Capitolo Cinque - Il Duetto d'Estate
Teddy stava scomodo. Incredibilmente scomodo, in effetti. Ma se solo si fosse mosso per cercare un posizione migliore, era certo che Vi lo avrebbe sentito e, di conseguenza, lo avrebbe tanato. E questo non doveva accadere.
Certo che però avrebbe potuto trovarsi un nascondiglio più comodo... No. Poi sarebbe stato troppo facile da trovare.
<<Tana per Molly e Lucy!>> strillò una vocina da qualche parte nella stanza, ovattata per via dei centimetri di legno pesante che li separavano. Fu seguita, prevedibilmente, da un coro di proteste lamentose. Il bambino sperava che le due gemelline non si mettesseroa piangere, e confidava nella fantastica abilità diplomatica di Vi per questo. Però, per Merlino, quanto stava scomodo!
Teddy era sicurissimo che, se fosse rimasto nascosto per bene ancora per qualche minuto, Vi si sarebbe allontanata per cercarlo e lui sarebbe riuscito a correre e fare tana. Come aveva previsto, dopo poco sentì le vocine acute di Molly e Lucy - che rimanevano sempre appiccicate a chi cercava quando venivano scoperte- che diventavano sempre più fioche mentre seguivano Victoire nelle stanze dall'altra parte del corridoio. Teddy sapeva di avere poco tempo. Spalancò lo sportello del mobiletto dentro il quale si era nascosto e si precipitò fuori. O almeno ci provò.
<<AHIA!>>gridò, cadendo sul pavimento con la testa tra le mani. Per i boccini dorati della collezione dello zio, che testata! Ahia, ahia, ahia...Vedeva tanti puntini neri che gli danzavano davanti agli occhi. Quando gli si schiarì la vista, la sua visuale era occupata da un visino incorniciato da una cascata di boccoli biondi, con due grandi occhi allungati e grigi come la Luna e un sorrisino malizioso.
<<Tana per te, teddy>> sentenziò con un risolino, prima di spostarsi e correre alla poltrona che avevano scelto come tana, ridendo di gioia per aver vinto.
Imbronciato,il bambino si tirò su a sedere e la osservò mentre dondolava le gambe dalla poltrona, gli occhi brillanti di divertimento.
<<Come hai fatto ad arrivare così in fretta? Eri di là con le gemelle! >>le chiese, storcendo la bocca. In quell'esatto momento le due bimbe fecero capolino dalla porta, affacciandosi una sopra e una sotto come in un vecchio film babbano.
Quella che doveva essere Molly Junir, visti i capelli e i vestiti arruffati,sorrise con tutti i dentini e chiese: <<Vicky, allora lo hai tovato!>>
<<Trovato,Molly>> la corresse Vi << E sì, lo ho trovato subito...è caduto fuori dalla credenza! >> scoppiò a ridere poi, con le due cuginette.
<<Femmine>>bofonchiò Teddy, capendo che la cuginetta lo aveva ingannato. Accidenti a lui! Lo conosceva troppo bene. E infatti la bambina si avvicinò e gli passò una manina nei capelli, sedendosi poi sul tappeto accanto a lui e appoggiando la testolina sulla sua spalla.
<<Hai visto? Ho fatto come fai tu sempre! Aspetta, poi canta e troveraaaiii...>> canticchiò, arrangiando una ninna nanna che la zia Fleur le cantava sempre.
Nonostante la sconfitta gli bruciasse ancora un po', il bambino sorrise nel sentire quella vocina, intenerito come al solito dalla gioia scoppiettante della bimba.
Ma in ogni caso non poteva certo fargliela passare liscia.
<<Vi...>>la chiamò. La bimba si voltò. << Battaglia di solletico!!!>>
<<Nooo!!>>cominciò a strillare lei, mentre il cugino prendeva a farle il solletico e trascinava anche le due gemelline nella lotta. Presto la battaglia si placò, e i bambini rimasero sdraiati sul tappeto a ridere come matti. Dalla porta si affacciò lo zio Bill, che evidentemente era stato mandato a controllare la causa di tutti quegli strilli. Vedendoli ridere per terra, se ne andò ridacchiando e borbottando:<<Pesti>>
Dopo qualche altro minuto a ridere, Teddy si tirò su e cercò di calmare le cuginette.
<<Shh,sveglieremo i bambini! >> sussurrò <<Vogliamo fare un'altra volta?>>
<<Sììì!>>approvarono con un mormorio entusiasta le bimbe.
Lui sorrise e annuì. <<Bene, chi deve contare? >>chiese.
Quattro paia di mani scattarono ad indicare tutte loro, scontrandosi.
Victoire protestò. <<Tocca a voi!>> disse alle gemelle,contrariata << Vi ho trovate per prime, tocca a voi contare!>>
<<E'vero>> concorò Teddy pacatamente. Lucy e Molly Junior li fissarono con dei visini angelici.
<<Noi non tappiamo contare!>> esclamò Lucy, esibendosi in un sorrisino innocente.
Vi,sdegnata, sbuffò e borbottò qualcosa sulla comodità di certe cose.Il bambino, vistosi costretto a prendere i panni del diplomatico,tentò di rimediare... soprattutto perché non voleva contare.
<<Oh,andiamo, non fate le sciocchine. Certo che sapete contare!>>fece, incorciando le braccia. Le gemelle lo fissarono con la testolina piegata di lato. <<E, comunque>> aggiunse Ted,colto da un'idea geniale <<basterà che aspettiate finché l'orologo canterino non suona>>
E indicò con la mano il grosso orologio, che era appartenuto al padre della nonna . Era un vecchio apparecchio di legno scuro, con un grande quadrante e le lancette dalla forme sinuosa che si trovano negli oggetti d'antiquariato. Ovviamente era magico, e ogni volta che scattava un minuto emetteva una breve cellula di note musicali; allo scoccare delle ore, invece, suonava un'intero frammento di melodia di Melody Violin, una famosa strega compositrice di musica classica di due secoli addietro. Peccato che fosse ormai vecchio e alquanto stonato. Quell'affare si stava rivelando utile forse per la prima volta da qualche decennio.
<<Aspetteremo di sentire la musica, poi voi chiuderete gli occhi e noi andremo a nasconderci>> spiegò. Con la coda dell'occhio poteva vedere Vic che sorrideva allegra, mentre invece le due bimbe si imbonciavano. <<Voi potrete riapriere gli occhi quando sentirete di nuovo la musica. Facile, no?>> concluse,soddisfatto del proprio ingegno.
<<Fantastico!>>commentò Victoire <<Forza sbrigatevi, prima che suoni!>>
E senza dar loro tempo per protestare, trascinò gentilemente le piccole di fronte all'orologio da muro e le lasciò lì, assicurandosi che tenessero gli occhi ben chiusi . Esattamente in quel momento la lancetta dei minuti si spostò con un sonoro ticchettio e nell'aria risuonarono tre limpide note.
Teddy e Visi scambiarono uno sguardo fugace, poi cominciarono a correre nella stessa direzione. Il bambino era di una testa più alto, ma lei correva veloce e contava sul fatto che non la avrebbe spintonata se gli avesse tagliato la strada. Maledetta! Arrivarono contemporaneamente davanti alle scale e Vic si fermò così bruscamente che lui inciampò e le finì addosso, facendola cadere a terra sopra di lui. Ma la bimba non era tipo da lamentarsi troppo. Si rimise in piedi con un balzo e lo guardò infuriata.
<<Questoè il mio nascondiglio, Teddy!>> bisbigliò con rabbia, cercando di vederlo in faccia dietro la cortina di boccoli biondi <<Vattene via!>>
Ted saltò in piedi. <<Non è tuo! Siamo arrivi insieme>> sussurrò con altrettanto ardore <<E tu hai barato!>>
Se Victoire era irritata dal doverlo guardare negli occhi con la testa piegata all'insù, non lo dava certo a vedere. Si pizzicò il naso,con aria glaciale.
<<Stai blaterando sciocchezze, Ted Lupin>> sentenziò <<Sono arrivata prima, e tu vai a cercarti un altro posto se non vuoi perdere, perché io da qui non mi muovo!>>
E detto questo, gli voltò le spalle ed entrò in fretta nella lavanderia, infilandosi sotto lo stendino di legno carico di panni ad asciugare. Lo stesso identico posto che aveva in mente lui, maledettele pantofole di Merlino!
Se Nonna Meda avesse anche solo sospettato che nella sua testa diceva cose del genere, lo avrebbe legato ad una sedia e gli avrebbe lavato la bocca col sapone. Senza magia, perché c'era più gusto. Maledetta bambina!
Riprese a cercare freneticamente un buon posto per nascondersi, certo che il tempo a disposizine stesse per scadere e che mancasse solo qualche attimo al rintoccare delle note musicali. Per di più, se conoscevale gemelle bene come sapeva di conoscerle, quelle due nanerottole stavano già aprendo uno spiraglio d'occhi per guardare in giro. Accidenti!
All'ultimo secondo, con la frenesia che non gli permetteva di pensare bene, vide di sfuggita un angolino che lo colpì mentre correva silensiosamentein giro. Si avvicinò di corsa e si infilò lesto dietro una pesante, polverosa tenda cremisi che avrebbe coperto persino un'esplosione, altro che luce del sole. E va bene, era sulla finestra accanto al salotto, quindi ufficialmente si trovava proprio al limite massimo del territorio da gioco... ma quella ragazzina gli aveva rubato il posto, quindi che stesero zitte tutte quante!
Dopo qualche minuto passato a respirare polvere, aspettando di sentire avvicinarsi le vocine lontane che discutevano, cominciò ad annoiarsi e si mise pigramente ad ascoltare le chiacchiere dei grandi insalotto.
Come al solito, dopo la cena, gli adulti si erano tutti messi in salotto a discutere di chissà cosa, bevendo bicchierini di brandy. Teddy stesso si era divertito a versare il superalcolico nei bicchieri,quando era più piccolo. Da diverso tempo né lui né Vic rimanevano mai nella stanza, ma andavano di là a giocare, soprattutto perché quei discorsi li annoiavano.
Quella sera però, non avendo nessun altra fonte di distrazione dalla polvere che gli faceva pizzicare il naso, il bambino prestò orecchio alle voci che gli giungevano.
...<<Sì, certo, come dici tu Harry, però...>> stava dicendo lo zio Ron, abbastanza concitato. Per quello che Teddy vedeva dalla fessura fra la tenda e il muro, lo zio era seduto ad un angolo del divano insieme alla zia Angelina e zio George. Hermione, con un'espressione alquanto esasperata in viso, stava appollaiata sul bracciolo del sofà e dava dei colpetti alla spalla del marito.
<<Ron,ma non è così che funziona!>> scoppiò a ridere lo zio Harry,fuori dalla sua visuale, seguito dalla maggiorparte degli altri.
<<La scuola fuonziona esattamente come Hogwarts, solo che i bambini non si fermano a dormire>> spiegò lo zio, che Ted adesso riusciva ad intravedere sporgendosi in avanti. Era accomodato su una poltrona con la zia Ginny. << E poi è bello, imparerebbe molto meglio che stando a casa e si farebbe degli amici...>>
<<Infatti>>aggiunse Ginny <<Non che non sia tenero vederlo farsi pettinare da Victoire, ma forse trovare degli amici della sua età con cui si vedrebbe tutti i giorni a scuola, sarebbe bello per Teddy>>
Oh,quindi palavano di quello. Ne stavano discutendo già a cena, ma lui non gli aveva prestato attenzione. La sua famiglia stava decidendo se era il caso che lui andasse alla scuola elementare babbana a settembre e come al solito, anche se in linea teorica avrebbero dovuto decidere Nonna Meda e zio Harry, la cosa era diventata una battaglia generale. A lui non sarebbe dispiaciuto andare a scuola,anche se avrebbe forse passato un po' meno tempo con Vi, e non capiva perché tante discussioni. Personalmente, non ci vedeva tutti quei problemi, e perse ben presto interesse.
Nel salotto, invece, il discorso continuò per un bel po' ancora.
<<Insomma,ma c'è la mensa!>> protestava Ronald <<Non sarà certo come gli efli domestici di Hogwarts!>>
<<Oh santo cielo, Ron!>> lo interruppe la moglie, sconcertata <<E'mai possibile che tu pensi solo a mangiare?!>>
Geore sghignazzò. <<Lo hai sposato, Hermione, dovresti sapere che il suo cervello vive nello stomaco...>> sorrise con aria malandrina <<E che è abbastanza piccolo per starci!>>
La battuta provocò l'ilarità di tutti, meno il diretto interessato,che si buttò all'indietro borbottando imbronciato.
Harry,cercando di essere solidale con il suo migliore amico, fu il primo a smettere di ridere. <<Insomma, stavamo dicendo >> riprese<< Io credo che sarebbe ottimo per Ted frequentare una scuola elementare. Senza nulla togliere all'insegnare a casa, ragazzi, ma a scuola si divertirebbe, troverebbe degli amici... magari imparerebbe un po' di disciplina!>>
<<Non sarebbe male, effettivamente>> commentò Andromeda, una fra quelli che non avevano ancora preso posizione. Hermione, dopo aver tirato un orecchio al marito per fargli togliere quel broncio,concordò:
<<Lo penso anche io, e per di più alla scuola babbana acquisirebbe delle conoscenze in campi più vasti... geografia e storia babbana possono sempre tornare utili!
<<E poi, almeno vivrebbe un po' in una realtà senza magia e imparerebbe a cavarsela. Credo sempre che i piccoli maghi siano tutti viziati>>concluse con un sorrisetto.
<<Però,dai>> intervenne George << Potrebbe imparare a casa tutto quello che deve imparare là, e avrebbe più tempo per giocare e divertirsi, e gli amici può farseli lo stesso>>
Versandosi un altro bicchierino di brandy, il maggiore dei Weasley annuì interessato. Nemmeno Bill sapeva ancora bene cosa pensare.
Harry si lambiccò un attimo il cervello per trovare il modo di spiegare ciò che intendeva. <<Vedete>> cominciò << Voi siete andati soltanto ad Hogwarts, che più che una scuola è una vera casa... ma anche alle elementari c'è qualcosa di quasi magico.Tra gli insegnanti e gli alunni si crea un rapporto quasi familiare, spesso, e si stabiliscono le prime vere amicizie...cioè, insomma,dovrebbe andare così>> finì con un certo imbarazzo. Il suo primo amico era stato Ron.
La moglie, capendo quello che gli passava per la testa, si chinò a scoccargli un bacio sulla guancia e lui sorrise dolcemente.
In quel momento decise di entrare in scena Percy, che fino a quel momento aveva attentamente ascoltato.
<<Effettivamente>>esordì, sistemandosi gli occhiali di corno << quando i bambinisi trovano in una condizione di convivenza costante è più che probabile che sviluppino una capacità di collaborazione importante,la quale poi resterà nel corso della loro vita e li aiuterà a gestire situazioni più grandi. Essendo fra coetanei poi, la collaborazione si trasforma facilmente in amicizia e così si affrontano presto i primi conflitti,cosa ch- AH!>>
Si interruppe con un grido quando Ginny lo colpì in faccia con un cuscino.
Trattenendole risate, George si mise ginocchioni e si inchinò come un monaco.
<<Hai nostra più profonda gratitudine per avere salvato noi da serata di noia mortale>> motteggiò, le mani giunte come in preghiera,mentre il fratello maggiore gli scoccava un'occhiataccia.
La donna si risistemò comoda sul bracciolo, posando una mano sulla spalla del marito ridacchiante. <<Non c'è di che>>concluse sistemandosi la maglia.
Nel tentativo di non scoppiare di nuovo a ridere, Harry si era morso il labbro quasi a sangue, ma si schiarì la voce per tornare alla discussione. <<Emh, dicevamo... voi che dite?>>
<<Iodico, caro mio>> si intromise la signora Weasley, che andava sistemando in giro e spolverando invisibili granelli di polvere sui mobili <<che queste sono tutte stupidaggini!>>
Sembrava gonfiarsi man mano che continuava a parlare.
<<Nessuno dei miei figli è stato a quelle scuole interdentali, lì, ese la sono cavata benissimo!>> si infervorò.
<<Eh,infatti... guardate Ron!>> commentò sottovoce il solito George. A quel punto la moglie gli rifilò una pappina. <<Smettila,idiota>> lo rimproverò.
Per fortuna la signora Weasley non lo aveva sentito. <<Be', fate come credete>> concluse, e si diresse di corsa in cucina mormorando qualcosa a proposito del tè.
Sorridendo leggermente, il marito fece un gesto per rassicurarli con la mano e la seguì. Bill invece si passò le mani nei capelli corti, tagliati da pochissimo con suo grande dispiacere, e si voltò a guardare la moglie. <<Sai tesoro, ci stavo pensando, penso che anche Vicky dovrebbe andarci...>>
Fleur spalancò gli occhi e strinse le labbra, accarrezzandosi il pancione con le lunghe dita. Il suo terzogenito, un maschietto sperava, sarebbe nato di lì a qualche mese. <<Vedremo, mon cher>>
<<Ah,quindi abbiamo risolto che ci andrà?>> chiese Ronald,sporgendosi in avanti. Gli sguardi di tutti andarono ad Andromeda. Infondo era lei a dover decidere.
L'austera donna li osservò tutti con un sorriso comprensivo, spaziando lo sguardo su quella famiglia così unita che dal primo momento la aveva accolta senza alcun rancore e nessuna riserva, arrivando a farla sentire parte di loro nel tempo che ci avrebbero messo a preparare la tavola. Aveva imparato a conoscere ed apprezzare tutti loro.
<<Be'>>cominciò pacatamente << vedete, quando Harry mi ha fatto questa proposta all'inizio ero scettica come voi. Sapete che mio marito era nato e cresciuto fra i babbani, quindi anche io avevo imparato a conoscerli e apprezzarli.
<<Ma mandare il mio adorato nipote in una scuola babbana per cinque anni?>>
Ron,Fleur e George annuirono convinti.
<<Però>> aggiunse Andromeda, rivolgendo un sorrisino malizioso ai tre<< Da quel che ho potuto capire mi sembra un'ottima opportunità per Ted. Io non so cosa avrebbero voluto mia figlia e suo marito...>>
Le dispiaque vedere gli occhi dei ragazzi abbassarsi al pensiero di sua figlia e suo genero. Anche lei era ancora addolorata, lo sarebbe sempre stata, ma aveva un nipote da crescere e lasciarsi andare aldolore non le era possibile. Non che uno solo di quei ragazzi si fosse mai arreso di fronte alla sofferenza, mai, erano tutti così forti. Indirizzò loro un sorriso dolce.
<<Non lo so, ragazzi cari, ma io credo che sarebbe una bella cosa per mio nipote. Sono d'accordo con Harry>>concluse, intrecciando le dita in grembo.
Il ragazzo le sorrise calorosamente, scostandosi dagli occhi quegli assurdi capelli neri. ''Grazie'' le sillabò. Lei lo liquidò con un gesto della mano.
<<Bene...>>si arrese George, scuotendo la testa << Bene, allora>>
Rientrò nel salotto Arthur, con una caraffa di tè. Alla vista della situazione così tranquilla, ridacchiò prima di posare la caraffa sul tavolinetto.
<<Molly sta arrivando con le tazzine...finita la riunione qua?>>domandò, riaccomodandosi sulla sua poltrona preferita. La figlia annuì con un sorrisino beffardo.
<<Bene>>sentenziò l'uomo <<Sono sicuro che Harry, o Hermione per lui>> e qui tutti scoppiarono a ridere << sceglierà un'ottima scuola elementare per Teddy. Sapete, ci avevo pensato anche per voi, ma con Molly...>>
<<Aspetta!>>lo interruppe Ron, inarcando le sopracciglia <<Perché hai dato per scontato che fosse finita in questo modo?!>>
Il padre gli agitò una mano davanti come per dire che era ovvio. <<Non dire sciocchezze>>
Dopo qualche minuto speso in oziose chiacchiere a voce bassa, la signora Weasley tornò dalla cucina con il latte caldo e le tazze per il tè,così tuttisi godettero la bevanda calda in quella sera piuttosto pungente.
Soffocando uno sbadiglio con la mano, come una bambina, Ginny scivolò dal bracciolo sulle gambe del marito. <<Oh, giusto>> sembrò ricordarsi in quel momento << Volevo dirlo prima, ma mi sono dimenticata>>
Il ragazzo le rivolse uno sguardo interrogativo, come gli altri che si rilassavano nel salotto.
<<Volevo dire>> spiegò lei, interrompendosi con un altro sbadiglio <<a proposito della scuola per Ted. Vedete di trovarne una ottima, ma non andate a finire su quelle private per principini snob!>>
<<Oh,hai ragione, Ginnì >> concordò Fleur, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Audrey.
Anche Angelina ed Hermione annuirono, giocando rispettivamente con i capelli rossi dei loro mariti.
<<Assolutamente>>aggiunse George, che sembrava essersi arreso all'idea <<Non vogliamo che il nostro Ted si ritrovi circondato da bambini stampo baby Malfoy!>>
Una risata sonnolenta si diffuse nella stanza. <<Proprio no, povero tesoro, chissà come si troverebbe male>> commentò Andromeda,alzandosi in piedi. Era davvero arrivato il momento di andare. Anche le altre coppiette si alzarono, una dopo l'altra, guardando gli orologi.
<<Ho un sonno colossale, gente >> si lamentò Bill, con una mano di nuovo tra i capelli tagliati di fresco <<Ma che ore abbiamo fatto?>>
<<Stai proprio invecchiando, caro mio!>> lo prese in giro George, aprendo la porta vicino al camino. Una volta quella piccola stanza era stato il ripostiglio per tutti gli oggetti della famiglia Weasley, dai giocattoli dei bambini ai libri alle scope e i ferri da calza. Da qualche tempo era stata ripulita e adibita a "Nursery":i bimbi più piccoli venivano messi a riposare lì con le loro culle, lontani dalla confusione provocata dalle pesti più grandi, e le mamme potevano usare quella stanza per cambiarli e allattarli.
La stanzetta era avvolta nel buio, e si sentivano solo i mugolii dei piccoli che dormivano beatamente. James e Fred, di pochi mesi, ancora sonnecchiavano ogni minuto che non strillavano, così alla sera i genitori potevano godersi qualche attimo di pace. Dominique, invece,sembrava divertirsi a far penare Fleur e Bill nel tentativo di farla addormentare. Quella sera, però, dormiva tranquilla accanto aglialtri due.
Le donne fecero segno ai mariti di andare a prendere i bambini più grandicelli mentre loro si occupavano dei bebè.
<<E lo dicono anche come se fosse la parte più facile>> protestò Bill, facendo ridacchiare Harry. Separare Teddy, Vi e le gemelle era molto più difficile che tranquillizzare i bimbi, specialmente per i primi due.
<<Sempre che riusciamo a trovarli, tra l'altro>> aggiunse, sempre sottovoce.
Fu però più facile di quanto si aspettassero.
Li trovarono tutti nella prima stanza dove tentarono, quella del grande orologio canterino, e la scena anche era diversa da quello che immaginavano. Percy borbottò che quella sera dovevano davvero aver fatto tardi, e per una volta gli diedero ragione.
I quattro bambini, che scorrazzavano sempre per la casa gridando, erano profondamente addormentati sul pesante tappeto steso sul pavimento,così intrecciati che sarebbe stato difficile districarli prima di una settimana. I padri, loro malgrado, ridacchiarono.
Delle due gemelline, una era stesa con le gambe infilate sotto una di quelle di Teddy e la testolina sulla pancia della sorella, la quale invece doveva trovare un cuscino estremamente comodo le cosce diVictoire ed era appogiata con un braccio sulla schiena del bambino.La piccola biondina, a sua volta, era distesa appoggiandosi con la testa ricciuta alla schiena del cugino, sdraiato prono e sommerso dalle cuginette.
<<Seli lasciassimo qui fino a domani saremmo dei cattivi padri, secondo voi?>> sussurrò Bill dopo qualche attimo.
<<Temo di sì, purtroppo>> rispose il moro, ignorando il fatto dell'essere stato considerato come padre di Teddy. Era troppo complicato per pensarci ogni volta.
Un'ulteriore testa rossa spuntò dalla porta. <<Ehi voi, che fate?>>chiee George <<Le signore sono impazienti!>>
Poi vide lo spettacolo che la stanza offriva ed emise un risolino, e sparì. Ricomparve un attimo dopo con tutte le donne Weasley al seguito; anche loro risero piano per la scena.
<<Come facciamo?!>> esclamò Percy sottovoce, ridendo anche lui.Qualcuno là dietro scattò una foto. I tre si strinsero nellespalle.
Harry prese fuori la bacchetta. <<In qualche modo facciamo>>
Per prima cosa il mago tenne sollevata la gamba del figlioccio, per dare modo a Percy di estrarre la prima gemellina, Molly a quanto pareva;in queso modo Audrey, arrivata in quel momento, poté prendere in braccio l'altra figlioletta senza svegliarla. Poi fu il turno di Bill, che prelevò sua figlia con estrema delicatezza, eppure la bimba oppose resistenza: si aggrappò con una mano alla maglietta di Teddy, nel sonno, e corrucciò il visino finché il padre non la staccò con gentilezza. Il bambino, dal canto suo, non mosse un muscolo e non diede cenno di essere stato disturbato. Il padrino sorrise divertito: quel ragazzino avrebbe continuato a dormire sotto un bombardamento e al risveglio avrebbe chiesto, confuso, chi stesse suonando i tamburi! Lo prese in braccio, con qualche sforzo, e uscì dalla stanza con tutti gli altri.
<<Mamma mia quanto pesi, Ted!>> mormorò, sistemandoselo meglio in braccio. Nel frattempo, le ragazze stavano uscendo dalla zona nanna con le culle dei bebè e il figlio maggiore dei Weasley stava sistemando Victoire nel passeggino, per poi montare sopra la poltroncina della piccola un ovetto per la figlia minore.
Ron guardò male il passeggino a due piani. <<Quell'affare continua ad inquietarmi, sai Bill?>> sussurrò.
Dando all'attrezzo un ultimo colpo di bacchetta, il fratello gli rivolse un'occhiata esasperata.
<<E smettetela, tutti quanti!>> protestò <<È perfettamente sicuro, ed è crollato su sé stesso una sola volta!>>
Parve rendersi conto di ciò che aveva detto quando tutti lo fissarono pieni di sconcerto, perché tentò immediatamente di spiegarsi.
<<Oh no, no, che avete capito! Non c'era sopra nessuno >> tentò di rassicurarli, il tutto sempre sottovoce <<E sospetto che Vicky ci abbia messo lo zampino!>>
<<E il fatto che una bambina di quattro anni riesca a fargli qualcosa che lo fa crollare è davvero raasicurante, certo, di che ti preoccupi?>>ironizzò George, prendendo dalla moglie il figlioletto e scoccando al fratello un sorrisetto beffardo.
Il mago borbottò qualcosa, lasciando poi perdere.
Si salutarono tutti affettuosamente, sempre sussurrando, e dopo aver ringraziato Molly per l'ottima cena ogni famigliola tornò a casa.
Teddy si agitò appena nel sonno, quando lo misero a letto a casa della nonna, immerso in strani sogni popolati da Meda arrabbiata che lo inseguiva con una spugna, Vi che gli scoccava un bacino e poi fuggiva nell'ombra e un sacco di maestre arcigne con gli occhiali a farfalla che decretavano punizioni perché lui aveva dei capelli troppo colorati.
Quando i sogni cambiarono e si fecero tranquilli, divennero sogni vaporosi in cui lui veniva cullato da una donna con i capelli rosa e un uomo castano chiaro lo faceva volteggiare in aria, Teddy finalmente si raggomitolò sotto le coperte e sprofondò nelle profondità del sonno.
***
Qeull'anno il salotto della Tana non ebbe pace: dopo le discussioni a proposito della scuola, ospitò diversi compleanni molto confusionari, e poi ancora altre discussioni accompagnate da bicchierini di brandy. Quella volta l'oggetto era una vacanza: Harry e Bill avevano avuto l'idea di andare in vacanza tutti insieme quell'estate. Ottima idea, certo, subito approvata con entusiasmo - anche se Percy aveva dovuto essere convinto dalla moglie-, ma poi si presentarono tanti di quei problemi che Hermione attaccò alla parete una lavagna magica eve li scrisse tutti.
Teddy, che da diversi mesi seguiva delle micro-lezioni di lettura anticipate alla scuola Zia Hermione&Solo Lei, si divertiva un sacco a cancellare le scritte ogni volta che si trovava vicino alla lavagna e a cambiarle con altre diverse. Con la sua eterna complice Vic, sostituiva le date proposte per la vacanza con dei giorni inesistenti, oppure modificava i luoghi di villeggiatura, costringendo alla fine gli zii ad applicare un'incantesimo per impedirglielo.
Ovviamente i due bambini non si interessavan ominimamente ai discorsi dei grandi a proposito della vacanza, a loro bastava sapere che quell'estate avrebbero potuto passare un'intera settimana al mare insieme... che fossero gli adulti a organizzare come e quando.
E gli adulti lo organizzarono, dopo un'infinita serie di discussioni pacifiche -e non- alla Tana, in cui ognuno espresse i propri desideri e cercò di indirizzare gli altri verso una località che soddisfacesse le proprie idee, nei giorni per sé più comodi.
La soluzione finale arrivò, prevedibilmente, da Hermione. La ragazza si era dedicata a delle strenue ricerche, aveva riorganizzato l'orario di lavoro di tutti i membri della famiglia, si era immersa tra i libri per turisti babbani e alla fine era riuscita a far coesisterele esigenze di tutti. Il suo progetto fu approvato all'unanimità dal consiglio di famiglia, e si poté vivere un momento di pace. Ma solo per poco, perché i mesi più caldi dell'anno erano già arrivati, e nella pittoresca campagna inglese cominciava già a farsi sentire una certa umidità soffocante che, nei giorni senza vento, costringeva anche i bimbi più scalmanati a trovare rifugio nelle profondità delle case, dedicandosi a svaghi più pacati.
La Grande Vacanza, come la aveva soprannominata Victoire, andava organizzata, e i giovani Weasley tentarono oviamente di farlo a modo loro: all'incirca, suppergiù e tipo così. A quel punto, conscie che la situazione poteva trasformarsi rapidamente in un disastro, le donne presero in mano la situazione e si preoccuparono di organizzare quanto più minuziosamente possibile e in ogni piccolo dettaglio il viaggio, dalla partenza fino al ritorno. Purtoppo, risultò impossibile raggiungere WhiteBridge - la cittadina sulla costa meridionale dell'Inghilterra prescelta - con dei mezzi magici, a causa soprattutto della quantità delle persone e dei bagagli : venti persone, di cui sette sotto i dieci anni, hanno bisogno davvero di una marea di cose per una settimana di mare. Quindi le ragazze stabilirono che la avrebbero raggiunta e poi sarebbero tornati con il treno, dalla stazione di King's Cross; bisognava solo esserepuntuali, perché in quella cittadina un po' sperduta arrivava un solo treno al giorno e uno ne partiva. A dirlo sembrava facile...
<<Bene>> esordì la zia Hermione alla riunione generale di famiglia, programmata per essere sicuri che ognuno sapesse il piano. Aveva in mano un blocknotes ricoperto di appunti e una penna colorata, giusto per segnarsi eventuali problemi.
<<Io e le altre abbiamo organizzato tutto fin nei minimi dettagli, per cui fate attenzione>> disse, dando un'occhiata significativa al marito e a George, il quale si voltò verso Teddy ridacchiando.<<Stare attenti è la nostra specialità, vero Ted?>> gli sussurrò.
Il ragazzino scoppiò a ridere, approfittando dello spiraglio di divertimento in quella serata che già si prospettava noiosa. Vi, accanto a lui, storse appena il naso.
<<Stavodicendo >> risprese la zia scoccando loro uno sguardo di disapprovazione <<Che per evitare una delle nostre solite partenze alla Weasley abbiamo cercato di organizzarci per il meglio. State a sentire>>
E da lì snocciolò una serie di indicazioni e di compiti da svolgere, per i quali il ragazzino non aveva alcun interesse e che quindi non ascoltò affatto. Registrò soltanto quello che la zia disse a proposito di loro, i bambini: dovevano prepararsi i giocattoli che volevano portare, meno erano meglio sarebbe stato, e assicurarsi di non perdersi mai in mezzo alla folla il giorno della partenza e del ritorno. Niente di troppo difficile, per fortuna, così lui e Vi poterono fuggire presto in un'altra stanza per giocare.
Dopo un'altra settimana di folli preparativi, finalmente arrivò il giorno prestabilito.
Teddy era eccitato, non era mai stato in vacanza con Vi o gli altri e fremeva dalla voglia di farsi un bagno al mare. Certo, per quanto ricordava del mare inglese, l'acqua era davvero gelida... ma lui voleva fare il bagno, punto. Si era anche impegnato per preparare i giocattoli come aveva prescritto la zia, e si era messo d'accordo con Vic per non portarne di simili. Oh, non vedeva l'ora!
La sera prima della partenza erano stati tutti invitati a cena alla Tana, da tradizione, poi lui e Victoire si erano fermati a dormire lì insieme; i grandi prevedevano che il viaggio sarebbe stato piuttosto confusionario e avevano quindi deciso di trovarsi tutti insieme a casa dei signori Weasley prima di andare a King' Cross. Per questo loro due avevano proposto di potersi fermare a dormire direttamente lì. In fondo era più comodo per tutti, no?
Così erano rimasti svegli a progettare tutto ciò che avrebbero fatto nella settimana successiva, finché le palbebre di entrambi si erano fatte pesanti ed erano scivolati nel sonno senza neppure accorgersene.
Al mattino il risveglio fu traumatico. E non solo perché erano stati alzati fino a tardi, ma soprattutto perché Nonna Molly, presa dalla solita ansia pre-partenza, aveva ben pensato di gettar loro addosso un secchio di acqua gelata quando non erano usciti dai letti al primo richiamo. Teddy, insonnolito e fradicio, dovette affrettarsi a saltare giù e trascinare con sé anche la bambina, che invece non sembrava intenzionata ad alzarsi neppure sotto minaccia di un'altra bacinella d'acqua in testa.
<<Sbrigati, scema! La nonna ci ucciderà!>> la incitò, ricevendo in risposta solo dei mugolii insonnoliti. Alla fine riuscì a farle tirare fuori la testa da sotto le lenzuola e a spingerla giù per le scale, sostenendola perché non inciampasse e rotolasse fino all'ingresso.
Dopo una colazione veloce, di solo sei o sette dolcetti ciascuno, furono di nuovo spediti in camera a vestirsi. Solo dopo un paio di minuti la nonna parve ricordarsi che nessuno dei due aveva più di sei anni e corse su, infilando loro magliette a caso dalla testa dopo averli fatti lavare e spingendoli di nuovo di sotto. Che la t-shirt indossata al contrario da Vic fosse di Teddy e le arrivasse sotto le ginocchia non aveva importanza.
Tutta la casa, che si riempì in fretta quano cominciarono ad arrivare gli altri, era satura di frenesia e ansia: gente che correva qua e là, cercando oggetti i quali teoricamente avrebbero dovuto essere in valigia già da un paio di giorni, gli arnesi da cucina di nonna Molly che volteggiavano in aria verso l'auto, Fleur che gridava inorridita alla vista della figlia infagottata nella maglia del cugino. In quel caos, Teddy veniva usato come fattorino, causando altri problemi con la sua proverbiale e distratta goffaggine.
Incredibilmente, per le dieci e mezza tutti si ritrovarono stipati nelle auto e pronti a partire. Certo, dovettero tornare indietro un paio di volte, ma Hermione lo aveva calcolato nella tabella oraria e riuscirono ad essere a King's Cross per le undici e un quarto.
Il treno partiva alle undici e venti.
Tutta la famiglia attraversò la stazione di corsa con una cacofonia di grida e raccomandazioni, tentando di non perdere nessuno e di non sconvolgere i babbani, cercando un treno che sarebbe partito di lì a due minuti.
<<Là!>> gridò ad un tratto il bambino, appollaiato sulle spalle del padrino per leggere i tabelloni delle partenze, indicandone uno su cui campeggiava la scritta:
"Londra King's Cross - Whitebridge 11:20 a.m. Binario 15"
Ringraziando mentalmente la vista acuta del figlioccio, Harry lo mise giù e cominciò a correre, trascinando la valigia, verso il treno. I Weasley lo seguivano, qualcuno altrettanto in fretta e altri invece,come Andromeda, Molly e Fleur, con molta più calma. Hermione portava per mano Teddy, borbottando tutta soddisfatta che aveva sempre saputo che le lezioni di lettura anticipate si sarebbero rivelate utili, mentre il bambino trascinava trasognato la sua piccola valigia a forma di gufo. Stava cercando Victoire, che aveva perso di vista nella confusione della corsa; comunque era sicuro che fosse appiccicata al padre e non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.
Alla fine riuscirono a non mancare il treno per miracolo... o meglio, perché George si era precipitato dal capotreno, pregandolo di aspettare qualche attimo per permettere "alle due anziane signore e alla signorina incinta di raggiungerlo senza avere un malore", come disse lui.
<<Te lo do io anziana signora, George Weasley!>> sbottò la signoraWeasley, agitandogli minacciosamente un dito sotto il naso <<Solo perché sei sposato non vuol dire che non posso ancora dartele con la scopa!>>
Quest'ultima uscita provocò l'ilarità di tutti, e finalmente poterono sedersi e godersi il viaggio in treno, rilassati per quanto era possibile nellaTribù Weasley.
Victoire, con i capelli arruffati, andò a sedersi accanto al cugino. Per quanto avesse provato non era riuscita a rimanergli vicino durante la partenza travagliata, ma era comunque allegra: stava per iniziare una settimana intera di mare, anche se di mare inglese, e con Teddy! Si voltò per raccontargli del tè che Domi aveva rovesciato addosso allo zio Percy e notò che lui osservava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino, la guancia posata sul dorso della mano. Aveva quell'espressione. La aveva sempre quando era malinconico, Vic lo conosceva e sapeva riconoscerla... sapeva bene che pensava alla sua mamma e la suo papà.
Decise per cui, tirando su le gambe, di lasciarlo tranquillo finché non fosse stato lui a tornare con la mente sul treno.
Il viaggio non durò molto, poco più di un paio d'ore.
Quando il treno entrò cigolando nella piccola stazione di Whitebridge, Teddy era eccitato quanto la cuginetta. Si era riscosso dai sui pensieri poco dopo la partenza del treno e aveva passato il viaggio cicalando con Vi, preparando tutti i progetti per quella che sembrav prepararsi ad essere una settimana fantastica. Per di più, sperava di tutto cuore che sarebbero andati in spiaggia quello stesso pomeriggio: era un'eternità che non faceva un bel bagno al mare e non stava più nella pelle.
Nel trambusto che seguì il fermarsi del treno, il bambino fu sballottatto qua e là e cercò di non finire schiacciato sotto qualche valigia, e soprattutto fece attenzione che Vi, la quale era come sempre attaccata alla sua mano con la super colla, non si perdesse nel marasma di gente e bagagli. Finalmente riuscirono tuttia scendere sul binario sani e salvi, e con tutta la loro roba, sudando per il caldo e la fatica.
Teddy lasciò la sua piccola valigia-gufo in piedi sulle ruote per asciugarsi la fronte con il dorso della mano. La t-shirt pesante che la nonna gli aveva infilato a forza quella mattina non era adatta al caldo torrido che inaspettatamente avevano trovato scendendo sulla banchina della microscopica stazione, ma almeno non sarebbe stato troppo freddo per fare il bagno, sempre che il tempo reggesse tuttala settimana. La zia Hermione aveva cominciato a fare l'appello, leggendo la sfilza di nomi da un pezzo di pergamena stracciato ecercando di farsi con il braccio più ombra di quanta non ne offrisse la visiera del suo cappello. Il bambino scrutò in giro, ad occhi strizzati, intrigato dalla semplicità del posto in cui erano arrivati : era abituato alla caotica e nebbiosa Londra, con i suoi palazzi scintillanti e i suoi magazzini anneriti dal fumo, oppure alla ordinata campagna inglese, nessuna delle quali somigliava alla piccola cittadina che si scorgeva oltre le porte della stazione. Gli stessi edifici della stazione erano piccoli e puliti, sufficienti a malapena per gli uffici, e dipinti di bianco. Le imposte e le porte, di legno, erano dipinte di un azzurro un po' scrostato e ricoperte di vecchi adesivi babbani. Dall'entrata dell'edificio centrale pendeva un piccolo cartello con su scritto ''Torno tra due minuti''. Teddy, che aveva già la pelle calda per il sole, sentiva i piedi andargli a fuoco nelle vecchie scarpe da ginnastica come se lo stessero facendo arrosto. Dal pavimento di quelle che a lui sembravano pietre grezze -la zia Hermione le aveva chiamate in un modo difficile... aretaria forse?- saliva infatti calore, che gli stava bollendo le gambe. Fermò appena in tempo Victoire dal mettersi seduta a terra.
<<Stai attenta, è bollente>> la ammonì << Prova a toccarlo con le dita>>
Aggrappandosial suo braccio, senza tra l'altro che ce ne fosse alcun bisogno, leisi abbassò fino a posare il palmo sui mattoni. Si mise a ridere,tutta contenta.
<<Scotta davvero!>> cinguettò, tirandosi su le spalle della maglia diTed che indossava, vanamente: le andava talmente enorme che ricaddero giù non appena si mosse.
Dopo qualche altro minuto, avendo finalmente appurato di non aver dimenticato sul treno nessun bagaglio, la comitiva ripartì, con Hermione in testa, e uscì dalla stazione nell'ordinata strada principale di Whitebridge. Correva lungo tutto il lungomare punteggiato di palme, così infine i due bambini riuscirono a vedere il mare: era verdeblu, con i riflessi accecanti del sole che creavano giochi di luce sulla superficie, e anche piuttosto tranquillo. Le onde lunghe e basse arrivavano dolcemente sulla battigia, lasciando dietro di sè una traccia di schiuma quando si ritiravano, insieme a legnetti e pezzi di conchiglie. Ne rimasero completamente affascinati. Non perché non avessero già visto spiaggie, anche più impressionanti di quella, ma perché avevano talmente tanto aspettato e immaginato quella vista che poterla alla fine contemplare sul serio era già entusiasmante di suo. E poi, insomma, non vedevano l'ora dipotersi buttare in acqua!
Ma, purtroppo, non era ancora il momento. Ormai si era fatta quasi l'oradi pranzo, e per di più tutti erano ancora carichi delle valigi e i borsoni, oltre che molto affamati, quindi all'unanimità decisero di raggiungere per prima cosa le casette che avevano affittato. Da quel che Teddy sapeva, erano tre: tre villette a due piani l'una accanto all'altra, proprio a ridosso della spiaggia. Non avendo nessuno di loro alcuna intenzione di camminare ancora, mandarono Harry alla prima cabina telefonica per chiamare dei taxi.
<<Ho ancora il fiatone per la corsa di prima e volete che cammini di nuovo? Giammai, miei prodi! Dirigiamoci a chiamare qualcuna di quelle strane scatole nere con le ruote, compagni, orsù! Si parte perl'impresa!>> aveva declamato Ron, in una folle ma fedele imitazione di Sir Cadogan.
Ben presto quattro automobili nere li raggiunsero e, caricati tutti i bagagli, vi si divisero e partirono lungo il largo viale, quasi vuoto, che sebrava costeggiare la spiaggia fin dove potevano spingersi con lo sguardo. Ovvimanete Ted e Vi erano seduti vicini e chiacchieravano fitti, osservando le ordinate file di villette colorate scorrere fuori dal finestrino. Il viaggio in taxi non durò molto: poco dopo le macchine accostarono davanti a tre case gemelle, separate dalla stada da una staccionata azzurra e collegate da cortiletti confinanti. Una delle tre aveva quasi tutta la parte superiore, dove le altre esibivano un tetto di mattoni chiari, piatta: una grande terrazza pullulante di piante dove avrebbero potuto mangiare tutti insieme.
A quel punto i due inseparabili cugini dovettero dividersi, seppure per poco tempo, perché ogni sottogruppo della famiglia andò a sistemarsi nel proprio appartamento, d'accordo di rivedersi in giardino poco dopo.
Teddy seguì la nonna Meda e gli zii nella casa con la terrazza, dove sarebbero stati loro e i signori Weasley. Si trascinava ancora dietro la sua valigetta a forma di gufo e, francamente, non vedeva l'ora di scaricarla nella sua camera. Il manico di quell'affare era diventato bollente per via del sole, e gli faceva sudare la mano. Colpito da un improvviso sospetto, corse da Harry.
<<Zio,zio!>> lo chiamò affannato, tirandogli i pantaloni. L'uomo,anche se ormai doveva esserci abituato, alzò comunque gli occhi al soffitto del portico prima di voltarsi.
<<Sì, Ted?>>
<<Ma devo andare di sopra con tutta la valigia?>>
Lo sguardo preoccupato in quegli occhioni dal colore indefinito fece scoppiare a ridere Harry, divertito dal palese poco entusiasmo chel'idea di dover fare le scale metteva al figlioccio.
<<No, Ted, non devi>> gli spiegò, qualche attimo dopo, cercando di ignorare la sua espressione perplessa <<Abbiamo deciso che dormirai con me, zia Ginny e Jamie al piano terra, mentre i nonni e nonna Andromeda staranno di sopra>>
<<Uhihiiii!>>fece quello, rallegrato, prima di precipitarsi dentro alla velocità di una Firebolt e sparire nei recessi del piccolo appartamento.
Harry si fermò solo per scambiare con Andromeda un'occhiata obliqua, poi entrò anche lui e chiuse la porta, nella vana speranza di mantenereun po' di fresco.
<<Maledetti villaggi babbani!>> stava imprecando George, incastrato nella porta d'ingresso con una braccaiata di scatole piatte e quadrate che si rivelarono essere pizze di un locale italiano non troppo lontano. Lui e Ron erano stati spediti alla ricerca di qualcosa da mangiare mentre Bill si smaterializzava alla Tana per recuperare i gufi e le civette varie e tutti gli altri spostavano magicamente tavoli e sedie in terrazza.
<<Infatti!>>fece eco Ron <<Abbiamo dovuto portare una quindicina di pizze ciascuno per tutta la strada senza poterci smaterializzare o farle levitare un po'!>>
E continuarono a lamentarsi così finché Angelina non li tirò entrambi per un orecchio e, afferrate un paio di scatole con ogni mano, fece velocemnte le scale per la terrazza gridandogli dietro:<<Neanche pesassero così tanto!>>
Nel frattempo Molly aveva fatto propria la cucina, monopolizzando quella del piano terra perché più spaziosa, e stava abilmente sfornando contorni e salse dal nulla. Le gemelline, redivive dopo aver dormito per tutto il viaggio, correvano su e giù per le scale ostruendo il passaggio agli adulti, mentre Teddy e Vi stavano raggomitolati all'ombra di una pianta enorme con le foglie grandi quanto loro interi, intenti a confabulare qualcosa di sicuramente losco. Dieci minuti e molto caos dopo - Percy era inciampato su una delle sue figlie mentre portava su un vassoio ed era finito addosso a Bill, che era caduto rotolando fino al pinerottolo-, Fleur fece il giro della terrazza per ritrovare la figlia e il nipote.
<<Victoire,Teddì, venite fuori da sotto quella dieffenbachia, su! A' la table! >> ordinò, scostando una delle larghe foglie della pianta <<E andatevi a lavare quelle mani sudicie, prima!>>
E li incitò a colpi di bacchetta finché non ebbero strofinato via col sapone anche tutto uno strato di pelle.
A quel punto l'ora di pranzo era passata davvero da un sacco, ma stavano tutti morendo di fame, quindi nessuno se ne curò. Mangiarono almeno una trentina di pizze e tre diversi tipi di contorni, con salse annesse, più ovviamente il dolce che Molly aveva fatto quella mattina presto. Dopo quel pranzo, complice anche la mattinata travagliata, una sorta di satollo torpore calò su tutti. Si distribuirono per tutta la terrazza, all'ombra del gazebo e degli ombrelloni, godendosi la brezza fresca e salmastra che tirava dal mare ora più agitato e approfittandone per schiacciare un pisolino,cullati dal rumore lontano delle onde e dai mormorii bassi degli altri. Persino Vi e Teddy, rintanati sotto la dieffequalcosa e altre piante enormi che il bambino aveva avvicinato per creare come un rifugio, si erano appisolati, e dormivano accoccolati sull'erba morbida della striscia di terra, piena di cespugli e arbusti, che correva tutto intorno alla terrazza. Con le testoline vicine, posate su un solo vecchio cuscino, l'azzurro sgargiante e il biondo chiaro a contrasto e in armonia, sembravano due piccoli, inseparabili angeli.
Il mare, che si era calmato con il diminuire del vento, era troppo invitante perché potessero resistere ancora per molto. Inoltre Teddy e Vic si erano svegliati e avevano cominciato ad assillare ogni persona sopra il metro e venti che incrociassero perché volevano correre in spiaggia. Dopo che un paio di vasi erano andati in frantumi e il nonno Arthur era stato svegliato da un'involontaria csecchiata d'acqua, i Weasley e i Potter decisero all'unanimità che era proprio ora di fare un bagno. Oh be', unanimità per quanto era possibile.
Asciugamani e ombrelloni in spalla, si diressero alla spiaggia, ognuno a suo tempo: qualcuno arrivò prima e prese il posto, qualcun'altro quando già tutti stavano godendosi il mare, ma arrivarono tutti.
Ben presto furono coinvolti in un bagno di gruppo al quale, per gentile concessione dei fratelli e del cognato, partecipò anche Percy. Infatti gli uomini lo avevano sollevato di peso da sotto l'ombrellone dove stava leggendo e lo avevano buttato in acqua, lasciandogli a malapena il tempo per far cadere il libro sulla sabbia. Teddy fu, ovviamente, usato come trampolino dalle cuginette, ma non gli dispiaque poi molto... soprattutto perché in cambio ottenne di potersi tuffare dalle spalle del più alto degli zii, ovvero Ron, e provare così il suo ''triplo avvitamento appallottolato''. Che, non c'è bisogno di dirlo, si concluse con un mezzo giro e una gran schienata nell'acqua.
<<Che hai da ridacchiare?>> sbottò poi il bambino, che galleggiava inerme lanciando occasionali gemiti di sofferenza, verso la cugina. Vic, che gli era appena passata sotto con gli occhialoni inforcati,non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.
<<E'...è che ahahah>>
Teddy mise su un broncio così adorabile che la bambina dovette smetterla,e gli spiegò con tutto il contegno che aveva.
<<Sono passata sotto la tua schiena ed è tutta rossa, Teddy, proprio come un pomodoro!>>
Le due gemelline, spuntate da chissà dove, annuirono in approvazione e poi si misero tutte e tre a ridere di lui. Ah, ma perché gli toccavano tutte queste disgrazie?
In quel momento, per puro piacere di vendetta, Teddy decise che era il momento che Vi sapesse che con quegli occhialoni enormi sembrava un pesce mutante.
Peccato che la bimba non si scompose affatto, probabilmente conscia del fatto che lo aveva detto solo per ripicca, e si limitò a salirgli elegantemente sopra e a farlo affondare. Inghiottendo un bel po'd'acqua salata e disgustosa.
Per quando Teddy ebbe finito di tossire e sputacchiare, era arrivato il momento di tornarsene a casa per farsi una doccia e ritrovarsi di nuovo tutti insieme per la cena. Il gemito disperato che metà famiglia emise quando seppe che Molly, accompagnata da Andromeda, aveva lasciato la spiaggia presto per, a suo dire, ''preparare per bene'' esprimeva un nuovo livello di disperazione mai raggiunto prima.
<<Cucinerà abbastanza per un reggimento!>> si lamentò Bill.
<<Per tre!>> lo corresse il fratello minore, nascondendo dietro la schiena le lenti del suo occhialuto migliore amico.
<<Cisaranno montagne di carne...>>
<<Purè...>>
<< Eanche una decina di dolci!>> aggiunse l'occhialuto in questione, strappando di mano i suoi preziosi occhiali a Ron.
Alla fine però, volenti o nolenti, si diedero tutti una bella pulita e salirono sulla terrazza, pronti per una cena che li avrebbe lasciati tanto satolli da quasi impedirgli di raggiungere i loro letti prima di crollare addormentati.
TranneTed e Vic. Loro fecero baccano per tutta la sera finché non furono praticamente legati ai materassi con le lenzuola.
Il resto della vacanza si svolse più o meno allo stesso modo, con i giorni passati in spiaggia a fare il bagno o a cimentarsi in partite di sport vari o ancora nella costruzione di pericolanti castelli di sabbia bisognosi di un aiutino magico per stare insieme, e le serate trascorse in giro per i mercatini, al luna park oppure semplicemente tutti insieme sulla terrazza. Una volta andarono in un piccolo museo locale dove Teddy infranse per sbaglio un antico manufatto del popolo dei britanni e Harry fu costretto, con sua grande esasperazione, a ripararlo con un tocco di bacchetta e a Confondere la guida turistica per evitare questioni scomode. Oltre a questo, la vacanza fu fatta di tuffi finiti male, crolli di roccaforti sabbiose e Teddy e Vi che andavano in giro cantando in coro:
"Cinque bambini saltano sul letto,
poi Domi cade e si fa un bernoccoletto.
Fleur chiama il dottore
e il dottore dice :
<<Niente più bambini che saltano sul letto!>>
Quattro bambini saltano sul letto..."
E così via, in una loro propria versione della canzoncina, finché Victoire non volava graziosamente via -mai avrebbero pensato di farla cadere, lei- e la nonna Meda non faceva smettere Teddy di saltare sul letto. Dopo aver sentito questa e altre versioni personalizzate delle canzoni più famose, Ginny rise e dichiarò che si erano uffficialmente guadagnati il soprannome di ''Duetto d'Estate''. Eloro due, tutti contenti che un adulto avesse apprezzato i loro slanci artistici, composero per la zia una canzone di loro pugno e le consegnarono la stesura ufficiale in un concerto solenne, scritta su un bel foglio colorato con la grafia ancora molto poco comprensibiledi Ted - compensata da un disegno adorabile- e così tanti errori ortografici da far sentire male la zia Herm. La melodiosissima canzone faceva più o meno così:
"La zia Ginny è tanto bella,
brilla proprio come una stella.
Hai capelli rossi e
gli occhi celesti
ed è alta
ed è magra
ed è buona
e ha le scarpe blu!"
E via dicendo, con una lista pressoché interminabile di colori e parti del corpo. Nonostante la melodia carente e l'esecuzione decisamente stonata, ebbe comunque un grande successo fra il pubblico e valse ai due una fetta di torta in più. Cosa che li persuase dei benefici delle canzoni dedicate ai membri della famiglia, e ne composero almeno altre tre prima che si potesse dissuaderli.
A parte questi piccoli inconvenienti canori, i due non furono più pestiferi del solito. Con questo è da intendersi che ruppero vasi,tormentarono i cugini più piccoli, corressero il tè con il whisky e costrinsero gli zii ad infinite esplorazioni del boschetto alla ricerca di animali misteriosi... ma questo era piuttosto normale. Certo, forse Harry avrebbe preferito non ritrovarsi seppellito fino alla testa in un buca e Bill non aveva l'ardente desiderio di vedersi implodere addosso un castello di sabbia grande come un piccolo elefante, ma quelli erano drammi quotidiani. Tutto sommato, era una gran bella vacanza.
Un pomeriggio, sul presto, non tutti si trovavano in spiaggia. Bill si era generosamente offerto di badare alle due piccole che facevano il sonnellino per permettere alla moglie, quasi al termine della gravidanza, di andare a rilassarsi in spiaggia. Con lei c'erano Ronald ed Hermione, che non avevano ancora bimbetti a cui pensare, e poi Harry, Ginny e Teddy, visto che il bambino rifiutava categoricamente il riposino pomeridiano da quando era stato in grado di mettere due parole in fila.
Mentre Fleur chiacchierava con le due streghe stando distesa su una sdraio alta, i due amici disputavano una terribile partita a calcio in cui Ron continuava a proporre di incantare il pallone, facendosi stracciare, e Teddy si aggirava sconsolato alla ricerca di qualcosa da fare, con aria terribilmente annoiata. Era così abitutato alla compagnia di Vi, se non di tutti i cugini, che trovandosi da solo non gli veniva davvero in mente nulla.
<<Oh,basta, ti prego! Goal su goal e sto sudando come un ippopotamo! Non ne posso più>> asserì dopo poco uno dei due maghi, gettandosi su un telo disteso sulla sabbia. <<Amico, sei davvero una schiappa>> aggiunse, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Ron gli lanciò un'occhiataccia, stizzito. <<E' questo gioco che è stupido!>> si lamentò << Ha delle regole idiote e bisogna essere dei campioni con i piedi per poterci giocare!>>
<<Brutta figura di Ronald numerooo... ah, no, ho perso il conto>>commentò sarcastica sua moglie, con un sorrisino malefico, indicandogli un gruppetto di ragazzini poco più là. Erano impegnati in un'accesissima partita di pallone, con tanto di tifoseria, e palesemente nessuno di loro era un ''campione con i piedi''. Ron divenne tutto rosso sulle orecchie e mise su il broncio, mentre Harry e Ginny se la ridevano e persino Fleur soffiava un risolino divertito tra i denti.
In quel momento si parò davanti a loro una figurina con i capelli azzurri, la fronte aggrottata e gli occhi cangianti socchiusi con aria truce. Le braccia incrociate gli avevano sporcato il petto di sabbia e altri granelli erano sparsi ovunque fra il suo viso e i suoi capelli, ma questo non diminuiva l'aria di ribelle determinazione che vibrava sopra il bambino.
Harry rimase per un momento incantato, incapace di distogliere gli occhi da quella vista; gli sembrava di vedere Tonks, con la sua chioma rosa shocking e l'espressione risoluta in quegli occhi mutevoli, che aleggiava in un'aura traslucida dietro suo figlio, a suo sostegno e protezione.
Durò solo un attimo.
Harry battè le palpebre e i versi dei gabbiani e il rumore del mare ripresero a risuonare nell'aria, mentre quel piccolo,ostinato bambino era ancora davanti a lui. Completamente solo.
Il piccolo li scrutò torvo per un'altro istante, poi si sciolse e chiese, con voce lamentosa e terribilmente annoiata:<<Ma dov'è Vi?>>
<<Vicky sta ancora fascendo il suo riposino pomeridiano, Teddì >> gli rispose dolcemente Fleur << Lei è ancora piccola, lo sai>>
Teddy aveva tutta l'aria di voler controbattere a proposito di quel fatto di ''essere piccola'', ma si rassegnò a sospirare.
<<Uffa,io volevo giocare...>> borbottò, voltandosi scoraggiato e ormai rassegnato a doversi trovare un altro compagno di giochi tra i bambini della spiaggia.
Aveva giusto cominciato a chiacchierare e a scavare una buca con un ragazzino biondo, e Harry lo osservava, quando si accorse che sia Ginny che le altre due streghe avevano sulle labbra un sorriso malinconico. Anche Ron doveva essersene accorto, perché le osservava confuso, e chiese:
<<Si può sapere che avete?>>
Le tre si scambiarono uno sguardo di quelli che significavano ''puah,uomini!'' e rotearono contemporanemente gli occhi.
Ginny poi rispose:<<Ma no, nulla, è che erano così carini insieme...>>
<<Ma chi?>>
A quel punto Hermione sbuffò esasperata e tirò un'orecchio al marito. <<Teddy e Vicky, chi sennò?! Haipresente, tua nipote e il figlioccio del tuo migliore amico?>>domandò, tentando di non aver l'aria di volerlo ammazzare.
<<Ahah,molto divertente, ma avete intenzione di spiegare anche a noi?>>
Fleur alzò leggermente una mano e prese parola con calma.
<<Vedete, mes chers, loro due sono così uniti... ma questo lo sapete,gli occhi sce li avete, no?>>
Non attese risposta e riprese, spostando lo sguardo su Ted, che era in piedi dentro la buca e spalava sabbia ridendo. Harry e Ron si scambiarono uno sguardo perplesso.
<<Sono così carini, sempre insieme, con Vic che lo comanda a bacchettaexceterà... adorabili.
<<Ma lui sta crescendo così in fretta... Presto andrà anche a scuola...Non sono più sulla stessa lunghezza d'onda, capite? È sempre stato come se si leggessero nel pensiero, ma Teddì ora va così veloce...Vicky non pu stargli dietro. Si stanno separando>>
<<Forse quando saranno più grandi...>> aggiunse, melanconica.
Non appena la donna ebbe finito quel sospirato discorso, una vocinagioiosa e acuta lacerò l'aria con uno strillo.
<<TEEEEDDYYYYY!!!>>
Il bambino, sentendosi chiamato, si voltò di scatto e, visto chi lo richiedeva, salutò frettolosamente il suo nuovo amico e corse incontro alla bimba.
Vi, sfuggita come acqua dalle dita del padreprima ancora che il pover'uomo potesse metterle la crema solare, si riappropriò immediatamente del proprio compagno e lo trascinò via, ridendo e parlottando come se non si fossero separati che per una manciata di secondi.
<<...o magari no>> commentò Fleur, divertita, e scoppirono tutti a ridere, lasciando Bill a grattarsi la testa confuso.
Evidentemente serviva molto più di un sonnellino a separare quei due.
Quella sera, mentre Harry si rilassava beato su una poltrona di vimini, godendosi la brezza fresca dal mare, sentì qualcosa tirargli i pantaloni. Per i consunti slip di Merlino -per fortuna non disse una cosa del genere ad alta voce-, aveva indossato dei bermuda appunto per evitare quello! Ma, a quanto pareva, da Teddy Remus Lupin e le sue tirate di pantaloni non si poteva sfuggire.
<<Sì,Ted?>>
Il bambino aveva un'aria cospiratrice e lanciava continuamente occhiate verso Vic, controllando che stesse ancora raccontando a nonna Molly del pesce che aveva trovato mezzo morto sulla spiaggia e che aveva coraggiosamente ributtato in mare. Teddy le stava lasciando infiocchettare il racconto, nonostante fosse stato lui a riportare in acqua la povera bestiola, solo perché aveva bisogno di un paio di minuti senza che lei potesse sentirlo.
<<Zio, mi aiuti a fare una cosa?>> chiese, arrossendo un pochino alle radici dei capelli.<<Dipende cosa, Teddy>> rispose il mago, tenendosi sul cauto. Le ''cose''del figlioccio tendevano ad essere piuttosto distruttive, a volte.
Gettando di nuovo un'occhiata verso Vic, Ted fece segno al padrino di abbassarsi e cominciò a parlargli nell'orecchio, spiegandogli per filo e per segno tutto il suo piano.
Il giorno seguente, mentre le bambine erano ancora a casa per il loro consueto e non voluto riposino, Harry e Ted andarono a fae un lunga passeggiata sulla spiaggia, armati di maschere, boccai e secchielli,rispondendo vagamente e con espressioni totalemnte colpevoli alle domande dei parenti. Quando tornarono i secchielli erano ancora vuoti, ma loro due erano tutti bagnati e nella tasca del costume del mago era nascosta una bustina di plastica che risuonava ad ogni passo. Nessuno riuscì a cavar fuori a quei due cosa avessero fatto.
Alla fine, seppur accompagnato da sospiri e desiderio di restare ed occasionali capricci, giunse il giorno della partenza. Dopo aver lasciato indietro valigie, aver perso bambini, essere stati sul punto di far esplodere un taxi e vari altri inconvenienti perfettamente prevedibili, tutta la famiglia riuscì a raggiungere la stazione in orario. Questo solo perché la previdente Hermione aveva fatto partire tutti con uno, a sentire Ron, spropositato anticipo.
Come il giorno in cui erano arrivati, il caldo era soffocante. Teddy già si sentiva le suole delle scarpe appiccicate al pavimento di pietra, che a sua volta emanava ondate di calore, e quella mattina si era accorciato i capelli fin quasi a rasarli per evitare che gli grondassero sudore sul viso. Mai fu presa scelta migliore, pensò mentre trascinava la sua piccola valigia verso il binario. Era quas iarrivato il momento di svelare la sua sorpresa, ed era un po' nervoso, senza nemmeno sapere perché.
<<Emh emh>> tossicchiò, quando tutti ebbero raggiunto le panchine di legno di fronte al binario. La piccola stazione era praticamente vuota, tranne che per loro. Nella confusione però, nessuno si voltò a guardarlo se non Vi, che gli rivolse un'occhiata incuriosita.
<<EMH EMH!>> provò più forte, e stavolta ottenne l'effetto desiderato: tutti si voltarono a guardarlo perplessi. Il bambino si sentì arossire e dovette concentrarsi un momento per evitare che i suoi capelli virassero al rosso acceso nel bel mezzo di una stazione dei treni babbana.
Imbarazzato, si passò una mano fra la chioma del solito azzurro prima di tirare fuori dallo zainetto, senza guardare nessuno in faccia, una piccola scatolina di cartone.
Scorse il sorriso incoraggiante dello zio Harry e si schiarì la voce, alzando il mento con decisione.<<Io...Volevo solo darvi queste>> annunciò, aprendo la scatolina e mostrandol'accozzaglia di
tutte le conchiglie più belle che a lui e lo zio fosse riuscito di trovare: grandi gusci a tortiglione, lucidissimi nei loro colori brillanti, larghe conchiglie piatte e persino un paio di denti, perduti da pesci e levigati dallo sciabordio delle onde.
Con un sorrisino felice passò fra tutti i parenti, consegnando ad ognuna zia, nonna e cugina una grande conchiglia lucida. Quando rimase solo Victoire, e la scatola sembrava ormai vuota, Ted vide la bimba scrutarlo sospettosa, pronta ad oltraggiarsi al primo segno che lui si fosse dimenticato di lei. Come se fosse possibile.
Con un'espressione birichina spaventosamente simile a quella che aveva illuminato il volto dei suoi genitori in tempi più lieti dei loro ultimi anni, le andò incontro saltellando e le spettinò i capelli. Si sentiva molto soddisfatto di sé stesso per la sua idea, in quel momento, e fremeva dal desiderio di sapere se a Vi sarebbe piaciuto il suo regalo. Era quello che contava di più.
<<Ted Re->> cominciò a strillare la bimba, ma si interruppe quando il cugino tirò fuori dalla sua scatola un bellissimo murice spinoso, di un lucido color avorio attraversato da striature gialle e porpora.La conchiglia era appesa ad una sottile cordicella metallica.
Victoire continuò a boccheggiare e a fissarla ad occhi sgranati mentre Teddy,contento, le infilava la collana dalla testa.
<<Ne ho una anche io, vedi?>> disse, sollevando il cordoncino di cuoio che portava sempre al collo. Vi penzolava, fin da quando riusciva a ricordare, un vecchio, pesante anello d'oro brunito che era stato di suo padre. Adesso accanto alla fascia dorata era appesa una conchiglia gemella di quella di Vic, solo più piccola.
A quel punto la bambina non poté trattenersi. Con un gridolino acuto,saltò al collo di Teddy e lo abbracciò stretto, rintronandolo con una litania di ''Grazie'' mentre il resto della famiglia li guardava intenerita.
Poco dopo, un vecchio treno lasciò la piccola, bianca stazione di Whitebridge diretto a Londra; sopra, due bambini chiacchieravano ininterrottaente, una con una cascata di capelli biondi e occhi grigi come la luna, l'altro con una folle chioma azzurra e un paio di occhi cangianti... nessuno dei due, con la minima intenziome di allontanarsi dall'altro.
Né in quel momento, né mai.
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Ehilaaaa!!! Se qualunque buona e folle anima sta ancora leggendo, sappiate che vi adoro, vi ringrazio mille volte mille volte e vi prego di scusarmi per il... emh... ritardo? chiamiamolo così...
COMUNQUE, credo che ci siano poche cse che odio di più del dover passare i capitoli da open office a wattpad, perchè SI ATTACCANO TUTTE LE PAROLE e poi devo riguardare tutto. Dannate cose maledette dalla luce.
Vi voglio bene povere anime, anche se preferirei che non mi uccideste... ggggrazieee!!!
Vi piace il capitolo?
Ci sentiammo prestooooo (spero) <3<3<3
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