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Conoscenze



T/N POV



Cercai di tornare a casa il più velocemente possibile, avevo un assoluto bisogno di farmi un bagno.


Il sole era quasi calato del tutto quando, una volta varcata la porta, mi si parò davanti Misao.

"Credevo avessi intenzione di piantare le tende alle UA. Che è successo?"

"Un po' di cose. Mi tolgo questa divisa bagnata e se ti va ti racconto." dissi sfilandomi le scarpe e appoggiando il sacchetto con la spesa sul mobile dell'ingresso.

La mia amica sorrise maliziosamente avvicinandosi al mio viso.

"Ovvio che si. Ma cosa più importante: sono successe cose di quel genere?"

"Devi sempre pensar male." sbuffai arrossendo.

"Io mi porto solo avanti, mia cara. Dai, lavati che sto fremendo solo all' idea!"

Era allucinante quando ci si metteva.


Mi preparai il bagno e dopo essermi spogliata ed aver messo la divisa a lavare, mi accomodai nella vasca.

Ero sempre stata una tipa che non riusciva a comprendere bene i sentimenti altrui quando si trattava d'amore, ma non feci a meno di notare che i segnali di Shinso potessero essere abbastanza positivi. C'era una remota possibilità che potessi piacergli sul serio, ma temevo la parte di me che insisteva nel dirmi che con altissima probabilità era solo molto gentile.

In ogni caso, tutta l'insicurezza che avevo provato quel pomeriggio stava lentamente svanendo lasciando posto ad una felicità particolare. Sorrisi, senza alcun apparente motivo. Mi ritrovai ad essere felice di provare quei sentimenti per lui, forse finalmente stava succedendo qualcosa di buono.

Dopo essermi asciugata e vestita, uscii dal bagno.

Misao era già seduta sul mio letto a gambe incrociate in attesa che iniziassi a raccontarle quanto avvenuto durante la giornata.

Appena varcai la soglia si voltò verso di me con un' espressione maliziosa.

"Allora?" sorrise.

Sospirai e mi sedetti accanto a lei.

Le narrai per filo e per segno quello che era successo e, ad ogni mia parola sui discorsi avuti con Shinso, il suo sorriso si allargava sempre di più.

"Dai, T/N! Direi che a sto punto è abbastanza ufficiale. Avevo ragione!" rise alzando i pugni al cielo.

"Ehm...e se fosse solo molto gentile?"

"Mia piccola e irrimediabilmente ingenua T/N." rispose accarezzandomi la testa. "Si vede che sei una frana nel capire i ragazzi."

"Non saprei..."

"Pensa solo a goderti questo momento che è tra i più belli dell'innamoramento. Non avere fretta e vedrai che tutti i tuoi dubbi spariranno. Misao ci azzecca sempre in queste cose!" continuò mentre sul suo viso spuntò un sorriso dolce.

Arrossì ed abbassai lo sguardo.

In quell' istante sentì suonare il telefono in lontananza e mi alzai di scatto dal letto per andare prenderlo nella tasca della borsa..

"E' lui, vero?" rise esaltata la mia coinquilina.

Sbloccai il cellulare e lessi il suo nome tra le notifiche.

"Si..." sorrisi dolcemente aprendo la sua mail.

"Certo che potevi essere un po' più originale, tesoro. Gli sarai sembrata una nerd dello zaru soba, che tristezza!" commentò Misao con espressione rassegnata incrociando le braccia al petto.

"Lo so! Lo so! Ma non mi è venuto in mente altro in quel momento!" risposi corrucciata.

"Speriamo solo che Shinso trovi sexy le nerd gatronomiche. Anche se in effetti dall' eroe cameriere non mi aspetterei qualcosa di diverso!" scherzò.

Arrossì violentemente e corsi verso il letto per tirare un cuscino in faccia a Misao.

"La devi smettere!" urlai gonfiando le guance.

La sentì ridere da sotto la stoffa della federa per poi ricambiare il mio attacco.

In seguito, il mio letto divenne un perfetto campo da battaglia per una lotta di cuscini all' ultimo sangue e, finalmente dopo tanto tempo, riuscì a ridere di gusto.

Mi sentivo così felice e carica di energia positiva che non mi parve vero.

- - -

Il giorno seguente mi svegliai con il sorriso, cosa assai rara.

Misao non era a casa, ma una volta in cucina scoprì che mi aveva preparato la colazione. La trovai posizionata sul tavolo accanto un biglietto su cui spiccava la scritta - Metticela tutta! - accompagnata da un disegnino della faccia ammiccante della mia amica.

Prendendo in mano il foglietto, sorrisi davanti a tutta quella tenerezza.


Varcai in perfetto orario i cancelli della UA e vidi Shinso camminare a testa bassa nel cortile. Nonostante il mio cuore ebbe un sobbalzo ero serena; forse davo troppo per scontato che Misao avesse ragione.

Mi avvicinai a lui e iniziai a camminargli a fianco.

"Heylà! Come stai oggi?" chiesi sorridendo.

"Ciao T/N. Tutto bene, grazie. Tu?"

"Tutto a posto!" risposi.

"Felice di vedere che non ti sia ammalata dopo la pioggia torrenziale di ieri."

"Ahah, scherzi? Le mie difese immunitarie sono fortissime!" risi alzando un pugno al cielo.

Vidi Shinso sorridere in tutta risposta.


Quando entrammo in classe, notammo che tutti i nostri compagni ci fissavano incuriositi. Shinso non se ne curò troppo; si diresse verso il suo banco e anche io feci lo stesso.

Akane, la ragazza che il giorno prima mi aveva confessato quel commento infelice sull' Unicità di Shinso, si appoggiò con i gomiti al mio banco mentre il chiacchericcio dei miei compagni si fece più forte.

"Allora, T/N, come andiamo? Un uccellino mi ha detto di aver visto te e Shinso stretti stretti sotto la pioggia ieri, è vero? Vi siete dichiarati eterno amore già il primo giorno di liceo?" chiese con un tono fortemente ironico.

"Eh?! Ma che stai dicendo?!" sorrisi imbarazzata alzando le mani a difesa. "Ci trovavamo in centro per fare acquisti ed ha iniziato a piovere, tutto qui!"

"Certo, certo. Takagi ha detto di averti visto con indosso la sua giacca. Non è una cosa da bravi compagni di classe e basta, dopotutto."

"E'...è stato solo molto gentile!" continuai. "Tutto qui, davvero. Non è successo altro!"

"Ahah, a me puoi dire queste cose! Avanti T/N, sono curiosa!"

Fortunatamente in quel momento, il professore entrò in aula e tutti si zittirono all' istante; compresa Akane che dopo avermi rivolto un occhiolino si sedette al suo banco.

- Iniziamo malissimo. Spero che Shinso non l'abbia sentita.-


Il primo compito della giornata era incentrato sull' analisi dei quirk.

Il professore estrasse in maniera casuale i nostri nomi formando delle coppie: avremmo dovuto scrivere un tema sul quirk del compagno di esercizio elencandone le possibilità di utilizzo e i vari punti deboli. La trovai una cosa abbastanza banale, ma erano comunque i primi giorni; le cose impegnative e interessanti sarebbero probabilmente arrivate più avanti.

Mi toccò stare in coppia con Takagi che spostò la sua sedia dal suo banco e si sedette al mio fianco.

"E' un piacere poter parlare finalmente con te, T/N." disse.

"Ehm...a-anche per me." sorrisi.

Non mi era piaciuto per niente il suo atteggiamento lascivo nei confronti delle ragazze dei giorni precedenti, ma avrei dovuto svolgere con lui un semplice esercizio e decisi di non pensarci troppo.

Shinso invece fu messo in coppia con Akane e notai chiaramente che non accettò di buon grado la cosa. Si vedeva che era a disagio.


L'esercizio ebbe inizio e Takagi mi espose tutto al riguardo del suo quirk.

La sua Unicità consisteva nel poter trasformare in vetro le parti del suo corpo; poteva essere utilizzata in battaglia come offensiva, ma era anche dannatamente fragile per ovvi motivi.

Poi fu il mio turno e gli raccontai tutto sulla mia Unicità.

Iniziammo a scrivere il nostro tema quando, ad un certo punto, la mano di Takagi sfiorò la mia.

"Da dove vieni, T/N? Dal tuo aspetto direi che chiaramente non sei di queste parti." chiese.

"Ehm, no infatti. Sono nata in Italia." risposi.

"Oh! Hai un incantevole fascino straniero. Sei davvero bellissima." disse accarezzandomi la mano.

Arrossi violentemente e mi allontanai dal suo tocco leggero. Era la prima volta che qualcuno ci provava con me in maniera così plateale e aveva un che di inquietante.

"G-grazie."

"Sai, mi piacerebbe conoscerti meglio. Ti andrebbe se ci scambiassimo i numeri? Potremmo chiaccherare un po' prima di andare a dormire."

Non avevo la più pallida idea di cosa dire.

La risposta più onesta sarebbe stata che non me ne fregava assolutamente nulla, ma la mia gentilezza inopportuna si mise in mezzo.

"E-ehm...ok. Ma non sono tipa da telefonate, scusami."

"Nessun problema. Vorrà dire che verrò a darti la buonanotte direttamente sotto alla tua finestra."

- Sto per vomitare. Che schifo. -

"Eheh! Non ce n'è bisogno, davvero!" risi imbarazzata.

"Takagi, T/C! Mettetevi a lavorare, perfavore." ci intimò il professore ed entrambi abbassammo lo sguardo verso i nostri fogli, ma non prima che il ragazzo mi rivolgesse un' occhiata maliziosa.

Sentì come se quello sguardo mi sporcasse dalla testa ai piedi ed una sensazione orrenda mi invase completamente. Cercai di liberare la mente da quel dialogo rivoltante e mi concentrai sull' esercizio. Vidi poi Takagi farmi l'occhiolino per poi infilare nel mio portapenne un biglietto con scritto il suo numero di telefono.

- Dopo lo brucio. -


Fortunatamente, la pausa pranzo la passai con Shinso ad un tavolo isolato nella sala mensa.

Parlammo del più del meno e fui felice di vederlo sorridere sempre più spesso quando era in mia presenza.

Approfittai di ogni istante per imprimere nella mia mente ogni singola forma che impreziosiva il suo corpo per poterne poi godere quando lui non sarebbe stato presente. Con lui riuscivo a rilassarmi nonostante fossi pienamente consapevole dei miei sentimenti. Onestamente, mi premeva poco sapere quello che Shinso provasse per me in quel momento. Volevo godermi la sua presenza e basta, non mi importava di altro. Si propose poi di accompagnarmi nuovamente alla stazione alla fine della giornata scolastica e accettai senza pensarci due volte.


Le lezioni del pomeriggio passarono in fretta e mi accinsi a preparare lo zaino per tornare a casa, felice per l' imminente passeggiata con Shinso.

In quel momento si avvicinò Akane che sorridendo mi abbracciò.

"T/N! Io e Takagi pensavamo di andarci a prendere una crepes ad un chiosco qui vicino, ti va di venire anche tu?"

"Ehm, scusate ma dovrei andare a casa che devo..."

"Ti prego, ti prego, ti prego! Giusto per fare quattro chiacchere! Non ci metteremo molto!" disse con voce squillante giungendo le mani in segno di preghiera.

"Ehm..."

- Ma perché proprio con Takagi? Che fastidio. -

"Sul serio, ho tante cose da fare e..."

"Non accetto un no, mi dispiace" disse gonfiando le guance. Dopo di che mi prese per il braccio e iniziò a trascinarmi fuori dall' aula.

Vidi Shinso con la schiena appoggiata al muro fuori dalla classe che mi squadrò con aria interrogativa mentre venivo spinta a forza nel corridoio. Akane lo notò e si rivolse a lui.

"Scusa Shinso, ti rubiamo la ragazza per questo pomeriggio."

- Voglio sotterrarmi. Adesso. -

Dopo quelle parole riprese a trascinarmi con forza e io rivolsi a Shinso un' occhiata sofferente.

Le sue labbra si mossero per parlare, ma Takagi, appena uscito dalla classe, gli si parò davanti. Vidi che gli disse qualcosa, ma per via degli strilli acuti di Akane non riuscì a sentire nulla.


Mio malgrado, mi ritrovai a camminare per strada dietro ai miei due compagni di classe impegnati a parlottare del più e del meno. Mi maledissi parecchio per non aver avuto la forza di carattere per impuntarmi e dire di no alla loro proposta.

In preda ai sensi di colpa, presi il telefono e scrissi una mail a Shinso.

'Scusami tanto, davvero. Avrei dovuto mandarli a stendere e basta.'

La sua risposta arrivò in pochi secondi.

'Tranquilla. E' un bene fare conoscenza con altri compagni di classe. Divertiti.'

Quel messaggio enigmatico mi lasciò l'amaro in bocca, non riuscivo a capire se la cosa lo avesse infastidito o meno.

Akane si voltò verso di me e ruppe la bolla di pensieri che mi circondava.

"T/N! Dai, stai con noi. Al tuo fidanzato puoi scrivere dopo!" scherzò dopo avermi visto concentrata sul telefono.

"Non è il mio fidanzato." sospirai.

"Meno male." commentò Takagi rivolgendomi un sorriso ammiccante.

- Miseria, quanto è fastidioso. -


Arrivammo al chiosco delle crepes che era situato nella stessa strada pedonale dove fui bloccata dal temporale con Shinso il giorno prima. Riconobbi anche la strada secondaria che dava sul negozio: era la stessa via del ristorante dove io e Misao cenammo il giorno della mia accettazione alla UA; il locale dei genitori di Shinso. 

Ci mettemmo in fila davanti al chiosco e ordinammo la crepes che più ci convinceva, dopo di che ci sedemmo su dei tavoli di proprietà del negozio posizionati nella via secondaria.

Akane tirò fuori il telefono e iniziò a fotografare il suo dolce mentre la guardavo stranita. Ad un certo punto, girò la fotocamera verso di me ed entrò nell' inquadratura.

"Facciamoci un selfie, T/N!" squittì la ragazza.

"No dai, ti prego. Odio le foto!" dissi cercando di nascondermi dietro la crepes che stavo addentando.

Takagi si posizionò dietro di me e, cingendomi le spalle con un braccio, mise il suo volto sorridente accanto al mio per entrare anche lui nella fotografia.

"Dai, che male c'è a farsi qualche foto?" mi bisbigliò nell' orecchio.

Il suo fortissimo profumo di colonia irruppe nel mio naso dandomi la nausea. Mi sentivo tremendamente a disagio e volevo solo andarmene a casa.


Akane scattò un' infinità di fotografie dalle più svariate inquadrature e più volte mi intimarono di divertirmi fallendo miseramente. Riuscii ad accennare solo qualche sorriso di cortesia nel più totale imbarazzo.

Quando finalmente il set fotografico terminò, mi accinsi a concludere la mia crepes il più velocemente possibile per potermene andare.

Mancavano pochi morsi quando Takagi si sedette davanti a me.

"Allora T/n, sono curioso. Con chi hai fatto quella scommessa?"

"Scommessa? Di cosa stai parlando?" chiesi.

"Oh avanti! Non posso credere che tu ti sia avvicinata a Shinso di tua spontanea volontà."

La sua frase mi provocò una forte rabbia, ma volevo capire dove stesse cercando di andare a parare.

"Perchè no, scusa?" chiesi.

"Ahah, sei anche simpatica, T/N! Cioè, ma l'hai visto? Mette i brividi con quella faccia smorta. Una ragazza bella come te non può andare dietro ad un tipo come quello."

Sentì un forte desiderio di spaccargli quella faccia sorridente con una scarica di pugni.

"Non vedo dove sia il problema e poi sarò ben libera di fare amicizia con chi mi pare."

Diedi l'ultimo morso alla mia crepes e mi alzai di scatto raccogliendo la mia roba.


"Ma T/N! Te ne vai di già?" strillò Akane.

"Si, vi avevo detto che avevo della roba da fare." risposi seria. Ero troppo arrabbiata per poter stare con loro un solo minuto di più.

"Ci vediamo." dissi e mi allontanai a passi veloci inoltrandomi nella strada secondaria praticamente vuota.

In quel preciso istante, sentì una mano afferrarmi il braccio per poi spingermi contro il muro del palazzo più vicino. Mi ritrovai la fastidiosa faccia di Takagi a pochi centimetri dalla mia mentre quell' odioso odore di colonia tornò a riempirmi le narici.

"Non essere arrabbiata, T/N. La mia era una domanda lecita. Insomma, in presenza di quel tipo inquietante sei sempre tutta sorridente mentre con noi a malapena parli. Davvero trovi Shinso più bello di me?" chiese spostandosi il colletto della camicia con un dito.

La situazione stava precipitando ma il mio corpo era come bloccato e, non so perché, arrossì.

"Non sono affari che ti riguardano, Takagi. Lasciami in pace." dissi arrabbiata guardandolo dritto negli occhi.

In quell' istante, alzò la mano libera e la poggiò sul mio viso sfiorandomi la guancia continuando ad avvicinarsi sempre di più.

"Sei davvero bella con quell' espressione." bisbigliò al mio orecchio con voce sensuale.

Lo allontanai con tutta la forza che avevo in corpo.

"Devi smetterla con 'sta storia! Hai davvero rotto le palle!" gli urlai mentre mi fissava con ancora quel sorriso viscido stampato in faccia.

Akane si avvicinò a noi trotterellando e si portò una mano sulla fronte scrutando qualcosa in lontananza verso la strada secondaria.

"Ma quello non è il tuo spasimante, T/N?" chiese. "Eh si, allora avevo visto bene."

Mi voltai di scatto e vidi Shinso camminare nella direzione opposta alla nostra a testa bassa con dei sacchetti della spesa colmi tra le mani.

Il mio cuore mancò un battito e sentì l'ansia invadermi il petto.

Raccolsi in fretta e furia la mia roba e iniziai a correre verso la stazione ignorando i richiami dei miei due compagni di classe; desideravo solo sparire nel nulla della mia stanza.

Pregai in ogni lingua esistente che Shinso non mi avesse visto in quella situazione imbarazzante con Takagi. Se così fosse stato, tutto quello che stavo cercando di costruire sarebbe collassato su se stesso distruggendo quel briciolo di felicità che ero riuscita a trovare.

A testa bassa mi fiondai dentro la stazione e riuscì per un pelo a salire sul treno in piena chiusura delle porte.

Ansimante, cercai di riprendere fiato e appoggiai una mano al vetro.

Avevo una paura tremenda per quello che Shinso avrebbe potuto pensare di me e percepii una forte rabbia stringermi la gola, tanto che sentì gli occhi iniziare ad inumidirsi e una vampata di calore scaldarmi la fronte.

Fu una di quelle giornate da dimenticare. Su tutta la linea.

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