capitolo 19- la partenza
La scena successiva c'erano Luke e Percy vicini.
Luke disse. "Volevo solo augurarti buona fortuna. E pensavo che queste ti potessero tornare utili." Gli passò delle scarpe.
"Maia." Dalle scarpe spuntarono delle ali.
"Fantastico!" Esclamò Grover. Luke sorrise. "Mi furono utili durante la mia impresa. Un regalo di papà. Naturalmente non le uso molto negli ultimi tempi..." Si rattristò.
Percy non sapeva cosa dire. "Ehi, amico. Grazie."
"Ascolta, Percy. Le nostre speranze dipendono da te. Perciò, ammazza qualche mostro anche da parte mia, okay?" I due si strinsero la mano.
Luke diede un colpetto affettuoso tra le corna di Grover e abbracciò Annabeth. Poi se ne andò.
Percy si voltò verso Annabeth. "Stai iperventilando." "Non è vero." "Sai stata tu a farlo vincere nella Caccia alla Bandiera, Vero?" "Oh... ma chi me lo fa fare di andarmene in giro con te, Percy?"
La ragazza sali sul SUV.
Percy chiese a Chirone, riferendosi alle scarpe. "Non potrò usarle, Vero?" "Le intenzioni di Luke erano buone, Percy. Ma prendere il volo non sarebbe saggio da parte tua."
Percy annuì, leggermente deluso. Poi si girò verso Grover. "Ehi, Grover. Lo vuoi un oggetto magico?" Al satiro brillarono gli occhi. "Io?"
Il decollo andò bene, ma poi il satiro si sbilanciò proseguendo su un fianco. Chirone gridò. "Pratica. Ti serve solo un po' di pratica."
Prima che Percy potesse corrergli dietro, Chirone lo trattenne per un braccio. "Avrei dovuto allenarti meglio, Percy. Se solo avessi avuto più tempo. Ercole, Giasone, erano tutti più pronti." "Non fa niente. Speravo solo..." Chirone esclamò. "Ma dove ho la testa? Non posso farti partire senza questa." Gli diede una penna a sfera. "Wow. Grazie." "Percy, è un dono da parte di tuo padre. La conservo da anni, non sapendo che fossi tu colui che stavo aspettando. Ma la profezia adesso mi è chiara. Sei proprio tu."
Percy tolse il cappuccio alla penna. Che divenne una spada di bronzo a doppio taglio, con l'impugnatura rivestita di cuoio e l'elsa rivestita di borchie d'oro.
"Questa spada ha una lunga e tragica storia alle spalle, che al momento non ci interessa. Si chiama Anaklusmos." "Vortice."
Chirone lo ammonì. "Usala solo in caso di emergenza e solo contro i mostri. Naturalmente, gli eroi non devono aggredire i mortali a meno che non sia assolutamente necessario, ma questa spada non li ferirebbe in nessun caso." Percy guardò la lama. "Com'è possibile?" "La spada è di bronzo celeste. È stata forgiata dai Ciclopi, temprata nel cuore dell'Etna e raffreddata nel fiume Lete. È mortale per i mostri e per qualsiasi creatura degli Inferi, sempre che non ti uccidano loro per primi. Ma la lama oltrapasserebbe i mortali come un'illusione ottica. Non sono abbastanza importanti perché si prenda la briga di ucciderli. Ed è meglio che ti avverta: in quanto semidio, tu puoi essere ucciso sia dalle armi celesti sia da quelle normali. Sei vulnerabile il doppio." "Buono a sapersi."
Ade disse. "Solo io ho colto il sarcasmo nella sua frase?" Zeus disse. "Ma, Perché, se sapeva questo, si è messo sempre in gioco? Rischiava la vita per? Noi?" Poseidone disse. "Chissà. Magari riusciremo a scoprirlo una volta per tutte, no?"
"Ora rimetti il cappuccio." Percy infilò la penna in tasca. Chirone disse. "Non puoi." "Non posso cosa?" "Perdere la penna."
La scena cambiò improvvisamente.
"Chirone. Quando dici che gli dei sono immortali... cioè, é esistita un'epoca prima di loro?" "Sono esistite quattro età prima di loro, per la precisione. L'epoca dei Titani era la quarta Età, talvolta chiamata Età dell'Oro, secondo una definizione decisamente fuorviante. Questa, l'epoca della civiltà occidentale e del Regno di Zeus, è la Quinta Età." "Perciò, com'era il mondo prima degli dei?" "Nemmeno io sono abbastanza vecchio per ricordarlo, figliolo, ma so che per i mortali é stata un'epoca di oscurità e barbarie. Crono, il re dei titani, chiama il suo regno Età dell'Oro perché gli uomini vivevano nellinnocenza, ignari di tutto. Ma era soltanto propaganda. Al re dei Titani non importava nulla della vostra razza, tranne quando la usava come antipasto o come intrattenimento a buon mercato. Fu solo agli albori del regno di Zeus, quando Prometeo, il Titano buono, donò il fuoco all'umanità, che la vostra specie iniziò a progredire. Perfino allora Prometeo fu bollato come un ribelle. Zeus lo punì severamente, come forse ricorderai. Naturalmente, gli dei alla fine si sono addolciti nei confronti degli umani ed è nata la civiltà occidentale." "Ma gli dei non possono morire. Voglio dire, finché la civiltà occidentale é viva, anche loro sono vivi. Perciò, anche se io fallissi, non potrebbe succedere niente di così tremendo, vero?"
Zeus sospirò. "Quanto è tenero." Poseidone annuì. "Così dolce. Umile. Premuroso. Aspetta... mi stavi prendendo in giro, vero?" Ade si intromise. "Zeus, non rispondere. Poseidone ascolta Chirone e taci."
Chirone sorrise. "Nessuno sa quanto durerà l'età dell'Occidente, Percy. Gli dei sono immortali,si. Ma dopotutto, lo erano anche i Titani. E questi ultimi esistono ancora, rinchiusi in varie prigioni, costretti a patire un dolore e castigo eterni, indeboliti, ma comunque vivi e vegeti. Gli dei potrebbero essere destinati a una sorte simile e noi potremmo ripiombare nel caos e nelle tenebre del passato... che le Parche non vogliano! Tutto ciò che possiamo fare, figliolo, è seguire il nostro destino." "Ammesso di sapere qual è" "Tranquillo. Cerca di restare lucido. E ricorda che forse stai per impedire la guerra più colossale della storia dell'umanità." "Tranquillo? Come no! Sono molto tranquillo."
Zeus annuì. "Si capisce. Si capisce. Certo. Rimanine convinto."
La scena cambiò.
Erano sul camion. Percy disse ad Annabeth.
"Finora tutto bene. Abbiamo fatto 15 km e non abbiamo incontrato un solo mostro." "Porta male dire queste cose, Testa d'Alghe." "Ridimmelo, perché mi odi così tanto?" "Io non ti odio." "Mi hai quasi convinto."
Gli dei risero. Annabeth disse. "Senti... è solo che noi due non dovremmo andare d'accordo, okay? I nostri genitori sono rivali." "Perché?" "Quante ragioni vuoi? Una volta mia madre ha beccato Poseidone e la sua ragazza che se la spassavano nel tempio di Atena: un'enorme mancanza di rispetto. Un'altra volta, Atena e Poseidone si sono contesi la supremazia di Atene. Tuo padre ha offerto in dono uno stupido pozzo d'acqua salata. Mia madre invece ha creato l'ulivo. Il popolo ha capito che era un dono migliore e ha dato il suo nome alla città." "Devono proprio andare pazzi per le olive."
Poseidone disse. "Wow. Ha appena ridotto una grossa sfida a... piacciono le olive."
"Oh, piantala." "Certo, se avesse inventato la pizza, li avrei capiti." "Ti ho detto di piantarla."
Ade disse. "Per una volta sono d'accordo con la ragazza. Voglio dire... qual è il problema di tuo figlio?" "È troppo buono per questo mondo. Così puro. E leale verso il padre. Com'è giusto, d'altronde."
La scena cambiò.
Grover stava chiedendo a Percy. "Vuoi sapere perché lo ha sposato,Percy?" Percy lo guardò stupito. "Mi stavi leggendo nel pensiero?" "No, leggevo solo le tue emozioni. Mi sa che ho dimenticato di dirti che i satiri lo sanno fare. Stavi pensando a tua madre e al tuo patrigno, giusto?"
Ade disse. "Quindi il satiro si è accorto dell'amore tra i due, prima dei due?" Zeus disse. "Ade, sei una vecchia comare. Comunque, non credo. Insomma... Lo avrebbe detto a loro no?" Poseidone annuì. "Certo. Succede sempre così. L'amico ti dice che sei innamorato."
Percy annui. Grover disse. "Tua madre ha sposato Gabe per te. Lo chiami 'Il Puzzone' ma non hai idea di quanto sia vero. L'aura di quel tizio... bleah! Riesco a sentirla da qui. Riesco perfino a sentirne le tracce su di te, e non ti avvicini a lui da settimane." "Grazie. Dov'è la doccia più vicina?"
Gli dei risero.
"Dovresti essergli grato, Percy. La puzza mortale del tuo patrigno é talmente ripugnante che riuscirebbe a mascherare la presenza di qualsiasi semidio. L'ho capito al primo fiuto, salendo sulla Camaro: Gabe ha coperto il tuo odore per anni. Se non fossi vissuto con lui ogni estate, probabilmente i mostri ti avrebbero scovato molto tempo prima. Tua madre è rimasta con lui per proteggerti. Era una donna intelligente. Doveva volerti molto bene per sopportare quel tizio... se la cosa ti può consolare."
Percy non sembrava affatto consolato. Gli dei sentirono la sua voce. "La rivedrò. Non è svanita per sempre."
Angolo autrice
Niente da dire.
Alla prossima.
By Rowhiteblack
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