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IL RICONOSCIMENTO

Era aveva già fatto ritorno al monte Olimpo quando Percy trovò il coraggio di chiedere alla cugina.
"Come pensi reagirà tuo padre a Jack? Nonostante la tradisca di continuo non posso proprio immaginare che finirà bene."

Talia sospirò, scuotendo la testa.
"Papà ha fatto passi da gigante nella crescita personale di recente, ma, no... non riesco a immaginare come finirà bene per nessuno. Gli dei sono gelosi e sappiamo tutti come ha reagito Era ai figli di Zeus fuori dal matrimonio. Ed Era è la dea del matrimonio, dovrebbe essere la fedeltà incarnata..."
Talia sospirò di nuovo. "So solo che non vorrei essere qui per quel momento."

Percy aveva deciso che avrebbe avvertito Zeus prima che Jack fosse riconosciuto. Aveva cercato di convincere Mr D ad aiutarlo, ma il silenzio assordante del Campo lo avvertì che era in ritardo.
Infatti, Jack Peterson era al centro dell'arena del Campo, con Era fiera al suo fianco e con la testa alzata verso il marito, una mano posta sulla spalla del semidio in segno di rivendicazione.

Lo sguardo del re degli dei comunicava solo un profondo disgusto. "Hai generato un figlio semidio, moglie. Come hai potuto disonorarmi in questo modo?"

Era sibilò infuriata. "Disonorare te? Vogliamo parlare di tutte le tue amanti passate, Zeus? Donne e uomini in eguale misura, senza rispetto per il mio dominio! E io, a differenza tua, non ho mai commesso adulterio."

Zeus indicò il semidio, alzando la voce mentre chiedeva. "Allora come è potuto nascere questo semidio?"

Prima che Era potesse rispondere al marito, Zeus alzò la mano per chiedere silenzio e attirare l'attenzione di tutti i presenti, tra cui nessuno osava distogliere l'attenzione dal dramma in svolgimento. Percy si sentì tremare mentre la profezia risuonava nella sua mente. "Questo ragazzo non dovrebbe esistere. Farò tutto il necessario per rimediare al tuo errore, moglie."

Zeus, seguito dai due fratelli, sparirono dal Campo, delusi tutti e tre dalla sorella.

Era portò il proprio sguardo gentile e intenso sul figlio. "Figlio mio, devo andare a cercare di porre rimedio a questa situazione. Cercherò di proteggerti dall'ira ingiusta di mio marito."
Anche la dea scomparve dal Campo. Conoscendo il modo di agire degli dei, Percy immaginava che entrambi avrebbero cercato di attirare quanti più dei dalla loro parte

Dal suo posto vicino a un albero, Percy osservava Jack completamente isolato. I semidei del Campo non osavano avvicinarsi a un bersaglio di Zeus.
Percy decise di essere il primo a farlo.
Nico e Jason apparvero sulla sua strada.
Nico parlò. "Hai detto che non ci avresti mai ferito, Percy."

Percy lo guardò, in attesa.

"Se adesso lo scegli, ci ferirai." Jason disse.

Percy sospirò, guardando il semidio, adesso solo, in piedi in mezzo all'arena.

"Non sono innamorato di Jack, ragazzi. E non lo sto scegliendo sopra nessuno. Io lo capisco."

Nico chiese, insicuro. "In che modo?"

Percy lo guardò, spiegando. "La prima volta che sono arrivato al Campo, ero io il bersaglio di Ade e Zeus. Mi avevano incolpato del furto dei loro simboli di potere, e mi evitavano tutti. Nessuno voleva stare vicino al figlio di Poseidone, qualcuno che non doveva esistere e che avrebbe portato guerra al loro Campo, prima sicuro."

Percy guardò di nuovo Jack.
"Lo posso capire. E io avrei voluto che ci fosse qualcuno insieme a me, in quel momento, qualcuno che mi fosse stato vicino senza avere secondi fini."

Si strinse nelle spalle, dicendo poi, a bassa voce. "Non c'è stato nessuno per me, e non posso cambiare quello." La sua voce si alzò, assumendo sicurezza. "Ma io posso esserci per lui."

Angolo autrice
Cos'è questo?
Un aggiornamento?

Wow, shockante.

Ehy, ricordate quando ho pubblicato questa storia l'ultima volta? Io no, ma non importa!

Ecco un nuovo capitolo!!

Alla prossima
By rowhiteblack

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