ALLENAMENTO CON DUE FIGHI
Guardai sconvolta Alec (Alexander, non Alexa) e Teo.
"Fermi." Alexa fece il segno del time-out. "La sua famiglia, o meglio, sua zia, Alessandra Black, era a capo dell'Istituto di Beacon Hills?" Alexander annuì. "Una famiglia di Shadowhunters molto rispettata. Poi, scomparsa nel nulla." Io scossi il capo. "È impossibile. Sono italiana, non vengo dall'America. Come potrebbe mia zia essere nata qui?" Isabelle mi sorrise. "Non è nata qui, infatti. Era di Idris. La hanno inviata per un lavoro, ma lei poi ha fatto richiesta di rimanere qui. Non so dirti il perchè." Io sospirai. "La mia vita pochi giorni fa era la cosa più facile del mondo! 15 anni e una vita normale era troppo?" Alexander mi guardò. "Stai per compatirti?" Io scossi il capo. "No. Sto per distruggere qualcosa e cercavo quello meno di valore qui dentro." Jace sorrise. "Il concetto è corretto. Sfogati durante l'allenamento, Rowhite." Io sorrisi. "Ti prendo in parola, Jace Wayland."
Nella palestra, i nostri due allenatori si rivelarono essere Alexander Lightwood e Jace Wayland. Magnus Bane (Lo stregone glitteroso) assisteva all'incontro. Secondo me, era per vedere quel figo del fidanzato allenarsi. Oppure, per controllare quattro ragazze di 15 anni. Una delle due.
"Allora." Disse Jace. "Quello che dovete sempre tenere a mente, è che i nemici sono ovunque. Demoni, mostri... ovunque. La seconda cosa è: o voi uccidete loro e li rimandate nell'inferno da dove provengono, o loro uccidono voi. Non c'è una terza uscita." Io e Alexa ci scambiammo uno sguardo. Alla faccia del discorso di incoraggiamento.
Alexander prese parola. "Non dovete preoccuparvi, però. Prima di andare a combattere contro i demoni, vi alleneremo al meglio. Perciò avete buone probabilità di farcela."
Lui aveva già un modo di incoraggiare che preferivo.
"Avete domande?" Will annuì. "Se sapete chi sono gli Shadowhunters, come mai noi lo sappiamo solo adesso?" Jace ed Alec si scambiarono uno sguardo. "A volte capita che alcuni Shadowhunters scappino dal nostro mondo e vivano tra i mondani. Magari è quello che è successo con voi. Non ne possiamo essere sicuri. Ci informeremo, però." Io annuì. "Cominciamo?"
Io cominciai ad allenarmi con Jace. Lui mi colpiva con molta velocità. Usavamo dei bastoni per non ammazzarci. (Per non ammazzarTI). Dopo qualche minuto di bastonate, a me, capì una specie di schema e lo disarmai. Alexander sorrise. Alexa alzò i pollici. "Grande, Row!" Io sorrisi. Elsa e Will invece erano troppo prese dal darsi bastonate a vicenda per fare caso a noi. Jace, tirando su il proprio bastone, si complimentò con me. "Brava! Dove hai imparato?" Io sorrisi, guardando Alexa. Lei rispose al mio posto. "Lei? Da qualche settimana. Da sola." "Autodidatta." Dissi io, ghignando.
Elsa intervenne "Sei Autodidatta perché nessuno ha voluto addestrarti." Will sospirò. "Perchè?" Chiese Alexander, sorridendo, forse felice che qualcuno avesse disarmato il fratello. "Diciamo che, mi hanno detto di essere una semidea, e poi mi hanno mandato in un'impresa. Avete mai sentito dei miti greci? Ecco... non sono miti. Storie vere." "Tutte le storie sono vere." Alexa annuì. "Parole sante." "Amen." Dissi io, ghignando ad Alexa. Elsa mi guardò, poi disse. "In quello stesso periodo di tempo, i neuroni di Row si sono suicidati." Io annuì. "Assolutamente. Tutti." Jace ridacchiò. "Continuiamo domani. Adesso andiamo. Mangiamo."
Scesi in cucina, vedemmo Izzy ai fornelli. "Ho preparato da mangiare!" Io guardai Alexa. "Noi veramente dobbiamo andare." Dissi. Alexa annuì. "Dobbiamo fare delle ricerche sul Darach." Magnus corrugò le sopracciglia. "Darach? È una storia." Io sorrisi e, in coro ad Alexa, dissi. "Ma tutte le storie sono vere, dolcezza." Magnus ci guardò. Poi, si rivolse ad Alexander. "Sono adorabili. Le adottiamo?" Alexander scosse il capo. "Non possiamo adottarle, Magnus." Io e Alexa esclamammo. "Potete! Avete il nostro permesso!" Loro due risero. Magnus guardò il ragazzo. "Peeer faaaaavooooore." Facendo poi un'espressione da cucciolo di foca. "Va bene. Siete state appena adottate." Alexa mi indicò. "Rowhite Black Bane Lightwood." Io ridacchiai. "Se continuo così sarò peggio di Silente." "O di Jace." Disse Izzy, mentre controllava qualcosa nella pentola. Spinta dalla curiosità, mi avvicinai a lei. "È veleno?" Chiesi, mentre guardavo quella poltiglia informe. "È un minestrone." La guardai. "Fatto con? Cianuro?" Lei mi guardò, offesa, poi disse. "No. Ho messo quello che si mette nel minestrone." Presa da coraggio, presi un po' di poltiglia e la assaggiai. Poi, dissi. "Ho sentito di peggio." Alexander alzò un sopracciglio. "Tipo?" "La cucina di Elsa. Fa davvero schifo." Elsa mi guardò malissimo. "Non è vero. La mia cucina è solo per palati raffinati." Io annuì. "Certo. Per quelli dei morti." Poi, fatto un cenno ad Alexa. "Dobbiamo necessariamente andare. Domani cucino io per voi. Piatto italiano. Izzy, lasciami libera la cucina." Izzy alzò le braccia. "Va bene. Ma mi stai minacciando con una graffetta?" Uscendo, gliela lanciai, beccandola vicino l'orecchio, e lasciando che la graffetta si impigliasse nei capelli della ragazza. "EHY! Ci metterò mezz'ora a toglierla." Io ghignai. "Almeno loro hanno il tempo di chiamare una pizzeria! A domani, gente!" Poi, uscimmo dall'Istituto, andando verso la Biblioteca, sperando in un po' di fortuna.
Inutilmente.
Angolo autrice
Ehila!!!
Non ho scuse.
Però ho pubblicato, quindi sono perdonata.
Cast:
DaughterOfHades__
Chiomadifuoco
Glyptodont
E io
Addio
By Rowhiteblack
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