questa folle impresa, Percy? Quello che accadrà se raggiungerai gli Inferi? Non essere una pedina degli dei, mio caro. Staresti molto meglio come statua. Meno dolore. Meno sofferenza."
"Percy! Abbassa la testa!" Urlò Grover.
Percy si tuffò di lato.
Grover prese a bastonate Medusa.
"Percy!" Annabeth apparve di fianco al ragazzo. "Cavolo! Non farlo mai più!" "Devi tagliarle la testa." "Cosa? Sei impazzita? Filiamocela."
"Wow. Che coraggio." Disse Ade. Zeus rise.
"Medusa è una minaccia. È malvagia. La ucciderei io, ma... Ma tu hai l'arma migliore. E Poi, io non riuscirei mai ad avvicinarla. Mi farebbe a fettine per via di mia madre. Tu hai una possibilità." "Cosa? Io non posso..." "Dì un po', vuoi che continui a trasformare altri poveri innocenti in statue?" Indicò una coppia che si abbracciava.
"Abile." Disse Poseidone. "Perché?" "Fa leva sui buoni sentimenti di Percy. Abile."
"Uno scudo levigato andrebbe meglio. La convessità causerà una certa distorsione. Le dimensioni del riflesso saranno distorte per un fattore di..." "Vuoi parlare la nostra lingua, per favore?"
"Lo sto facendo! Giardala soltanto attraverso il vetro. Non guardarla mai direttamente."
Grover esclamò. "Ehi, ragazzi! Credo che abbia perso i sensi!" "Roooaaar!" "O forse no."
Annabeth esortò Percy. "Sbrigati. Grover ha un fiuto eccezionale, ma prima o poi finirà per schiantarsi."
Percy chiamò Medusa. "Ehi!"
"Non faresti mai del male a una vecchia signora, Percy. So che non lo faresti."  "Non ascoltarla!" "Troppo tardi."
Medusa si avventò verso Percy che, alzata la spada, la decapitò.
Annabeth chiese a Percy. "Stai bene?" "Si. Perché la testa non si è desintegrata?" "Una volta tagliata, diventa bottino di guerra. Come il tuo corno del Minotauro. Ma non toglierle il drappo. Può ancora pietrificarti."
Grover atterrò vicino a loro. "Il Barone Rosso. Ottimo lavoro, amico." Disse Percy. "Non è stato divertente, però. Be', la parte delle randellate con la mazza sì. Ma lo schianto sull'orso di cemento? Non direi."
Percy commentò.
"E così dobbiamo ringraziare Atena per questo mostro?"
Gli dei risero.
Annabeth lo guardò male. "Dobbiamo ringraziare tuo padre, a dire il vero. Non ricordi? Medusa era la ragazza di Poseidone. Decisero di incontrarsi nel tempio di mia madre, motivo per cui Atena l'ha trasformata in un mostro. Ecco perché voleva fare a fette me e conservare te come una bella statuina. Ha ancora un debole per tuo padre. Probabilmente glielo ricordi."
"Oh, così adesso è colpa mia se abbiamo incontrato Medusa."
"È solo una foto, Annabeth. Che male c'è?" Annabeth imitò la voce di Percy. "Lasciamo perdere. Sei impossibile." " E  tu sei insopportabile." "E  tu sei..." "Ehi! Voi due mi state facendo venire il mal di testa, e i satiri non soffrono mai il mal di testa. Cosa ne facciamo di questo trofeo?"
Percy sembrava arrabbiato. Si alzò. "Torno subito."
"Percy. Che cosa stai..." Annabeth gridò dietro Percy, che la ignorò.
Nell'ufficio di Medusa, Percy trovò l'indirizzo contabile degli Inferi, che infilò in tasca. Poi prese venti dollari, qualche dracma e un tagliando per le spedizioni Espresso di Ermes.
Tornò dagli altri, impacchettando la testa e compilando il tagliando.
Gli Dei
Monte Olimpo
600esimo piano
Empire State Building
New York, NY
Cordiali saluti,
Percy Jackson
Grover gli disse. "Non gli piacerà. Penseranno che tu sei impertinente."
Percy infilò delle dracme nel sacchetto.
"Io sono impertinente." Replicò. Poi guardò Annabeth, sfidandola a replicare.
Annabeth sospirò "Muoviamoci. Ci serve un nuovo piano."
Ade disse. "Almeno lo riconosce." "Cosa?" "Di essere impertinente."
Poseidone rise. "È un bravo ragazzo, in fondo." "Vero." Disse Zeus. Ade disse. "Poseidone, dimentichi che... è tutto già avvenuto. Percy sta bene. Non serve entusiasmarsi troppo, ok?" Poseidone annuì. "Vedrò di farlo meno."
La scena stava cambiando.
"Adesso che succede?"

Angolo autrice
Salve!
Ecco a voi!
Alla prossima
By Rowhiteblack

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