One shot 3, tema "peli"
Tutto ebbe inizio in una fredda primavera priva delle belle gemme colorate dei fiori, quando una piccola bambina dagli occhi vivaci uscì dal grembo di una ragazza troppo giovane. Quell'anno a causa del freddo non si vedevano più i papaveri rossi spuntare tra il rosa dei fiori dei ciliegi e degli altri alberi del frutteto, ma solo una macchia indistinta di piante scure, cupe, quasi simili alle grotte che Milly, la bimba, visiterà quando sarà più grande con la nuova mamma adottiva. Di quelle grotte, può sembrare strano, la piccola ricordava con noncuranza una cupa bellezza, quasi misteriosa. Tutti pensavano che avesse avuto molta paura, nessuno sapeva che in realtà era stata lei a consolare la mamma che piangeva impaurita in un cunicolo buio pregando il Signore Iddìo di uscire presto.
Milly sin da piccola aveva degli splendenti riccioli castani che lei stessa definiva "color torta al cioccolato", il suo dolce preferito. Di primo impatto può sembrare un piccolo uccellino impaurito che ancora ha paura di volare e uscire dal proprio nido, invece dentro di sé la piccola aveva una grinta che nessuno però aveva mai conosciuto. Eh già, nessuno era riuscito a conoscere veramente la bambina, all'apparenza così simile a tutte le altre.
Milly era una fill'e anima, una bimba cresciuta sin da piccola da un'altra famiglia diversa dalla sua. Era una bimba coraggiosa che affrontava la vita a testa alta, ma tutti pensavano il contrario e nessuno conosceva la sua vera famiglia.
A causa dell'oceano di stereotipi che le si erano parati davanti, la piccola era arrivata a credere di essere davvero come la bimba descritta dai compaesani: insicura, troppo gracile e molto chiusa in sé stessa. Dopo pochi anni finì col recitare il solito copione teatrale da "finta Milly" ogni giorno, smettendo inconsciamente di essere la bambina che la sua vera mamma aveva lasciato piangendo alla porta della ricca Ma' Lucia, la nuova madre di Milly.
Con l'arrivo della primavera del 1952, però, venne anche il tempo del riscatto per Milly, che ebbe così il privilegio di crescere molto prima delle altre bambine che ancora imparavano il lavoro da massaie dalle loro madri.
La piccola allora aveva 12 anni, ma aveva ancora quei bei riccioli che le ricadevano sulle spalle e che, quando Milly correva lungo i verdi prati del frutteto dei nonni, si libravano leggeri in aria per poi cadere di nuovo dolcemente verso il basso, senza mai scompigliarsi o aggrovigliarsi in nodi intricati.
Durante un normale giorno di primavera, il 26 aprile, Milly stava aiutando i loro nonni e la Ma' a concimare e curare i peschi e i ciliegi ormai in fiore.
-Milly! Milly, tesoro, vai a prendere quel sacco di terra vicino il magazzino!- Urlò d'un tratto il nonno da in cima la scala.
-Sì nonno! Vado subito!- rispose Milly cominciando a correre sfrecciando tra le distese di chiome colorate.
Alla piccola piaceva molto correre, la faceva sentire finalmente libera da ogni pregiudizio e più sicura di sé. Quando correva era sola, finalmente libera di sfidare il vento e giocare ad acchiapparella con le farfalle dai mille colori.
Non appena arrivò al magazzino la bimba si sdraiò per un attimo sul prato fiorito per guardare le nuvole rincorrersi nel cielo. Era una giornata non troppo ventosa e Milly adorava quella lieve brezza che le sfiorava i capelli, quasi per accarezzarla in segno di affetto. Le piacevano anche quelle piccole nuvole, simili ai morbidi soffioni che la piccola scuoteva sempre mentre correva nel prato. Nulla poteva andare storto in quella splendida giornata e la bimba, consapevole di ciò, si addormentò tranquillamente con un'espressione serena dipinta sul volto.
I minuti passavano velocemente, forse troppo rispetto alla solita lentezza dello scorrere del tempo.
D'un tratto la piccola si svegliò di scatto dopo aver sentito delle urla provenienti da pochi metri più lontano da lei.
"Ma quella... era la nonna!" realizzò subito la bimba, che cominciò a correre come mai aveva fatto in tutta la sua vita. Non se ne accorse, ma riuscì finalmente a superare nella sua gara di velocità le piccole rondini. Non badò al paesaggio circostante come era solita fare: doveva assolutamente raggiungere la nonna.
Non appena arrivò di fronte al ciliegio che i familiari stavano potando, i suoi occhi verdi come il prato si spalancarono di colpo. Il tronco era tinto di un rosso più tagliente del sangue del sole durante il tramonto e non era rimasto nessuno: non c'era il nonno, con i suoi baffi bianchi e la pipa sempre accesa; non c'era la nonna, con il suo sorriso sempre pronto a rassicurare la piccola; non c'era la Ma' Lucia, l'unico vero genitore che Milly avesse mai conosciuto. L'unica cosa rimasta era l'imponente ciliegio tinto di rosso e degli strani peli argentati che rilucevano se colpiti dai raggi del sole.
-Nonna! Nonno! Mamma! Dove siete? Perché mi avete lasciato qui da sola? Rispondetemi vi prego!- Urlò la piccola mentre una lacrima le ricadeva sulla guancia bagnandole il grembiulino.
Per lei non ci fu nessuna risposta; persino il vento si era fermato e non scuoteva più le chiome degli alberi, quasi per aumentare sempre di più quel silenzio estenuante.
Quando Milly realizzò di essere rimasta sola decise di non piangere, dopotutto era convinta che nessuno dei suoi familiari fosse stato ucciso, altrimenti avrebbe trovato dei corpi, no? Decise di obbligarsi a seguire questo pensiero per evitare di farsi sopraffare dalle sue emozioni. Raccolse un ciuffo di peli argentati e dopo averli fissati con odio li strinse forte tra le piccole mani sporche di terra. Solo in quel momento si accorse di uno strano messaggio scritto sul prato con quello strano liquido scarlatto: "Segui il fiume fino alla cascina di Sanno."
Ma che voleva dire? Chi era questo Sanno?
"Forse questo messaggio è stato scritto dal nonno!" con queste parole tra la ragnatela intricata dei pensieri, la piccola cominciò a correre velocemente seguendo il corso del fiume. Per la prima volta i suoi riccioli si scompigliarono e le sue guance si tinsero di un rosso quasi scarlatto come quello del tronco del ciliegio.
Non appena arrivò vicino il ponte che portava al villaggio, vide una vecchia casa abbandonata in cima a un colle brullo e spoglio.
"Quella deve essere sicuramente la cascina di Don Sanno." Pensò tra sé la piccola correndo con aria decisa verso la collina.
Scalare l'imponente sentiero privo di appigli fu veramente difficile, ma Milly non si arrese e continuò decisa fino alla cima.
Non appena arrivò sospirò per il sollievo e cadde sulle ginocchia per riposarsi e riprendere fiato. Non aveva mai corso così tanto e soprattutto non era mai stata consapevole di avere un carattere così deciso.
Uno strano rumore, però, interruppe di scatto i pensieri della bambina, che si nascose dietro un piccolo cespuglio secco non appena vide una macchia argentata tinta di rosso uscire dalla cascina pochi metri lontano da lei.
La macchia si rivelò essere una specie di grosso cane, quasi simile a un lupo. Milly non riuscì a capire che strano animale fosse quello che vide correre fino una vecchia stalla abbandonata. La bimba decise di seguirlo, così si diresse in punta di piedi verso quel luogo sulle tracce della belva. Non sapeva, però, che qualcun altro molto più pericoloso dell'animale argentato la stava seguendo a sua volta.
Non appena arrivò davanti alla stalla si nascose dietro una catasta di legna stranamente ordinata aspettando che la belva uscisse da lì in modo da lasciarle via libera. Aspettò... aspettò... aspettò ancora, finché, finalmente, l'argenteo pericolo uscì correndo per tornare alla cascina.
Milly prese con sé un bel ciocco di legno, stranamente levigato alla perfezione, per essere più sicura ed entrò nella stalla seguita da un'ombra di cui però non si accorse.
Dietro una trave sospesa tra il tetto pericolante e il muro orientale vide subito i suoi nonni e la mamma legati in modo da non potersi muovere e tinti dalla testa ai piedi di quello strano rosso scarlatto.
Saggiamente la bimba decise di non urlare e si avvicinò sulle punte dei suoi piedini nudi per non fare rumore. Ad un tratto, però, qualcuno si avvicinò di soppiatto dietro le spalle della piccola tappandole la bocca con una manona gelida. Cercò di liberarsi ma fu tutto inutile. In preda al panico morse la mano dell'uomo, che la liberò stupito e cominciò a guardarla con aria sprezzante. La sua mano ora era rigata da una sottile striscia rossa.
-Devo ammettere che hai fegato piccola stronzetta... adesso ti sistemo io come si deve se proverai a ribellarti.-
-Lascia stare subito la mia famiglia! Cosa vuoi da loro? Cosa vuoi da me? Non ho soldi né una dote, quindi non...-
-Piccola, risparmiati le parole per dopo. Adesso ti spiegherò brevemente cosa voglio fare. Per prima cosa punterò questo bel fucile da caccia contro quel vecchio laggiù, dopodiché ti costringerò a venire con me fino alla mia casa e deciderò cosa fare del tuo bel faccino. Vendendoti al mercato nero potrei fare dei bei quattrini... quasi quasi riesco a comprarmi una casa più decente.- Rispose l'uomo dagli occhi adesso diventati accesi come due tizzoni ardenti.
Milly si spaventò molto a quella vista e soffocò un urlo con un pugno. Decise di cercare di prendere del tempo, ma non le venne in mente nulla. La sua mente era troppo impegnata a cercare di non lasciarsi sopraffare da quel vortice di emozioni senza fine.
D'un tratto entrò l'animale dalla porta malconcia della stalla e si avvicinò al suo padrone con occhi imploranti. Milly non l'aveva notato, ma quella matassa di peli argentati non era poi così curata e sembrava non mangiare da giorni. L'uomo, alla vista dell'animale, gli tirò un forte calcio che lo spedì contro una trave di legno. Il cane-lupo guaì in segno di dolore ma si rialzò subito e cominciò a ringhiare debolmente contro il suo padrone.
L'uomo rise, quasi divertito e cominciò ad avvicinarsi verso la povera bestiola. Milly in quel momento capì finalmente cosa fare: doveva salvare assolutamente la sua famiglia e quel cucciolone immediatamente, e ci sarebbe riuscita da sola. Sì, ce l'avrebbe fatta senza alcun dubbio.
Fu in quel momento che gli occhi della piccola si accesero di un verde più forte e brillante e che finalmente un sottile fuoco ardente ricoprì la bimba.
Milly corse fino ai suoi familiari e slegò loro i polsi e le caviglie. Gli ordinò di rimanere fermi e fingere di essere ancora immobili per via dello spago tagliente. La nonna abbracciò la piccola nipotina e, prima di lasciarla correre verso il cane-lupo, le suggerì di spostare, dopo aver salvato la bestiola, una trave pericolante che si trovava dietro l'uomo, ormai sempre più vicino all'animale debole e sfinito.
-Lascia stare quel cucciolo, razza di cattivone!- urlò la piccola con aria decisa.
L'uomo in tutta risposta cominciò a ridere ancora e puntò il suo fucile contro la bambina. Stava per premere il grilletto, quando invece cadde a terra gemendo per il dolore: l'animale lo aveva morso ferocemente sulla caviglia.
Milly rise per il sollievo e corse subito vicino il cane-lupo, che adesso le stava indicando con il muso la stessa trave pericolante di cui le aveva parlato la nonna.
La bambina capì subito cosa fare. Tirò via la trave con tutta la forza che aveva e la spinse via. In quel momento la stalla iniziò a barcollare e il cane-lupo spinse via la piccola da quel muro per proteggerla dalla frana di pietre, legni e mattoni di argilla. Nel fare ciò, però, l'animale finì travolto dalle macerie, ma non guaì per il dolore, consapevole di aver salvato quel piccolo angelo.
Milly urlò in preda alla disperazione, ma corse subito dai suoi familiari per aiutarli a scappare da quella trappola mortale.
Non appena uscì e poté finalmente rivedere il cielo, la piccola cadde tra le braccia del nonno e cominciò a piangere come mai aveva fatto nella sua vita.
La famigliola così tornò a casa dopo una giornata piena di emozioni. Milly decise di non farsi chiamare più con quel diminutivo, ma col suo vero nome: Camilla. Decise anche di non nascondersi più negli stereotipi dei compaesani e di tirare fuori finalmente il suo vero carattere.
Soprattutto decise di non dimenticare mai quel cane-lupo, che con il suo gesto aveva salvato la vita alla sua intera famiglia.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro