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Telefonata

T/N POV

La poca luce dei lampioni esterni era interrotta ad intermittenza da una forte pioggia e illuminava la mia stanza buia segnando il profilo del mio corpo rannicchiato sul letto.

Non avevo mai pianto tanto in tutta la mia intera vita.

Delusione, rabbia ed impotenza mi stringevano da dentro e non riuscivo a trovare uno spiraglio di luce in quella situazione soffocante.

Shinso era diventato il mio tutto, l'unica persona con cui ero riuscita a rilassarmi completamente e con cui avevo raggiunto un tale livello di complicità con una facilità disarmante.

Gli avevo scritto infinite mail tentando di spiegargli la situazione, ma, come mi aspettavo, non rispose a nessuna.

Avevo anche provato a raccontargli quello che era successo in aula dopo il nostro litigio e di quello che avevo scoperto, ma anche con quei messaggi, non avevo ottenuto altro che silenzio.

Dopo aver picchiato Takagi venni sospesa per un' intera settimana.

La cosa non mi dispiacque così tanto, non credo che sarei comunque riuscita ad affrontare altre giornate scolastiche nella stessa stanza con Hitoshi senza potergli parlare.

Ormai ero al quarto giorno di sospensione e non avevo fatto altro che rimanere chiusa in camera mia a fissare un punto vuoto piangendo ad intermittenza.

Mi chiedevo cosa pensasse Shinso di me; se si fosse calmato, se stesse iniziando a capire il suo errore e se fosse stata una buona idea presentarsi davanti al ristorante dei suoi genitori implorandolo di ascoltarmi. Pensai a davvero di tutto, ma scartavo inconsciamente ogni idea che mi desse l'immagine del suo sorriso dopo un possibile chiarimento dato che era ormai impossibile che questo potesse accadere.

Mi mancava così tanto che non riuscivo nemmeno a credere che potesse esistere un sentimento tanto profondo.

In un qualche modo, stavo comunque riuscendo a riprendere le redini del mio sentire. Come una specie di salvavita, qualcosa si stava facendo largo dentro di me liberandomi man mano dalle catene in cui ero costretta.

Volevo smettere di soffrire. Ero arrivata al limite e le lacrime erano ormai finite.

Vidi la porta della mia camera aprirsi e la luce proveniente dal corridoio tagliò nettamente il buio della mia stanza.

"T/N... posso entrare?" chiese Misao sporgendo la testa.

Annuii in silenzio e la sentii camminare nella mia stanza per appoggiare qualcosa sul tavolo.

Mi trovavo seduta sul letto con la schiena al muro e la testa bassa tra le ginocchia, quando percepii la mia amica sedersi accanto a me.

"Qualcosa devi pur mangiare." disse dolcemente.

Scossi la testa, il mio stomaco era ancora sotto sopra.

Misao sospirò.

"Dovevi parlarmi prima di quel figlio di buona donna di Takagi. L'avrei sistemato come si deve alla prima occasione."

Non dissi nulla.

"Onestamente, sono anche molto arrabbiata con Shinso. Non credevo fosse così coglione da credere ad uno come Takagi." continuò.

"E' insicuro." mormorai e Misao mi guardò con aria interrogativa.

"Hitoshi ha creduto alle sue parole perché non riesce a credere che qualcuno possa apprezzarlo per quello che è. Pensavo...pensavo di essere riuscita a fargli capire che è una persona meravigliosa, ma è talmente insicuro da non essere riuscito a ragionare razionalmente dopo le bugie di Takagi." dissi.

"Sarà. Ma lo trovo comunque un coglione. In più non è una buona scusa per usare la sua Unicità su di te, se ci ripenso mi incazzo e basta."

Misao aveva ragione.

Probabilmente l'avevo portato all' esasperazione, ma non giustificava comunque la sua azione. Anche perché aveva promesso che non avrebbe mai usato il suo quirk su di me.

Non ne potevo più di quella situazione e i miei continui pensieri riguardanti il suo sorriso non smettevano un attimo di flagellarmi.

Alzai la testa e guardai Misao.

"Ti andrebbe di andare a bere stasera?"

"T/N, stasera faccio il turno di lavoro extra in quella discoteca, ti ricordi?"

"Ah...è vero."

"Però nulla nega che tu venga un po' a divertirti. Io lavorerò, ma possiamo comunque stare insieme in un qualche modo. Poi una volta finito, ti raggiungo nell' eden della sbronza e ci passiamo una serata come si deve." sorrise.

"Ci sto..." sospirai apatica.

"Ottimo! Ora mangia, fatti una doccia e poi vieni da me che ti restauro un pochino." disse Misao alzandosi per poi voltarsi subito verso di me e poggiarmi una mano sulla testa. "Voglio che stasera ti diverti e basta. Hai il divieto assoluto di pensare a lui, chiaro?"

"Si..."





HITOSHI SHINSO POV

Nonostante fossero passati alcuni giorni, il pensiero di quello che era successo non mi faceva dormire la notte.

T/N mi aveva deluso sotto ogni punto di vista e avevo forzato tutti i sentimenti che provavo per lei a scomparire sullo sfondo.

Il solo pensiero che tutte le parole dolci e comprensive che mi aveva rivolto avevano la sola funzione di far sì che io mi aprissi con lei allo scopo di ferirmi, mi faceva dare di matto.

Per la prima volta ero riuscito a trovare una persona che mi comprendeva appieno senza bisogno di grandi spiegazioni ed avevo scoperto che era tutto un enorme bugia.

Ammetto che i dubbi sulla veridicità delle parole di Takagi mi tormentavano spesso, ma quello che mi disse dava solo la risposta a quello che facevo fatica a comprendere: il perché una ragazza come lei volesse avere un qualunque tipo di rapporto con me. Non ero mai riuscito a vederne il motivo, ma finalmente era chiaro.

Mi ero follemente innamorato di lei durante i meravigliosi giorni passati al suo fianco e non poteva di certo ricambiare i miei sentimenti. Dovevo ragionare di più prima di lasciarmi andare.

Ero intento ad osservare la pioggia scrosciante attraverso la finestra della mia stanza quando mia madre aprì la porta.

"Hitoshi, tesoro. Tutto bene?"

"Si." sospirai.

"Sono giorni che ti vedo in questo stato. E' successo qualcosa con T/N?, vero?" chiese con tono preoccupato.

Mi sedetti lentamente sul letto dandole le spalle.

"Papà...papà aveva ragione." sospirai.

"Eh? Cosa? Stai scherzando, vero?" disse avvicinandosi a me e posizionandosi al mio fianco. "N-non è possibile..."

"Su cosa avevo ragione?"

La voce di mio padre irruppe nella stanza.

"Su...su T/N..." biascicai.

"Mpf. Hai visto, Hitoshi? Bisogna sempre farsi qualche domanda in più quando qualcuno si avvicina in quel modo."

Piegai la testa per nascondere la mia espressione sofferente.

"NO! Non è possibile!" urlò mia madre. "So quello che ho visto, ci deve essere stato un malinteso!"

"Cosa avresti visto, mamma? E' stata solo molto brava a recitare." dissi a bassa voce.

"Quello che ho visto non era di certo una recita. Tu non hai voluto restare, ma quando sfogliava il tuo album di fotografie ha assunto un espressione stupenda, una di quelle che non si vedono tutti i giorni. Un'espressione innamorata, Hitoshi! Ne sono certa!"

"Beh, ti sbagli. Mi ha preso in giro dall' inizio alla fine."

In quell' istante, mia madre mi si parò davanti e mi diede un forte schiaffo in pieno volto.

"M-mamma..." bisbigliai guardandola stupito portando la mano sulla guancia colpita.

"Non ti permettere di dire che mi sbaglio! So quello ho visto, Hitoshi. Non sono stupida."

"Mihoko, forse è meglio se torniamo di là." si intromise mio padre.

Mia madre lo ignorò e rimase a fissarmi con aria seria.

"Non puoi lasciare che la tua insicurezza ti porti via una ragazza come quella. Non lo posso accettare! Smettila di fuggire dalle relazioni e affronta le realtà. Lei fa parte del tuo presente e non devi metterla sullo stesso livello di chi ti ha fatto soffrire in passato. Dio santo, Hitoshi. Datti una svegliata." disse furiosa.

Detto questo se ne andò sbattendo la porta seguita da mio padre.

La stanza tornò al suo silenzio e mi accarezzai la guancia ferita.

Dei forti dubbi su tutto quello che mi circondava mi attanagliarono lo stomaco ed abbassai la testa stringendola tra le mani.

Non sapevo più a chi e cosa credere. Mi sentivo di cadere in un qualche tipo di limbo non vedendo nulla a cui aggrapparmi.

Sentii un forte nodo alla gola e gli occhi mi si riempirono di lacrime.

Nonostante mi avesse ferito, lei mi mancava tantissimo e non riuscivo a fare a meno di vedere il suo bellissimo sorriso in ogni cosa che avevo intorno.

Strinsi i denti e piansi cercando di fare più silenzio possibile.

- - -

Aprii gli occhi sentendo il telefono vibrare al mio fianco.

Senza accorgermene, mi ero addormentato e dalla finestra riuscii a notare che stava ancora piovendo a dirotto.

Mi misi a sedere e presi il telefono tra le mani.

Un numero sconosciuto mi stava chiamando e, tra le notifiche, vidi che avevo altre cinque chiamate perse dalla stessa persona.

Il primo pensiero fu che fosse lei che mi stesse cercando da un altro numero per far si che le rispondessi.

Le tentazione di buttare giù la chiamata fu tanta, ma alla fine, feci scorrere il dito sul pulsante verde.



"Pronto?"

Ammisi a me stesso che mi sarebbe piaciuto sentire la voce di T/N dall' altra parte, ma ritirai subito quel pensiero. Dovevo eliminare ogni cosa di lei dalla mia mente.

'Sei Shinso, giusto?'

Quella voce mi parse familiare, ma non riuscii subito a coglierne l'identità.

"Ehm, si. Chi parla?"

'Sono Tsunichi. Non buttare giù per favore, è importante. T/N è con te?' disse con voce preoccupata.

"No. Perchè dovrebbe essere con me?" chiesi.

'Cazzo! Cazzo! Cazzo!'

La sentii poi allontanare il telefono per dire qualche altra imprecazione seguita da qualche insulto verso un improbabile dio.

'Ascolta, Shinso. Ho bisogno assolutamente del tuo aiuto.' disse ad un certo punto.

Sospirai.

"Non voglio avere niente a che fare con qualunque cosa che la riguardi, Tsunichi. Non ho più intenzione di farmi prendere in giro da nessuno, nemmeno da te."

'C-COSA?! Ma che cazzo stai dicendo?! Vedi di ripigliarti Shinso, sennò ti giuro che vengo lì e ti do tante di quelle sberle che rinsavisci.'

Le sue parole mi ferirono parecchio e sentii una forte rabbia riempirmi il petto.

"Perchè dovrei rimanere qui ad ascoltarti mentre mi insulti? Ora ti saluto, ho da fare."dissi arrabbiato.

Feci per mettere giù il telefono, quando la sentii urlare.

'ASPETTA, ASPETTA!'

Riportai lentamente il telefono all' orecchio.

"Mi stai davvero stufando, ti ho già detto che non vogl..."

'T/N è sparita.'

Con mia enorme sorpresa, tutta la rabbia si volatilizzò lasciando spazio ad un' enorme sensazione di vuoto al centro del petto.

"C-che intendi dire?"

'Aveva voglia di uscire e l'ho portata a lavoro con me. Si è sbronzata di brutto e ho dovuto prenderle il telefono dato che minacciava di chiamarti in continuazione. Dopo un po' non l'ho più vista. Credevo fosse andata in bagno, ma l'ho cercata in tutto il locale e non c'è da nessuna parte!'

Percepii la sua voce come spezzata dalla paura e sentii il cuore fremere, però, subito dopo, la parte razionale di me tentò di riprendere il controllo.

"Perchè dovrei crederti, Tsunichi? Potrebbe essere benissimo un altro tentativo per prendermi in giro."

Rimase in silenzio e poco dopo la sentii prendere un grosso respiro.

'Tu...TU SEI TOTALMENTE FUORI DI TESTA! PIANTALA CON QUESTA SCENATA EGOCENTRISTA E APRI QUEI CAZZO DI OCCHI!'

Urlò talmente forte che dovetti allontanare il telefono dall' orecchio.

Non sapevo cosa rispondere, dentro di me sentivo solo un enorme lotta di emozione contrastanti. Non sapevo più a chi credere.

'Ok, ok, ora mi calmo.' sospirò. 'Mio caro Shinso Hitoshi, vuoi sapere perché T/N non farebbe mai una cazzata come una qualunque scommessa di merda? Da quando è entrata al locale con me, un tipo le ha messo gli occhi addosso e ci ha provato con lei tutta la sera. Quando le ho detto che avrebbe dovuto mandarlo a stendere sai cosa mi ha risposto?'

Abbassai la testa e la strinsi con la mano libera. Iniziavo a sentire una strana stretta all' altezza dello stomaco.

'Sai cosa mi ha risposto, Shinso?!' ripetè con tono arrabbiato.

"N-no. Non lo so." mormorai.

'Mi ha risposto che non voleva dirgli di lasciarla in pace perché, dato che sto tizio ci teneva tanto a stare in sua compagnia, l'avrebbe fatto soffrire. Ti rendi conto?! Si stava preoccupando di non ferire un tipo a caso appena conosciuto in un cazzo di locale. Figuriamoci se godrebbe nel veder star male te, la persona di cui si è innamorata dalla prima volta che ti ha visto.'

Cadde il silenzio e sentii un nodo stringermi la gola.

- E se lei...se lei avesse detto la verità? -

Gli occhi mi si riempirono nuovamente di lacrime che sentii lentamente iniziare a solcarmi il viso.

'Ci sei ancora?' chiese ad un certo punto.

"S-si..." bisbigliai.

La sentii sospirare.

'Sai cosa mi fa incazzare? Che tu abbia veramente potuto pensare che T/N sia capace di una cosa simile. Credevo che avessi capito che persona è. Tu, mio caro, hai conosciuto la vera T/N più di quanto io abbia mai avuto modo di fare.'

Strinsi forte i denti e piegai ancora di più la testa.

Iniziai a piangere seriamente cercando però di fare meno rumore possibile: non volevo che Tsunichi mi sentisse. Temo che se ne fosse comunque accorta dato che cambiò drasticamente tono, addolcendosi.

'Shinso...sai perché T/N è la mia migliore amica? Lei... è quello che vedi. Non cela lati oscuri, non ha nulla da nascondere. A tratti è ingenua, casinista e testa di cazzo, ma nulla di più.'

"O-ok..." bisbigliai con la voce rotta dal pianto.

Avevo comunque ancora paura dell' eventuale presa in giro, ma se non fosse stato così?

Lei poteva essere ovunque sotto quella pioggia torrenziale e da sola.

Quell' immagine mi donò una stretta al cuore e un forte senso di colpa.

- Cosa...cosa le ho fatto? -

'Mi dai una mano o no, Shinso? Ti prego, non saprei a chi chiedere altrimenti.' disse tornando al tono preoccupato.

Sentivo ogni muscolo tremare e una forte nausea rivoltarmi lo stomaco mentre tutti i sentimenti che provavo per lei tornarono a galla più forti di prima.

Le avevo rivolto delle parole orrende e aveva sofferto per colpa mia. 

Avevo addirittura usato la mia Unicità su di lei rompendo la promessa che le avevo fatto.

Nel lontanissimo caso che potesse essere una presa in giro, avrei comunque fatto la mia scelta conscio dei miei sentimenti e ne avrei accettato le conseguenze rimanendo in pace con me stesso.

Mi resi conto che, nonostante la rabbia, non avevo smesso di amarla nemmeno per un attimo e decisi, con il cuore in pace, che non sarei scappato mai più.

"Cosa vuoi che faccia?"

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