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Unicità


T/N POV


Poco dopo il risveglio di Hitoshi, Hajime andò a chiamare i dottori che arrivarono immediatamente chiedendoci poi di uscire per poter fare una visita di controllo al ragazzo.

Avviandomi verso l'uscita, mi voltai leggermente verso Hitoshi che, mentre i medici iniziavano a prendere nota dei suoi parametri, mi guardò con occhi dolci.

"Va tutto bene." mi sussurrò sorridendo debolmente. Riuscii a capire quello che mi disse grazie ai movimenti lenti delle sue labbra mentre Mihoko mi prendeva la mano per accompagnarmi fuori.

Sorrisi come risposta e seguii la donna nel corridoio chiudendo la porta alle mie spalle.


"T/N, sarai esausta. Se vuoi vai pure a casa a riposare, qui ci pensiamo noi." disse Mihoko.

"Se posso rimango ancora un po'. Vorrei salutarlo." sorrisi.

"Certamente."

In realtà, non avrei voluto andarmene lasciando Hitoshi in quel letto d'ospedale, ma era comunque in buone mani e avevo gli occhi appesantiti dal sonno arretrato.


Dopo qualche minuto, i dottori uscirono dalla stanza di Hitoshi e si misero a parlare con i suoi genitori. Io ne approfittai per entrare e mi avvicinai al suo letto.

Mi sporsi leggermente su Shinso per poterlo guardare negli occhi.

"Hey." mormorò sorridendomi.

"H-Hey..." risposi.

Non indossava più la mascherina per l'ossigeno e scesi con la testa fino ad appoggiare le mie labbra sulle sue.

Sentire il suo respiro scaldarmi la guancia mentre espirava dal naso, fu una sensazione meravigliosa e sciolse finalmente gli ultimi nodi che mi stringevano lo stomaco.

Quando il mio corpo si rilassò, mi commossi nuovamente per quello che Shinso, anche sdraiato in un letto d'ospedale, riusciva a trasmettermi.


"Hey, hey, hey..." sospirò dolcemente staccandosi dal bacio dopo aver notato le mie labbra tremare. "Che succede?"

"S-Scusami..." mormorai.

Alzò lentamente la mano e mi accarezzò la guancia.

"Non voglio più vederti piangere, non ce n'è motivo. Va tutto bene, T/N." sorrise.

Annuì tentando di trattenere la carica di emozioni che mi pregava di avere il permesso per esplodere.

Hitoshi spostò la mano sulla mia testa e me la accompagnò sul suo petto dandomi un forte bacio tra i capelli.

Rimanemmo in quella posizione per alcuni minuti, finché non riuscii a calmarmi e mi sedetti sulla sedia di fianco al suo letto.


"E'...E' stato Takagi, vero?" chiesi asciugandomi le ultime lacrime.

"Si..."

"Come è successo?"

"Dopo la tua partenza sono uscito dalla stazione e lui era ancora lì. Mi ha seguito praticamente fino a casa continuando a chiedermi scusa per le sue azioni passate e, dopo avergli detto per l'ennesima volta di sparire, mi ha trascinato in un vicolo e mi ha tirato un pugno. Abbiamo combattuto per un po' senza che riuscissi ad usare la mia Unicità per allontanarlo e, poco dopo, ha iniziato a colpirmi tramutando le sue braccia in vetro. E' riuscito a ferirmi ovunque senza che riuscissi a fare qualcosa, data la mia debolezza nel corpo a corpo. A giudicare dal dolore, durante il suo ultimo pugno, deve anche avermi aperto un buco nello stomaco con il suo quirk." disse indicandosi la pancia ancora coperta dalle bende. "Mentre perdevo conoscenza l'ho visto allontanarsi di corsa, poi non ricordo più nulla."

Deglutii a vuoto stringendo i pugni.

"E' tutta colpa mia..." mormorai.

"Pfft, non dire idiozie. Perchè dovrebbe esserlo?" sorrise.

"E' per causa mia che Takagi ha serbato tutto questo odio nei tuoi confronti. Se io e te non ci fossimo mai incontrati, nulla di tutto ciò sarebbe successo."

"Va bene così."

"No. Non puoi dirmi queste cose dopo aver rischiato di morire."

"Ma non è successo, no?"

"Si, ma..."

"T/N, davvero. Dopo averti conosciuto sono finalmente riuscito a stare bene con me stesso e questo mi basta, dico sul serio. Non tormentarti più."

Non riuscii a rispondere dato l'ingresso dei suoi genitori nella stanza.


"Come stai, tesoro?" chiese preoccupata Mihoko.

"Bene, mamma."

"Meno male." sorrise.

Sentii gli occhi iniziare a chiudersi senza il mio permesso e Hitoshi lo notò.

"Vai pure a casa a riposare, sto bene ora." mormorò Shinso.

"D'accordo..." risposi.


Raccolsi le mie poche cose mentre i genitori del ragazzo si misero dietro il tendame per lasciare che io e Shinso ci salutassimo in privato.

"Allora io vado." dissi.

"Va bene." mormorò Hitoshi tendendo la mano verso di me.


Accolsi il suo gesto e, una volta scesa con la testa verso il suo viso, mi baciò nuovamente.

"Ci sentiamo con i messaggi se ti fa stare più tranquilla." disse ad un certo punto.

"Si..."

Dopo di che, salutai i genitori di Shinso che mi ringraziarono per la mia presenza al capezzale del figlio ed uscii dall'ospedale.


Durante tutto il tragitto verso casa, cercai di concentrarmi solo sul sorriso stanco di Hitoshi non pensando a tutto quello che era successo in precedenza.

Una volta tornata in camera mia, mandai un messaggio a Shinso chiedendogli se andasse tutto bene e, appena mi sdraiai sul letto, mi addormentai istantaneamente.

Dormii fino a pomeriggio inoltrato e mi svegliai per il dolore che il mio stomaco, vuoto da più di dodici ore, mi stava procurando. Mi diressi in cucina e mangiai qualcosa per poi tentare di tornare a dormire.

Presi in mano il telefono e scoprii che Hitoshi mi aveva risposto qualche ora prima.


'Tutto bene, tu pensa a riposare.'

'Mi sono svegliata ora...'

Mi sorpresi quando mi rispose praticamente subito.


'Ottimo. Mi dispiace che per colpa mia tu abbia perso l'allenamento dei quirk di oggi.'


'Ci mancherebbe, Hitoshi. Va bene così.'


'Spero tu possa recuperare.'

'Non preoccuparti. :)'


'Va bene, provo a riposare ancora un po'. Domani pomeriggio vieni a trovarmi?'


'Certo che passo da te! Va bene, Hitoshi. Buonanotte! <3'

'A te.'


Era davvero freddo via messaggio, ma lo conoscevo e sapevo bene quanto odiasse parlare tramite i cellulari.

Con il cuore sereno riuscii a riaddormentarmi senza problemi.


Il giorno seguente, Misao mi placcò mentre ero intenta a prepararmi per andare a scuola e mi chiese preoccupata come si era conclusa la situazione. Le raccontai ogni cosa e mi fece piacere vederla così sollevata per il risveglio di Hitoshi.


Arrivata a scuola mi diressi nella mia classe e notai subito i due banchi vuoti di Shinso e Takagi.

Una volta seduta al mio tavolo venni circondata da tutti i miei compagni che mi chiesero come stesse Hitoshi. Mi rincuorai nel vedere i volti delle persone che a malapena gli parlavano così preoccupati: voleva dire che in fondo ci tenevano a lui.

Mi dissero che la notizia era finita sui giornali locali e che Takagi era sotto custodia della polizia, ma aggiunsero che probabilmente sarebbe stato presto libero data l'influenza economica dei suoi genitori. Alcuni invece credevano che il caso fosse classificabile come tentato omicidio e quindi che fosse impossibile assolvere Takagi da tale colpa.

L'unica cosa che sperai fu di non vederlo per più tempo possibile.


Il professore entrò annunciando la continuazione dell'esercitazione e, dopo aver indossato le tute da ginnastica, ci dirigemmo nel cortile.

Nel tragitto scrissi ad Hitoshi dell'imminente allenamento e mi rispose immediatamente.


'Metticela tutta. Sono certo che ce la farai senza problemi. Credo in te, amore.'


Arrossii davanti a quell'ultima parola e Tomomi mi diede una spintarella con il gomito camminando verso il punto d'incontro di fianco a me.

"Sei tutta rossa. Cosa ti ha scritto Hitoshi?" chiese sorridendo.

"N-Nulla di che." risposi evitando il suo sguardo.

"Ahah! Che carini che siete!" rise. "Ricordati che devi aiutarmi con la mia cotta, T/N!"

"C-Certo."


Una volta che ci posizionammo di fronte al professore nel cortile, l'uomo ci indicò vari tipi di attrezzi preparati appositamente per il nostro allenamento. Ve ne erano di tantissimi tipi e ognuno avrebbe potuto scegliere quello che pensavamo fosse stato meglio per allenare le nostre Unicità.

Ci muovemmo davanti agli oggetti scegliendo quello più adatto a noi e ci posizionammo in ordine sparso nel campo.

Io avevo scelto di prendere una sbarra di ferro e la scrutai con aria concentrata.


-Devo assolutamente farcela questa volta. -


L'allenamento iniziò e tutti attivarono i loro quirk applicandosi il più possibile.

Il professore nel frattempo si muoveva tra noi dando consigli ed indirizzandoci sul modo migliore per allenarci.

Presi un respiro profondo e cercai di attivare la mia Unicità senza successo.

Tentai più volte e, in tutte quante le occasioni, fallii miseramente.

Iniziai ad andare in panico odiando me stessa per la mia totale incapacità.


"T/C, ieri sei stata assente." disse il professore avvicinandosi a me.

"Si." mormorai.

"Bene, mostrami quello che riesci a fare."

Deglutii e guardai il ferro che tenevo in mano, terrorizzata.

Hitoshi mi aveva anche mandato quel messaggio incoraggiante e mi sentii totalmente in balia della mia ansia.


Poi finalmente ricordai.

La mia Unicità mi rispondeva quando riuscivo ad essere totalmente rilassata e, in effetti, non avevo mai provato ad usarla quando ero accanto a Hitoshi.

Tentai di focalizzare l'attenzione su Shinso e, dopo aver studiato il suo corpo così attentamente nei giorni passati, riuscii ad immaginarlo nitidamente al mio fianco.

"T/N?" mi chiamò il professore.

Strinsi forte gli occhi cercando di concentrarmi ancora di più e aumentai la stretta sulla sbarra che tenevo tra le mani.

Aggiungendo lineamenti su lineamenti riuscii a rendere l' immagine di Hitoshi sempre più reale. Onestamente, pensai anche che fosse una cosa abbastanza patetica, ma in quel momento non avevo altre idee: era l'ultima cosa che mi rimaneva da provare.


In quel preciso istante, sentii il ferro diminuire di volume. Aprii gli occhi ed osservai la sbarra arruginirsi fino al punto di sgretolarsi completamente e scivolarmi tra le dita.

Il peso che sentivo sul cuore sparì e sorrisi mentre il professore si complimentò con me e si allontanò per controllare gli altri studenti.

Mi guardai le mani incredula della cosa cercando di memorizzare la sensazione che avevo provato durante l'attivazione dell' Unicità di poco prima e corsi a prendere qualche altro strumento. Con quel trucco, riuscii ad utilizzare il mio quirk ogni volta che lo desideravo e fu una sensazione meravigliosa.


Una volta che la giornata scolastica si concluse, corsi verso l'ospedale mentre un grande sorriso mi solcava il volto.

Arrivai nella stanza di Shinso e lo vidi intento a sfogliare un libro. I suoi genitori non erano presenti e avrei potuto liberare completamente la mia felicità senza sentirmi imbarazzata.


"Hitoshi!" sorrisi andandogli incontro.

Lui alzò la testa e mi sorrise.

"Hey, cia..."

Non ebbe il tempo di rispondere che gli stampai un bacio veloce sulle labbra.


"Guarda, guarda!" dissi entusiasta cercando qualcosa nella borsa con cui potergli mostrare la mia Unicità.

Tirai fuori una moneta e la strinsi tra le dita davanti agli occhi interrogativi di Hitoshi.

Si sgretolò appena espressi la volontà di attivare il mio quirk e lui sorrise stupito.


"Sapevo che ce l'avresti fatta." mormorò.

"Si! Non riesco ancora a crederci!"

"Sei stata bravissima."

Mi sedetti accanto a lui e gli raccontai degli sguardi preoccupati dei suoi compagni dopo la notizia del suo ricovero e se ne stupì parecchio.

"Sono stati gentili." commentò.

"Sicuro!"

Rimanemmo qualche istante a guardarci negli occhi sorridendo entrambi e poi lo vidi abbassare la testa.


"Ah, T/N. Riguardo al regalo di compleanno di mia madre che avevamo prenotato questo weekend..."

"Non c'è problema, Hitoshi! Possiamo rimandare fino a quando non ti sarai rimesso completamente!" sorrisi.

"In realtà...Non credo ci siano problemi, potremo andarci tranquillamente."

"Eh? Ma le tue ferite non guariranno mai in tre giorni!" dissi stupita dalla sua affermazione.

"Vedi, dopo che la scuola è stata informata di quello che è successo con Takagi e ha ricevuto parecchie critiche da parte dei media per non essere intervenuta, si è proposta di mandare qui Recovery Girl."

Conoscevo di fama quella dolce vecchina e sapevo che era l'infermiera della nostra scuola. In un certo senso, per mia fortuna non avevo mai avuto modo di fare la sua conoscenza.

"Sul serio?! Ma basterà a farti guarire?" sorrisi incredula.

"Già. Le mie ferite sono già state richiuse e il suo quirk aumenta le capacità rigenerative che è proprio quello di cui ho bisogno ora. Dovrebbe arrivare a momenti."



"T/N! Che bello vederti qui!"

Mihoko aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza e mi si avvicinò sorridendo.

Mi alzai e mi esibii in un veloce inchino.

"Anche per me, signora Shinso."

"Oh, sai che non devi chiamarmi così! Le hai detto la grande notizia, Hitoshi?"

"Si." rispose il ragazzo.

"Ottimo! Non ci resta che aspettarla."

Mihoko mi chiese come era andata la giornata scolastica e le raccontai di quello che ero riuscita a fare con il mio quirk.

Si congratulò con me e, mentre mi abbracciava, un medico fece il suo ingresso nella stanza accompagnato da Recovery Girl.

Li lasciammo soli con Hitoshi, ma non prima che la vecchina ci avvisò che probabilmente al nostro ritorno avremmo trovato Shinso addormentato data la grande quantità di energia che avrebbe dovuto utilizzare per curare al meglio le tante ferite presenti sul suo corpo.


Una volta nel corridoio, mi rivolsi a Mihoko.

"Hajime non c'è?" chiesi.

"No, è andato a casa a riposare."

"Capisco."

Rimanemmo davanti alla stanza di Hitoshi parlando del più e del meno e mi fece piacere vederla così rilassata dopo quelle giornate infernali.


Dopo qualche minuto, Recovery Girl ed il medico uscirono dalla camera.

"E' andato tutto benissimo. Già domani dovrebbe avere dei netti miglioramenti." ci informò la vecchina.

"Ottimo! La ringrazio tanto!" sorrise Mihoko inchinandosi.

"Ehm, scusi la domanda. E' sicura che Hitoshi possa muoversi tranquillamente entro questo weekend?" chiesi preoccupata.

"Certamente. Il grosso è già stato risolto ed entro domani potrebbe addirittura uscire dall'ospedale." rispose.

Sorrisi di cuore ringraziandola e la guardai allontanarsi.

Una volta dentro la stanza, io e Mihoko trovammo Hitoshi che, come da previsione, si era addormentato con espressione serena.


Decisi di lasciarlo riposare e, dopo aver salutato Mihoko, mi diressi verso casa.

Il weekend con Hitoshi era più vicino di quel che credessi e scelsi di non pensare troppo a quello che sarebbe potuto accadere.


Mi sarei goduta la giornata senza pensarci troppo e, dopo che la mia mente mi donò splendide immagini di me e Hitoshi circondati dalla serenità durante l'imminente fine settimana, sorrisi ed iniziai a correre verso casa senza più alcun peso sul cuore.


.

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ANGOLO DEL BOHNONSOCOMECHIAMARLO (un evergreen ormai.)

Finalmente un capitolo leggero in cui posso porvi questo quesito senza rovinare l'atmosfera.(<3)

Nonostante potrebbe essere una domanda stupida e dalla risposta scontata, penso sia giunto il momento di chiedervelo.

Ma voi. 

Lo volete il capitolo lemon? 



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